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Autore: HPlover    23/11/2005    6 recensioni
Mentre continuo a scrivere Qualcosa di nuovo mi è venuta in mente questa cosina e l'ho subito voluta condividere. Dico solo che per me Sirius non è morto e che adoro sia H/D che S/R! Grazie a tutti coloro che recensiranno!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Draco/Harry, Remus/Sirius
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Tutti i personaggi appartengono alla signora JK Rowling, che ne da un uso stupendo! Non voglio offendere nessuno!

Rating: R

Pairing: Harry/Draco e Sirius/Remus (Sono della ferma convinzione che Sirius non sia morto e che tornerà prima della fine perché è un personaggio troppo mitico per scomparire così!)

Note: È ambientata nel futuro quindi è un po’ AU…

Ringraziamenti: Grazie infinite e un baciottone a tutti coloro che hanno commentato con tanto entusiasmo il primo capitolo di “Qualcosa di nuovo”. Ci sto lavorando, non preoccupatevi, ma nel frattempo mi è venuta quest’ideuzza e non ho potuto resistere… Sono tanto teneri! Sono un’inguaribile romantica, lo so… ;P

Recensite, mi raccomando!!!!!!!!

 

SOMETHING BORROWED, SOMETHING BLUE

By HPlover

 

Harry e Draco non abitavano lontani da Remus e Sirius. In realtà stavano a poco più di due minuti a piedi dai due amici. Bastava che loro uscissero di casa, percorressero Broompark Drive (Ho trovato questa via in Inghilterra su una cartina e penso sia adorabile! Vuol dire Parcheggio delle Scope, non è perfetta per quei due? :) ndHPlover), dove avevano deciso di andare ad abitare, girassero attorno al giardino privato situato in mezzo alla via e lì, davanti a loro, si sarebbero trovati l'ingresso della casa che il lupo mannaro e l'Animagus condividevano. Ciononostante quel giorno, un sabato per l'esattezza, fecero una fatica incredibile a trascinarsi giù dal letto e a coprire quella distanza. Ma non potevano rimanere sotto le coperte ancora a lungo; Remus e Sirius li avevano infatti invitati a pranzo a casa loro e dopo essere stati assenti per ben tre settimane era il minimo che potessero fare. Harry e Draco si erano sposati tre settimane prima, in un bel mattino di maggio, alla presenza dei loro amici più intimi, per poi partire, dopo un allegro pranzo senza troppe pretese ma molto intimo, alla volta dell'Italia e della Francia. Avevano discusso per mesi sulla destinazione della luna di miele, e alla fine avevano trovato un punto d'accordo: avrebbero visitato l'Italia, come voleva Harry, per poi allungare un po' il ritorno e fermarsi qua e là in Francia, cosicchè Draco potesse salutare un tot di non meglio identificati parenti e vedere i posti che tanto l'avevano colpito nelle sue vacanze all'estero da bambino. Si erano divertiti un bel po', inutile puntualizzarlo, e avevano trovato tutta l'intimità che potevano desiderare. Ora, tornati nella casetta che avevano comprato nella periferia est di Londra, avevano trovato una montagna di bigliettini e comunicazioni, inviti e lettere di amici e membri del Ministero. I primi da soddisfare erano, naturalmente, Remus e Sirius, seguiti a breve distanza da Ron e Hermione, che avrebbero visto quella sera a cena, e da Pansy e Blaise, che li aspettavano per pranzo il giorno seguente.

Quindi, come da accordi, Harry e Draco si alzarono quel giorno e stanchi morti e con le occhiaie sotto i piedi si trascinarono fino a casa Lupin. Suonarono e pochi minuti dopo la porta si spalancò, rivelando la figura alta e affascinante di Sirius. L'uomo aveva ancora i capelli neri lunghi fino alle spalle, ma l'aria era decisamente più salutare e i vestiti gli cadevano elegantemente sul corpo snello ma atletico. Quando li vide sorrise ampiamente.

"Eccovi qui, finalmente! Sani e salvi. Sono arrivati!" urlò poi in direzione della cucina. "Remus sta finendo di cucinare, sapete, e non mi lascerebbe avvicinare per niente al mondo. Non so perchè è convinto che farei andare a fuoco l'intero pranzo..." aggiunse sottovoce tornando a rivolgersi ai due giovani di fronte a lui. "Ma entrate, che cafone sono, forza, venite dentro!"

