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Autore: isfinejustcarryon    21/11/2010    1 recensioni
Alcune coseprima di iniziare : I personaggi principali hanno tutti sedici anni mala mia storia parte dagli eventi del calice di fuoco, Voldemort è tornato ma solo Harry ne è a conoscenza oltre tutti i figli dei mangiamorte; visto che nella mia storia ho inventato molti personaggi e per l’appunto figli di questi ultimi. Basata sulla casata serpeverde e sul filo da torcere che daranno ai conosciutissimi grifondoro. In questa storia vi farò conoscere la mia idea di quello che la Rowling non ci racconta, del divertimento e degli eccessi che avvengono tra le mura della rinomata scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Serpeverde
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Divide et impera

Alcune cose prima di iniziare : I personaggi principali hanno tutti sedici anni ma la mia storia parte dagli eventi del calice di fuoco, Voldemort è tornato ma solo Harry ne è a conoscenza oltre tutti i figli dei mangiamorte; visto che nella mia storia ho inventato molti personaggi e per l’appunto figli di questi ultimi. Basata sulla casata serpeverde e sul filo da torcere che daranno ai conosciutissimi grifondoro.

In questa storia vi farò conoscere la mia idea di quello che la Rowling non ci racconta, del divertimento e degli eccessi che avvengono tra le mura della rinomata scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.

 

Slytherin

 

Cause baby you're a firework
Come on show 'em what your worth
Make 'em go "Oh, oh, oh!"
As you shoot across the sky-y-y

 

Firework – Katy Perry

 

Theodore Nott stava spostando il suo sguardo dall’entrata della sala grande al suo centro, era nervoso, lo si poteva vedere chiaramente. Ogni tanto abbassava lo sguardo sulle mani che si intrecciavano e scioglievano in un movimento continuo e si lasciava andare a un sospiro rumoroso e frustrato, agitazione.

Stavano per finire di sistemare i nuovi arrivati nelle suddette case e ancora mancavano due persone di cui non si era vista nemmeno l’ombra.

Riprese a tormentarsi il cervello pensando a tutti i possibili contrattempi che potevano essere sorti, ma niente. Non ne riusciva a venire a capo e la cosa non faceva che infastidirlo. Insieme a lui si univa il resto del gruppo che incominciava ad agitarsi vedendolo agitato e preso da quell’istinto che certamente nel giro di pochi minuti, lo avrebbe portato a strapparsi i capelli biondi.

Si sa che quando si fa innervosire un serpeverde, l’atmosfera si incomincia a scaldare con parole poco misurate provenienti da bocche che al momento rimanevano in silenzio, trattenendosi dal dire qualcosa di poco inopportuno.

Attirare l’attenzione in quel momento sarebbe stato davvero sconveniente.

Un serpeverde in particolare sembrava aver esaurito la dose di pazienza.

“Porco Godric Theo! Smettila o ti schianto” sibila una foce furiosa due posti più in là.

Draco Malfoy lo stava osservando dall’inizio della cerimonia, ormai finita.

Era da quella mattina che Nott aveva assunto un comportamento bizzarro, come se qualcuno gli avesse lanciato una fattura. Aveva cercato più volte di ottenere una risposta a quel suo strano modo di comportarsi, non era mai successo prima, dato il suo carattere di indole tranquillo e indifferente.

Morale della favola: nessun incantesimo, nessuna malattia e nessuna risposta alle sue, insistenti, domande.

Gliene aveva fatte talmente tante che ad un certo punto si era trovato snervante da solo. Brutto segno.

Draco non riusciva a capire perché si preoccupasse così tanto per lui, era suo amico, uno dei migliori all’interno del loro gruppo, ma allontanò l’idea di essere angosciato solo per questo motivo, doveva essere per qualcos’alto, lui non si preoccupava mai di nessuno eccetto che di se stesso.

Doveva essere sicuramente per l’agitazione che indiscutibilmente gli aveva trasmesso, come al resto del gruppo.

