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Autore: Alys93    24/11/2010    4 recensioni
Cosa succederebbe se qualcuno scoprisse il segreto di Kagome e del pozzo vicino al suo tempio? Soprattutto se quel qualcuno scoprisse di possedere poteri che non avrebbe mai immaginato di avere? Le avventure non mancheranno, ve l'assicuro! Se la trama v'interessa, sarò felice di leggere i vostri commenti e \ o suggerimenti (è la mia prima storia) Grazie in anticipo
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre il pozzo'
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Ciao, ragazze. finalmente sn riuscita a postare il nuovo capitolo dopo ke, per cause di forza maggioere (mia madre...) sn dovuta rimanere lontana dal pc x un po'. scusate se vi ho fatto aspettare così tanto, ma avere una madre insegnante è dura... xké, kissà cm mai, conosce tt i tuoi prof! ke palle!. cmq, bando alle ciane. mando un grazie megagalattico a chi mi ha recensito e chi continua a seguirmi. grazie di cuore a tutte!

 

Capitolo 10: Per amicizia… Per amore…

Era accaduto tutto in un istante; Kagome che veniva lanciata contro Inuyasha, lui che la proteggeva con il proprio corpo e l’eco dello sparo.
Kaori non riuscì neanche a muoversi mentre il mezzo-demone cadeva a terra assieme a Kagome, con un’espressione di dolore atroce impressa sul volto.
“No!” urlò con quanto fiato aveva in gola, slanciandosi verso di loro “No!”.
La ragazza s’inginocchiò accanto all’amico, senza riuscire a fare nulla; era come se mente e corpo fossero totalmente scollegate.
Si ritrovò ad abbracciare Kagome, che singhiozzava disperata e gridava il nome di Inuyasha, senza rendersi conto di potersi muovere.
La mente era in subbuglio ed il corpo sembrava agire per conto suo.
“Un’ambulanza” sussurrò terrorizzata, poi scattò in piedi e gridò “Chiamate un’ambulanza, presto!”.
Afferrò la ricetrasmittente che pendeva dalla cintura di uno dei poliziotti ed urlò con quanto fiato aveva in gola “Un’ambulanza! Fate presto! Ci serve un’ambulanza!”.
Non avvertì quasi la presa dell’agente che le diceva di calmarsi, che l’ambulanza era già stata chiamata.
Riusciva solo a vedere il corpo di Inuyasha, immerso in una pozza che si allargava sempre più.
Sota le prese la mano, gridando “Kaori! Kaori, Kagome… Ti prego, aiutami a calmarla! Le ho detto che il fratellone starà bene, ma lei non mi ascolta!”.
Muovendosi come un automa, la giovane si inginocchiò accanto all’amica e la strinse a sé; doveva trovare la forza di riprendersi, o non sarebbe stata di nessun aiuto.
Si morse violentemente la lingua, in modo che il dolore l’aiutasse a schiarirsi la mente, e sussurrò “Kagome, abbiamo chiamato l’ambulanza. Sta’ calma, andrà tutto bene”.
Con la massima delicatezza possibile, prese il polso dello youkai e quasi svenne nel sollievo di sentire il battito cardiaco, seppur in maniera flebile.
Vedendo che la miko non la smetteva di piangere, l’afferrò per le spalle e la scosse “Kagome! Il cuore batte ancora. Ce la farà, Inuyasha non è uno che si arrende. Ma tu devi essere forte per entrambi!”.
La giovane alzò lo sguardo, fissando con occhi vacui gli infermieri che portavano via la sua unica ragione di vita, ormai appesa ad un filo.
“Inuyasha” sussurrò spaventata e Kaori l’aiutò a mettersi in piedi, seguendo la barella fino all’ambulanza.
Uno degli infermieri si voltò e disse “Può salire solo uno di voi. Ma sbrigatevi, l’emorragia dev’essere subito fermata”.
