Ripensamenti
Finalmente
un'altra noiosissima giornata di scuola era appena finita! Odiavo i
giorni in cui avevo una possibile interrogazione in tutte le materie,
ma alla fine non venivo mai interrogata. Erano irritanti,
specialmente se il giorno prima mi ritrovavo in casa a studiare come
una matta senza poter uscire.
Entrai in
casa e mi precipitai in camera mia per appoggiare lo zaino sul letto
e mi tolsi la cravatta, tornai al piano di sotto e uscii
richiudendomi la porta d'ingresso alle spalle. Avevo bisogno di
vederlo prima di mettermi a studiare per spagnolo.
Suonai il
campanello e attesi impazientemente che aprisse.
< Rob! >
esclamai saltandogli al collo e baciandolo.
< Hey >
rispose interrompendo il bacio e mi guardò sorpreso.
<
Speravo ti facesse piacere vedermi > dissi mettendo il muso.
<
Infatti è così > ribatté
accarezzandomi una guancia.
<
Bugiardo > sussurrai guardandolo negli occhi < che
cos'hai? >
domandai stizzita e in quel momento sentii uno starnuto provenire da
dentro casa < chi c'è? > domandai con un mix
di irritazione e
paura.
<
Michelle… > mi chiamò sospirando, ma non
gli diedi tempo di
dire altro, perché entrai dentro casa come e trovai Kristen
Stewart
nella sua cucina < stiamo ripetendo le battute di Breaking Dawn.
C'è una scena che non è buona e domani dobbiamo
partire per andare
a girarla ancora un volta > continuò dietro di me.
< Da
quanto lo sai? >
< Una
settimana >
< E
quando pensavi di dirmelo? > chiesi stizzita mentre fissavo lei
e
i copioni.
< Hai
ragione, scusami >
Mi voltai
verso Robert e lo fulminai con lo sguardo, poi rivolsi di nuovo
l'attenzione ai due copioni appoggiati sul tavolo, chiusi.
Davvero mi
aveva preso per una stupida?
< Va
bene, non vi disturbo più. Ci vediamo più tardi?
>
< Certo,
Michelle > rispose mentre si guardava i piedi e si passava le
mani
attorno ai capelli.
Se davvero
pensava che mi fossi bevuta questa scusa era davvero uno stupido. Lui
non si era mai comportato così con me e se si guardava
Kristen si
capiva benissimo che qualcosa non andava: sembrava infastidita,
gelosa, aveva tutte le guance rosse e nonostante non volesse farlo
notare, era leggermente ansante.
Senza
aggiungere o fare altro, girai i tacchi e me ne andai.
Mi chiusi
la porta alle spalle e presi in mano il cellulare.
“Emergenza.”,
scrissi e lo inviai a Walter.
Entrai in
casa e salii in camera mia, mi tolsi la divisa scolastica e indossai
i miei jeans preferiti, una maglietta bianca e mezza manica e una
giacca sopra. Mi legai i capelli e presi dall'armadio un borsone nero
e dentro vi infilai una tuta, una sciarpa, un maglione, la roba per
la doccia e un paio di guanti, poi uscii e corsi dentro la mia
macchina, partendo con una sgommata in direzione dell'Ice Palace, la
pista di pattinaggio più rinomata di Los Angeles, dove
trovai Walter
davanti alla porta.
< Grazie
> dissi accennando un sorriso.
<
Figurati > rispose il mio amico sorridendo < mentre tu ti
sistemi, preparo la pista. Dopo ti dispiace se ti lascio sola? Avrei
un appuntamento con Jenny >
<
Assolutamente no, tranquillo > risposi sorridendo.
< È
tutto okay? >
< Non lo
so, credo che lo scoprirò questa sera…i miei
pattini? >
domandai mentre mi dirigevo verso gli spogliatoi.
