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Autore: The DogAndWolf    22/11/2010    4 recensioni
«No... senti, io non volevo...»
«... chiamarmi schifosa Sanguesporco? Ma chiami così tutti quelli come me, Severus. Perché io dovrei essere diversa?»
Piton stava per ribattere, ma con uno sguardo sprezzante lei si voltò e varcò il buco del ritratto...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Lily Evans
 
Accovacciata nella poltrona rossa mi abbracciavo le ginocchia con la vista offuscata dalle lacrime.
Imperdonabile, semplicemente imperdonabile.
Era quello che continuavo a ripetermi nella testa, un po’ per convincermi, un po’ per chiudere definitivamente un capitolo della mia vita.
Un po’, forse, per affibiargli tutta la colpa di quello che era successo.
Un po’, anche, per arrabbiarmi così tanto con lui da far tacere quel dolore sordo che mi pugnalava in continuazione il petto seguendo una sorta di ritmo inquietante.
Ma la verità era che non potevo odiarlo.
Anche se la colpa era effettivamente sua.
Mi aveva urlato contro, insultata davanti a tutti.
Non potevo accettarlo. Non potevo ignorarlo, non questa volta.
Guardai la pioggia fuori dalla finestra della Sala Comune di Grifondoro, giusto per non stare lì a fissare il retro del ritratto della Signora Grassa per tutta la notte, continuando a chiedermi se lui fosse ancora lì fuori o se ne fosse già tornato dai suoi amici Serpeverde.
La cosa più facile sarebbe stato controllare, ma non potevo dargliela vinta.
Non questa volta.
Amavo guardare la pioggia scendere. Aveva qualcosa di mistico, irreale.
Come se potesse cancellare ogni cosa.
Purtroppo non riusciva nemmeno a lavar via una singola, pesante e stupida parola…
Sanguesporco.
La sua voce continuava a risuonarmi nelle orecchie, come se fosse lì, accanto a me, ad urlarmi addosso quell’insulto all’infinito.
Mi asciugai velocemente una lacrima, una di quelle tante lacrime che mi erano cadute e che sarebbero cadute ancora quella sera.
Distolsi lo sguardo dal bellissimo panorama che c’era fuori dalla finestra.
Amavo quella scuola, quello sfondo di colline che sapeva profondamente di casa.
Inevitabilmente, il mio sguardo si posò ancora una volta sull’entrata della mia Sala Comune.
Sicuramente era andato via.
Erano passate tre ore… e poi per quale motivo avrebbe dovuto aspettarmi ancora lì fuori in corridoio di notte dopo quello che mi aveva detto?
L’avevo avvisato più e più volte.
Ero stata chiara: non l’avrei perdonato. Non più, ormai.
Non mi avrebbe ferita di nuovo per poi tornare con i suoi occhi neri pieni di falsa disperazione ad implorare il mio perdono e, successivamente, continuare a fingere di odiarmi davanti a tutti.
No, non sarebbe mai più successo. Avevo chiuso con lui.
Mi alzai, all’improvviso, decisa, con un’espressione definitiva.
Mai più.
E salii le scale del mio Dormitorio.
Avevamo promesso per sempre.
Ma ormai lui aveva deciso la sua strada, io la mia.
E così ci siamo ritrovati di nuovo completamente soli.
Avevo detto per sempre e non ho mantenuto la mia promessa.
Perdonami Severus.


