Disclaimer:
Tutti i personaggi appartengono alla signora JK Rowling, che ne da un uso
stupendo! Non voglio offendere nessuno!
Rating: R
Pairing:
Harry/Draco e Sirius/Remus (Sono della ferma convinzione che Sirius non sia
morto e che tornerà prima della fine perché è un
personaggio troppo mitico per scomparire così!)
Note:
È ambientata nel futuro quindi è un po’ AU…
Ringraziamenti:
Grazie infinite e un baciottone a tutti coloro che hanno commentato con tanto
entusiasmo il primo capitolo di “Qualcosa di nuovo”. Ci sto
lavorando, non preoccupatevi, ma nel frattempo mi è venuta
quest’ideuzza e non ho potuto resistere… Sono tanto teneri! Sono un’inguaribile
romantica, lo so… ;P
Recensite,
mi raccomando!!!!!!!!
SOMETHING BORROWED, SOMETHING BLUE
By HPlover
Harry e
Draco non abitavano lontani da Remus e Sirius. In realtà stavano a poco
più di due minuti a piedi dai due amici. Bastava che loro uscissero di
casa, percorressero Broompark Drive (Ho trovato questa via in Inghilterra su
una cartina e penso sia adorabile! Vuol dire Parcheggio delle Scope, non
è perfetta per quei due? :) ndHPlover), dove avevano deciso di andare ad
abitare, girassero attorno al giardino privato situato in mezzo alla via e
lì, davanti a loro, si sarebbero trovati l'ingresso della casa che il
lupo mannaro e l'Animagus condividevano. Ciononostante quel giorno, un sabato
per l'esattezza, fecero una fatica incredibile a trascinarsi giù dal
letto e a coprire quella distanza. Ma non potevano rimanere sotto le coperte
ancora a lungo; Remus e Sirius li avevano infatti invitati a pranzo a casa loro
e dopo essere stati assenti per ben tre settimane era il minimo che potessero
fare. Harry e Draco si erano sposati tre settimane prima, in un bel mattino di
maggio, alla presenza dei loro amici più intimi, per poi partire, dopo
un allegro pranzo senza troppe pretese ma molto intimo, alla volta dell'Italia
e della Francia. Avevano discusso per mesi sulla destinazione della luna di
miele, e alla fine avevano trovato un punto d'accordo: avrebbero visitato
l'Italia, come voleva Harry, per poi allungare un po' il ritorno e fermarsi qua
e là in Francia, cosicchè Draco potesse salutare un tot di non
meglio identificati parenti e vedere i posti che tanto l'avevano colpito nelle
sue vacanze all'estero da bambino. Si erano divertiti un bel po', inutile
puntualizzarlo, e avevano trovato tutta l'intimità che potevano
desiderare. Ora, tornati nella casetta che avevano comprato nella periferia est
di Londra, avevano trovato una montagna di bigliettini e comunicazioni, inviti
e lettere di amici e membri del Ministero. I primi da soddisfare erano,
naturalmente, Remus e Sirius, seguiti a breve distanza da Ron e Hermione, che
avrebbero visto quella sera a cena, e da Pansy e Blaise, che li aspettavano per
pranzo il giorno seguente.
Quindi,
come da accordi, Harry e Draco si alzarono quel giorno e stanchi morti e con le
occhiaie sotto i piedi si trascinarono fino a casa Lupin. Suonarono e pochi
minuti dopo la porta si spalancò, rivelando la figura alta e
affascinante di Sirius. L'uomo aveva ancora i capelli neri lunghi fino alle
spalle, ma l'aria era decisamente più salutare e i vestiti gli cadevano
elegantemente sul corpo snello ma atletico. Quando li vide sorrise ampiamente.
"Eccovi
qui, finalmente! Sani e salvi. Sono arrivati!" urlò poi in
direzione della cucina. "Remus sta finendo di cucinare, sapete, e non mi
lascerebbe avvicinare per niente al mondo. Non so perchè è
convinto che farei andare a fuoco l'intero pranzo..." aggiunse sottovoce
tornando a rivolgersi ai due giovani di fronte a lui. "Ma entrate, che
cafone sono, forza, venite dentro!"
Harry e
Draco entrarono, guardandosi attorno, nel bel salotto. La casa in cui Sirius e
Remus abitavano non era riccamente arredata ma incredibilmente accogliente,
trasmetteva in ogni angolo il calore e l'affetto che univano i due proprietari.
