Fanfic su attori > Robert Pattinson
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Autore: Giulls    20/11/2010    6 recensioni
Michelle Waldorf è all'apparenza una ragazza normale: ha 18 anni, vive con la madre a Los Angeles, sta per diplomarsi ed è il capitano della squadra di pallavolo della scuola. Eppure la sua vita viene presto sconvolta da due avvenimenti: il fantasma del suo passato e lui, il suo nuovo vicino di casa. Robert Pattinson.
< Ti va di ricominciare? > propose porgendomi la mano, < ciao, mi chiamo Robert Pattinson >
< Piacere, Michelle Waldorf >
< Waldorf? > ripeté sgranando gli occhi, < come Blair Waldorf in Gossip Girl? Cavolo, puoi farmi un autografo? Non capita tutti i giorni di conoscere una ragazza che faccia di cognome Waldorf >
< Va bene, ma tu devi promettermi di mordermi sul collo > risposi a tono e entrambi incominciammo a ridere.
[...]
< Io avrei ancora un paio di scatoloni da sistemare… okay, più di un paio e avrei bisogno di qualche buon'anima che mi dia una mano. Ti andrebbe? >
< Certo, perché no? > risposi alzandomi in piedi, < ma mi offri la colazione >
< Va bene, > asserì, posando una banconota da dieci dollari sul tavolo, < andiamo? >
< Andiamo > dissi mente prendevo la mia borsa e uscii dal bar insieme a Robert. Chissà, questo potrebbe essere l'inizio di una nuova amicizia.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ripensamenti


Finalmente un'altra noiosissima giornata di scuola era appena finita! Odiavo i giorni in cui avevo una possibile interrogazione in tutte le materie, ma alla fine non venivo mai interrogata. Erano irritanti, specialmente se il giorno prima mi ritrovavo in casa a studiare come una matta senza poter uscire.
Entrai in casa e mi precipitai in camera mia per appoggiare lo zaino sul letto e mi tolsi la cravatta, tornai al piano di sotto e uscii richiudendomi la porta d'ingresso alle spalle. Avevo bisogno di vederlo prima di mettermi a studiare per spagnolo.
Suonai il campanello e attesi impazientemente che aprisse.
< Rob! > esclamai saltandogli al collo e baciandolo.
< Hey > rispose interrompendo il bacio e mi guardò sorpreso.
< Speravo ti facesse piacere vedermi > dissi mettendo il muso.
< Infatti è così > ribatté accarezzandomi una guancia.
< Bugiardo > sussurrai guardandolo negli occhi < che cos'hai? > domandai stizzita e in quel momento sentii uno starnuto provenire da dentro casa < chi c'è? > domandai con un mix di irritazione e paura.
< Michelle… > mi chiamò sospirando, ma non gli diedi tempo di dire altro, perché entrai dentro casa come e trovai Kristen Stewart nella sua cucina < stiamo ripetendo le battute di Breaking Dawn. C'è una scena che non è buona e domani dobbiamo partire per andare a girarla ancora un volta > continuò dietro di me.
< Da quanto lo sai? >
< Una settimana >
< E quando pensavi di dirmelo? > chiesi stizzita mentre fissavo lei e i copioni.
< Hai ragione, scusami >
Mi voltai verso Robert e lo fulminai con lo sguardo, poi rivolsi di nuovo l'attenzione ai due copioni appoggiati sul tavolo,
chiusi.
Davvero mi aveva preso per una stupida?
< Va bene, non vi disturbo più. Ci vediamo più tardi? >
< Certo, Michelle > rispose mentre si guardava i piedi e si passava le mani attorno ai capelli.
Se davvero pensava che mi fossi bevuta questa scusa era davvero uno stupido. Lui non si era mai comportato così con me e se si guardava Kristen si capiva benissimo che qualcosa non andava: sembrava infastidita, gelosa, aveva tutte le guance rosse e nonostante non volesse farlo notare, era leggermente ansante.