“Si può sapere che cos’hai?” chiede Blaise interrompendo per un attimo le mani di Theodore poggiandoci sopra le proprie violentemente.

Rumori. Rumori di una porta che si sta per aprire.

La porta della sala grande, chiusa, si stava per aprire.

In un gesto involontario alzò la mano verso il compagno di casa intimandogli di fare silenzio.

“Non osare dirmi di tacere” soffia il ragazzo guardandolo rabbioso e ricevendosi un altro ammonimento. In quel momento la porta si spalancò.

Fecero il loro ingresso davanti a tutta la sala due persone che senza guardare nessuno in particolare andavano dritte verso la loro meta, la professoressa McGranitt.

Theodore stava trattenendo il fiato osservando le due figure avvicinarsi alla donna che le osservava con disappunto, erano in ritardo e non lo avrebbe accettato senza fargli una ramanzina.

“Vi sembra l’orario di presentarvi? Giusto in tempo, stavo per far portare il Cappello Parlante nell’ufficio del preside” afferma osservando in tralice i due individui “prego” disse indicando lo sgabello in legno di fronte a loro.

Una ragazza dai capelli rossi e dallo sguardo furbo si sedette sul seggiolino, scomodo come tutti sapevano. Mentre il Cappello Parlante prese a fare i suoi monologhi lei si limitava a guardarsi le unghie e ogni tanto a sistemare la gonna nera sulle gambe ordinatamente accavallate.

“Serpeverde” affermò in fine il copricapo, venne tolto dalla testa della signorina che per niente sorpresa si alzò dirigendosi verso il lungo tavolo occupato dalla casata verde-argento. Quando prese posto alzò la testa in direzione della McGranitt che, dopo aver fatto sedere l’altra ragazza, appoggiò il Cappello sopra la sua testa.

Un ghigno comparve sulle labbra della mora che sedeva sul panchettino quando, anche sua volta, fu accasata nella stessa dimora. Nessun monologo inutile, diretto e conciso. Serpeverde.

Gli sguardi si spostarono sulla sua figura mentre con passo lento si dirigeva alla tavola, molti si stavano chiedendo come due ragazze così grandi venissero ammesse così su due piedi al quinto anno, perché entrambe dovevano avere all’incirca sedici anni, un evento senza precedenti non c’era altro da dire.

Il silenzio si spezzò quando il preside diede inizio al banchetto e le tavole delle quattro casate vennero riempiete di leccornie.

La ragazza mora si sedette a fianco della sua compagna, quando alzò lo sguardo si ritrovò a fronteggiare Theodore Nott.

“Nyx” mormora il ragazzo di fronte a lei con tono neutro.

“Theodore” risponde di rimando quest’ultima.

Poco più in là quattro persone li stavano osservando impassibili chiedendosi e facendosi domande che presto avrebbero ottenuto risposte.

“Non ci presenti?” domanda la ragazza dai capelli rosso fuoco guardando Nott, lui sapeva bene dove voleva andare a parare e sapeva ancora meglio che non sarebbe stato per niente facile mettere al conoscenza dei fatti i suoi amici. Nessuno sapeva e sperava di tenerlo nascosto ancora per un po’ sapendo come erano fatti gli altri.

“Helena” mormora Theodore “non mi ricordavo fossi così impulsiva”

“Non ci vediamo da sei anni” dichiara Nyx “le persone cambiano”

Il ragazzo biondo si sentiva punto sul vivo, come se quelle parole fossero state ben misurate per farlo sentire in colpa abbastanza.

“Si può sapere chi sono queste due ragazze?” domanda Zabini ghignando nella loro direzione.

“on e ie rel” farfuglia a bassa voce Theodore Nott guardando da un’altra parte.

“Non ho capito, parla italiano” sbuffa Blaise impaziente “chi sono?”

“Ok” sospira Theo “sono le mie sorelle”

“Cosa?” chiede Draco alzando le sopracciglia stupito dal fatto che non gliene avesse mai parlato.

