Libri > Twilight
Ricorda la storia  |      
Autore: 4lb1c0cc4 Herondale    20/11/2010    6 recensioni
Ciao a tutti questo è un missing moment della storia Fotografia d'amore, ma si può leggere tranquillamente senza aver letto la storia principale.
Ho voluto inserire in un capitolo a parte l'incontro tra Emmet e Rosalie. Spero vi piaccia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Emmett Cullen, Rosalie Hale
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
- Questa storia fa parte della serie 'Fotografia d'amore'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                                         Flash

                                                                                                                                                       Certo l’avrai già capito ormai
Dei miei occhi il solo obbiettivo sei
Tragico il mio tentativo che vuol celare l’ipnosi che hai se di me
Che mentre parli  sogni dei tuoi sogni il mondo intorno è sfondo e niente più
 

 


 

Pov Emmett
 
Non avevo mai amato gli studi e non avevo mai avuto la minima intenzione di proseguirli,per questo finito il liceo mi ero subito messo alla ricerca di un lavoro. Inizialmente mio zio mi aveva offerto un lavoro nel suo studio legale come segretario, ma ero  negato e avevo rinunciato. Così avevo  deciso di cambiare aria e di contare solo sulle mie forze, dopo molte peripezie e un’infinità di colloqui finalmente avevo trovato lavoro come addetto alle luci per un’agenzia di fotografi .
All’inizio non è stato certo facile ero il novellino, quello a cui venivano affidati tutti gli incarichi possibili e immaginabili tranne i compiti che realmente mi competevano, poi con il tempo e soprattutto grazie alla mia stazza le persone hanno iniziato a rispettarmi. Infatti quando ho iniziato a lavorare, all’incirca avevo diciannove anni, ero alto ma smilzo, ero gracile e facilmente oggetto di botte e bersaglio per scherzo. Crescendo però sono cambiato, eccome se sono cambiato, per non essere più deriso e umiliato ho iniziato ad andare in palestra per irrobustirmi e ci sono riuscito. Ora è difficile che qualcuno provi ad attaccar briga con me, anzi alcuni mi temono anche se non sono pericoloso.
È strano come la vita di una persona possa cambiare da un momento all’altro.
Ero immerso nei miei pensieri quando il cellulare iniziò a vibrare. Solo una persona poteva chiamarmi a quell’ora sapendo che ero a lavoro: mia sorella. Infatti a confermare i miei sospetti fu il nome sul display. Con la scusa del bagno mi congedo dagli altri, e vado a rispondere.
<< Pronto Alice >>
<< Em è successo un guaio enorme, stratosferico ho bisogno necessariamente di te. Ti prego ne va della mia vita >> Alice parlava come sempre a macchinetta e a una velocità sorprendente, spesso nessuno riusciva a seguire il suo ritmo e si perdeva qualche parole, o tutte.
<< Aly stai calme cos’è successo di così catastrofico? >> le catastrofe andava inteso in senso lato con Alice. Una volta mi aveva fatto correre da un capo all’altro della città solo perché le si era smagliata una calza e mi aveva detto, urlando e con occhi da pazza che “non poteva uscire conciata in quel modo”, peccato che nessuno poteva notare l’enorme tragedia visto che lei indossava i pantaloni. Ma che ci posso fare è mia sorella e le voglio bene, anche se avvolte la strozzerei.
<< Oh rischio seriamente che la mia rivista venga chiusa o peggio ancora che qualcun altro ne diventi  il capo. No , non posso permetterlo ….. >> ed ecco che era partita con i suoi film, quando era in difficoltà o sottostress non rendeva molto e per di più iniziava a dare di matto  << e per questo che mi serve il tuo aiuto >>
<< Scusa come? >> ero distratto e non sono riuscito a seguire il suo discorso.
<< Oggi Armani ha concesso  in esclusiva alla mia rivista un servizio fotografico sulla sua nuova campagna. E  il mio migliore addetto alle luci ha pensato bene di andare a trovare la moglie in ospedale. Ma dico io proprio ora doveva partorire, ha aspettato nove mesi un giorno in più non le faceva mica male… ufff >>