Harry e Draco entrarono, guardandosi attorno, nel bel salotto. La casa in cui Sirius e Remus abitavano non era riccamente arredata ma incredibilmente accogliente, trasmetteva in ogni angolo il calore e l'affetto che univano i due proprietari.

Dalla cucina, in effetti, giunse loro rumore di padelle e pentole, rafforzato dall'odorino che si stava diffondendo anche in salotto. Si sedettero sul divano, mentre Sirius si accomodò in poltrona, e cominciarono a chiacchierare del più e del meno. Pochi minuti dopo Remus sbucò dalla cucina asciugandosi le mani con uno strofinaccio.

"Scusate se vi ho lasciati tanto a lungo in balia di questo buffone, ma qualcuno doveva pur cucinare," disse allegro Remus andando a mettersi dietro alla poltrona di Sirius e appoggiandogli le mani sulle spalle.

"Guarda che sono stato di ottima compagnia!" borbottò fintamente offeso Sirius.

"Sì, sì, immagino..." continuò a prenderlo in giro Remus. "Se volete, comunque, il pranzo è servito."

"Non ce lo facciamo ripetere due volte," disse Harry saltando in piedi e afferrando la mano di Draco, per poi trascinarlo fino in cucina. Lì si sedettero vicini e Harry sospirò vedendo quante portate succulente il lupo mannaro aveva preparato per loro. Avevano proprio un'aria deliziosa ed era un peccato non riuscire a mangiare tutto.

"Bene," disse Sirius quando anche lui e Remus si furono seduti di fronte a Harry e Draco, "allora cosa si dice in questi casi? Un brindisi a Harry e Draco e congratulazioni!"

"E buon appetito!" esclamò Harry alzando il bicchiere di Burrobirra, l'altra mano che ancora stringeva quella di Draco.

 

 

"...e lui si è messo a urlare in mezzo alla hall "Ma stiamo scherzando?! Non ci metto neanche piede in un posto simile!" e io..."

"Non è vero!" Draco interruppe Harry guardandolo storto. "Non urlavo..."

"Oh, sì che urlavi!" Harry ribadì annuendo vigorosamente.

"Beh, magari ho alzato un po' la voce," ammise il biondo, arrossendo lievemente per poi ribadire "ma avevo ragione!"

"Sì, sì, non ti scaldare..." lo prese in giro bonariamente Harry, accarezzandogli una guancia, gli occhi verdi ridenti fissi in quelli grigi e infervorati di Draco.

"Ah, tutta colpa di Firenze..." borbottò Draco, abbandonandosi contro la spalla del compagno.

Harry affondò una mano nei suoi capelli biondo platino e gli grattò la testa. Sapeva che Draco adorava quando glielo faceva, e infatti dopo pochi secondi chiuse gli occhi e mugolò deliziato.

"E' incredibile!" esclamò Sirius rompendo un po' l'atmosfera di tenerezza che si era creata. "Davvero, quando mi hai detto che intendevi accasarti col signor Malfoy, qui, non avrei MAI scommesso un centesimo sul vostro rapporto. Pensavo vi sareste scannati dopo due giorni. E invece...mi avete completamente sbugiardato!"

Draco fece un mezzo sorrisino, tra l'imbarazzato e il lusingato, mentre Harry si mise a ridacchiare sommessamente, appoggiando la mano sulla coscia di suo marito e stringendola leggermente.

Remus sorrise dolcemente, a sua volta, guardandoli.

"Te l'avevo detto, no?" disse poi rivolgendosi al proprio compagno. "L'ho pensato dal primo momento, anche se erano ancora dei ragazzini; sono fatti l'uno per l'altro."

"Il che mi ricorda..." intervenne Harry richiamando su di sè l'attenzione. "Voi due, invece, che state aspettando?"

I due adulti lo guardarono stupiti.

"A fare cosa?" chiese Sirius.

"A sposarvi!" esclamò Harry.

“Già,” rincarò Draco, ritornando ad allietare la conversazione, “state insieme da una vita, convivete da anni, vi amate e lo sanno tutti. Non è ora di dare una regolata al vostro rapporto?”