“Si, lei è Helena” dichiara spostando lo sguardo da Malfoy alla ragazza interessata.

“Piacer-”

“Sappiamo già chi siete, abbiamo sentito parlare di voi” ammette Helena guardando i presenti che assunsero un’aria sconvolta.

“Noi non abbiamo mai sentito parlare di voi però” dichiara Draco ghignando “dovete essere poco importanti a quanto pare”

“Non credere che tu sia l’incontrario” mormora Nyx guardandolo da sotto le ciglia “le cose che abbiamo sentito, magari, non sono belle”

“Tu chi saresti?” sogghigna Malfoy trovando interessante il suo tono strafottente.

“Lei è mia sorella gemella, Nyx” proclama Theodore osservandola, non se la ricordava così, era rimasto alla piccola ragazzina bionda con cui aveva quel legame speciale. Ma ricordava bene quanto aveva fatto male separarsi da lei e lasciarla andare insieme ad Helena in quella scuola prestigiosa in Norvegia. Non voleva nemmeno lei ma i loro genitori erano stati ben chiari, avevano perso del tutto i contatti da quella volta, nemmeno lui sapeva il motivo.

“Gemella? Ma se non vi assomigliate per un cazzo” ammette Dimitri Dolohov parlando per la prima volta e facendo saettare gli occhi verdi dalla ragazza al suo amico senza trovare una spiegazione plausibile.

“Infatti era bionda l’ultima volta che l’ho vista” dichiara pensando al colore quasi giallo grano del ricordo che aveva dei capelli della sorella.

“Non che tu gli assomigli di più sia ben chiaro” ribatte Dimitri guardando Helena che per un attimo si irrigidì.

“Sta di fatto che rimango sua sorella a priori” sibila la rossa colpita nel profondo zittendolo con un’occhiataccia e chiudendo lì l’argomento.

“In ogni caso, benvenute” sorride gentilmente Alexander Macnair, rimasto tutto il tempo ad osservare quella buffa situazione di fianco alla ragazza.

“Grazie” affermano entrambe e incominciando a fare quello che nessuno di loro aveva ancora fatto, mangiare.

 

Stavano andando verso i dormitori in un silenzio quasi religioso, insieme ai quattro ragazzi si erano aggiunte altre nove persone.

Daphne Greengrass, Pansy Parkinson, Millicent Bulstrode, Astoria Greengrass, Clio Rosier, Vincent Tiger, Gregory Goyle, Nicholas Yaxley, Artemis Travers.

Li conoscevano tutti, non di vista, non ci avevano mai parlato, ma conoscevano bene i loro genitori ed erano tutti figli di mangiamorte; tranne quelle quattro ragazze, la Bulstrode, la Parkinson e le due sorelle Greengrass, di loro non sapevano nulla, per il momento.

“Memento audere semper.” proclama Malfoy giunto davanti a una parete di pietra, un ingresso difficile da trovare se non si sapeva dove cercare ed era risaputo che i sotterranei di Hogwarts fossero un vero e proprio labirinto.

La pietra davanti ai loro occhi lentamente si aprì rivelando una sala comune ampia ed elegante, inondata da una luce verdognola e riscaldata da un imponente camino al suo centro, abbellito da statuette e teschi.

Dei divani in pelle nera erano situati di fronte alla fonte di calore, qualche poltrona dello stesso materiale faceva da arredamento negli angoli.

Nyx ed Helena seguirono il gruppo all’interno della stanza trovandola accogliente e osservandola da cima a fondo, mentre i ragazzi e le ragazze le osservavano in contemplazione, chiedendosi se la convivenza con esse sarebbe stata piacevole come lo era tra di loro, non volevano qualcuno che interrompesse il loro abituale modo di vivere, non gli piacevano molto le novità.