Kagome fissò l’amica, che annuì e la spinse dolcemente nel veicolo “Va’ con lui. Ha bisogno di sentirti vicina, ora più che mai”.
La ragazza annuì e si sedette accanto alla barella, prendendo la mano di Inuyasha tra le proprie.
“Non morire, Inuyasha” lo supplicò “Non morire, ti prego! Non posso stare senza di te… Ti prego, resisti!”.

Kaori fissò l’ambulanza partire a sirene spiegate, pregando che i medici riuscissero a salvare l’amico.
Si piantò le unghie nel palmo delle mani, ringhiando Devo finirla di fare certi pensieri! Ce la farà. Io so che ce la farà! Devo mostrarmi forte, almeno per Kagome.
Afferrò la mano di Sota e disse “Andiamo, piccolo!”, “Ma l’ospedale è lontano a piedi. Come facciamo?” mormorò lui.
La ragazza si guardò intorno e, vista una bicicletta poggiata contro il muro, la prese, esclamando al proprietario “Gliela riporto più tardi!”.
Salì in sella ed aiutò il bambino a fare lo stesso, prima di iniziare a pedalare in mezzo al traffico cittadino.
Superò velocemente diverse auto in fila, sorda ai richiami dei clacson ed alle grida dei proprietari.
Ignorò a bella posta diversi semafori rossi, incurante delle auto che frenavano di botto per evitarla e delle grida spaventate di Sota.
Da come si stringeva, doveva essere terrorizzato, ma non aveva tempo per rassicurarlo.
Doveva raggiungere Kagome al più presto, doveva restarle vicino e darle coraggio.
Arrivata verso il centro della città, svoltò rapidamente in una serie di stretti vicoli, pieni di curve a gomito nelle quali rasentava il muro.
Non poteva perdere tempo ad evitare auto e camion vari, doveva sbrigarsi!
Lanciò un’imprecazione furiosa quando, alla fine del vicolo, vide un deficiente parcheggiare malamente l’auto, bloccando tutto il passaggio.
Senza farsi troppi problemi, aumentò la velocità e, alzando il più possibile la ruota anteriore, salì sul cofano ed atterrò con un lieve tonfo dall’altra parte.
Sentì l’esclamazione sorpresa del proprietario, ma non si voltò; non aveva tempo da perdere!
In pochi minuti, l’ospedale fu in vista e la giovane demone impresse tutte le proprie energie nelle gambe, cercando di accelerare ulteriormente.
L’ambulanza era appena arrivata e lei vide Kagome seguire la barella con Inuyasha all’interno dell’edificio.
Il ragazzo sembrava conciato davvero male.
Accidenti a lui! imprecò la demone lupo Accidenti a quei banditi! Accidenti alla mia stupidissima idea dello shopping! Non sarebbe in questo stato, se non li avessi portati al centro commerciale!.
Ricacciando indietro le lacrime di rabbia, frenò in un angolo e saltò letteralmente verso l’entrata, seguita da un ansimante Sota, felice come non mai di poter correre con le proprie gambe.
Arrivarono giusto in tempo per vedere i medici portare lo youkai in sala operatoria, mentre Kagome veniva fatta accomodare fuori, su una serie di sedie rigide.
“Sorellina!” esclamò Sota, correndole incontro, “Sorellina, come sta Inuyasha? Ce la farà, vero?”.
La sorella lo fissò per un attimo, poi scoppiò in lacrime “Non sarebbe successo se fossi in grado di difendermi!”.
Il dolore che sentiva dentro era lancinante e non sapeva come fermarlo “Ma perché deve sempre rischiare la vita a causa mia? Non sono buona a niente! Se non dovesse farcela, io…”.
Improvvisamente, Kaori l’afferrò per le spalle e la scosse con forza “Kagome Higurashi! Ma che diavolo stai dicendo, si può sapere? Non puoi fare la bambina frignona in un momento del genere!”.