Senza aggiungere o fare altro, girai i tacchi e me ne andai.
Mi chiusi la porta alle spalle e presi in mano il cellulare.

Emergenza.”, scrissi e lo inviai a Walter.
Entrai in casa e salii in camera mia, mi tolsi la divisa scolastica e indossai i miei jeans preferiti, una maglietta bianca e mezza manica e una giacca sopra. Mi legai i capelli e presi dall'armadio un borsone nero e dentro vi infilai una tuta, una sciarpa, un maglione, la roba per la doccia e un paio di guanti, poi uscii e corsi dentro la mia macchina, partendo con una sgommata in direzione dell'Ice Palace, la pista di pattinaggio più rinomata di Los Angeles, dove trovai Walter davanti alla porta.
< Grazie > dissi accennando un sorriso.
< Figurati > rispose il mio amico sorridendo < mentre tu ti sistemi, preparo la pista. Dopo ti dispiace se ti lascio sola? Avrei un appuntamento con Jenny >
< Assolutamente no, tranquillo > risposi sorridendo.
< È tutto okay? >
< Non lo so, credo che lo scoprirò questa sera…i miei pattini? > domandai mentre mi dirigevo verso gli spogliatoi.
< Sono sempre dentro il camerino dei professori > rispose seguendomi < Michelle, sabato mattina potresti sostituire l'assistente di mia madre? Venerdì sera parte per il matrimonio della sorella e mia mamma è rimasta senza assistente. Sono cinquanta dollari >
< Accetto, ma non voglio i soldi > dissi sorridendo < vado a cambiarmi. Salutami Jenny >
< Senz'altro. Vuoi lo stereo sulla panchina? >
< Sì, ti prego >
< Okay. Ciao, Michelle >
< Ciao, Walter >
< Hey! > mi chiamò e mi voltai < qualunque cosa sia successa…vedrai che si risolverà >
Sorrisi per ringraziarlo e poco dopo rimasi sola. Mi infilai la tuta, presi i miei pattini e il mio porta CD dal mio armadietto e mi diressi verso la pista di pattinaggio.
< Va bene, ora scegliamo il CD > sussurrai mentre mi avvicinavo allo stereo.
Aprii il mio porta CD e tirai fuori il CD di canzoni miste che Walter mi aveva fatto e la prima traccia fu
Hysteria dei Muse.
Feci un respiro profondo e poi incominciai a muovermi, danzando a ritmo della musica. Il pattinaggio era una delle poche cose che adoravo di più al mondo e che riusciva a farmi stare bene.
Mentre facevo capriole, salti e trottole, canticchiavo tra me e me e in men che non si dica lasciai da parte tutte le mie preoccupazioni: c'eravamo solo io e il ghiaccio; un'alchimia perfetta. Il ghiaccio era l'unica cosa con cui non avrei mai avuto problemi, ne ero sicura.
< Sapevo di trovarti qui! >
Mi voltai di scatto e inciampai tra i miei pattini, cadendo rovinosamente per terra. Mi alzai con non calanche e pattinai fino allo stereo, spegnendolo pochi istanti prima che finisse
Feeling good.
< Che cosa ci fai qui? > domandai ansante.
< Ho provato a chiamarti, ma non mi hai risposto e ho pensato che fossi qui. Generalmente ci vieni quando… >
< Sono arrabbiata >
< Stavo per dire pensierosa, a dire la verità. Sei arrabbiata con me? >
< Ovviamente > risposi mentre mi sedevo su una panchina accanto a lui.
< Perché? > chiese prendendo le mie mani tra le sue, ma le tolsi all'istante.
< Mi ritieni una stupida? Mi hai mentito > ribattei secca.
Sgranò gli occhi.
< M…mentito? > balbettò.
< Sì. Quando sono arrivata io, tu e Kristen non stavate provando le battute. Il copione era chiuso, tu eri imbarazzato, Kristen aveva le guance rosse e ansimava! Vi siete baciati? >
< Io… >
< Sì o no > risposi fredda e lo guardai negli occhi.