< Sono
sempre dentro il camerino dei professori > rispose seguendomi
<
Michelle, sabato mattina potresti sostituire l'assistente di mia
madre? Venerdì sera parte per il matrimonio della sorella e
mia
mamma è rimasta senza assistente. Sono cinquanta dollari
>
<
Accetto, ma non voglio i soldi > dissi sorridendo < vado
a
cambiarmi. Salutami Jenny >
<
Senz'altro. Vuoi lo stereo sulla panchina? >
< Sì,
ti prego >
< Okay.
Ciao, Michelle >
< Ciao,
Walter >
< Hey! >
mi chiamò e mi voltai < qualunque cosa sia
successa…vedrai che
si risolverà >
Sorrisi per
ringraziarlo e poco dopo rimasi sola. Mi infilai la tuta, presi i
miei pattini e il mio porta CD dal mio armadietto e mi diressi verso
la pista di pattinaggio.
< Va
bene, ora scegliamo il CD > sussurrai mentre mi avvicinavo allo
stereo.
Aprii il
mio porta CD e tirai fuori il CD di canzoni miste che Walter mi aveva
fatto e la prima traccia fu Hysteria
dei Muse.
Feci un
respiro profondo e poi incominciai a muovermi, danzando a ritmo della
musica. Il pattinaggio era una delle poche cose che adoravo di
più
al mondo e che riusciva a farmi stare bene.
Mentre
facevo capriole, salti e trottole, canticchiavo tra me e me e in men
che non si dica lasciai da parte tutte le mie preoccupazioni:
c'eravamo solo io e il ghiaccio; un'alchimia perfetta. Il ghiaccio
era l'unica cosa con cui non avrei mai avuto problemi, ne ero sicura.
< Sapevo
di trovarti qui! >
Mi voltai
di scatto e inciampai tra i miei pattini, cadendo rovinosamente per
terra. Mi alzai con non calanche e pattinai fino allo stereo,
spegnendolo pochi istanti prima che finisse Feeling
good.
< Che
cosa ci fai qui? > domandai ansante.
< Ho
provato a chiamarti, ma non mi hai risposto e ho pensato che fossi
qui. Generalmente ci vieni quando… >
< Sono
arrabbiata >
< Stavo
per dire pensierosa, a dire la verità. Sei arrabbiata con
me? >
<
Ovviamente > risposi mentre mi sedevo su una panchina accanto a
lui.
<
Perché? > chiese prendendo le mie mani tra le sue, ma
le tolsi
all'istante.
< Mi
ritieni una stupida? Mi hai mentito > ribattei secca.
Sgranò gli
occhi.
<
M…mentito? > balbettò.
< Sì.
Quando sono arrivata io, tu e Kristen non stavate provando le
battute. Il copione era chiuso, tu eri imbarazzato, Kristen aveva le
guance rosse e ansimava! Vi siete baciati? >
< Io…
>
< Sì o
no > risposi fredda e lo guardai negli occhi.
< Sì >
mi confessò con lo sguardo basso.
<
Perfetto, mi spiace avervi interrotti > dissi acida e mi
allontanai da lui.
< No,
aspetta, ti prego > ribatté afferrandomi per un polso.
< No che
non aspetto! > urlai strattonando il braccio perché
mi lasciasse.
Ma non lo
fece. Anzi, aumentò la presa e mi avvicinò a
sé.
< Ti
prego, ti imploro, ascoltami >
< No >
<
Mitchie, ti prego >
< Non
chiamarmi Mitchie! > urlai spazientita e mi dimenai, ma Robert
non
aveva intenzione di mollare la presa < Robert, lasciami
immediatamente >
Mi feci
indietro e inciampai col pattino e facendo cadere entrambi per terra.
Lui era sopra di me e mi sussurrava all'orecchio che andava tutto
bene, mentre con le mani mi toccava il corpo. Serrai gli occhi e
strinsi i pugni fino a farmi uscire il sangue.
