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Autore: giulla    22/11/2010    5 recensioni
Io sono Giorgia ho 18 anni, sono all’ultimo anno del liceo classico, sono una persona abbastanza testarda e parecchio acida e sono un autentico maschiaccio.Si, lui era Guido Romano.E capisco anche che era un figo assurdo. Alto, moro, capelli corti con una leggera cresta e occhi castani molto intensi, ma io ero una persona e non il suo zerbino.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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un amore nato per puro caso

                           

Capitolo 12

 

GUIDO’S POV

-oh Guido passami quell’ asciugamano va – guardo storto Carlo e gli lancio con poca grazia la prima cosa che mi passa a tiro.

– ragazzo frena i bollenti spiriti, capita di avere una giornata no! Ora concentrati e vedrai che nel secondo tempo gli spacchiamo il culo a quelli, ok? -  non gli rispondo, non saprei che rispondergli. Anche se va tutto a rotoli pensa sempre positivo e cerca di risollevare il morale della squadra.

Siamo sotto di una rete. 1 a 0 per i padroni di casa, è una partita importante questa, dobbiamo fare punti. È uno scontro diretto per la salvezza. Dobbiamo rimanere in A, ad ogni costo, altrimenti credo che non avrei vita facile. Mi ammazzerebbe, non si creerebbe nessun tipo di scrupoli a farmi fuori.

E questa partita la devo vincere, ad ogni costo.

 

 

Rientriamo in campo, la nebbia invade tutto lo stadio, a stento riesco a vedere i miei stessi compagni che mi stanno ad un palmo dal mio naso, ma sono concentrato, devo esserlo, questa è la mia partita!

I minuti scorrono veloci, troppo veloci, e sembra che la difesa della squadra avversaria sia un muro impossibile da penetrare.

Ma al 29’ del secondo tempo c’è uno spiraglio, sono troppo lontano io, non è mia la palla.

Il più vicino alla porta è Carlo, è bravo, nonostante non sia una punta ma un centrocampista ha il fiuto per i gol. La palla entra nella porta avversaria, come un bolide, è impossibile da fermare, infatti entra.

Finalmente il gol del pareggio, 1 a 1. Tutti gli corriamo incontro e lo sommergiamo con i nostri abbracci.

Riprendiamo velocemente il gioco, non dobbiamo perdere nemmeno un secondo. C’è un altro gol da fare, il mio!

Purtroppo però le cose non sempre vanno come ci si aspetta. Il mio gol arriva, del resto l’avevo promesso, ma subito dopo il mio di gol ne arriva un altro, ed un altro ancora dagli avversari però.

L’arbitro fischia la fine della partita al 48’ del secondo tempo. 3 a 2. Sconfitta per gli ospiti.

Non posso vedere il mio volto, ma sarà nero ovviamente. Mentre tutta la squadra si accinge ad uscire stanca e un po’ amareggiata da quel campo a noi così poco familiare, Carlo mi si avvicina, e mi accarezza la testa come ad un bambino che ha appena perso il suo aquilone, che è appena sfumato via, nel cielo lontano.

Non posso che concedergli un sorriso, anche se un po’ forzato, lo supero e mi infilo negli spogliatoi.

 

-oh Guì hai preparato tutta la tua roba? – tra poco un pullman ci passerà a prendere e ci lascerà alla stazione, per ritornare a casa. Casa. Non è la mia casa quella. Ma ci vivo, adesso è la mia casa.

-certo mamma, ho preparato tutto – mi arriva un cuscino in pieno viso, naturalmente non ci metto molto a ricambiare il suo favore e ci ritroviamo nel giro di sue secondi davvero come due bambini che fanno a cuscinate.

-ti vorrei ricordare che hai 26 anni, è passato il tempo per giocare – gli dico mentre gli lancio l’ultimo cuscino.

-25, e poi pure tu sei cresciutello per fare questi giochi stupidi – un altro cuscino.

- io ne ho solo 20! – sembra che per la prima volta essere piccolo mi porti a qualcosa, come vincere questa stupidissima gara.

- oh mi sa che è arrivato il pullman, che ore sono? – in due secondi la faccia da bambino complessato lascia il posto ad una apparentemente seria.

- boh! Saranno le sette e mezzo – guardo distrattamente l’orologio appeso sulla parete, ed annuisco col capo.

- bene. Prendi la tua roba allora –

- agli ordini mamma! –

 

-Guidì non hai voglia di tornartene a casa? Io si! Quindi muovi il culo e Sali su questo cavolo di pullman –

Giorgia non mi risponde al telefono, avevo pensato di chiamarla, alla fine non abbiamo vinto, ma ho fatto pur sempre un gol.

-risponde la segreteria del numero 349******* -

-mah..! – la sentirò domani..

-allora? Vuoi muoverti? – a stento riesco a trattenere l’impulso di prendere qualcosa e tirargliela addosso, in fondo sono un ragazzo pacifico.

- eccomi –

 

 

 

ICA’S POV

 

Sono le nove e sono come una pazza! Giorgia doveva passare da casa mia alle 8 e mezzo, saremmo dovute andare ad una festa di amici, lei mi doveva passare a prendere, ma è ritardo di più di mezz’ora.

Prendo il cellulare e compongo frettolosamente il suo numero

-risponde la segreteria del numero 349*******-

- cazzo! Perché sta spento? – prendo il telefono e lo lancio con molta poca grazia sul letto.

Un quarto d’ora dopo passato con l’orecchio teso verso il campanello, chiamo a casa.

Squilli a vuoto. Squilli a vuoto rimbombano nella mia mente.