La costrinse a guardarla negli occhi e sbraitò “Continuando a piangere, non aiuterai Inuyasha! Lui ha bisogno che tu sia forte per entrambi! Devi reagire, mi hai capito?”.
Si accorse di aver stretto troppo la presa quando la sentì gemere per il dolore e la lasciò andare con un sospiro.
“Kagome, anche io sono spaventata” mormorò con un filo di voce “Se non vi avessi trascinato al centro commerciale, tutto questo non sarebbe successo…”.
Deglutì a fatica, cercando di mandar via il groppo che sentiva in gola, “Ma dobbiamo farci forza. Inuyasha ha bisogno del nostro sostegno. Soprattutto del tuo, Kagome”.
Le prese le mani nelle proprie e mormorò “Non permettere alla paura di bloccarti. Il tuo bello ha la pelle dura, lo sai meglio di me”.
La ragazza si asciugò gli occhi umidi “Kaori… Grazie. Hai ragione, devo riprendermi. Devo avere fiducia in lui!”.
Stava per aggiungere qualcosa, quando la spia luminosa sulla porta della sala operatoria si spense ed un medico si diresse verso di loro.
“Siete voi le ragazze che hanno accompagnato qui quel giovanotto, vero?” chiese con voce ferma, “Sì. Ci dica, come sta?” chiese la giovane miko, sentendo il cuore accelerare di colpo.
Il dottore si sistemò gli occhiali “Abbiamo fermato l’emorragia, ma il proiettile è ancora dentro, bloccato in una costola. Ha perso molto sangue”.
“E?” chiese Kaori, capendo che c’era dell’altro in sospeso, “Cosa possiamo fare? Ce lo dica, la prego!”.
Lo vide sospirare “Non possiamo operarlo senza un’adeguata aggiunta di sangue. Ha urgente bisogno di una trasfusione”.
A quelle parole, Kagome si sentì il cuore profondarle nel petto e si accasciò sulla prima sedia, “Oh, no! Inuyasha! Cosa facciamo adesso?”.
Il medico le rivolse uno sguardo preoccupato “Non potete avvisare i suoi genitori o dei parenti?”.
“Ha perso i genitori da bambino” sussurrò la ragazza, prendendo la testa fra le mani, “Ma non ha fratelli o sorelle?”.
La giovane scattò “Ma certo! Sesshomaru! Dobbiamo cercarlo… Deve venire assolutamente…”.
“Non può, Kagome” le rispose Kaori, lanciandole un’occhiata significativa “Non ce la farebbe mai dalla Francia. È troppo lontano”.
Guardò il medico e spiegò “Il fratello lavora fuori e, al momento, è a Parigi. Non può arrivare in così poco tempo…”.
Inoltre, dubito fortemente che donerebbe spontaneamente il proprio sangue per salvare il fratello borbottò tra sé.
“E non c’è nessun altro parente che potrebbe che potrebbe fare la donazione?” chiese il dottore, che iniziava seriamente a preoccuparsi per il nuovo paziente.
Kaori rimase in silenzio per un lungo istante, poi, capendo che era l’unica cosa da fare, disse “Ci sono io”.
Si armò di tutto il coraggio disponibile e mormorò “Siamo cugini di secondo grado… Tante volte ci prendevamo in giro, dicendo che siamo simili come un lupo ed un husky”.
Inventarsi tutte quelle informazioni di sana pianta non era semplice, ma doveva farlo; Inuyasha aveva bisogno di sangue e subito!
Doveva combattere la propria paura e fare tutto ciò che era in suo potere per aiutarlo!
Il medico rimase sovrappensiero, poi annuì “Potreste essere compatibili, ma ho bisogno di un campione per esserne sicuro”.
La fissò dritta negli occhi e chiese “Fai uso di sostante pericolose o di alcool?”, “No. Non bevo, non fumo, non ho mai assunto droghe di nessun tipo e… sono ancora vergine. Quindi non si preoccupi, il mio sangue è pulito”.