All'improvviso
sentii un eco lontano e qualcosa colpirmi la faccia ripetutamente.
<
Michelle? Michelle? Rispondimi, ti prego >
Aprii gli
occhi e trovai il viso di Robert a pochi centimetri dal mio.
< Cosa
diavolo…? >
< Ti ho
chiamata, ma ti sei spaventata e sei caduta, sbattendo la testa. Stai
bene? >
< Quindi
io e te non abbiamo parlato ora? >
< No >
< E non
hai nemmeno tentato di violentarmi? >
< Non
essere ridicola. Sai bene che non potrei mai farti una cosa del
genere > ribatté duro mentre mi aiutava ad alzarmi
dal ghiaccio.
< E tu e
Kristen vi siete baciati? >
La mia
domanda lo lasciò spiazzato. Mi guardò negli
occhi e mi fece cenno
di seguirlo sulle panchine.
< Sì e
no. So che non mi crederai mai, ma è stata lei a farsi
avanti. Mi si
è buttata al collo e sì, l'ho respinta, ma non
subito >
<
Perché? >
<
Michelle… > sussurrò avvicinando una mano
alla mia guancia, ma
mi scansai < Kristen è venuta da me per parlarmi.
All'inizio
credevo che volesse provare, ma poi ho capito tutto. Ha detto che
è
ancora innamorata di me. Ha detto di averci provato a dimenticarmi,
ma non ce l'ha fatta e mi ha pregato di tornare con lei…
>
< E tu?
> domandai alzando la voce di un'ottava < Kristen per te
è
stata solo una con cui hai fatto sesso, no? >
< Non è
così semplice. Da quando mi sono innamorato di te ho sempre
pensato
a Kristen come a qualcuno con cui fare sesso, ma…vedi, prima
di
conoscerti io ero innamorato di lei. Lo sono stato per parecchi mesi
ed ora… >
< Sei
confuso > sussurrai mentre mi guardavo i pattini.
< Sì >
ammise stringendomi la mano, ma non risposi al gesto.
< E
andandotene a Vancouver riuscirai a schiarirti le idee? >
< Forse
>
< Però
ci sarà anche lei >
< Sì >
< E
quindi cosa pensi di fare? >
< Ho
bisogno di un po' di tempo per riflettere >
< Ma
certo, ed io dovrei stare ai tuoi comodi? >
< Ti
prego, non fare così. È già abbastanza
difficile per me. Non
rendermi tutto peggiore >
< E
secondo te per me non è difficile? > sbottai,
alzandomi in piedi
< secondo te sentirmi venire a dire che non sai se ami me o lei
dovrebbe farmi saltare di gioia? Mi hai forse preso per un
giocattolo, Robert? >
Si passò
una mano nei capelli e mi guardò con due occhi tristi.
< Io ti
amo, lo sai che ti amo. Ma non so se amo anche Kristen o meno. Ti sto
solo chiedendo di cercare di capirmi >
< Mi
dispiace, ma io non sono portata per la poligamia > gli dissi
tornando a sedere accanto a lui < ti posso chiederti un favore?
>
< Tutto
quello che vuoi >
< Non
appena hai preso la tua decisione…ti
supplico…dimmelo subito. Non
voglio aspettare il tuo ritorno speranzosa per poi trovarti accanto a
lei >
< Va
bene > rispose con un sussurro.
Sospirai e
poi lo guardai di nuovo negli occhi.
< A che
ora partirai? >
< Alle
dieci di mattina >
< Okay >
risposi mentre mi toglievo i pattini < buon viaggio >
< Non ti
va di mangiare qualcosa insieme? >
< Mi è
passato l'appetito. E in ogni caso non mangerei di sicuro con te dopo
quello che mi hai appena detto > risposi fredda mentre mi
allontanavo.