Piano piano nella scala della preoccupazione si alza una tacca. Silverio non è un tipo che il sabato o la domenica esce.

Allarmata, chiamo Luca.

-ehi Ica che è successo? – è sorpreso di sentirmi al telefono, e lo posso anche ben immaginare, non abbiamo mai avuto un rapporto da “ ci scambiamo i numeri di cellulare e il pomeriggio passiamo le ore a chiamarci”. Io e Luca ci conosciamo da sempre, praticamente noi tre siamo nati insieme, ma non abbiamo mai avuto tutto questo rapporto, anzi. Da piccoli ci odiavamo, stavamo insieme per Giorgia, punto.

Adesso invece, beh, adesso non lo so…

-hai sentito Giorgia per caso? – riconosco il tono allarmato nella mia voce.

- beh, si perché?- porto una mano sulla fronte e sospiro sollevata a voce alta, mi lascio cadere sul letto.

-questo pomeriggio ci siamo visti, lei ha visto la partita a casa mia, perché? – scatto in piedi, la preoccupazione si impossessa nuovamente di me, questa volta in modo più forte, come radici arpionate al terreno.

-questo pomeriggio?- la mia voce strozzata spaventa persino me. Luca che fino a quel momento era sembrato apparentemente calmo, anche perché non credo che abbia capito la situazione, si agita.

- Ica mi spieghi cosa cazzo sta succedendo? – le lacrime iniziano a comparire sul mio viso stravolto dalla preoccupazione.

- non ne ho la più pallida idea, ci dovevamo vedere un ora fa, ma non risponde al telefono, lo ha spento, e nemmeno a casa risponde nessuno, mi sto preoccupando! – inizio a piangere sul serio, con tanto di singhiozzi.

- ok! Prendo la macchina e vado a casa sua, magari non ha sentito il telefono, ti chiamo quando so qualcosa –

-aspetta…- non voglio che vada da solo, voglio andare pure io da lei

- cosa? – sembra nervoso, forse non gli va di perdere tempo, in questo momento sarebbe già corso da lei se non ci fossi io al telefono con lui.

- passami a prendere, voglio venire anche io –

 

 

-Luca… qui non c’è nessuno! Sono due ore che sono appiccicata al campanello – mi porto le mani davanti al viso e cerco di nascondere le lacrime, non riuscendo appieno nel mio intento.

Luca, con mia grandissima sorpresa mi viene incontro e mi cinge in un abbraccio

-shhh…dai su, non preoccuparti, vedrai che sta bene, magari saranno a cena da qualche parte e Giorgia si sarà dimenticata di chiamare per avvisarti – alzo il viso per guardarlo, i nostri occhi si incontrano, nonostante so quello che ha appena detto è una cosa assurda, Giorgia non si sarebbe mai dimenticata di chiamare, mi infondono  fiducia, quello che in questo momento mi manca.

- sei sicuro? – mi stringo di più a lui, ho paura, ecco cosa provo, la mia amica non sparisce nel nulla senza neanche avvisare, non è da lei.

- sicuro – e anche lui stringe ancora di più l’abbraccio, che ci tiene legati per la prima volta, per la prima volta in una situazione di sconforto totale!

 

 

 

 

ANGOLINO MIO:

allora, non so se parlare di sfiga o di lutto, a questo punto di entrambe!

Sono tornata alle 18.30 da scuola, dalle 8 di questa mattina che sto in quella topaia, fare autogestione è più faticoso che fare lezione, comunque..

Beh, non so se ve l’ho mai detto, ma il mio Guido non è propriamente inventato, quando io scrivo di Guido, scrivo pensando ad una persona vera. Questa persona si chiama anche lui Guido, e anche lui è un calciatore.

Allora, ieri il vero Guido è tornato a Lecce, ma come avversario, contro di noi. C’è stata un ovazione, tutti che lo applaudivano.. qualcosa di meraviglioso. Anche se poi abbiamo perso, un arbitraggio davvero schifoso, il gol della vittoria degli avversari era in fuori gioco.

Ma, io il sabato siccome lo volevo vedere sono stata 2 ore sotto il suo hotel ad aspettare che uscisse, ma il caro ragazzuolo non ne ha voluto sapere di uscire…, invece domenica sera che io non sono uscita, e ancora devo capire perché, lui è uscito, in piazza, con la fidanzata e un giocatore della mia squadra nonché sua ex squadra.  Mia sorella, che ammazzerò quanto prima, è uscita! E lo ha visto! E si è fatta una foto con lui! e io no, perché sono una pigra del cavolo!

Sono triste, molto molto molto triste! Ma si sa, è la vita, ed io non ci posso fare nulla..=( dopo questa comunicazione molto importante, magari a voi 4 anime non ve ne sarà importato un cavolo di niente, passo alla storia..

In questo capito Giorgia non compare, cosa le sarà successo? Lo scoprirete nella prossima puntata, ho sempre desiderato dirlo XD

Guido ha segnato nonostante abbiano perso la partita. Io adoro Carlo, mi sta troppo simpatico, nonostante nella realtà mi sia ispirata ad una persona che non mi sta molto simpatica

Secondo voi Luca ed Ica? Non mi esprimo, lascio decidere a voi, diciamo che vi do carta bianca, se avete qualche idea comunicatemela senza indugi.

Beh ragazze cosa dirvi, sono amareggiata, sia dalla sconfitta del vero Lecce, sconfitta assolutamente immeritata, dal momento che il terzo gol della samp, quello della vittoria, era in fuori gioco, sia dalla mancata visione del vero Guido!!!

Sono proprio sfigata

le recensionive le invio per posta!!

  
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