Dalla
cucina, in effetti, giunse loro rumore di padelle e pentole, rafforzato dall'odorino
che si stava diffondendo anche in salotto. Si sedettero sul divano, mentre
Sirius si accomodò in poltrona, e cominciarono a chiacchierare del
più e del meno. Pochi minuti dopo Remus sbucò dalla cucina
asciugandosi le mani con uno strofinaccio.
"Scusate
se vi ho lasciati tanto a lungo in balia di questo buffone, ma qualcuno doveva
pur cucinare," disse allegro Remus andando a mettersi dietro alla poltrona
di Sirius e appoggiandogli le mani sulle spalle.
"Guarda
che sono stato di ottima compagnia!" borbottò fintamente offeso
Sirius.
"Sì,
sì, immagino..." continuò a prenderlo in giro Remus.
"Se volete, comunque, il pranzo è servito."
"Non
ce lo facciamo ripetere due volte," disse Harry saltando in piedi e
afferrando la mano di Draco, per poi trascinarlo fino in cucina. Lì si
sedettero vicini e Harry sospirò vedendo quante portate succulente il
lupo mannaro aveva preparato per loro. Avevano proprio un'aria deliziosa ed era
un peccato non riuscire a mangiare tutto.
"Bene,"
disse Sirius quando anche lui e Remus si furono seduti di fronte a Harry e
Draco, "allora cosa si dice in questi casi? Un brindisi a Harry e Draco e
congratulazioni!"
"E
buon appetito!" esclamò Harry alzando il bicchiere di Burrobirra,
l'altra mano che ancora stringeva quella di Draco.
"...e
lui si è messo a urlare in mezzo alla hall "Ma stiamo scherzando?!
Non ci metto neanche piede in un posto simile!" e io..."
"Non
è vero!" Draco interruppe Harry guardandolo storto. "Non
urlavo..."
"Oh,
sì che urlavi!" Harry ribadì annuendo vigorosamente.
"Beh,
magari ho alzato un po' la voce," ammise il biondo, arrossendo lievemente
per poi ribadire "ma avevo ragione!"
"Sì,
sì, non ti scaldare..." lo prese in giro bonariamente Harry,
accarezzandogli una guancia, gli occhi verdi ridenti fissi in quelli grigi e
infervorati di Draco.
"Ah,
tutta colpa di Firenze..." borbottò Draco, abbandonandosi contro la
spalla del compagno.
Harry
affondò una mano nei suoi capelli biondo platino e gli grattò la
testa. Sapeva che Draco adorava quando glielo faceva, e infatti dopo pochi
secondi chiuse gli occhi e mugolò deliziato.
"E'
incredibile!" esclamò Sirius rompendo un po' l'atmosfera di
tenerezza che si era creata. "Davvero, quando mi hai detto che intendevi
accasarti col signor Malfoy, qui, non avrei MAI scommesso un centesimo sul
vostro rapporto. Pensavo vi sareste scannati dopo due giorni. E invece...mi
avete completamente sbugiardato!"
Draco
fece un mezzo sorrisino, tra l'imbarazzato e il lusingato, mentre Harry si mise
a ridacchiare sommessamente, appoggiando la mano sulla coscia di suo marito e
stringendola leggermente.
Remus
sorrise dolcemente, a sua volta, guardandoli.
"Te
l'avevo detto, no?" disse poi rivolgendosi al proprio compagno. "L'ho
pensato dal primo momento, anche se erano ancora dei ragazzini; sono fatti
l'uno per l'altro."
"Il
che mi ricorda..." intervenne Harry richiamando su di sè
l'attenzione. "Voi due, invece, che state aspettando?"
I due
adulti lo guardarono stupiti.
"A
fare cosa?" chiese Sirius.
"A
sposarvi!" esclamò Harry.
“Già,”
rincarò Draco, ritornando ad allietare la conversazione, “state
insieme da una vita, convivete da anni, vi amate e lo sanno tutti. Non è
ora di dare una regolata al vostro rapporto?”
“Non
abbiamo bisogno di un pezzo di carta che dica che stiamo insieme,” disse
bonariamente Sirius.
“Sirius
ha ragione,” aggiunse Remus, “essere una coppia legalmente
riconosciuta non aggiungerebbe nulla al nostro rapporto.”