“I vostri effetti personali sono stati messi nella stanza che condividerete insieme a Daphne e Artemis” fa loro presente Malfoy “se avete bisogno di qualcosa potrete rivolgervi a loro due e se proprio dovrete a me”

“Tranquillo, non siamo delle rompi cazzo” dichiara atona Helena rivolgendogli un ghigno.

“Questo semplifica di gran lunga le cose” afferma Blaise scoppiando in una risata.

“Venite, vi mostro la stanza” sorride Artemis precedendole e facendole strada in un corridoio sulla destra.

Sorpassarono un paio di porte fino a quando non vennero fermate dalla sua voce, vennero condotte all’interno della camera rimanendo piacevolmente sorprese. Era spaziosa ed elegante come il resto d’altronde, quattro letti matrimoniali con i motivi della casata erano disposti in modo da non risultare troppo attaccati, così da dare ad ognuna di loro il proprio spazio. Le pareti in pietra impedivano che il calore proveniente da un camino al centro della stanza, strano e geniale a dire il vero, si disperdesse. Era un cubo con tre facce da cui usciva del calore sprigionato da un unico fuoco al centro, la canna fumaria si prolungava verso il soffitto per poi scomparire.

Trovarono le loro valigie di fianco ai loro letti, uno da un capo della stanza e l’altro da quello opposto, e le loro divise su di essi.

“Quando ci siamo svegliate questa mattina era già tutto pronto” afferma Artemis rompendo il silenzio “non siamo state avvertite ma è stata lo stesso una piacevole sorpresa, spero davvero di andare d’accordo con voi due, sembrate in gamba”

“Lo stesso vale per noi” dichiara Helena rispondendo anche per Nyx che stava collaudando il letto.

“Sei allergica ai gatti?” domanda la mora alzando lo sguardo verso la Travers.

“Né io né Daphne” ammette lei “perché?”

Senza dare una risposta Nyx prese una cesta e l’aprì facendo uscire un gatto nero che si stiracchio prima di incominciare ad ispezionare la camera da cima a fondo.

“Lei è Circe” accenna un sorriso guardandola mentre annusava i piedi di Artemis.

“Piacere Circe” sorride la ragazza dai lunghi capelli castani abbassandosi e allungandole una mano “io sono Artemis”

La gatta prese a strofinarsi contro la mano della bionda trovandola probabilmente una persona affidabile.

“Questa invece è Morgana” dichiara Helena prendendo in braccio una gatta grigia, che le incominciò subito a farle le fusa, da una cassetta.

“A quanto pare la compagnia è assicurata” ride Daphne entrando nella stanza e chiudendosi la porta alle sue spalle.

“Abbiamo più inquiline del previsto” ribatte divertita Artemis sedendosi sul proprio letto e seguendo Circe con lo sguardo mentre raggiungeva Nyx con velocità.

“Spero non sia un problema”

“No, affatto Helena, piacciono a entrambe i gatti e in mancanza di nostri faremo affidamento sui vostri” sorride la sorella di Astoria passandosi una mano tra i capelli biondo cenere.

Tutte e quattro scoppiarono a ridere trovandosi in piacevole compagnia. Da quel momento erano già diventate ottime amiche, lo sapevano tutte loro e non potevano essere più felici di aver trovato qualcun altro con cui fare quattro chiacchiere.

Decisero che si era fatto tardi e ognuna di loro era stanca per poter parlare ancora, chi per il lungo viaggio, chi per le dure ore di lezione che aveva dovuto subire quel giorno.

Si infilarono sotto le coperte dopo essersi messe in tenuta da letto e dopo poco si addormentarono perdendosi nei proprio sogni.

 

Nyx Nott ultimamente aveva trovato difficile dormire e anche quella sera si svegliò di soprassalto nel sonno. Il suo sguardo vagò alla cieca nella stanza intravedendo a mala pena Daphne, Helena e Artemis nei loro letti dormire profondamente.