<
Michelle! > mi chiamò e mi voltai con lentezza
< mi dispiace >
< Non
scusarti > risposi accennando un falsissimo sorriso < al
cuor
non si comanda >
< Non
rendere tutto così difficile… >
< Ci
sentiamo > ribattei indifferente.
< Ti
chiamo quando atterro >
< Non
sei costretto >
< Voglio
farlo >
< Come
ti pare > ribattei allontanandomi.
<
Mitchie > mi chiamò ancora e mi afferrò
per un polso < non
essere arrabbiata con me >
< Non
puoi chiedermelo > gli risposi con voce rotta.
Non volevo
piangere, avevo tentato di tutto per non farlo. Eppure era quello che
stavo facendo. E lui, approfittandosi di quel momento di debolezza,
mi prese tra le sue braccia e mi strinse a sé. Singhiozzavo
come
un'ossessa, avevo gli occhi completamente annebbiati dalle lacrime e
le dita avevano afferrato saldamente la sua felpa. Ero così
tanto
sconvolta che nemmeno la sua mano che mi accarezzava la schiena
riusciva a calmarmi.
< Credo
che sia meglio che me ne vada > disse dopo interminabili minuti.
< Sì, è
la cosa migliore > asserii, ma le mie dita si strinsero ancora
di
più sulla sua felpa.
Mi prese il
volto tra le mani e mi baciò, ma l'unica sensazione che
stavo
percependo era totale tristezza mista a disperazione. Una volta che
le nostre labbra si furono allontanate uscì dalla palestra
senza
dire una singola parola e solo quando rimasi sola mi accasciai al
suolo e mi sfogai una seconda volta.
Mi ripresi
dopo chissà quanto, ma comunque fuori stava tramontando.
Tirai su
un'ultima volta col naso, mi tolsi i pattini e poi camminai fino allo
spogliatoio, dove riposi i pattini, mi spogliai e mi feci una doccia
gelida. A dire la verità le odiavo, ma in quel momento
preferivo
beccarmi un'ipotermia piuttosto che bruciarmi la pelle.
Una volta
uscita dalla doccia mi vestii, mi asciugai i capelli e presi dalla
cassetta del pronto soccorso un sacchetto con il ghiaccio. Sul punto
dove avevo dato la botta, ahimè, si stava formando un bel
bernoccolo
e mi faceva un male cane quando lo toccavo.
Ero seduta
sulla panchina accanto a quello che da bambina era stato il mio
armadietto per quasi sette anni, avevo la mano col ghiaccio premuta
sul mio bernoccolo e fissavo il vuoto, che purtroppo era proiettato
sui due gabinetti bianchi, ben visibili a causa delle porte aperte. E
i miei pensieri erano due e mi si alternavano nella mente: il primo
era che tra meno di dodici ore avrei avuto un test di grammatica
spagnola e non avevo ancora aperto libro. E il secondo era che avevo
una voglia matta di comprare un lanciafiamme e puntarlo su quella
guasta-relazione della Stewart. Com'era possibile che non l'avesse
mai cagato quando io non ero ancora entrata nella sua vita e poi
puff, praticamente gli dice che è l'amore della sua vita?
Quale
altro aggettivo potevo attribuirle oltre a stronza e troia? E dire
che all'inizio non la consideravo nemmeno. Ora, invece, la detestavo.
Perché se fosse stata al mio posto io non avrei mai fatto
una cosa
del genere. Io sarei sempre stata nell'ombra e avrei dato tutta la
mia amicizia disponibile a Robert. E poi io non gli avevo mai chiesto
di innamorarsi di me, era successo e basta. E allora perché
lei
doveva mettersi in mezzo? Perché non poteva tornare tra le
braccia
di quel Michael Angarano? Perché diavolo si erano lasciati?
Oh, sì,
il lanciafiamme l'avrei puntato molto volentieri anche su di lui.
