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Autore: _Lollipop_    20/11/2010    3 recensioni
[Sequel di "Io sono Tom! Io sono Bill!"]
E se dopo cinque anni Sara si trovasse a contatto ravvicinato con due vecchi amici? E se la loro presenza non fosse poi così ben voluta? E se alcuni imprevisti troncassero una nuova storia d'amore sul nascere?
"-Buongiorno signor Jost- aveva salutato, sorridendo cordialmente, l'uomo seduto dietro la scrivania che riordinava dei fogli. David aveva alzato lo sguardo da quella pila di carta e le aveva altrettanto sorriso.
-Buongiorno signorina Lena- aveva risposto lui incrociando le mani sui fogli e invitandola a sedersi con lo sguardo. Sara aveva immediatamente obbedito, accomodandosi sulla sedia di fronte all'uomo e osservandolo in attesa che parlasse.
-Signorina Lena, ci tengo a farle presente, che mi è stata raccomandata come una delle migliori, e più giovani, tecniche e arredatrici di tutta la Germania. Ripongo molta fiducia in lei. Il palcoscenico per il nuovo tour dev'essere sorprendente. Per questo l'abbiamo contattata. Crede di riuscire ad accontentarci?-
-Certamente signor Jost, non ci saranno problemi. Potrei sapere per chi dovrò lavorare?-
-Conoscerà i ragazzi tra poco(...)"
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutte! Sono tornata con il sequel di "Io sono Tom! Io sono Bill!" e spero vivamente che vi piaccia! Mi piacerebbe ritrovare le vecchie lettrici e magari anche qualcuna di nuova *-*! Fatemi sapere se il primo capitolo vi piace, ci tengo molto. Un grande bacio e ancora grazie mille! :)

The mirror of soul

Chapter one:

 

L'orologio segnava le undici nello studio di registrazione di Amburgo.

-No! No! No! Ragazzi non ci siamo!- aveva esclamato David Jost nel microfono della sala prove. I quattro ragazzi si erano passati, rassegnati, una mano sul viso. -Fate una pausa! Prendete un caffè, fumate una sigaretta, quello che vi pare! Ma vi rivoglio qui, tra dieci minuti, freschi e pronti per le prove!- aveva dato una pacca sulla spalla a Saki, appostato all'entrata, ed aveva svoltato nel corridoio. La band aveva seguito i suoi passi e poi aveva svoltato a destra, nell'altro corridoio bianco.

-Io vado a fumarmi una sigaretta- aveva annunciato Tom svogliatamente per poi dirigersi in giardino.

-Ma che ha?- aveva domandato Gustav a Bill, indicando con il pollice il ragazzo che si allontanava. Bill si era limitato ad alzare le spalle.

-Dopo indagherò, ora ho bisogno di un caffè-

-Ti appoggio- aveva concordato Georg, dirigendosi verso il bar, seguito dagli altri due.

 

Tornando, invece, a una mezz'oretta prima, in una villetta in centro Amburgo, due ragazze parlavano animatamente tra loro.

-Sei perfetta! Ora, scollati da quello specchio e sali in macchina!- aveva esclamato la biondina con aria da: “Me ne sbatto altamente di quel che pensi”, esasperata.

-Devo essere più che perfetta! È il primo giorno di lavoro, devo dare una buona impressione!- aveva risposto l'amica, inforcando un ultimo ciuffo di capelli neri con una forcina.

-Sì ma la buona impressione non la fai di certo arrivando in ritardo!- aveva ribattuto Helen osservando interessata una ciocca dei suoi capelli biondi rigirata intorno al dito.

-Ok, ok ho finito!- aveva sentenziato infine infilandosi un paio di stivaletti neri con tacco di almeno dieci centimetri. Si era guardata un ultima volta allo specchio prima di sorridere. Erano cambiate molte cose in cinque anni. Era diventata alta e, le frequenti sedute di palestra le avevano permesso un fisico asciutto e invidiabile. Quella mattina, un paio di jeans scuri le fasciavano le gambe lunghe e snelle, il busto armonioso era coperto da una stretta magliettina bianca a maniche lunghe e una cintura, anch'essa nera, era legata in vita rendendola a dir poco incantevole. Aveva legato i lunghi capelli lisci in una coda di cavallo così che il suo visino raggiante fosse completamente ammirabile. E il poco trucco adoperato consisteva in un po' di fard chiaro sulle guance, tanto mascara per volumizzare il verde profondo dell'iride e una passata di lucidalabbra trasparente sulle labbra, il tutto le conferiva un'aria di professionalità.

Sì, era pronta. Aveva udito due prolungati colpi di clacson e, alzando gli occhi al cielo con un docile sorriso, era uscita di casa dirigendosi in strada.