“Non abbiamo bisogno di un pezzo di carta che dica che stiamo insieme,” disse bonariamente Sirius.

“Sirius ha ragione,” aggiunse Remus, “essere una coppia legalmente riconosciuta non aggiungerebbe nulla al nostro rapporto.”

“Non sto parlando di un pezzo di carta,” ribattè Harry. Poi allungò la mano sinistra verso Draco e afferrò anche quella del marito, sollevandola bene in vista davanti ai loro occhi. Le due fedi nuziali, di oro giallo e rosso quella di Harry e di puro platino quella di Draco, scintillavano in tutta la loro preziosità, impossibili da ignorare. “Sto parlando di questo. Di promesse, di giurarsi amore eterno, di sapere che la persona che ami non ti lascerà e che  è pronta affinchè tutto il mondo sappia di voi due senza vergognarsene. Che sarà al tuo fianco anche quando starai male o avrai bisogno di aiuto, che se dovessi perdere tutto nella vita lui rimarrà per sempre tuo, e tu solo e completamente suo.”

Draco si voltò a guardare ammirato il marito, che era arrossito leggermente, e gli piazzò un bacio sul collo, senza alcuno scopo erotico ma solo per fargli sapere che era lì con lui e condivideva le sue parole.

Sirius lo guardò serio per qualche secondo, poi sorrise e, allungandosi sul tavolo, diede una pacca affettuosa sulla spalla a Harry.

“Sei giovane, Harry, e innamorato, è normale che ti scaldi tanto, ma col tempo scoprirai che queste cose non necessitano altro che il proprio amore giorno dopo giorno. Stiamo insieme da tanto, ci conosciamo alla perfezione, abbiamo affrontato tanti ostacoli insieme e stiamo bene così.”

Harry scrollò le spalle e sospirò, ma Draco non poté non notare che Remus, che era seduto proprio di fronte a lui, aveva abbassato gli occhi sul tavolo, addolorato.

“Qualcuno vuole il caffè?” chiese poi il lupo mannaro alzandosi dal tavolo e girando loro le spalle per affacendarsi ai fornelli.

 

 

Il pranzo terminò in fretta e, con le pance piene, la conversazione cominciò a languire. Remus si mise a sparecchiare, mentre Harry e Sirius ormai ridacchiavano senza un motivo preciso e Draco si stava lentamente addormentando sulla sedia. Ciononostante, sebbene l’aria che tirava al momento fosse allegra, Harry non aveva dimenticato la discussione di poco prima. Mentre ognuno era impegnato a sorseggiare pensosamente il proprio caffè, Draco si era chinato verso di lui e gli aveva bisbigliato nell’orecchio le proprie considerazioni riguardo ai sentimenti del lupo mannaro. Per quanto fosse naturalmente più legato a Sirius che a Remus, data anche la differenza di carattere tra i due, non avrebbe permesso per niente al mondo che il padrino trattasse con leggerezza il suo ex professore, ferendolo maldestramente e rischiando così di rovinare una relazione tanto bella e preziosa. Harry aveva imparato moltissimo sulla vita di coppia osservando loro due e il suo rapporto con Draco aveva tratto dai loro insegnamenti consigli impagabili.

Quindi sospirò e, girandosi a sorridere a Draco, gli disse “Amore, perché non dai una mano a Remus mentre io e Sirius ce ne andiamo di là a chiacchierare un po’?”

Draco intuì le intenzioni del marito e annuì, stiracchiandosi e alzandosi in piedi.

Harry lo imitò e fece un cenno con la testa al padrino, che lo seguì in salotto. I due uomini rimasti in cucina li seguirono con occhi dolci e si misero all’opera.

 

 

Harry si accomodò sul divano di fronte alla poltrona su cui, come al solito, si sedette Sirius. L’Animagus sembrava piacevolmente rilassato, tanto che si lasciò andare a uno sbadiglio contagioso, che fece poi ridere entrambi.

“Allora,” cominciò poi Harry con tono calmo e pacato, “come va la vitaccia?”

Sirius fece una smorfia di si-fa-quel-che-si-può.

“Normale, direi,” rispose poi.

Harry alzò le sopracciglia per la laconicità della risposta.