E dopo aver
emesso un ennesimo sospiro mi alzai e buttai il sacchetto con il
ghiaccio nel bidone, facendo un canestro micidiale. Ma ovviamente
quando ti capitano questi tiri una volta in tutta la tua vita non
c'è
mai nessuno a guardare. Stupida legge di Murphy.
Prima di
entrare in macchina buttai il borsone sul lato del passeggero e una
volta dentro misi in moto l'automobile. Accesi la radio, che mi tenne
compagnia fino a che non arrivai a casa. E l'ultima canzone che mi
ritrovai ad ascoltare fu Mr.
Brightside
dei The Killers.
Ecco un'altra band che adoravo. Avevo visto un solo loro concerto,
oltretutto mi ci aveva portato Aaron per uno dei nostri primi
appuntamenti. Ma da quanto non sentivo una loro canzone!
< It
started out with one kiss. How did it end up like this? It was only a
kiss, it was only a kiss > cantò la radio e la
guardai con due
occhi a palla. Fino a che non scoppiai a ridere.
< Se
fosse stato solo un bacio non mi avrebbe praticamente scaricata, non
ti pare? > chiesi alla radio sarcasticamente. Dio, come odiavo
quella situazione.
Entrai in
casa e mi incamminai fino al bagno al piano di sopra, misi da lavare
i panni che avevo usato per andare sul ghiaccio e poi andai in
camera. Ero stanchissima, avevo un mal di testa atroce e il letto mi
reclamava a gran voce. Oltretutto il mio umore non era dei migliori e
studiare era l'ultima cosa che volevo mettermi a fare.
< Oh, al
diavolo lo studio! > sbottai e mi buttai sul letto.
Il mio
malumore cominciò da quella sera e andò ad
oltranza. Ero talmente
girata male che tutti mi stavano alla larga e nessuno mi rivolgeva la
parola, professori inclusi!
Per non
parlare del test di spagnolo, l'avevo consegnato praticamente in
bianco. Non che comunque mi fregasse molto della scuola. Avevo altre
rogne per la testa e la scuola era passata in ultimo piano.
Tutti mi
stavano alla larga, anche le Clovers; specialmente perché
avevo
smesso di andare all'allenamento. Solo una persona non mi voleva dare
tregua, Jenny.
E infatti
quella mattina a trigonometria si sedette vicino a me e mi
lanciò
un'occhiata assassina.
Pochi
minuti dopo il professore cominciò a spiegare la parabola e
mi finsi
interessata, giusto per non chiacchierare.
< Basta,
non ce la faccio più a vederti così! >
sussurrò Jenny accanto a
me visibilmente irritata < mi dici che cosa diavolo hai fatto?
>
Sorrisi
amaramente e sul banco feci un disegno di un triangolo, scrivendo nei
vertici della base il mio nome e quello di Kristen, mentre
nell'ultimo vertice scrissi il nome di Robert.
<
Spiegati meglio > sussurrò.
<
Kristen è tornata da Robert. Ancora una volta. Dice che ci
ha
provato, ma che non ce la fa e vuole stare con lui… >
< Da
quanto lo sai? >
< Da
quando ho cominciato a ringhiare contro tutto e tutti >
< E lui?
>
< È
confuso > risposi e il mio tentativo di apparire indifferente
fallì, tant'è vero che le risposi con voce rotta.
<
Qualche problema, signorine? > domandò il professore
richiamandoci.
<
Michelle non sta molto bene, posso accompagnarla in infermeria? >
< Che
cosa ti senti, signorina Waldorf? >
< Ho una
gran nausea > mentii mentre mi portavo le mani all'altezza dello
stomaco. Di certo la parabola mi avrebbe perdonata un giorno o l'altro
per questa mia bugia.
< Va
bene, andate > rispose il professore mentre tornava vicino alla
lavagna.
Jenny mi
trascinò fuori dalla classe, poi mi fece camminare fino alla
quercia
che stava nel giardino della scuola.
< E ora?
> domandò dopo che ci sedemmo.