“Bene, sono felice di sentirtelo dire” mormorò l’altro, prendendo una lancetta sterile e una boccetta per il campione.
La ragazza deglutì a vuoto, sentendo un velo di sudore imperlarle la fronte, e chiuse gli occhi quando l’uomo le punse il dito con un ago, prelevando una goccia di sangue da usare come campione.
Vedendola sudare freddo, le chiese “Soffri di belofonobia, non è così? Hai il terrore degli aghi”.
“Sì” sussurrò lei, cercando di controllare il panico “Ma non importa. Per un amico, sono pronta a questo ed altro!”.

“Kaori, ma sei sicura di quello che fai?” chiese Kagome, fissando l’amica con un’espressione preoccupata.
“Al cento per cento” ribatté l’altra, fissando il pavimento verdastro, “Devo farlo, Kagome. Non c’è altra soluzione”.
“Ma c’era Sesshomaru! Certo che ti sei inventata una bella scusa per quel demone” la sentì commentare “Lavora a Parigi. Dove di preciso, in una boutique internazionale?”.
“Certo non potevo dire al medico che è un demone che vive oltre la barriera del tuo pozzo” disse lei.
Sospirò tesa ed aggiunse “Non sarei riuscita a trovarlo. Potrebbe essere ovunque e poi… Dubito fortemente che avrebbe accettato di donare il proprio sangue per il fratello”.
“Non posso darti torto” mormorò la ragazza, sedendosi accanto al fratello “Però… Tu ed Inuyasha non siete come due fratelli. Sei sicura che non correrà rischi?”.
“Hai ragione, ma siamo simili” replicò la giovane “Tra lupi e cani c’è una certa affinità e.. inoltre, io sono l’essere più simile a lui, in questo momento”.
Si passò una mano tra i capelli, cercando di restare calma, ma era tutt’altro che facile; il suo migliore amico era in coma farmacologico e lei stava per sottoporsi ad una trasfusione per cercare di salvarlo.
“Sono una demone a tre quarti, quanto c’è di più simile ad un mezzo-demone” sussurrò “Devo farlo io, anche se ho il terrore degli aghi”.
Sota le prese la mano “Ma così, il fratellone si riprenderà?”, “Avrà buone speranze di cavarsela” lo rassicurò lei “Inuyasha è uno tosto”.
Di colpo, il suo cellulare prese a squillare insistente e sospirò nel vedere che era la signora Higurashi.
“Pronto?”, “Kaori, ma dove siete tutti quanti?” chiese la donna “La casa è vuota e fin’ora eravate irraggiungibili”.
La demone lupo fece una smorfia “Siamo all’ospedale, signora Higurashi”, “Come in ospedale? Che cosa è successo?”.
Era evidentemente spaventata; probabilmente aveva subito pensato ad uno dei figli.
“Si tratta di Inuyasha” spiegò l’altra “Eravamo andati a fare spese e… sono entrati dei ladri. Lui è intervenuto per proteggere Kagome e gli hanno sparato”.
La signora Higurashi trattenne a stento un gemito, poi esclamò “Arriviamo subito. Restate lì”, poi riattaccò.
Kaori spense il cellulare e lasciò andare un sospiro, “Vostra madre sta arrivando. Speriamo bene”.
Kagome si sforzò di trattenere le lacrime e strinse i pugni Inuyasha, resisti! Ti prego, non lasciarti andare! Devi farcela, io so che puoi farlo!.
Dopo un’attesa che sembrò interminabile, la signora Higurashi e suo padre arrivarono nell’edificio, cercando immediatamente i tre ragazzi.
“Oh, Kagome! Sota! Kaori! State bene?” chiese preoccupata, abbracciando il figlio più piccolo.
“Il fratellone sta male, mamma” piagnucolò lui “Dicono che ha bisogno di una trasfusione!”.
“E Kaori si è offerta come donatrice” aggiunse la sorella “È l’unica che può farlo… Mamma, ho così tanta paura per Inuyasha!”.
