3.
So long and Goodnight –
Prompt #52: Amaro
[“Remembering
Sunday” – All Time Low; “Helena” – My
Chemical Romance]
I
quotidiani parlavano di lui. E i telegiornali riempivano gli schermi
di sue immagini, l’esemplare unico, quella scattata in carcere
con il numero di riconoscimento, senza trucco, i capelli
scarmigliati.
Due
settimane prima che fuggisse dagli arresti domiciliari avevano smesso
di vedersi e di parlare. Una delle solite pause, credevano, durante
le quali bazzicavano locali, donne o uomini, bevevano, inghiottivano
qualche pastiglia.
Prima
che scomparisse non aveva mai pensato, effettivamente, a come sarebbe
stata la vita senza Ronald. Provò quella sensazione, quella
consapevolezza che non l’avrebbe rivisto, nel scorgere il suo
profilo che veniva definito quello di un uomo ricercato, che stava
contravvenendo alla legge e che sarebbe finito in prigione senza
alcuna ombra di dubbio.
Era
saturo. Era pieno di bugie, di ricerche di Ronald che non faceva
altro che scroccare soldi, e guardarlo con degli occhi iniettati di
sangue; Ronald che era cambiato totalmente, che si passava le dita
tra i capelli di frequente con l’espressione frustrata.
Aveva
addirittura rubato a casa di uno dei loro amici. Dopo quel casino
sembrava essersi calmato: era stato un bel periodo. Permetteva a Max
di accudirlo, gli preparava la colazione e lo coccolava, andava a
fare la spesa, curava una piantina che aveva comprato e sistemato sul
davanzale. Era durato una settimana l’idillio. Poi era sparito.
Di nuovo.
Sgranocchiava
i cereali seduto al tavolo della sua cucina. Non poteva dire come
stesse reagendo, e non aveva uno specchio di fronte la faccia, ma
immaginava che avesse assunto un colorito giallognolo.
Avrebbe
preferito morire che arrivare a quel punto senza ritorno.
Non
sarebbe più entrato dalla porta secondaria, senza bussare o
domandare “permesso”, afferrandolo da dietro e
trascinandolo fino al divano – o costringendolo a stendersi
direttamente sul pavimento, tra un sorriso sofferente e una lacrima e
un “scusami” falso o vero che fosse – e rabbuiando
un’intera villetta con la sua presenza eppure rendendola la più
bella del mondo per Max.
Non
avrebbe più potuto sfiorare Ronald, non avrebbe più
potuto mordergli le labbra né sentirsi stringere dalle sue
mani i fianchi.
E sarebbe stato così per sempre.