“Non
sto parlando di un pezzo di carta,” ribattè Harry. Poi
allungò la mano sinistra verso Draco e afferrò anche quella del
marito, sollevandola bene in vista davanti ai loro occhi. Le due fedi nuziali,
di oro giallo e rosso quella di Harry e di puro platino quella di Draco, scintillavano
in tutta la loro preziosità, impossibili da ignorare. “Sto
parlando di questo. Di promesse, di giurarsi amore eterno, di sapere che la
persona che ami non ti lascerà e che è pronta affinchè tutto il
mondo sappia di voi due senza vergognarsene. Che sarà al tuo fianco
anche quando starai male o avrai bisogno di aiuto, che se dovessi perdere tutto
nella vita lui rimarrà per sempre tuo, e tu solo e completamente
suo.”
Draco si
voltò a guardare ammirato il marito, che era arrossito leggermente, e
gli piazzò un bacio sul collo, senza alcuno scopo erotico ma solo per
fargli sapere che era lì con lui e condivideva le sue parole.
Sirius lo
guardò serio per qualche secondo, poi sorrise e, allungandosi sul
tavolo, diede una pacca affettuosa sulla spalla a Harry.
“Sei
giovane, Harry, e innamorato, è normale che ti scaldi tanto, ma col
tempo scoprirai che queste cose non necessitano altro che il proprio amore
giorno dopo giorno. Stiamo insieme da tanto, ci conosciamo alla perfezione,
abbiamo affrontato tanti ostacoli insieme e stiamo bene così.”
Harry
scrollò le spalle e sospirò, ma Draco non poté non notare
che Remus, che era seduto proprio di fronte a lui, aveva abbassato gli occhi
sul tavolo, addolorato.
“Qualcuno
vuole il caffè?” chiese poi il lupo mannaro alzandosi dal tavolo e
girando loro le spalle per affacendarsi ai fornelli.
Il pranzo
terminò in fretta e, con le pance piene, la conversazione
cominciò a languire. Remus si mise a sparecchiare, mentre Harry e Sirius
ormai ridacchiavano senza un motivo preciso e Draco si stava lentamente
addormentando sulla sedia. Ciononostante, sebbene l’aria che tirava al
momento fosse allegra, Harry non aveva dimenticato la discussione di poco
prima. Mentre ognuno era impegnato a sorseggiare pensosamente il proprio
caffè, Draco si era chinato verso di lui e gli aveva bisbigliato
nell’orecchio le proprie considerazioni riguardo ai sentimenti del lupo
mannaro. Per quanto fosse naturalmente più legato a Sirius che a Remus,
data anche la differenza di carattere tra i due, non avrebbe permesso per
niente al mondo che il padrino trattasse con leggerezza il suo ex professore,
ferendolo maldestramente e rischiando così di rovinare una relazione
tanto bella e preziosa. Harry aveva imparato moltissimo sulla vita di coppia
osservando loro due e il suo rapporto con Draco aveva tratto dai loro
insegnamenti consigli impagabili.
Quindi
sospirò e, girandosi a sorridere a Draco, gli disse “Amore,
perché non dai una mano a Remus mentre io e Sirius ce ne andiamo di
là a chiacchierare un po’?”
Draco
intuì le intenzioni del marito e annuì, stiracchiandosi e
alzandosi in piedi.
Harry lo
imitò e fece un cenno con la testa al padrino, che lo seguì in
salotto. I due uomini rimasti in cucina li seguirono con occhi dolci e si
misero all’opera.
Harry si
accomodò sul divano di fronte alla poltrona su cui, come al solito, si
sedette Sirius. L’Animagus sembrava piacevolmente rilassato, tanto che si
lasciò andare a uno sbadiglio contagioso, che fece poi ridere entrambi.
“Allora,”
cominciò poi Harry con tono calmo e pacato, “come va la
vitaccia?”
Sirius
fece una smorfia di si-fa-quel-che-si-può.
“Normale,
direi,” rispose poi.
Harry
alzò le sopracciglia per la laconicità della risposta.
“E
con Remus?” chiese.
Sirius,
sentendo il nome del compagno, sorrise caldamente.
“Beh,
con lui va sempre tutto bene.”
“Davvero?”
Sirius
guardò Harry, preso in contropiede.
“Certo.