<< Alice calmati, mi libero e vengo da te. Ma non hai altri addetti? >>
<< Si ma tu sei il migliore, non posso di certo fare una figuraccia con Armani… dico Armani >>
<< va bene … tra poco arrivo >>
Mia sorella è davvero impossibile, ma un po’ la capisco. È difficile per lei reggere le stress e le pressioni  del suo ruolo. È riuscita in poco tempo ad aprire una rivista di moda e a farla diventare rinomata, e tutto con le sue sole forze. Molti non aspettano altro che un suo passo falso per farle le scarpe, ma non è così facile riuscirci.  Alice ne sa una più del diavolo, ha un fiuto eccezionale per gli affari e per di più ha la passione per la moda.
Ritorno in sala, dove gli altri stanno ancora confabulando sulla nuova arrivata che  non ho ancora visto. E l’informo di avere un imprevisto e di dover andare via. Nessuno mi fa domande, anche perché oggi non c’è bisogno di me così sono libero.
Salgo in macchina e mi dirigo  alla  redazione della rivista di mia sorella  “Vanità e Tendenza”, ci impiego davvero poco tempo perché non trovo traffico.
Quando mia sorella mi vede mi corre incontro e mi abbraccia. << Oh Emmett per fortuna sei arrivato >> è davvero uno strano spettacolo vedere me e mia sorella vicini, abbiamo più o meno gli stessi tratti, anche sei miei sono più marcati, entrambi abbiamo gli occhi azzurri e i capelli neri ma io sono alto e robusto mentre lei è bassa e minuta. Avvolte ho paura anche solo di farle una carezza per paura di spezzarla.
<< Super Emmett è arrivato al suo servizio >>
Lo sguardo di Alice cambia, da preoccupato e cuccioloso diventa quasi spaventoso. E in meno di un secondo si attivala modalità gestapo . Divento praticamente  il suo schiavo personale.
Arrivati sul set del servizio noto che c’è già José  il fotografo. È un tipo in gamba, è un bravissimo ragazzo e per di più è simpatico, senza contare che ha una certa bravura con la macchina fotografica.
<< Ciao Emmett, vedo che come sempre tua sorella riesce ad ottenere ciò che vuole >> mi dice José quando mi vede arrivare << Che posso farci è la mia sorellina, non le negherei niente, e questo lo so io e lo sa anche lei per questo ne approfitta >>
<< Dai gigante dammi una mano a studiamo le luci, non manca molto all’arrivo delle modelle >>
“Le modelle” che noia!!! Molti miei amici mi invidiano, perché posso vedere quelle sventole dal vivo ma a me non fa ne caldo ne freddo, sono tutte così antipatiche, sicure di se e arroganti. Si credono di essere speciali e di averla d’oro …. Beh si sbagliano di grosso. E poi anche se posso vederle non è detto che possa toccare e come dice il detto “Vedere e non toccare sono cose da crepare” non sono proprio sicuro che sia così, ma rende l’idea.
<< Agli ordini capitano! >> dico per prendere in giro José.
Dopo aver sistemato le luci facciamo entrare le modelle, che nel frattempo  sono  arrivate.
Ci sono due ragazze e un ragazzo. Io li guardo di sfuggita, non mi piace prestargli troppa attenzione che poi si gasano ancora di più. Ma non posso fare a meno di notare Lei. È la ragazza più bella che io abbia mai visto. È alta, dal fisico longilineo. Ha i capelli biondi, lunghi e lisci sembrano soffici come la seta. Il suo sguardo è penetrante e ammaliante, sono rimasto ipnotizzato da quegli occhioni blu. Sembra un angelo, un angelo venuto a turbare il mio cuore e a portarlo via.
<< Emmett siamo pronti? >> le parole di José mi fanno rinsavire e stacco gli occhi dal volto di quella venere.
<< Si  José è tutto pronto , possiamo iniziare >>
Iniziano gli scatti e non posso fare a meno di guardarla. La mia attenzione però non si sofferma più solo sul suo viso ma vaga sul suo corpo… e che corpo!!!
Ha due gambe lunghe  e sensuali, per non parlare delle gemelle che mi chiamano e mi ammaliano.
Il suo turno di foto è finito e José chiama l’altra ragazza. Ma io seguo con lo sguardo ogni spostamento dell’angelo. Il suo corpo si muore in maniera sexy, i suoi fianchi sembravano cullati dalla marea.
Nella mia mente avevo impresso il suo viso e il suo corpo.
 