< Non lo
so. In ogni caso ora è a Vancouver per girare ancora una
scena di
Breaking Dawn… >
< E lei
è lì con lui >
<
Ovviamente. Non so che cosa fare. Non voglio perderlo, ma non voglio
nemmeno costringerlo a stare con me >
< Certo
che dopo quello che ha fatto per te…come fa solamente a
pensare di
essere confuso? Non aveva detto che con la Stewart era solo sesso?
>
< Sì,
l'aveva detto >
< La
odio! > esclamò Jenny e scoppiai a ridere.
< Ma se
fino a poco tempo fa ti piaceva! >
< Non mi
piace chi fa star male la mia migliore amica >
< Grazie
> sussurrai abbracciandola.
< Che
cosa vogliamo fare? >
< Cosa
intendi? >
< Che
ore hai? >
<
Spagnolo e chimica >
< Puoi
saltarle? >
< Sì >
< Va
bene, vieni >
< Dove
mi porti? > domandai con un sorrisetto.
< Non lo
so, ma so che saltiamo le ultime ore di scuola >
< Tu che
vuoi saltare le ultime ore di scuola? Ma stai bene? >
< Mai
stata meglio > rispose sorridendo < ma se la mia migliore
amica
non è felice, allora non lo sono neanche io. E sai cosa
succede
quando non siamo felici? >
<
Shopping compulsivo con la carta di credito di Bianca, ci mangiamo
una mega banana split al centro commerciale e ci guardiamo La
Maledizione della Prima Luna >
< Yes,
baby! >
Lo sguardo
mi si illuminò come non mai e le sorrisi grata.
Uscimmo
furtivamente da scuola, salimmo sulla mia macchina e poi ci dirigemmo
verso il centro commerciale, dove mangiammo una gigantesca banana
split, noleggiammo per la cinquecentesima volta il film e facemmo
shopping compulsivo.
<
Andiamo a vedere il film da te? > proposi mentre accendevo la
macchina < non ho voglia di stare a casa mia >
< Ma
certo > rispose sorridendo.
Guidai fino
a casa sua, lasciai il mio zaino in macchina e poi entrai a vedere il
film.
Restai da
Jenny fino a sera inoltrata e poi rientrai a casa. Quando parcheggiai
guardai verso la casa di Robert e mi venne male nel vedere tutto
spento.
Presi la
borsa dal sedile, i miei acquisti e poi entrai in casa, dirigendomi
direttamente in camera. Una volta dentro, presi il telefono dalla
borsa e guardai il display, notando che c'erano tre messaggi nella
segreteria telefonica, ed erano tutti di Robert: “Sono
atterrato, ora sto andando in albergo. A dir la verità mi
aspettavo
che mi mandassi un messaggio. Dove sei? Chiamami”,
“Sono
nella mia stanza, fatti
viva appena senti questo messaggio”,
“Mitchie,
ti prego, non
riservarmi questo mutismo, rispondimi. Voglio parlarti, ho bisogno di
sentire la tua voce. Mi manchi”
< Perché
mi fai questo? > domandai mentre cercavo il suo numero in
rubrica
per chiamarlo, ma lui mi precedette < hey > dissi dopo
aver
accettato la telefonata.
< Dove
sei stata? > domandò arrabbiato.
< Ero da
Jenny e avevo lasciato il telefono in macchina > risposi
brevemente.
<
Ma…stai bene? Ero preoccupato >
< Sto…
> mi interruppi < bene. Sto alla grande > mentii
< tu,
invece? >
< Sono
stanco >
< Hai
già finito con le riprese? >
< Per
ora >
< E fino
a quando resterai via? >
< Dovrei
tornare tra due settimane >
< Oh,
così tanto? >
< Già >
rispose sbadigliando.
< Vai a
dormire, sei stanco morto >
< Ci
sentiamo domani? >
< Non
credo sia una buona idea > risposi mentre chiudevo gli occhi.