< Sì > mi confessò con lo sguardo basso.
< Perfetto, mi spiace avervi interrotti > dissi acida e mi allontanai da lui.
< No, aspetta, ti prego > ribatté afferrandomi per un polso.
< No che non aspetto! > urlai strattonando il braccio perché mi lasciasse.
Ma non lo fece. Anzi, aumentò la presa e mi avvicinò a sé.
< Ti prego, ti imploro, ascoltami >
< No >
< Mitchie, ti prego >
< Non chiamarmi Mitchie! > urlai spazientita e mi dimenai, ma Robert non aveva intenzione di mollare la presa < Robert, lasciami immediatamente >
Mi feci indietro e inciampai col pattino e facendo cadere entrambi per terra. Lui era sopra di me e mi sussurrava all'orecchio che andava tutto bene, mentre con le mani mi toccava il corpo. Serrai gli occhi e strinsi i pugni fino a farmi uscire il sangue.


All'improvviso sentii un eco lontano e qualcosa colpirmi la faccia ripetutamente.
< Michelle? Michelle? Rispondimi, ti prego >
Aprii gli occhi e trovai il viso di Robert a pochi centimetri dal mio.
< Cosa diavolo…? >
< Ti ho chiamata, ma ti sei spaventata e sei caduta, sbattendo la testa. Stai bene? >
< Quindi io e te non abbiamo parlato ora? >
< No >
< E non hai nemmeno tentato di violentarmi? >
< Non essere ridicola. Sai bene che non potrei mai farti una cosa del genere > ribatté duro mentre mi aiutava ad alzarmi dal ghiaccio.
< E tu e Kristen vi siete baciati? >
La mia domanda lo lasciò spiazzato. Mi guardò negli occhi e mi fece cenno di seguirlo sulle panchine.
< Sì e no. So che non mi crederai mai, ma è stata lei a farsi avanti. Mi si è buttata al collo e sì, l'ho respinta, ma non subito >
< Perché? >
< Michelle… > sussurrò avvicinando una mano alla mia guancia, ma mi scansai < Kristen è venuta da me per parlarmi. All'inizio credevo che volesse provare, ma poi ho capito tutto. Ha detto che è ancora innamorata di me. Ha detto di averci provato a dimenticarmi, ma non ce l'ha fatta e mi ha pregato di tornare con lei… >
< E tu? > domandai alzando la voce di un'ottava < Kristen per te è stata solo una con cui hai fatto sesso, no? >
< Non è così semplice. Da quando mi sono innamorato di te ho sempre pensato a Kristen come a qualcuno con cui fare sesso, ma…vedi, prima di conoscerti io ero innamorato di lei. Lo sono stato per parecchi mesi ed ora… >
< Sei confuso > sussurrai mentre mi guardavo i pattini.
< Sì > ammise stringendomi la mano, ma non risposi al gesto.
< E andandotene a Vancouver riuscirai a schiarirti le idee? >
< Forse >
< Però ci sarà anche lei >
< Sì >
< E quindi cosa pensi di fare? >
< Ho bisogno di un po' di tempo per riflettere >
< Ma certo, ed io dovrei stare ai tuoi comodi? >
< Ti prego, non fare così. È già abbastanza difficile per me. Non rendermi tutto peggiore >
< E secondo te per me non è difficile? > sbottai, alzandomi in piedi < secondo te sentirmi venire a dire che non sai se ami me o lei dovrebbe farmi saltare di gioia? Mi hai forse preso per un giocattolo, Robert? >
Si passò una mano nei capelli e mi guardò con due occhi tristi.