Finite le foto le modelle tornarono ognuna a casa loro e così feci anch’io.
Dopo aver salutato mia sorella e José presi le chiavi e mi diressi all’auto, che avevo parcheggiato davanti all’ingresso principale, e andai a casa.
 
Il giorno seguente avevo appuntamento con alcuni amici vicino a Calacupi*, un paesino sperduto tra le montagne,per fare un picnic. Quando mi svegliai mi accorsi che erano già le undici e l’appuntamento con gli altri era alle dieci e mezza, la sveglia non aveva suonato e così fui costretto ad andare da solo.
Dopo aver fatto colazione andai a farmi la doccia, gelata. Per mia somma fortuna non c’era  l’acqua calda perché si era di nuovo rotta la caldaia.
Non conoscendo la strada mi affidai al navigatore, ma avevo fatto un altro errore. Perché una volta lasciata l’autostrada era tutto un intreccio di stradine e vicoletti che non erano presenti nel mio navigatore.
Certo la giornata era iniziata veramente male,non poteva certo andarmi peggio. Ma mi sbagliavo di grosso, infatti a confutare la mia tesi fu il motore della macchina, che dopo aver “tossito” convulsamente si spense. Avevo provato più volte a farla ripartire, ma niente era morta e la cosa peggiore era che la macchina si era fermata in mezzo al nulla dove non prendeva neppure il cellulare.
Decisi di aspettare che qualche automobilista si fermasse per prestarmi soccorso.
Le mie preghiere vennero accolte, perché dopo una ventina di minuti si fermò un motociclista.
Dal casco mi giunse la sua voce ovattata che mi chiedeva in tono ironico <<  Serve aiuto? >>
<<  Magari proprio non ne vuole sapere di ripartire  >>.
Il motociclista scese dalla moto e si tolse il casco. Se fossi stato in un fumetto la mandibola mi sarebbe di sicuro caduta a terra e gli occhio mi sarebbero usciti dalle orbite per la sorpresa. Fortunatamente non manifestai così apertamente il mio stupore.
Il motociclista era una donna e non una qualsiasi ma l’angelo.
<< Ti sei incantato? >> mi chiese sfottendo.
<< Ehmm … >>dopo essermi ripreso dallo shock risposi imbarazzato << No, no figurati >>

Sul suo volto era comparso un sorrisetto sornione, di chi la sa lunga. Certo era consapevole della sua bellezza e dell’effetto che faceva agli uomini.
<< Diamo un’occhiata a questo rottame >>
<< Ehi non insultare la mia panda, ha una certa età e potrebbe risentirne >>
 << Ne risente eccome, mi dispiace informarti che è morta, andata. Non c’è niente da fare. Se vuoi ti do io un passaggio in città con la mia moto >>.
Non mi ero di certo dimenticato che avevo un appuntamento con i ragazzi, ma ero già in ritardo e se la scelta era tra i miei amici e quella donna, beh mi sembrava anche abbastanza scontata la risposta.
<< Grazie, accetto con piacere >>
Non era la prima volta che andavo in moto, ma sicuramente era la prima volta che viaggiavo reggendomi ad una ragazza. La tipa correva molto e più di una volta ho temuto di perdere la vita e di cadere, non potevo certo aggrapparmi come un polipo a lei mi avrebbe sicuramente scambiato per un maniaco.
Per arrivare a casa dovetti indicarle la strada.
Mi sentivo un fallito,dove era finito l’uomo pieno di se e spavaldo? Questa donna mi destabilizzava ed era solo la seconda volta che la incontravo.
Sceso dalla moto le restituii il casco di riserva che mi aveva prestato.
Parlai senza pensare, non potevo permetterle di andarsene, chi sa quando l’avrei rivista.
<< Sei la mia salvatrice >> cavoli non potevo trovare un approccio peggiore, così penserà che sono un idiota, una femminuccia  << Come posso sdebitarmi? Che ne dici se domani ci vediamo a pranzo? Offro io >>.
Il suo sguardo si fece pensieroso e subito mi maledii,era una modella e loro non mangiavano quasi mai per mantenere la linea come era possibile che fossi così scemo … quel giorno non me ne andava bene una.
<< Ma si! Si può fare >> la sua voce mi riscosse dai mille insulti che mi stavo rivolgendo << Senti ti lascio il numero, così mi fai sapere. Va bene? >>
<< Certo >>.
Dopo aver digitato il suo numero sul mio cellulare mi salutò,si rimise il casco e diede gas al motore. Era troppo spericolata.
Guardavo ogni tanto quel numero temendo fosse un sogno, ma non era affatto così. Anche se un dubbio rimaneva e se mi avesse dato il numero sbagliato? Continuavo a pensarci quando mi venne in mente di chiamare il carro attrezzi per andare a prendere la mia vecchia panda su quella stradina sperduta.
 
