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Autore: Noirechatte_    22/11/2010    2 recensioni
«Naruto stava pensando ad una persona in quel preciso istante. Ad una persona speciale che era lontana da lui. Oh, quanto avrebbe desiderato strappare l’immagine che dai suoi occhi si trasferiva sul soffitto bianco e farla poi sdraiare di fianco a sé. Avrebbero unito due dita in silenzio, senza pronunciare invadenti parole, ma percependo l’altro con quel piccolo contatto fisico; si sarebbero poi guardati negli occhi, perdendosi nell’oceano che si calmava grazie alla vicinanza per la quale le loro anime avrebbero trovato un'estranea e magica serenità nel petto di quelle due creature complementari.»
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Cieco

L’Inverno era alle porte, ormai. Gli esseri umani non avevano neanche fatto in tempo ad imprimere sulla loro pelle gli odori dell’Autunno che, con un vortice di foglie dai colori caldi, aveva avvolto l’umanità in uno strambo uragano. Una donna dalla carnagione innaturalmente pallida, dalla quale trapelava distintamente il colore verde delle vene, il cui sangue sembrava essere stato privato della sua linfa vitale, di quel piacevole calore sinonimo di Vita, si avviava inesorabilmente verso la Terra. Probabilmente anche i battiti del suo cuore erano meno frequenti di quelli dei normali esseri umani; un meccanismo naturale era difettoso in quella persona-sempre che potesse definirsi tale. Lo straziante dolore che provoca un cuore atrofizzato è atroce, rende gli occhi privi di luce, dipingendo il mondo interamente di grigio, conservando un mero ricordo della purezza nella neve.

Un ragazzo giaceva su un letto singolo posizionato sotto una finestra chiusa, barriera trasparente contro le temperature non certo indulgenti che quella stagione trascinava con sé. Teneva le braccia incrociate dietro la testa, che a sua volta poggiava contro un morbido cuscino dalla federa arancione, con i rispettivi lenzuolo e coperta che variavano soltanto di graduazione. Era nel complesso una stanza molto disordinata, ma riusciva ad essere comunque accogliente. Era merito dello spirito di chi l’abitava? Forse.

Naruto Uzumaki era un ragazzo molto solare e questa sua caratteristica si proiettava anche nel suo aspetto esteriore: Occhi azzurri che, nonostante il colore freddo, riuscivano a mantenere un profondo calore e capelli biondi, disordinati proprio come quella stanza.

Naruto Uzumaki era un ragazzo di tredici anni molto solare. Naruto Uzumaki aveva tredici anni e già indossava maschere. Dopotutto, non aveva altra scelta. Per tanti anni era stato considerato un essere innaturale, abominevole; per tanto tempo tutti avevano sussurrato al suo passaggio, senza curarsi che fosse soltanto un bambino. Era considerato un mostro.

Naruto Uzumaki era un ragazzo che lottava per affermarsi. Voleva diventare Hokage ed era disposto a sentirsi dare dell’idiota e del pazzo pur di raggiungere il suo sogno, pur di dimostrare a tutto il villaggio che lui valeva, che era importante. Proprio per questo aveva deciso di mostrarsi sempre sorridente e pronto ad aiutare gli altri. Però era anche lui un essere umano ed in quanto tale a volte veniva sommerso dal dolore.

Naruto in quel momento stava osservando il soffito con talmente tanta intensità che sembrava riuscire ad aprirlo con la sola forza di volontà trasferitasi nei suoi occhi.

Se solo potessi strapparti dal soffitto.”*

Un flebile sussurrò trapelò dalle sue labbra. Una nota di malinconia si sparse nella stanza, diffondendosi e creando una melodia che condensò i suoi suoni in una figura, in un’immagine. Nell’oggetto del desiderio.

Naruto stava pensando ad una persona in quel preciso istante. Ad una persona speciale che era lontana da lui. Oh, quanto avrebbe desiderato strappare l’immagine che dai suoi occhi si trasferiva sul soffitto bianco e farla poi sdraiare di fianco a sé. Avrebbero unito due dita in silenzio, senza pronunciare invadenti parole, ma percependo l’altro con quel piccolo contatto fisico; si sarebbero poi guardati negli occhi, perdendosi nell’oceano che si calmava grazie alla vicinanza per la quale le loro anime avrebbero trovato un'estranea e magica serenità nel petto di quelle due creature complementari.