< Io ti amo, lo sai che ti amo. Ma non so se amo anche Kristen o meno. Ti sto solo chiedendo di cercare di capirmi >
< Mi dispiace, ma io non sono portata per la poligamia > gli dissi tornando a sedere accanto a lui < ti posso chiederti un favore? >
< Tutto quello che vuoi >
< Non appena hai preso la tua decisione…ti supplico…dimmelo subito. Non voglio aspettare il tuo ritorno speranzosa per poi trovarti accanto a lei >
< Va bene > rispose con un sussurro.
Sospirai e poi lo guardai di nuovo negli occhi.
< A che ora partirai? >
< Alle dieci di mattina >
< Okay > risposi mentre mi toglievo i pattini < buon viaggio >
< Non ti va di mangiare qualcosa insieme? >
< Mi è passato l'appetito. E in ogni caso non mangerei di sicuro con te dopo quello che mi hai appena detto > risposi fredda mentre mi allontanavo.
< Michelle! > mi chiamò e mi voltai con lentezza < mi dispiace >
< Non scusarti > risposi accennando un falsissimo sorriso < al cuor non si comanda >
< Non rendere tutto così difficile… >
< Ci sentiamo > ribattei indifferente.
< Ti chiamo quando atterro >
< Non sei costretto >
< Voglio farlo >
< Come ti pare > ribattei allontanandomi.
< Mitchie > mi chiamò ancora e mi afferrò per un polso < non essere arrabbiata con me >
< Non puoi chiedermelo > gli risposi con voce rotta.
Non volevo piangere, avevo tentato di tutto per non farlo. Eppure era quello che stavo facendo. E lui, approfittandosi di quel momento di debolezza, mi prese tra le sue braccia e mi strinse a sé. Singhiozzavo come un'ossessa, avevo gli occhi completamente annebbiati dalle lacrime e le dita avevano afferrato saldamente la sua felpa. Ero così tanto sconvolta che nemmeno la sua mano che mi accarezzava la schiena riusciva a calmarmi.
< Credo che sia meglio che me ne vada > disse dopo interminabili minuti.
< Sì, è la cosa migliore > asserii, ma le mie dita si strinsero ancora di più sulla sua felpa.
Mi prese il volto tra le mani e mi baciò, ma l'unica sensazione che stavo percependo era totale tristezza mista a disperazione. Una volta che le nostre labbra si furono allontanate uscì dalla palestra senza dire una singola parola e solo quando rimasi sola mi accasciai al suolo e mi sfogai una seconda volta.
Mi ripresi dopo chissà quanto, ma comunque fuori stava tramontando. Tirai su un'ultima volta col naso, mi tolsi i pattini e poi camminai fino allo spogliatoio, dove riposi i pattini, mi spogliai e mi feci una doccia gelida. A dire la verità le odiavo, ma in quel momento preferivo beccarmi un'ipotermia piuttosto che bruciarmi la pelle.
Una volta uscita dalla doccia mi vestii, mi asciugai i capelli e presi dalla cassetta del pronto soccorso un sacchetto con il ghiaccio. Sul punto dove avevo dato la botta, ahimè, si stava formando un bel bernoccolo e mi faceva un male cane quando lo toccavo.
Ero seduta sulla panchina accanto a quello che da bambina era stato il mio armadietto per quasi sette anni, avevo la mano col ghiaccio premuta sul mio bernoccolo e fissavo il vuoto, che purtroppo era proiettato sui due gabinetti bianchi, ben visibili a causa delle porte aperte. E i miei pensieri erano due e mi si alternavano nella mente: il primo era che tra meno di dodici ore avrei avuto un test di grammatica spagnola e non avevo ancora aperto libro. E il secondo era che avevo una voglia matta di comprare un lanciafiamme e puntarlo su quella guasta-relazione della Stewart. Com'era possibile che non l'avesse mai cagato quando io non ero ancora entrata nella sua vita e poi puff, praticamente gli dice che è l'amore della sua vita? Quale altro aggettivo potevo attribuirle oltre a stronza e troia? E dire che all'inizio non la consideravo nemmeno. Ora, invece, la detestavo. Perché se fosse stata al mio posto io non avrei mai fatto una cosa del genere. Io sarei sempre stata nell'ombra e avrei dato tutta la mia amicizia disponibile a Robert. E poi io non gli avevo mai chiesto di innamorarsi di me, era successo e basta. E allora perché lei doveva mettersi in mezzo? Perché non poteva tornare tra le braccia di quel Michael Angarano? Perché diavolo si erano lasciati? Oh, sì, il lanciafiamme l'avrei puntato molto volentieri anche su di lui.