La sera stessa l’avevo chiamata e con mio grande stupore il numero era esatto. Decidemmo di  andare a pranzare l’indomani in un ristorantino al centro, non troppo distante da casa mia. Non potevo fare la figura dell’idiota ulteriormente  e farmi venire a prendere da lei.
Al ristorante stavo davvero bene. Non era altezzosa ,piena di se e finta, come le altre modelle con cui avevo avuto il dispiacere di parlare ma al contrario era molto umana. Dopo quel giorno ne passammo molti altri insieme. E ogni giorno era buono per studiarla per capirla e per innamorarmi sempre di più di lei.

Il suo viso quando rideva si illuminava, la sua voce era melodiosa.
Cerco di imprimere nella mia memoria tutti i suoi gesti e le emozioni che riesco a carpire dai suoi stupendi occhi azzurri. Quando parla tende a gesticolare. È bellissima.
<< Sai Emmett sei davvero simpatico >> ecco la tranvata sta per arrivare, continuerà dicendo : è un vero piacere parlare con te… mi piacerebbe avere un amico come te! E qui entrerebbe di nuovo in scena Emmettone l’amicone.
<< Allora …? >> mi ero estraniato un’altra volta e non l’avevo ascoltata. Sembrava nervosa perché non faceva che mordersi ripetutamente le labbra.
<< Scusa ma … non ho sentito mi sono perso nei miei pensieri e …. >>
<< Senti caro io non sono una di quelle modelle galline che bastano due paroline dolci e subito cadono ai tuoi piedi …. Sai ho un cervello pensante e gradirei di essere ascoltata quando parlo. Io ti credevo diverso >> era veramente arrabbiata  e nella sua voce leggevo la delusione. Quando ebbe finito di  parlare se ne stava andando, ma la bloccai.
<<  Aspetta non volevo insultarti in nessun modo e solo che … non penso molto e quando lo faccio riesco a sentire solo me stesso >> la buttai sullo scherzo, e per fortuna funzionò. Infatti l’espressione sul suo volto pian piano si addolcì e si mise a ridere << potrei ora sapere cosa mi stavi dicendo prima? >>
<< Si, anche se proprio non te lo  meriti … mi chiedevo se … oh al diavolo!! >> dopo aver pronunciato quelle parole mi prese per il bavero e mi baciò.
Il bacio fu lento e dolce, ma allo stesso tempo eravamo entrambi smaniosi  di approfondirlo.
Quando si staccò mi sussurrò, rimanendo vicino alle mie labbra << Era più o meno questo quello che ti avevo detto prima >>.
 
 
Ciao a tutti :D nella mia storia non può certo mancare Rose, però ho voluto inserire l’incontro dei due in un missing moment per non divagare troppo con la storia. Ho cercato di descrivere una Rose più temeraria e sicura di Emmett, che considero un po' un cucciolotto XD
un bacio a tutti spero vi sia piaciuto.
* ovviamente il nome del paesino è inventato, non voglio dare una vera e propria collocazione geografica alla storia, in modo tale  che voi che leggete abbiate la possibilità di far viaggiare la fantasia

  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: 4lb1c0cc4 Herondale