Perché me lo chiedi?”
Harry
fece spallucce.
“Così…
Non mi sembrava tanto allegro, lui, prima…”
“Prima
quando?” chiese Sirius aggrottando la fronte.
“Mah,
mentre parlavamo di matrimonio…”
Sirius
fece una faccia sorpresa.
“Non
l’ho notato,” commentò.
“Non
mi stupisce,” ribattè Harry con un tono di leggero rimprovero.
“Non è che comprendere i sentimenti altrui sia proprio la tua
specialità…”
“Ehi,
che vorresti dire?” chiese Sirius un po’ risentito sedendosi un
po’ più dritto sulla poltrona.
“Niente,”
si difese Harry mettendo avanti le mani, “solo che mentre parlavi
dell’inutilità del matrimonio sia io che Draco abbiamo notato che
Remus si faceva triste, e mi sembra strano che la cosa sia una
novità.”
Sirius
stette in silenzio un attimo.
“Senti,
Harry,” disse poi, “non so cosa possa essere passato per la testa
di Remus prima, ma ti assicuro che la nostra situazione sentimentale non lo
preoccupa affatto. Te lo dico perché, credimi, ne parliamo. Anche
perché alla nostra età più che parlare ormai a
letto… Nel senso… Spesso…”
“Sì,
non ti ho chiesto quello!” lo bloccò Harry arrossendo un po’
per l’imbarazzo al pensiero del suo padrino e compagno a letto insieme.
Nonostante tutti i gesti d’affetto che li aveva visti scambiarsi e tutte
le descrizioni che suo malgrado Sirius gli aveva elargito, ancora gli faceva un
po’ strano pensare alle due persone che più lo trattavano come
genitori all’opera sotto le coperte. “Però non lo so…
Non sono convinto…” Sospirò e chiese “Non credi che
Remus possa nasconderti qualcosa, qualche desiderio di cui si vergogna o che
crede non sarebbe benaccetto da parte tua?”
Sirius lo
fissò incredulo.
“Assolutamente
no!”
Harry
storse la bocca.
“Ok.
Quand’è l’ultima volta che avete affrontato
l’argomento matrimonio?”
“Mmm…”
riflettè l’uomo. “Ma certo, il giorno del tuo
matrimonio!” rispose poi sbattendo una mano sulla coscia.
“E
in che termini ne avete parlato?”
“Abbiamo
discusso di quanto foste carini e di quanto in sé il fatto di sposarsi
fosse inutile, ma molto romantico.”
Harry lo
guardò storto.
“Le
parole esatte…” borbottò.
“Allora…
Remus si è seduto vicino a me, al ricevimento, mi ricordo che ero
già bello alticcio… Mentre voi ballavate, mi sembra…
Comunque si è seduto di fianco a me e mi ha messo una mano sulla coscia,
qui,” indicò, “poi si è chinato verso il mio orecchio
e mi ha detto “Non sono adorabili?” Si riferiva a voi… E io
ho detto “Sì, il ritratto della felicità.” Allora ha
ridacchiato e mi ha detto “Non è stata poi un’idea
così malvagia, quella di sposarsi, non trovi? Cioè, è un
bel gesto…” e io gli ho risposto “Adorabile. Solo due
ragazzine innamorate come quei due”…voi due…“potevano
pensarci. Ma adorabile…” Senza offesa, eh! E poi mi è venuta
voglia e l’ho trascinato dietro una quercia del parco al riparo da
sguardi inopportuni.”
Harry lo
fissò con gli occhi spalancati.
“Tu
davvero gli hai detto così?” domandò incredulo.
“Sì,
perché?”
Harry
sospirò pesantemente scuotendo la testa.
“Ma
Sirius! È terribile!”
“Cosa
è terribile? Non ti sarai mica offeso davvero…”
“Ma
cosa me ne frega, no! Piuttosto, mi sembra chiaro che Remus volesse farti
intuire qualcosa con quella frase!”
“E
cosa?”
“Che
gli sarebbe piaciuto poter fare lo stesso.”
“Non
dire sciocchezze… E poi, scusa, se proprio avesse voluto propormelo
perché avrebbe dovuto farmelo intuire? Perché non poteva
venirmelo a dire direttamente?”