E dopo aver emesso un ennesimo sospiro mi alzai e buttai il sacchetto con il ghiaccio nel bidone, facendo un canestro micidiale. Ma ovviamente quando ti capitano questi tiri una volta in tutta la tua vita non c'è mai nessuno a guardare. Stupida legge di Murphy.
Prima di entrare in macchina buttai il borsone sul lato del passeggero e una volta dentro misi in moto l'automobile. Accesi la radio, che mi tenne compagnia fino a che non arrivai a casa. E l'ultima canzone che mi ritrovai ad ascoltare fu
Mr. Brightside dei The Killers. Ecco un'altra band che adoravo. Avevo visto un solo loro concerto, oltretutto mi ci aveva portato Aaron per uno dei nostri primi appuntamenti. Ma da quanto non sentivo una loro canzone!
< It started out with one kiss. How did it end up like this? It was only a kiss, it was only a kiss > cantò la radio e la guardai con due occhi a palla. Fino a che non scoppiai a ridere.
< Se fosse stato solo un bacio non mi avrebbe praticamente scaricata, non ti pare? > chiesi alla radio sarcasticamente. Dio, come odiavo quella situazione.
Entrai in casa e mi incamminai fino al bagno al piano di sopra, misi da lavare i panni che avevo usato per andare sul ghiaccio e poi andai in camera. Ero stanchissima, avevo un mal di testa atroce e il letto mi reclamava a gran voce. Oltretutto il mio umore non era dei migliori e studiare era l'ultima cosa che volevo mettermi a fare.
< Oh, al diavolo lo studio! > sbottai e mi buttai sul letto.


Il mio malumore cominciò da quella sera e andò ad oltranza. Ero talmente girata male che tutti mi stavano alla larga e nessuno mi rivolgeva la parola, professori inclusi!
Per non parlare del test di spagnolo, l'avevo consegnato praticamente in bianco. Non che comunque mi fregasse molto della scuola. Avevo altre rogne per la testa e la scuola era passata in ultimo piano.
Tutti mi stavano alla larga, anche le Clovers; specialmente perché avevo smesso di andare all'allenamento. Solo una persona non mi voleva dare tregua, Jenny.
E infatti quella mattina a trigonometria si sedette vicino a me e mi lanciò un'occhiata assassina.
Pochi minuti dopo il professore cominciò a spiegare la parabola e mi finsi interessata, giusto per non chiacchierare.
< Basta, non ce la faccio più a vederti così! > sussurrò Jenny accanto a me visibilmente irritata < mi dici che cosa diavolo hai fatto? >
Sorrisi amaramente e sul banco feci un disegno di un triangolo, scrivendo nei vertici della base il mio nome e quello di Kristen, mentre nell'ultimo vertice scrissi il nome di Robert.
< Spiegati meglio > sussurrò.
< Kristen è tornata da Robert. Ancora una volta. Dice che ci ha provato, ma che non ce la fa e vuole stare con lui… >
< Da quanto lo sai? >
< Da quando ho cominciato a ringhiare contro tutto e tutti >
< E lui? >
< È confuso > risposi e il mio tentativo di apparire indifferente fallì, tant'è vero che le risposi con voce rotta.
< Qualche problema, signorine? > domandò il professore richiamandoci.