<
Cosa?!? Perché?!?!? > domandò alterato.
<
Robert, io ti amo, e…tutto questo mi fa stare male. Non ce
la
faccio, cerca di capirmi… >
< Ma…
>
< Ti
prego, no >
< Io ho
bisogno di te >
< Se tu
avessi bisogno di me come dici, non ci troveremmo in questa
situazione > riposi arrabbiata.
< Non
avercela con me, ti prego >
< Ora
vado a dormire, sono stanca > tagliai corto.
< Va
bene, buonanotte >
<
Buonanotte. Robert? >
< Sì? >
< Io…
>. Mi bloccai, immaginando che dirgli che lo amavo non avrebbe
giovato molto a tutto quel casino < buone riprese >
< Ti amo
anche io > rispose sghignazzando e mi trovai a ridere con lui
<
a domani e buona scuola >
< Lo
dici solo perché domani ho il compito di trigonometria
>
< Lo so,
sono perfido >
Ridemmo
ancora una volta, poi ci salutammo e terminammo la conversazione.
< Spero
che questa situazione finisca presto. Ti amo, ma non potrò
aspettarti in eterno e questo lo sai > sussurrai mentre
appoggiavo
il telefono sul letto.
Andai in
bagno a lavarmi i denti e a mettere il pigiama e quando tornai presi
in mano il cellulare per spegnerlo vidi che era arrivato un
messaggio.
“Qualunque
decisione io prenda, sappi che sei stata importante per me. So anche
che non mi aspetterai in eterno, ma ti prego di aspettare almeno fino
al mio ritorno. In ogni caso, ti amo, davvero. Rob”
Cof, cof.
Cof, cof.
Scusate,
sono a casa con un mal di gola allucinante e ieri avevo pure la
febbre. Ma guarda te -.-
Relativamente
al capitolo…boh, non so cosa dire. Mi piace farli litigare,
le loro
liti mi riescono sempre bene! Ma seriamente…per chi ha
seguito Un
amore londinese,
se non
l'avesse capito questa storia è un po' diversa. Nel senso
che mi
troverò a farli litigare parecchio. Ma…don't
worry :)
Passo
subito ai ringraziamenti senza dilungarmi oltre perché ho
una camera
in uno stato pietoso che stavo finendo di sistemare xD
Sweet_Charlie:
e io amo il fatto che tu mi scrivi tutte queste belle parole. Grazie
*__* Davvero, sei troppo carina! Mi godrò il concerto anche
per te,
ma la prossima volta ci andiamo insieme, okay? ;)
valentina_black_cullen:
d'ora in poi ti dirò sempre quando posto xD Spero ti piaccia
anche
questo capitolo *__* Anche a te piace Dalì? :)
Rosaly:
ciao!! :) Sono contenta che ti piaccia la storia, ti ringrazio!!
Spero che questo capitolo non ti abbia deluso ^^
privi93:
eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeh! Sei tornata!
♥♥ Ma…chi
ti dice che tu sia la mia sicula preferita, eh? *si gratta la testa e
sporge il labbro inferiore* Prii, I miss you. Però pretendo
di
incontrare (o almeno sentire) la mia sicula preferita al più
presto,
quindi…VAI A MINACCIARE I TIPI DELLA TIM! *risata diabolica*
Railen:
la mia competitiva preferita♥ (Mitchie, ovviamente, non tu
ù.ù) ←
Aaaaaah, eresia! Splendore, tra poco più di due settimane ci
vediamo, ma ti rendi conto?? A proposito di Elis (xD) e
Rob…QUANDO
DIAVOLO PENSI DI POSTARE, EH? Ma guarda te questa
ù.ù Ci sentiamo
per messaggi♥ You don't know how much I love you.
Ci sentiamo
presto!
(fatemi gli
auguri, venerdì ho la simulazione di terza prova T__T)
Giulls