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Autore: Miss_OneUp    21/11/2010    1 recensioni
Ciao a tutti... Volevo raccontare questo fantastico pomeriggio, e cos'è meglio che una fanfict? Buona lettura.
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Erano circa le quattro e mezza, pioveva a dirotto. Ero appena uscita dopo un lungo pranzo familiare, ero felice, sapevo cosa dovevamo fare dopo. Salita in macchina ho iniziato a guardare il finestrino; non vedevo l’ora di arrivare. Aspettavo quel momento dalla sera prima, una fredda sera in cui era stato pianificato. Appena arrivati davanti a quel portone dorato, lei scese. Ero davvero contenta. Sapevo cosa dovevamo fare, questo da un lato mi rendeva nervosa, da un altro ero fottutamente felice di quello che sarebbe accaduto.
Appena arrivati davanti casa avevo mille pensieri, buoni e cattivi. Mentre salivo le scale, le scale di casa mia, mi parve di non riconoscere nulla, di vivere in un mondo diverso.
Entrate nella mia camera, quasi una scatola di confetti, piena di peluches e con le pareti rosa, segno della mia infanzia, che in quel momento mi parevano familiari come una città mai vista.
 Mi sbragai a terra, tipo sacco di patate. Ero orribile, eppure lei mi trovava carina. Io trovavo dannatamente sexy quel suo corpo, ma lei non voleva crederci, era convinta che scherzassi. Non sapevamo che fare, ci vergognavamo come due ladre. Eravamo costrette a fare una cosa, una dannata cosa che avevamo fatto entrambe circa cinquanta volte, ma era come se fossimo alle prime armi.
Dopo circa un’ora a fissarci nei nostri occhioni marroni abbiamo preso una decisione:
-Contiamo fino a 10-
-Ok, ma quando cominciamo a contare?-
Dopo quelle parole siamo scoppiate a ridere, entrambe fissando i nostri sorrisi, che nascondevano nervosismo, questo è ovvio.
Ad un certo punto ho detto:
-Bhè, se non contiamo noi, sarà il mio cellulare a farlo!-
Ho sfilato lentamente il telefono dalla tasca e tra le opzioni ho cercato il cronometro.
-Ok, quando arriva a 10 lo facciamo!-
Sono stati i 10 secondi più lenti della mia vita. Ero combattuta tra due sentimenti: inquietudine e passione. Ma quei fottuti dieci secondi non mi diedero molto su cui pensare, e istintivamente scoccato quel fatidico momento, le nostre labbra si sono incontrate.
Piene d’ incertezza, tremanti rimasero congiunte per ventitré secondi. Non sapevo cosa pensava, sapevo però i miei di pensieri, ero felice. Oh cazzo se ero felice!
Lo avevo desiderato per tanto tempo, mi ero chiesta come fosse, e in quel momento l’avevo scoperto. Mio Dio quanto mi piaceva. Finiti quei secondi, quei meravigliosi ventitré secondi ci siamo staccate. Abbiamo abbozzato entrambe un sorriso idiota e, senza nemmeno rifletterci, ecco le nostre labbra di nuovo unite, questa volta per dieci minuti. Le nostre mani si muovevano frenetiche, entrambe sapevamo che dovevamo controllare quegli istinti, quei cazzo di istinti che tutti sanno, è difficile controllare. Ho passato gran parte di quei dieci minuti a pensare a lei, al suo corpo senza quei dannati jeans e quella felpa della Pickwick che ho sempre adorato. In quel momento però, volevo si disintegrasse al mio tocco.
Quando le nostre labbra si sono staccate, volevo strappargli quei fottuti vestiti da dosso, ma mi sono trattenuta, e credo anche lei. Entrambe dentro di noi ci sentivamo due cessi, ma lei trovava me sexy e io pensavo lo stesso di lei.
-Ahia, le ossa!- Abbiamo esclamato insieme.
Riaccese le luci eravamo consapevoli che non potevamo trescare tutto il fottuto pomeriggio, anche se era il desiderio di entrambe, e non solo trescare.
-Ok, ora che si fa?- Mi ha domandato lei, come se io sapessi la risposta.
-Bhè, abbiamo diverse opzioni: mangiare, guardare la tv o continuare a pomiciare-
-Possiamo trescare mentre guardiamo la tv, e poi mangiare, sempre guardando la tele-
-Ok, ci sto-
Finita una sostanziosa merenda ed una dose di Grande Fratello ci siamo sdraiate su una coperta, a terra. Dio quanto era bella! Non ho idea di cosa mi abbia trattenuto dal saltarle addosso e strapparle i vestiti.
-Sei troppo figa!- Ho esclamato
-Non è vero- Ha detto lei –Sei tu la figa qui!-
Insomma, eravamo d’accordo. Volevamo entrambe la stessa cosa. Non c’è voluto molto per ricominciare a succhiarci le labbra. Questa volta le nostre mani si muovevano sotto le magliette. In quel momento ho pensato:
“Perché cazzo di motivo esiste la verginità?”
Tanto prima o poi tutti la perderemo. Cosa l’hanno fatta a fare??
Il nostro bacio, che presto sarebbe degenerato è stato interrotto da una telefonata. Una telefonata che le imponeva di tornare a casa. Scese quelle scale, che ora mi sembravano più familiari che mai, ci siamo sedute sul divano, aspettando mia madre. Abbiamo ricominciato, come due ventose, una attaccata all’altra.
Il rumore dei passi ci ha fatto smettere. Siamo uscite, ancora quella dannata pioggia, e salite in macchina. Volevo saltarle addosso, ancora una volta. Arrivate di fronte casa sua, lei è scesa. Volevo seguirla, ma non potevo. Sempre sotto la pioggia, che iniziava a finire, sono tornata a casa, dopo quel pomeriggio, quel bellissimo pomeriggio, che, purtroppo, dovrò far finta sia stato come tanti altri.
 
  
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