< Michelle non sta molto bene, posso accompagnarla in infermeria? >
< Che cosa ti senti, signorina Waldorf? >
< Ho una gran nausea > mentii mentre mi portavo le mani all'altezza dello stomaco. Di certo la parabola mi avrebbe perdonata un giorno o l'altro per questa mia bugia.
< Va bene, andate > rispose il professore mentre tornava vicino alla lavagna.
Jenny mi trascinò fuori dalla classe, poi mi fece camminare fino alla quercia che stava nel giardino della scuola.
< E ora? > domandò dopo che ci sedemmo.
< Non lo so. In ogni caso ora è a Vancouver per girare ancora una scena di Breaking Dawn… >
< E lei è lì con lui >
< Ovviamente. Non so che cosa fare. Non voglio perderlo, ma non voglio nemmeno costringerlo a stare con me >
< Certo che dopo quello che ha fatto per te…come fa solamente a pensare di essere confuso? Non aveva detto che con la Stewart era solo sesso? >
< Sì, l'aveva detto >
< La odio! > esclamò Jenny e scoppiai a ridere.
< Ma se fino a poco tempo fa ti piaceva! >
< Non mi piace chi fa star male la mia migliore amica >
< Grazie > sussurrai abbracciandola.
< Che cosa vogliamo fare? >
< Cosa intendi? >
< Che ore hai? >
< Spagnolo e chimica >
< Puoi saltarle? >
< Sì >
< Va bene, vieni >
< Dove mi porti? > domandai con un sorrisetto.
< Non lo so, ma so che saltiamo le ultime ore di scuola >
< Tu che vuoi saltare le ultime ore di scuola? Ma stai bene? >
< Mai stata meglio > rispose sorridendo < ma se la mia migliore amica non è felice, allora non lo sono neanche io. E sai cosa succede quando non siamo felici? >
< Shopping compulsivo con la carta di credito di Bianca, ci mangiamo una mega banana split al centro commerciale e ci guardiamo
La Maledizione della Prima Luna >
< Yes, baby! >
Lo sguardo mi si illuminò come non mai e le sorrisi grata.
Uscimmo furtivamente da scuola, salimmo sulla mia macchina e poi ci dirigemmo verso il centro commerciale, dove mangiammo una gigantesca banana split, noleggiammo per la cinquecentesima volta il film e facemmo shopping compulsivo.
< Andiamo a vedere il film da te? > proposi mentre accendevo la macchina < non ho voglia di stare a casa mia >
< Ma certo > rispose sorridendo.
Guidai fino a casa sua, lasciai il mio zaino in macchina e poi entrai a vedere il film.
Restai da Jenny fino a sera inoltrata e poi rientrai a casa. Quando parcheggiai guardai verso la casa di Robert e mi venne male nel vedere tutto spento.
Presi la borsa dal sedile, i miei acquisti e poi entrai in casa, dirigendomi direttamente in camera. Una volta dentro, presi il telefono dalla borsa e guardai il display, notando che c'erano tre messaggi nella segreteria telefonica, ed erano tutti di Robert: “
Sono atterrato, ora sto andando in albergo. A dir la verità mi aspettavo che mi mandassi un messaggio. Dove sei? Chiamami”, “Sono nella mia stanza, fatti viva appena senti questo messaggio”, “Mitchie, ti prego, non riservarmi questo mutismo, rispondimi. Voglio parlarti, ho bisogno di sentire la tua voce. Mi manchi
< Perché mi fai questo? > domandai mentre cercavo il suo numero in rubrica per chiamarlo, ma lui mi precedette < hey > dissi dopo aver accettato la telefonata.
< Dove sei stata? > domandò arrabbiato.
< Ero da Jenny e avevo lasciato il telefono in macchina > risposi brevemente.
< Ma…stai bene? Ero preoccupato >
< Sto… > mi interruppi < bene. Sto alla grande > mentii < tu, invece? >
< Sono stanco >
< Hai già finito con le riprese? >
< Per ora >
< E fino a quando resterai via? >
< Dovrei tornare tra due settimane >
< Oh, così tanto? >
< Già > rispose sbadigliando.