“Perché
tu sei un cafone! Gli avevi appena detto che per te due persone innamorate che
si sposano si comportano da ragazzine e lui avrebbe dovuto dirti “A
proposito, perché non ci sposiamo anche noi?”? Non funziona
proprio così…”
Sirius
scosse la testa.
“Stai
scherzando, Harry?”
“No!”
ribadì il giovane moro. “Secondo me è palese che Remus si
aspettasse una qualche apertura da parte tua all’argomento.”
Sirius si
lasciò ricadere contro lo schienale della poltrona con aria corrucciata.
Draco
prese uno strofinaccio dall’appendino e cominciò ad asciugare le
stoviglie che mano a mano Remus finiva di risciaquare. Avrebbero potuto farlo
magicamente, ma in quel modo in un certo senso si rilassavano. Si
appoggiò con il fondoschiena al mobile di fianco al lupo mannaro e si
guardò intorno con finta nonchalance. Poi sospirò.
“Forse
non sono proprio fatti miei,” iniziò con tono incerto, “ma mi
sei sembrato un po’ teso, prima…”
“Dici?”
disse casualmente Remus senza alzare gli occhi.
“Mh-mh…”
assentì Draco. “Anzi, più che teso…triste,
direi.”
Stavolta
Draco notò davvero l’uomo di fianco a lui tendersi un po’.
“Non
so… Non ci ho fatto caso. Chissà che mi è passato per la
testa…” mormorò forzando un sorrisino divertito.
“Oh,
suvvia!” esclamò Draco gesticolando. Non sopportava quando la
gente negava l’evidenza.
Remus si
girò a guardare il biondino.
“Sinceramente,
Draco, non so di cosa tu stia parlando.”
Il
Serpeverde fissò il proprio sguardo di ghiaccio negli occhi dorati del
lupo e mormorò “Allora non te ne frega nulla di sposarti con
Sirius.”
Remus si
sentì stringere un nodo nel petto. Deglutì, cercando di rimanere
calmo.
“Hai
sentito come la pensiamo a tavola.”
“No,
ho sentito cosa ne dice Sirius. La tua risposta era invece un po’
tentennante, se mi posso permettere.”
Remus
aprì la bocca per ribattere, ma si bloccò, come cercando le
parole giuste. Poi sospirò.
“Non
lo so… È tanto evidente?” sussurrò tenendo gli occhi
bassi.
“Sì…
Anche se non abbastanza per Mister Sensibilità il cane.”
Remus
abbozzò un sorriso triste.
“Non
lo fa apposta… E poi dovrei smetterla di sognare a occhi aperti. Non
siamo più dei ragazzini e questi desideri…romantici non si
addicono alla nostra età.”
Draco
scosse la testa debolmente.
“Non
è vero. L’amore non ha età. E non è mai troppo tardi
per portare a compimento un sogno. Certo, però, dovresti parlargliene.
Seriamente, intendo.”
“E
pensi che non ci abbia mai provato?” sbottò Remus. Poi si dette
una calmata e continuò “Con Sirius non si può parlare
seriamente. Di niente. Anche quando gli argomenti sarebbero seri lui riesce a
trarne qualcosa di ridicolo.”
“Non
può essere sempre così!” insistette Draco. “Non
sareste mai riusciti a mettervi insieme.”
“Eppure
è così, Draco. Con Sirius niente si spiega mai, niente si
chiarisce a parole. Lui è tutto gesti. Stiamo insieme perché mi
ha baciato a tradimento. Abbiamo fatto l’amore perché è
successo, non ne avevamo mai parlato prima, semplicemente ci siamo trovati
lì e l’abbiamo fatto. Mi ha detto che mi amava dopo cinque anni
che stavamo insieme, ridendo. Anche dopo la sua cattura e la sua prigionia,
dopo la sua evasione e lo scagionamento, non abbiamo mai parlato seriamente di
ciò che successe. Ne fa cenni, a volte, spesso ci scherza come se fosse
cosa di poco conto, ma anche quando comincia a lasciarsi andare, a sfogarsi, ad
un tratto si blocca e si mette a ridere. Quindi, mi dici come potrei affrontare
il discorso matrimonio seriamente con lui?” concluse tristemente.
Draco
fissò gli occhi a terra. Era sinceramente addolorato per la situazione
difficile in cui si trovava Remus.
“Ma
non mi lamento,” mormorò Remus, asciugandosi con un gesto veloce
una lacrima che si era formata all’angolo dell’occhio.