“E con Remus?” chiese.

Sirius, sentendo il nome del compagno, sorrise caldamente.

“Beh, con lui va sempre tutto bene.”

“Davvero?”

Sirius guardò Harry, preso in contropiede.

“Certo. Perché me lo chiedi?”

Harry fece spallucce.

“Così… Non mi sembrava tanto allegro, lui, prima…”

“Prima quando?” chiese Sirius aggrottando la fronte.

“Mah, mentre parlavamo di matrimonio…”

Sirius fece una faccia sorpresa.

“Non l’ho notato,” commentò.

“Non mi stupisce,” ribattè Harry con un tono di leggero rimprovero. “Non è che comprendere i sentimenti altrui sia proprio la tua specialità…”

“Ehi, che vorresti dire?” chiese Sirius un po’ risentito sedendosi un po’ più dritto sulla poltrona.

“Niente,” si difese Harry mettendo avanti le mani, “solo che mentre parlavi dell’inutilità del matrimonio sia io che Draco abbiamo notato che Remus si faceva triste, e mi sembra strano che la cosa sia una novità.”

Sirius stette in silenzio un attimo.

“Senti, Harry,” disse poi, “non so cosa possa essere passato per la testa di Remus prima, ma ti assicuro che la nostra situazione sentimentale non lo preoccupa affatto. Te lo dico perché, credimi, ne parliamo. Anche perché alla nostra età più che parlare ormai a letto… Nel senso… Spesso…”

“Sì, non ti ho chiesto quello!” lo bloccò Harry arrossendo un po’ per l’imbarazzo al pensiero del suo padrino e compagno a letto insieme. Nonostante tutti i gesti d’affetto che li aveva visti scambiarsi e tutte le descrizioni che suo malgrado Sirius gli aveva elargito, ancora gli faceva un po’ strano pensare alle due persone che più lo trattavano come genitori all’opera sotto le coperte. “Però non lo so… Non sono convinto…” Sospirò e chiese “Non credi che Remus possa nasconderti qualcosa, qualche desiderio di cui si vergogna o che crede non sarebbe benaccetto da parte tua?”

Sirius lo fissò incredulo.

“Assolutamente no!”

Harry storse la bocca.

“Ok. Quand’è l’ultima volta che avete affrontato l’argomento matrimonio?”

“Mmm…” riflettè l’uomo. “Ma certo, il giorno del tuo matrimonio!” rispose poi sbattendo una mano sulla coscia.

“E in che termini ne avete parlato?”

“Abbiamo discusso di quanto foste carini e di quanto in sé il fatto di sposarsi fosse inutile, ma molto romantico.”

Harry lo guardò storto.

“Le parole esatte…” borbottò.

“Allora… Remus si è seduto vicino a me, al ricevimento, mi ricordo che ero già bello alticcio… Mentre voi ballavate, mi sembra… Comunque si è seduto di fianco a me e mi ha messo una mano sulla coscia, qui,” indicò, “poi si è chinato verso il mio orecchio e mi ha detto “Non sono adorabili?” Si riferiva a voi… E io ho detto “Sì, il ritratto della felicità.” Allora ha ridacchiato e mi ha detto “Non è stata poi un’idea così malvagia, quella di sposarsi, non trovi? Cioè, è un bel gesto…” e io gli ho risposto “Adorabile. Solo due ragazzine innamorate come quei due”…voi due…“potevano pensarci. Ma adorabile…” Senza offesa, eh! E poi mi è venuta voglia e l’ho trascinato dietro una quercia del parco al riparo da sguardi inopportuni.”

Harry lo fissò con gli occhi spalancati.

“Tu davvero gli hai detto così?” domandò incredulo.

“Sì, perché?”

Harry sospirò pesantemente scuotendo la testa.

“Ma Sirius! È terribile!”

“Cosa è terribile? Non ti sarai mica offeso davvero…”

“Ma cosa me ne frega, no! Piuttosto, mi sembra chiaro che Remus volesse farti intuire qualcosa con quella frase!”

“E cosa?”

“Che gli sarebbe piaciuto poter fare lo stesso.”

“Non dire sciocchezze… E poi, scusa, se proprio avesse voluto propormelo perché avrebbe dovuto farmelo intuire? Perché non poteva venirmelo a dire direttamente?”