Naruto stava pensando al suo perduto migliore amico.

Il ragazzo chiuse stancamente gli occhi, continuando a bearsi di quei ricordi che lo vedevano protagonista assieme a Sasuke, ricordandosi dell’antipatia iniziale per quel ragazzo superbo e così dannatamente eccezionale in ogni cosa. Poi finirono nello stesso Team e da semplici compagni di squadra diventarono amici, costruirono giorno dopo giorno un legame. Dalla loro solitudine, da quella tortura interiore che li distruggeva l’anima, era sbocciata la bellezza. Solo che il passato di Sasuke era tornato a bussare alla sua porta. E Naruto aveva tentato di fargli riaccendere il lume della ragione, lo aveva preso a pugni, gettandogli addosso la sua rabbia, perché lui non si sarebbe mai arreso, non avrebbe mai e poi mai troncato quel legame!

E gli mancava, gli mancava così tanto che sembrava essersi ridotta la quantità di ossigeno, dopo la sua partenza.

La sua vita andava avanti procedendo con la solita routine, col prendere parte a qualche missione e mangiando del ramen dall’Ichiraku. E si allenava per migliorare sempre di più, per diventare il ninja più forte del villaggio. Eppure… La mancanza di Sasuke la sentiva sottoforma di spine conficcate nel cuore; erano sempre presenti e di tanto in tanto lo punzecchiavano lì dove sapevano che avrebbe sanguinato di più. E lui cercava di comportarsi normalmente, ma non era facile sorridere quando sentiva che era stato privato di un pezzo importante di sé.

Era stato privato di un senso primitivo e fondamentale. Naruto era diventato cieco. Il dolore che quella perdita aveva scavato in lui a mani nude si era infiltrato nei suoi occhi e aveva tolto lo splendore, la brillantezza a tutti i colori che si trovavano al mondo. Sasuke permetteva a Naruto di vederli. Quel teme… Sarebbe riemerso dall’abisso in cui stava annegando senza via d’uscita, perché Naruto aveva la sensazione, anzi la certezza, che anche Sasuke fosse diventato cieco. Doveva necessariamente non possedere più il dono della vista per aver deciso di autodistruggersi.

Il ricordo di quel bacio accidentale con Sasuke prese improvvisamente il comando della mente del ragazzo, facendolo arrossire violentemente.

Gli sarebbe piaciuto davvero tanto avere un contatto intimo con quel ragazzo, riuscire a percepire con le sue labbra la consistenza di quelle dell’altro per intossicarsi con il suo sapore. Chissà di che sapeva Sasuke? Sicuramente di buono, ci avrebbe scommesso. E quanto sarebbe stato incantevole vedere Sasuke sorridere lievemente davanti a lui, guarito da quel dolore che sconvolgeva la sua essenza. Avrebbe diviso i monti, prosciugato i mari pur di riaverlo a casa, pur di saperlo al sicuro. Tutto pur di riavere il suo Sasuke, tutto pur di ritrovare quegli occhi neri incollati ai suoi con una calamita invisibile che decretava inesorabilmente la profonda armonia che li legava, nata dal loro costante opporsi.

Naruto si addormentò pensando ancora una volta a colui che non sapeva come definire. "Amico" era troppo riduttivo, perché Sasuke era semplicemente… il suo opposto. Era colui che lo rendeva completo, vivo, definito. Colui che lo rendeva veramente Naruto Uzumaki.

Per questo lo avrebbe salvato, per questo sarebbe morto per lui. Per farlo tornare a vedere, per farlo tornare ad amare, per farlo tornare a vivere.

Al suo fianco.

The end. ~

E così,eccomi ancora per una seconda volta nel mondo del SasuNaruSasu. Ho sempre timore di affrontare questa coppia, forse perché la amo con tutta me stessa. Comunque, si migliora con l'esercizio, no? Spero di ricevere i vostri pareri riguardo questo piccolo pensiero. *Dall'omonima canzone dei Placebo, "Blind", che mi graziò dandomi l'ispirazione.

Bye~

  
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