“L’ho sempre saputo che fosse così e lo amo anche per
questo. Mi piace così e, se per lui sposarmi è una cosa ridicola,
ne farò volentieri a meno.”
Draco lo
guardò senza sapere cosa ribattere.
“Non
lo so… Mi sembra così assurdo…” mormorò Sirius.
Harry
sospirò un po’ esasperato dall’immaturità del proprio
padrino in certi campi.
“Non
farne una tragedia adesso.”
“Ma
lo è! Voglio dire, non ho mai capito nulla, gli ho risposto in modo
così…brutale! E se ci fosse rimasto seriamente male? E se questa
cosa ci portasse pian piano a rompere? Se decidesse di lasciarmi perché
non sono stato in grado di dargli abbastanza?”
Harry
sorrise. Sirius era incredibile: un secondo prima era tutto rilassato e
strafottente, e quello dopo era in pieno attacco di panico!
“Guarda
che non sei fuori tempo massimo…”
“Che
intendi?” chiese ansioso Sirius.
Harry
ridacchiò.
“Beh,
che intenzioni hai nei confronti di Remus?”
L’uomo
corrugò la fronte.
“Sirius!
Di cosa stiamo parlando da ore?!? Allora, lo vuoi sposare sì o
no?” esclamò Harry che non ce la faceva più.
L’Animagus
ci pensò su un attimo, poi biascicò “Io proprio volermi
sposare non direi, ma se per Rem è tanto importante… Immagino che
potrei anche fare uno sforzo…”
“Non
è un gran punto di partenza…” lo accusò Harry.
“Oh!...
Allora, diciamo che non ne sento la mancanza, ma poter essere chiamato
“marito” dal mio amore non è un’idea tanto male.
Potrebbe anche piacermi. Potrei anche prenderci gusto…”
Harry
sorrise.
“Così
va meglio. Ora però devi darti una mossa.”
“In
che senso?”
“Sirius,
devo dirti tutto io?! Remus si aspetta che sia tu a fare il primo passo. Ora
vai di là e gli chiedi di sposarti e vediamo cosa dice.”
“E
se mi rifiutasse?” chiese Sirius preoccupato.
Harry
fece un sorrisino furbo.
“Allora
tireremo tutti un sospiro di sollievo e i vostri presunti problemi saranno
risolti. Ma non succederà…”
Sirius
rimase fermo con lo sguardo fisso davanti a sé, incredibilmente
concentrato, poi balzò in piedi e esclamò “Forza allora,
che stiamo aspettando?”
Detto
questo si diresse a passo veloce e determinato verso la cucina.
Remus e
Draco quasi sussultarono dallo spavento quando la porta della cucina si
spalancò e Sirius marciò dentro, seguito a breve distanza da
Harry. Draco gettò un’occhiata a suo marito, che gli sorrise in modo
cospiratore. Subito il biondino si sentì sciogliere il nodo di
preoccupazione che gli si era formato nel petto e rispose al sorriso di Harry,
facendogli cenno di avvicinarsi. Il moretto ubbidì e non appena fu a
portata di mano Draco intrecciò le proprie dita con quelle del marito,
stringendo un po’ per convogliargli il proprio sentimento di
anticipazione e emozione.
Remus
intanto non si era accorto di nulla. I suoi occhi erano fissi in quelli neri
profondissimi e vivi di Sirius, che lo stava fissando in modo risoluto. Si
sentì suo malgrado arrossire ma si schiarì la voce e quando
parlò cercò di mantenere un tono di voce normale.
“Siri,
che c’è?”
“Remus,”
lo apostrofò Sirius con un tono quasi aggressivo. “Tu vorresti che
noi ci sposassimo?”
“Eh?”
chiese il lupo mannaro con voce tremula.
“Penso
di aver capito improvvisamente che per te il nostro rapporto così non
basti più. Che vorresti di più. Ma lo sai, io sono un po’
duro di comprendonio e non capisco mai niente al momento giusto, quindi vorrei
sentirlo dire da te.”
Remus
abbassò lo sguardo al petto del compagno.
“Io
non voglio forzarti a far nulla, amore. Se per te sposarsi è ridicolo,
non voglio che tu lo faccia solo per darmi il contentino.”
Sirius
gli prese il mento tra indice e pollice e gli sollevò il viso per
poterlo guardare negli occhi.