“Perché tu sei un cafone! Gli avevi appena detto che per te due persone innamorate che si sposano si comportano da ragazzine e lui avrebbe dovuto dirti “A proposito, perché non ci sposiamo anche noi?”? Non funziona proprio così…”

Sirius scosse la testa.

“Stai scherzando, Harry?”

“No!” ribadì il giovane moro. “Secondo me è palese che Remus si aspettasse una qualche apertura da parte tua all’argomento.”

Sirius si lasciò ricadere contro lo schienale della poltrona con aria corrucciata.

 

 

Draco prese uno strofinaccio dall’appendino e cominciò ad asciugare le stoviglie che mano a mano Remus finiva di risciaquare. Avrebbero potuto farlo magicamente, ma in quel modo in un certo senso si rilassavano. Si appoggiò con il fondoschiena al mobile di fianco al lupo mannaro e si guardò intorno con finta nonchalance. Poi sospirò.

“Forse non sono proprio fatti miei,” iniziò con tono incerto, “ma mi sei sembrato un po’ teso, prima…”

“Dici?” disse casualmente Remus senza alzare gli occhi.

“Mh-mh…” assentì Draco. “Anzi, più che teso…triste, direi.”

Stavolta Draco notò davvero l’uomo di fianco a lui tendersi un po’.

“Non so… Non ci ho fatto caso. Chissà che mi è passato per la testa…” mormorò forzando un sorrisino divertito.

“Oh, suvvia!” esclamò Draco gesticolando. Non sopportava quando la gente negava l’evidenza.

Remus si girò a guardare il biondino.

“Sinceramente, Draco, non so di cosa tu stia parlando.”

Il Serpeverde fissò il proprio sguardo di ghiaccio negli occhi dorati del lupo e mormorò “Allora non te ne frega nulla di sposarti con Sirius.”

Remus si sentì stringere un nodo nel petto. Deglutì, cercando di rimanere calmo.

“Hai sentito come la pensiamo a tavola.”

“No, ho sentito cosa ne dice Sirius. La tua risposta era invece un po’ tentennante, se mi posso permettere.”

Remus aprì la bocca per ribattere, ma si bloccò, come cercando le parole giuste. Poi sospirò.

“Non lo so… È tanto evidente?” sussurrò tenendo gli occhi bassi.

“Sì… Anche se non abbastanza per Mister Sensibilità il cane.”

Remus abbozzò un sorriso triste.

“Non lo fa apposta… E poi dovrei smetterla di sognare a occhi aperti. Non siamo più dei ragazzini e questi desideri…romantici non si addicono alla nostra età.”

Draco scosse la testa debolmente.

“Non è vero. L’amore non ha età. E non è mai troppo tardi per portare a compimento un sogno. Certo, però, dovresti parlargliene. Seriamente, intendo.”

“E pensi che non ci abbia mai provato?” sbottò Remus. Poi si dette una calmata e continuò “Con Sirius non si può parlare seriamente. Di niente. Anche quando gli argomenti sarebbero seri lui riesce a trarne qualcosa di ridicolo.”

“Non può essere sempre così!” insistette Draco. “Non sareste mai riusciti a mettervi insieme.”

“Eppure è così, Draco. Con Sirius niente si spiega mai, niente si chiarisce a parole. Lui è tutto gesti. Stiamo insieme perché mi ha baciato a tradimento. Abbiamo fatto l’amore perché è successo, non ne avevamo mai parlato prima, semplicemente ci siamo trovati lì e l’abbiamo fatto. Mi ha detto che mi amava dopo cinque anni che stavamo insieme, ridendo. Anche dopo la sua cattura e la sua prigionia, dopo la sua evasione e lo scagionamento, non abbiamo mai parlato seriamente di ciò che successe. Ne fa cenni, a volte, spesso ci scherza come se fosse cosa di poco conto, ma anche quando comincia a lasciarsi andare, a sfogarsi, ad un tratto si blocca e si mette a ridere. Quindi, mi dici come potrei affrontare il discorso matrimonio seriamente con lui?” concluse tristemente.

Draco fissò gli occhi a terra. Era sinceramente addolorato per la situazione difficile in cui si trovava Remus.

