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Autore: Iurin    22/11/2010    8 recensioni
Era stato un giorno di primavera, un caldo giorno, pieno di sole, di risa, di obbiettivi scolastici più o meno raggiunti.
Ed era stato un giorno terribile.
Sotto i raggi di quel sole pomeridiano che ormai preannunciava l’imminente estate, un ragazzo veniva umiliato, deriso, insultato, ferito; sotto quel sole un ragazzo stava vivendo quello che poi sarebbe diventato il suo peggior ricordo.
Genere: Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Era stato un giorno di primavera, un caldo giorno, pieno di sole, di risa, di obbiettivi scolastici più o meno raggiunti.
Ed era stato un giorno terribile.
Sotto i raggi di quel sole pomeridiano che ormai preannunciava l’imminente estate, un ragazzo veniva umiliato, deriso, insultato, ferito; sotto quel sole un ragazzo stava vivendo quello che poi sarebbe diventato il suo peggior ricordo.
Non venne poi definito ‘il peggiore’ perché quel ragazzo subì le più violente atrocità, ma perché, semplicemente, quel giorno un cuore andò in frantumi.
Erano bastate due parole. Due. Per rovinare tutto.
“Sporca Mezzosangue.”
Sì, sarà pure misteriosa e tenebrosa, quando vuole fa paura,
ma ti abbraccia e ti difende se l’ascolti,
se ti nascondi e cerchi dentro nella forza per andare avanti e non tradirla con il sole e i raggi.

E proprio da quell’instate il destino di un ragazzo, di un semplice ragazzo di quindici anni, aveva preso una piega differente. O meglio…ciò che si sperava che non avvenisse, era accaduto: Severus Piton, il giovane studente, aveva finito la scuola senza più lei, quella ragazza che aveva portato un poco di sole nelle sue buie giornate.
Un sole vero, non come quello di quel fatidico pomeriggio.
E così poi, dopo essere diventato un ottimo mago, era entrato a far parte dei Mangiamorte.
Mi copre dagli insulti e dalle malelingue
che cerca solo di ferirmi e screditarmi,
mi lascia fare, anche se sbaglio a farmi male,
senza insultarmi…

Quel nuovo mondo, quell’universo buio come la notte l’avevano affascinato e convinto a restare, a seguire le orme del Signore Oscuro.
Quella Notte lo faceva  stare bene, perché riusciva a fargli scordare tutti i soprusi subiti, gli scherni, le umiliazioni, l’ansia di non volersi ritrovare da solo in uno stupido corridoio di Hogwarts per timore di incontrarli.
Mai convinzione fu più errata.
…Non come te che invece
hai cancellato in un momento tutto quanto,
ed è rimasto dentro te soltanto il peggio,
per uno sbaglio ed un momento in cui mi son sentito solo,

senza coraggio.
Tra le fila dei Mangiamorte Severus Piton era riuscito fare quello che a scuola invece non accadeva mai; veniva rispettato e temuto.
Aveva potere.
Era grande.
Ma questa grandezza fu solo l’apice di un breve periodo della sua vita, e si tramutò presto nell’inizio di quello che sarebbe stato il suo declino.
A volte, quando ormai tutto era stato già compiuto, quando ormai Piton si stava rendendo conto dell’errore che stava commettendo, non riusciva bene ad immaginarsi il perché… perché lei si era convinta che in realtà lui fosse solo e soltanto un mostro e perché di tutti i bei momenti passati insieme ora lei si ricordava solo i peggiori.
Ma la notte so che pensi a me, amore,
nel buio cerchi sempre le mie mani.
No, non fingere di stare già, già bene
di colpo non si può dimenticare
niente di cosi profondo e intenso,

o almeno penso.
E anche se erano anni, ormai, che non si vedevano più, Piton sperava sempre che lei lo pensasse. Almeno ogni tanto, quando doveva andare a comprare una pozione, magari, o quando per qualunque assurdo motivo si imbatteva per caso nei colori verde-argento. Piton lo sperava, e forse aveva anche ragione.
Il suo era stato un amore, sì, un amore unilaterale, è vero, ma per lei, per lo meno, era stata un’amicizia importante, un’amicizia da ricordare.
Doveva esserlo stata.
Dico “Ci riesco”, poi mi perdo, ci ricasco nei momenti di sconforto,
quando intorno a me è tutto buio come,

come la notte,
come le botte,

come le ferite abbandonate e mai curate e ancora aperte.
Ma se lei invece si fosse dimenticata davvero tutto,
se tutto quello che c’era stato tra di loro fosse stato davvero spazzato via per quello,
per quelle due parole,
allora la sua ferita, la ferita del suo cuore, avrebbe ripreso a sanguinare,
come e più di prima.
Per due parole.
Sbagliare è umano ma per te uno sbaglio è tutto,
sono solo un Malandrino ed un violento.
Per una volta prova ad ascoltare il cuore,

e non l’orgoglio.
Lui si era scusato, c’aveva provato davvero,
aveva passato notti insonni, dopo che lei l’aveva scacciato via davanti al ritratto della sua sala comune, nella speranza di vederla uscire, per chiederle scusa, ancora e ancora, mille volte scusa,
pur di non vederla andar via.
Avrebbe fatto qualunque cosa lei avesse voluto, qualunque, solo per farle capire che lui non era così in realtà, che in quel momento era solo caduto troppo in basso,
comportandosi come uno di quei maledetti Malandrini.
Ma per quel singolo sbaglio lei l’aveva…ripudiato, cacciato, allontanato come se fosse stato un nemico;
lui, proprio lui che invece, semplicemente, l’amava.
Era bastato uno sbaglio,
uno stupido errore dettato dall’istinto;
erano bastate solo due parole.
Ma la notte so che pensi a me, amore,
nel buio cerchi sempre le mie mani.
No, non fingere di stare già, già bene
di colpo non si può dimenticare
niente di cosi profondo e intenso,

o almeno penso.
Oppure anche lei, nel letto del suo dormitorio, mentre lui aspettava fuori dalla sua porta, in realtà gli stava pensando.
Forse rimpiangeva il passato.
Forse.
Ma Piton non ne era più tanto sicuro.
D’altronde aveva o non aveva scelto Potter?
Ma la notte so che pensi a me, amore,
nel buio cerchi sempre le mie mani.

Lui le cercava, le sue mani.
Lei no?
Non le mancavano i sorrisi che lui le riservava?
Quei sorrisi nascosti e mostrati solo per lei?
No, non fingere di stare già, già bene
di colpo non si può dimenticare
niente di cosi profondo e intenso.

Lo sperava, Piton, lo sperava davvero…
Forse a torno,
forse a ragione,
non poteva saperlo…
Ma lo desiderava davvero, che ogni tanto il pensiero di Lily fosse rivolto a lui soltanto.
Forse succedeva davvero…
O almeno penso…
…No? 









Questa song-fic è stata fatta sulla canzone "La notte" dei Modà.
Spero vi sia piaciuta, per lo meno come è piaciuta a me scriverla :)
Grazie di cuore, ragazzi, e che il prof sia con noi. xD
Se vi va lasciate pure un commentino ;) E' sempre gradito eh? xD
   
 
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