“Io
voglio stare con te e voglio che tu sia felice, perché sono
completamente felice solo se lo sei tu.”
Remus si
sentì travolgere come da un fiume in piena. Non sapeva cosa dire.
“Io…non
so cosa… Sirius…”
Il mago
dai lunghi capelli neri sorrise, vedendolo così imbarazzato e senza
parole, ma con un sorriso radioso stampato in faccia. Sospirò,
fingendosi rassegnato, poi parlò.
“Beh,
mi sembra che toccherà fare tutto a me. Vediamo un po’, come si
fa?... Immagino debba mettermi in ginocchio, no?” Detto questo Sirius si
inginocchiò davanti al proprio compagno e gli prese una mano fra le
proprie. “Allora, signor Lupin, vorrà farmi l’incredibile
dono di diventare mio marito?”
Remus
stava chiaramente per mettersi a piangere. Tuttavia cercò di trattenersi
al meglio. Rimase in silenzio, fissando negli occhi il proprio uomo, poi scosse
la testa cercando di rimanere serio e lo afferrò per le spalle,
forzandolo a rimettersi in piedi.
“Dai,
alzati, scemo!” sussurrò con voce rotta. Si mise a ridacchiare
nervoso, un riso che peggiorò quando il mago si trasformò in cane
e cominciò a saltellargli attorno a grandi balzi. “Siri! Sirius!
Smettila! Ok, ok, sì, accetto!”
Il grosso
cane nero si erse appoggiando le zampone pelose sul petto del lupo.
Ansimò qualche volta con la linguona a penzoloni, scodinzolando, poi gli
leccò una guancia scherzosamente e infine riprese le sue sembianze
umane.
“Era
un sì?” chiese con voce calda e ammiccante.
“Sì…”
sussurrò Remus, aggiungendo sottovoce uno “scemo”
imbarazzato.
Sirius
non attendeva altro: si chinò in avanti e coprì le labbra del
compagno con le proprie, baciandolo con trasporto. Remus rispose con passione,
avvolgendogli le braccia attorno al collo e abbandonandosi completamente al suo
amore. Entrambi sembravano completamente dimentichi di ciò che li
circondava.
Draco e
Harry, che fino a quel momento avevano trattenuto il fiato, stando abbracciati
l’uno all’altro e con gli occhi fissi sulla coppia di fronte a
loro, si sentirono improvvisamente di troppo. Si guardarono, notando
l’uno gli occhi lucidi dell’altro e il leggero rossore che aveva
imporporato le loro guance per l’emozione, si scambiarono un bacio pieno
d’amore e di ricordi di quando anche loro avevano vissuto la medesima
situazione, poi con un cenno del capo decisero di defilarsi in silenzio e
lasciare i piccioncini a godersi il momento. Piano piano, tenendosi per mano,
Harry guidò Draco fuori dalla cucina, attraverso il salotto e fuori
dalla porta d’ingresso. Draco la chiuse piano dietro di sé,
facendo attenzione che i due proprietari non li sentissero battere in ritirata,
poi si voltò a guardare negli occhi il proprio compagno, che gli
sorrideva al colmo della gioia.
“Direi
che abbiamo fatto un buon lavoro,” commentò Draco.
Harry si
avvicinò a lui e sfiorò le sue labbra sottili con le sue senza
smettere di sorridere.
“Sì,”
mormorò poi, il suo respiro caldo che solleticava la pelle del biondo.
“Siamo stati proprio bravi.”
Draco
colmò il millimetrico divario fra loro e lo baciò teneramente.
Harry fu ben contento di quelle effusioni e lo abbracciò, approfondendo
il contatto. Le loro lingue si incontrarono e danzarono in completa armonia per
svariati minuti. Quando si staccarono per respirare erano entrambi più
che accaldati e non solo per il caldo sole dell’inizio dell’estate.
“Direi
di trasferire questo discorso a casa nostra,” sussurrò Harry col
fiatone. “Ho idea sia il caso di festeggiare le belle notizie e siamo
giusto in tempo per farlo prima di andare a casa di Ron e Mione…”
Draco non
se lo fece ripetere due volte. Strinse l’abbraccio attorno alla vita del
compagno, appoggiò le proprie labbra su quelle carnose del moretto e con
un sonoro “crack” scomparvero entrambi nel nulla.