“Ma non mi lamento,” mormorò Remus, asciugandosi con un gesto veloce una lacrima che si era formata all’angolo dell’occhio. “L’ho sempre saputo che fosse così e lo amo anche per questo. Mi piace così e, se per lui sposarmi è una cosa ridicola, ne farò volentieri a meno.”

Draco lo guardò senza sapere cosa ribattere.

 

 

“Non lo so… Mi sembra così assurdo…” mormorò Sirius.

Harry sospirò un po’ esasperato dall’immaturità del proprio padrino in certi campi.

“Non farne una tragedia adesso.”

“Ma lo è! Voglio dire, non ho mai capito nulla, gli ho risposto in modo così…brutale! E se ci fosse rimasto seriamente male? E se questa cosa ci portasse pian piano a rompere? Se decidesse di lasciarmi perché non sono stato in grado di dargli abbastanza?”

Harry sorrise. Sirius era incredibile: un secondo prima era tutto rilassato e strafottente, e quello dopo era in pieno attacco di panico!

“Guarda che non sei fuori tempo massimo…”

“Che intendi?” chiese ansioso Sirius.

Harry ridacchiò.

“Beh, che intenzioni hai nei confronti di Remus?”

L’uomo corrugò la fronte.

“Sirius! Di cosa stiamo parlando da ore?!? Allora, lo vuoi sposare sì o no?” esclamò Harry che non ce la faceva più.

L’Animagus ci pensò su un attimo, poi biascicò “Io proprio volermi sposare non direi, ma se per Rem è tanto importante… Immagino che potrei anche fare uno sforzo…”

“Non è un gran punto di partenza…” lo accusò Harry.

“Oh!... Allora, diciamo che non ne sento la mancanza, ma poter essere chiamato “marito” dal mio amore non è un’idea tanto male. Potrebbe anche piacermi. Potrei anche prenderci gusto…”

Harry sorrise.

“Così va meglio. Ora però devi darti una mossa.”

“In che senso?”

“Sirius, devo dirti tutto io?! Remus si aspetta che sia tu a fare il primo passo. Ora vai di là e gli chiedi di sposarti e vediamo cosa dice.”

“E se mi rifiutasse?” chiese Sirius preoccupato.

Harry fece un sorrisino furbo.

“Allora tireremo tutti un sospiro di sollievo e i vostri presunti problemi saranno risolti. Ma non succederà…”

Sirius rimase fermo con lo sguardo fisso davanti a sé, incredibilmente concentrato, poi balzò in piedi e esclamò “Forza allora, che stiamo aspettando?”

Detto questo si diresse a passo veloce e determinato verso la cucina.

 

 

Remus e Draco quasi sussultarono dallo spavento quando la porta della cucina si spalancò e Sirius marciò dentro, seguito a breve distanza da Harry. Draco gettò un’occhiata a suo marito, che gli sorrise in modo cospiratore. Subito il biondino si sentì sciogliere il nodo di preoccupazione che gli si era formato nel petto e rispose al sorriso di Harry, facendogli cenno di avvicinarsi. Il moretto ubbidì e non appena fu a portata di mano Draco intrecciò le proprie dita con quelle del marito, stringendo un po’ per convogliargli il proprio sentimento di anticipazione e emozione.

Remus intanto non si era accorto di nulla. I suoi occhi erano fissi in quelli neri profondissimi e vivi di Sirius, che lo stava fissando in modo risoluto. Si sentì suo malgrado arrossire ma si schiarì la voce e quando parlò cercò di mantenere un tono di voce normale.

“Siri, che c’è?”

“Remus,” lo apostrofò Sirius con un tono quasi aggressivo. “Tu vorresti che noi ci sposassimo?”

“Eh?” chiese il lupo mannaro con voce tremula.

“Penso di aver capito improvvisamente che per te il nostro rapporto così non basti più. Che vorresti di più. Ma lo sai, io sono un po’ duro di comprendonio e non capisco mai niente al momento giusto, quindi vorrei sentirlo dire da te.”

Remus abbassò lo sguardo al petto del compagno.

“Io non voglio forzarti a far nulla, amore. Se per te sposarsi è ridicolo, non voglio che tu lo faccia solo per darmi il contentino.”