Severus Snape
 
In piedi, davanti alla Signora Grassa, nel freddo corridoio davanti alla Sala Comune dei Grifondoro, fissavo il vuoto.
O meglio, quello che fino a pochi minuti prima era stato lo spazio occupato da Lily.
Ero come paralizzato dall’orrore, con ancora le sue parole nelle orecchie.
Per un attimo fugace mi venne una voglia terribilmente potente di provar di tutto per entrare, fino a strappare quel dipinto per aprirmi un varco.
Ma non riuscii a muovere un solo passo.
Ero perso, confuso, arrabbiato e tanto altro ancora che non riuscivo ancora bene a capire.
Avevo allontanato Lily per sempre. Era stata tutta colpa mia.
Colpa mia e del mio stupido orgoglio da Purosangue Serpeverde.
Esisteva qualcosa di più patetico di perdere un’amica, la mia migliore amica, in questo modo?
Perdere lei, la mia Lily, prima di averle detto quello che io sapevo da sempre?
All’improvviso sentii qualcosa di bagnato sulla guancia sinistra.
Subito la mia mano andò al liquido caldo e salato sulla mia faccia.
Una lacrima.
Fissai il mio palmo, perso.
Mi ricordai distrattamente l’ultima volta che piansi.
A cinque anni. Perché? Mio padre, naturalmente.
Fu come se, di botto, compresi tutto quello che avevo fatto e fu come se il mondo intero mi venisse addosso.
Compresi che Lily non sarebbe mai più tornata da me.
Che non avrei mai più avuto l’occasione di dirle che l’amavo. Con tutto me stesso, l’amavo.
Lo sapevo da sempre.
Lo avevo sempre taciuto. A chiunque.
Non potei più stare fermo, lì, a fissare inutilmente quello stupido quadro.
Corsi per il corridoio, poi giù per le scale.
Raggiunsi la porta d’ingresso, la spinsi con tutte le mie forze e uscii.
Solo all’aria aperta, sotto la pioggia, finalmente, mi fermai e caddi in ginocchio al suolo.
E respirai. Grandi boccate di aria fredda entravano nei miei polmoni, mentre cercavo di trovare un senso a tutto quello.
Mi accorsi troppo presto che non c’era una vera ragione.
Se non io.
Altre lacrime veloci seguirono la prima mentre guardavo verso il cielo, senza un motivo preciso.
Gocce di pioggia si unirono al mio pianto, bagnandomi ulteriormente il volto.
Riuscivo a distinguerle. Le gocce erano fredde sulla mia pelle, le mie lacrime amaramente calde.
Come se mi stessi svuotando di tutto il poco calore per far entrare il gelo. Solo più un gelo infinito.
Urlai disperato e le mie grida si dispersero nel vento e vennero occultate dai tuoni.
La tempesta intorno a me continuava, ma non poteva nulla contro la mia ira, la mia tristezza, la mia confusione…
Non era nulla in confronto alla bufera che avevo dentro che mi stava distruggendo dall’interno.
Mi sembrava che dovessi morire con tutto il dolore che avevo nel petto, con quel groppo alla gola che sembrava così grosso da soffocarmi.
E rimasi così, nel buio, nella tempesta, nel gelo.
E ci sono rimasto fino alla fine della mia vita.
Nuovamente solo nell’oscurità, dopo quel lampo imprevisto, fugace ed accecante.
Avevamo promesso per sempre.
Quel per sempre si era trasformato troppo, dannatamente troppo, velocemente in un mai.
Solo per colpa mia e di quella maledetta parola.
Perdonami Lily. Ti prego, perdonami.



*******

 
Salve a tutti!
Questa è la prima fanfiction che pubblico qui su EFP e non posso nascondere la mia eccitazione ed agitazione per questo!
Che dire se non che AMO questi due qui sopra? Severus è il mio personaggio preferito in assoluto nella saga. E Lily... beh, è Lily...
Stranamente, che vogliate crederci oppure no questo lo lascio a voi visto che a me non tocca farlo, avevo capito durante il tempo trascorso dal Principe Mezzosangue ai Doni della Morte che il motivo per cui Silente si fidava così tanto di Severus era Lily. Non so come ci sia arrivata, penso che rimarrà un mistero irrisolto...
Sì, li adoro... ma non come coppia. Non è possibile, in nessun strambo universo parallelo quanto in questo, che Severus Piton e Lily Evans finiscano insieme... non è semplicemente possibile. E sono sicura che sia anche questo quello che mi fa amare Severus!
Ah, quasi stavo per dimenticare... questa ff l'ho scritta un po' di tempo fa, in una notte. Mi è venuta così, di getto. Poi, ovviamente, l'ho ricontrollata e rivista un numero indefinito di volte. Non mi è chiaro da dove mi sia venuta, ma so per certo che avevo bisogno di scriverla... come quasi tutte le one-shot che mi capitano, tra parentesi.
Ok, ora vi lascio anche perché mi sono dilungata già troppo!

Hope you liked it!
Dog
   
 
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