-Arrivo, arrivo!- aveva strillato affiancando la bionda sul sedile del passeggero.

-Di certo non ti daranno un premio per la puntualità!-

 

Venti minuti dopo erano davanti allo studio, poco prima delle undici. La mora aveva fatto una veloce linguaccia all'amica facendole presente la puntualità dell'appuntamento e poi era scesa dall'auto salutandola.

-Ti aspetto al solito bar per l'una. Buona fortuna Nana!- le aveva augurata chiamandola con il solito soprannome senza senso. Lei le aveva schioccato un bacio in aria ed era poi entrata nello studio con aria sicura, dirigendosi all'ufficio del signor Jost per l'appuntamento. Aveva battuto un pugno contro il legno scuro della porta ed era entrata all'udire della parola avanti.

-Buongiorno signor Jost- aveva salutato, sorridendo cordialmente, l'uomo seduto dietro la scrivania che riordinava dei fogli. David aveva alzato lo sguardo da quella pila di carta e le aveva altrettanto sorriso.

-Buongiorno signorina Lena- aveva risposto lui incrociando le mani sui fogli e invitandola a sedersi con lo sguardo. Sara aveva immediatamente obbedito, accomodandosi sulla sedia di fronte all'uomo e osservandolo in attesa che parlasse.

-Signorina Lena, ci tengo a farle presente, che mi è stata raccomandata come una delle migliori, e più giovani, tecniche e arredatrici di tutta la Germania. Ripongo molta fiducia in lei. Il palcoscenico per il nuovo tour dev'essere sorprendente. Per questo l'abbiamo contattata. Crede di riuscire ad accontentarci?-

-Certamente signor Jost, non ci saranno problemi. Potrei sapere per chi dovrò lavorare?-

-Conoscerà i ragazzi tra poco. Le faccio fare un giro dello studio. Mi segua- il manager si era alzato, sistemando gli ultimi fogli al loro posto, e aveva poi aperto la porta, lasciando uscire per prima la giovane.

 

Il rapido giro che le aveva fatto fare non le era bastato più di tanto a memorizzare le trecentoventicinquemila stanze di quello studio. David la stava accompagnando fino alla sala relax per farle conoscere i ragazzi e tentava di mostrarle le ultime stanze. Erano appena entrati e si stavano dirigendo al bar.

-Eccoli lì. Facciamo le presentazioni- aveva esclamato indicando i tre ragazzi seduti a bere un caffè. Sara aveva lentamente spalancato gli occhi facendoli arrivare a una grandezza anormale. L'unica parola che riusciva a produrre il suo cervello era: merda, merda, merda, merda, merda, merda, merda, merda...

Bill si era voltato, sentendosi osservato, e la sua espressione non era tanto diversa da quella della ragazza. La parte razionale di lei, quella che non guardava il Bill che aveva davanti ma quella che valutava i pro e i contro, le suggeriva di girare i tacchi e andarsene da quella stanza il prima possibile; la parte di lei che agiva d'istinto, invece, le suggeriva solo di correre verso quella specie di porcospino e stringerlo anche fino a quando non lo avrebbe soffocato. E la seconda aveva vinto sulla prima opzione nel momento in cui aveva visto il moro alzarsi senza smettere di fissarla. Aveva fatto una piccola corsa verso di lui e gli era praticamente saltata in braccio. Aveva stretto le braccia intorno al suo collo e si era beata della ferrea stretta che subito l'aveva avvolta. Si era concentrata per trattenere le lacrime che, per l'emozione, minacciavano di scendere.

-Sara! Che diamine che fai qui?- aveva esclamato sorridendo sornione e rimettendo la ragazza atterra.

-Oddio Bill!- era riuscita semplicemente a dire, abbracciandolo di nuovo.

-Che hai fatto hai denti? Sono perfetti!-

-La stessa cosa che ci hai fatto tu, castoro!- aveva affermato ridendo felice, per alleggerire l'aria.

-Georg! Gustav!- aveva agitato la mano salutandoli entrambi che poi, amichevolmente, l'avevano abbracciata.

-Allora? Vuoi spiegarmi cosa ci fai qui?- le aveva di nuovo domandato Bill.

-Sarà l'arredatrice che metterà insieme il palco- aveva risposto Jost affiancandoli -Vedo che già vi conoscete, quindi non c'è bisogno di fare le presentazioni. Dov'è il moccio vileda di tuo fratello?- aveva infine domandato a Bill.

-Primo: EX moccio vileda; secondo: dovrebbe essere fuori a fumare una sigaretta- Sara si era improvvisamente raggelata sul posto. L'idea di rivedere Tom non l'allettava affatto. 

  
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