Sfilò piano le coperte che la legavano e delicatamente scese dal letto, venendo a contatto con la fredda pietra del pavimento. Decise che se non voleva prendersi un accidente era meglio trovare le ciabatte. Senza far rumore se le infilò e uscì dalla camera, percorse il breve pezzo del corridoio che la separava dalla sala comune e si sedette sul divano al centro della stanza, illuminata solamente da una piccola fiamma proveniente dal camino.

Prese una sigaretta che si era premurata di prendere dalla tasca dei pantaloni vicino al giaciglio e stancamente se l’accese con l’accendino che si era comprata in una delle sue gite nel mondo babbano.

Il calore del fuoco la intorpidiva facendole tornare di nuovo sonno ma un rumore sommesso di passi la riportò alla completa lucidità, a quanto pareva non solo lei aveva dei problemi a dormire.

“Ciao” mormora Theodore riconoscendola e sedendosi nel divano di fronte a lei “me ne offri una?” domanda lanciando un’occhiata alla sigaretta della sorella che gli lanciò il pacchetto “grazie” sussurra con la voce impastata dal sonno accendendosela con un colpo di bacchetta.

La mora non rispose e tornò a guardare il fuoco che come sempre riusciva a catturare la sua attenzione sebbene non facesse niente e si limitasse solamente a muoversi sinuoso dentro il camino.

“Questa cosa di te me la ricordavo”

“Del fumo o del fatto che non riesco a dormire alla notte?” domanda lei lanciandogli un’occhiata.

“Mi sono sempre chiesto il perché tu non riuscissi a dormire durante la notte” dichiara il ragazzo osservando le fiamme arancioni e rosse che ardevano “Notte, Nyx, è il tuo nome..tu sei la notte”

“Non lo so perché non dormo, è sempre stato così e sarà sempre così” ribatte lei aspirando una boccata di fumo.
“Da quanto hai preso a fumare?” chiede Theo.

“Ho incominciato sei anni e mezzo fa” sorride leggermente lei guardando la sigaretta che reggeva tra le dita.

“Quando hai cambiato colore ai capelli?”

“Sei anni e mezzo fa”

“Perché?”

“Perché sei anni e mezzo fa avevo deciso che dovevo cambiare vita” mormora voltandosi a guardarlo.

“Ed è cambiata?” domanda Nott espellendo una nuvola di fumo ed osservandola.

“Io sono cambiata” dichiara Nyx.

“Lo so” sussurra lui sospirando.

“Te ne sei accorto” sorride leggermente sarcastica tornando ad osservare le fiamme del camino.

“No, lo sapevo” ammette senza staccare gli occhi dalla sorella, troppo diversa dalla ragazza che aveva lasciato salire su quel treno che li aveva allontanati.

Nyx si voltò a guardarlo, era rimasto sempre lo stesso. Non era cambiato niente in lui.

“Mi ero dimenticata di te” mente con la voce che leggermente si incrinava.

“Non è vero” sorride debolmente il ragazzo spegnendo la sigaretta nel posacenere sul piccolo tavolino in legno ai suoi piedi.

“Tu ti sei dimenticato di me” sospira la mora buttando la paglia nel camino.

“Non è vero” ribatte Theodore Nott alzandosi.

Nyx Nott si sollevò dal divano e lo osservò, era poco più alto di lei, sei anni fanno la differenza quando si ha un rapporto stretto come lo avevano loro due.

“Mi sei mancata” mormora Theo guardandola e incastrando gli occhi in quelli neri di lei.

“Buonanotte” mormora la ragazza voltandogli le spalle dopo averlo studiato ancora per pochi secondi, tornò nella stanza e stesa nel letto ripensò a quel giorno di settembre che non avrebbe dimenticato mai. Il giorno in cui non sarebbero stati più gli stessi nei confronti dell’una e dell’altro.

Si addormentò riflettendo sulla giornata che l’aspettava e sorrise al pensiero di trovarsi, finalmente, ad Hogwarts dove avrebbe sempre voluta stare.

   
 
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