< Vai a dormire, sei stanco morto >
< Ci sentiamo domani? >
< Non credo sia una buona idea > risposi mentre chiudevo gli occhi.
< Cosa?!? Perché?!?!? > domandò alterato.
< Robert, io ti amo, e…tutto questo mi fa stare male. Non ce la faccio, cerca di capirmi… >
< Ma… >
< Ti prego, no >
< Io ho bisogno di te >
< Se tu avessi bisogno di me come dici, non ci troveremmo in questa situazione > riposi arrabbiata.
< Non avercela con me, ti prego >
< Ora vado a dormire, sono stanca > tagliai corto.
< Va bene, buonanotte >
< Buonanotte. Robert? >
< Sì? >
< Io… >. Mi bloccai, immaginando che dirgli che lo amavo non avrebbe giovato molto a tutto quel casino < buone riprese >
< Ti amo anche io > rispose sghignazzando e mi trovai a ridere con lui < a domani e buona scuola >
< Lo dici solo perché domani ho il compito di trigonometria >
< Lo so, sono perfido >
Ridemmo ancora una volta, poi ci salutammo e terminammo la conversazione.
< Spero che questa situazione finisca presto. Ti amo, ma non potrò aspettarti in eterno e questo lo sai > sussurrai mentre appoggiavo il telefono sul letto.
Andai in bagno a lavarmi i denti e a mettere il pigiama e quando tornai presi in mano il cellulare per spegnerlo vidi che era arrivato un messaggio.

Qualunque decisione io prenda, sappi che sei stata importante per me. So anche che non mi aspetterai in eterno, ma ti prego di aspettare almeno fino al mio ritorno. In ogni caso, ti amo, davvero. Rob


Cof, cof. Cof, cof.
Scusate, sono a casa con un mal di gola allucinante e ieri avevo pure la febbre. Ma guarda te -.-
Relativamente al capitolo…boh, non so cosa dire. Mi piace farli litigare, le loro liti mi riescono sempre bene! Ma seriamente…per chi ha seguito
Un amore londinese, se non l'avesse capito questa storia è un po' diversa. Nel senso che mi troverò a farli litigare parecchio. Ma…don't worry :)
Passo subito ai ringraziamenti senza dilungarmi oltre perché ho una camera in uno stato pietoso che stavo finendo di sistemare xD
Sweet_Charlie
: e io amo il fatto che tu mi scrivi tutte queste belle parole. Grazie *__* Davvero, sei troppo carina! Mi godrò il concerto anche per te, ma la prossima volta ci andiamo insieme, okay? ;)
valentina_black_cullen
: d'ora in poi ti dirò sempre quando posto xD Spero ti piaccia anche questo capitolo *__* Anche a te piace Dalì? :)
Rosaly
: ciao!! :) Sono contenta che ti piaccia la storia, ti ringrazio!! Spero che questo capitolo non ti abbia deluso ^^
privi93
: eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeh! Sei tornata! ♥♥ Ma…chi ti dice che tu sia la mia sicula preferita, eh? *si gratta la testa e sporge il labbro inferiore* Prii, I miss you. Però pretendo di incontrare (o almeno sentire) la mia sicula preferita al più presto, quindi…VAI A MINACCIARE I TIPI DELLA TIM! *risata diabolica*
Railen
: la mia competitiva preferita♥ (Mitchie, ovviamente, non tu ù.ù) ← Aaaaaah, eresia! Splendore, tra poco più di due settimane ci vediamo, ma ti rendi conto?? A proposito di Elis (xD) e Rob…QUANDO DIAVOLO PENSI DI POSTARE, EH? Ma guarda te questa ù.ù Ci sentiamo per messaggi♥ You don't know how much I love you.

Ci sentiamo presto!
(fatemi gli auguri, venerdì ho la simulazione di terza prova T__T)
Giulls

   
 
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