Sirius gli prese il mento tra indice e pollice e gli sollevò il viso per poterlo guardare negli occhi.

“Io voglio stare con te e voglio che tu sia felice, perché sono completamente felice solo se lo sei tu.”

Remus si sentì travolgere come da un fiume in piena. Non sapeva cosa dire.

“Io…non so cosa… Sirius…”

Il mago dai lunghi capelli neri sorrise, vedendolo così imbarazzato e senza parole, ma con un sorriso radioso stampato in faccia. Sospirò, fingendosi rassegnato, poi parlò.

“Beh, mi sembra che toccherà fare tutto a me. Vediamo un po’, come si fa?... Immagino debba mettermi in ginocchio, no?” Detto questo Sirius si inginocchiò davanti al proprio compagno e gli prese una mano fra le proprie. “Allora, signor Lupin, vorrà farmi l’incredibile dono di diventare mio marito?”

Remus stava chiaramente per mettersi a piangere. Tuttavia cercò di trattenersi al meglio. Rimase in silenzio, fissando negli occhi il proprio uomo, poi scosse la testa cercando di rimanere serio e lo afferrò per le spalle, forzandolo a rimettersi in piedi.

“Dai, alzati, scemo!” sussurrò con voce rotta. Si mise a ridacchiare nervoso, un riso che peggiorò quando il mago si trasformò in cane e cominciò a saltellargli attorno a grandi balzi. “Siri! Sirius! Smettila! Ok, ok, sì, accetto!”

Il grosso cane nero si erse appoggiando le zampone pelose sul petto del lupo. Ansimò qualche volta con la linguona a penzoloni, scodinzolando, poi gli leccò una guancia scherzosamente e infine riprese le sue sembianze umane.

“Era un sì?” chiese con voce calda e ammiccante.

“Sì…” sussurrò Remus, aggiungendo sottovoce uno “scemo” imbarazzato.

Sirius non attendeva altro: si chinò in avanti e coprì le labbra del compagno con le proprie, baciandolo con trasporto. Remus rispose con passione, avvolgendogli le braccia attorno al collo e abbandonandosi completamente al suo amore. Entrambi sembravano completamente dimentichi di ciò che li circondava.

Draco e Harry, che fino a quel momento avevano trattenuto il fiato, stando abbracciati l’uno all’altro e con gli occhi fissi sulla coppia di fronte a loro, si sentirono improvvisamente di troppo. Si guardarono, notando l’uno gli occhi lucidi dell’altro e il leggero rossore che aveva imporporato le loro guance per l’emozione, si scambiarono un bacio pieno d’amore e di ricordi di quando anche loro avevano vissuto la medesima situazione, poi con un cenno del capo decisero di defilarsi in silenzio e lasciare i piccioncini a godersi il momento. Piano piano, tenendosi per mano, Harry guidò Draco fuori dalla cucina, attraverso il salotto e fuori dalla porta d’ingresso. Draco la chiuse piano dietro di sé, facendo attenzione che i due proprietari non li sentissero battere in ritirata, poi si voltò a guardare negli occhi il proprio compagno, che gli sorrideva al colmo della gioia.

“Direi che abbiamo fatto un buon lavoro,” commentò Draco.

Harry si avvicinò a lui e sfiorò le sue labbra sottili con le sue senza smettere di sorridere.

“Sì,” mormorò poi, il suo respiro caldo che solleticava la pelle del biondo. “Siamo stati proprio bravi.”

Draco colmò il millimetrico divario fra loro e lo baciò teneramente. Harry fu ben contento di quelle effusioni e lo abbracciò, approfondendo il contatto. Le loro lingue si incontrarono e danzarono in completa armonia per svariati minuti. Quando si staccarono per respirare erano entrambi più che accaldati e non solo per il caldo sole dell’inizio dell’estate.

“Direi di trasferire questo discorso a casa nostra,” sussurrò Harry col fiatone. “Ho idea sia il caso di festeggiare le belle notizie e siamo giusto in tempo per farlo prima di andare a casa di Ron e Mione…”

Draco non se lo fece ripetere due volte. Strinse l’abbraccio attorno alla vita del compagno, appoggiò le proprie labbra su quelle carnose del moretto e con un sonoro “crack” scomparvero entrambi nel nulla.

  
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