La donna la strinse a sé, accarezzandole i capelli “Sta’ calma, tesoro. Andrà tutto bene, vedrai”.
Poi guardò l’amica della figlia e mormorò “Kaori, ma tu non avevi paura degli aghi?”, “Sì, più di qualunque altra cosa… ma Inuyasha ha bisogno di sangue al più presto. Non posso tirarmi indietro”.
In quel momento, il medico ritornò, dicendo “Signorina, lei è compatibile con il paziente. Possiamo fare la trasfusione, ma ho bisogno del permesso dei suoi genitori”.
La ragazza si morse nervosamente il labbro, mentre raccontava l’ennesima bugia “I miei sono in viaggio di lavoro. Non so dove, esattamente”.
“Ma l’hanno affidata a me” disse la signora Higurashi “Sono un po’ la tutrice di Kaori, finché i suoi genitori non tornano”.
Kagome ringraziò sua madre con uno sguardo colmo di gratitudine; aveva capito che quelle bugie erano necessarie per Inuyasha e le stava aiutando a salvarlo.
“Il suo nome?” chiese il dottore, “Yumico Higurashi” rispose l’altra, poi prese la demone lupo per mano e la sospinse dolcemente verso la sala trasfusioni.

Kaori fissò terrorizzata l’infermiera che prendeva un lungo ago sterile da un cassetto e collegarlo ad un tubo sottile, a sua volta unito ad una grossa sacca di plastica.
Che presto sarebbe stata piena del suo sangue.
Oh, Kami-Sama! mormorò in preda al panico Non ce la faccio, non ce la faccio! Ma Inuyasha ne ha bisogno… Oh, cavolo, eccola che viene! Aiuto!!.
La signora Higurashi le sfiorò la fronte, cercando di rassicurarla, “Andrà tutto bene, tesoro”.
Lei si sforzò di sorridere, ma sentiva lo stomaco totalmente sottosopra; poteva fingere quanto voleva, ma era sul punto di correre via e lanciarsi dalla finestra.
No! sbottò a se stessa Inuyasha lo farebbe per te! Smettila di fare la fifona e reagisci!.
Si guardò intorno, ritrovandosi a fissare lo sguardo speranzoso di Kagome; la sua amica contava su di lei, non poteva tirarsi indietro! L
’infermiera finì di sistemare l’ago e si avvicinò, sorridendo “Ti senti pronta, cara?”.
La ragazza deglutì a vuoto più di una volta, sentendo il panico avvolgerla nella sua morsa.
Kagome le strinse la mano, sorridendo comprensiva “Kaori, non immagini quanto ti sia grata per quello che stai facendo per Inuyasha”, “Non è niente, Kagome… È solo... una dannata trasfusione”.
Le rivolse uno sguardo spaventato e sussurrò “Non è che puoi farmi un favore? Mi racconteresti qualcosa per distrarmi?”.
Un vago sorriso le incurvò le labbra “Magari il tuo primo incontro con Inuyasha… Sono curiosa”.
L’altra ridacchiò nervosamente, poi iniziò a raccontare tutta la vicenda, mentre l’infermiera infilava delicatamente l’ago nel braccio della compagna.
La vide sussultare appena, mentre il suo volto si tingeva di un pallido colorito verdastro; faceva davvero paura.
Nonostante il dolore e la paura, gli occhi verdi della demone non lasciarono i suoi neanche per un attimo; cercava in ogni modo di concentrarsi sul racconto.
“Davvero ha cercato di ucciderti?” chiese strabiliata “Certo che non andavate mica d’amore e d’accordo!”. “No, per questo ha quel rosario al collo” sospirò Kagome, poi si sciolse in un sorriso “Ma le cose sono migliorate, non credi?”. “Già” rise la demone, cercando di mascherare una smorfia di dolore, “Adesso è spaventato da tutto quello che potrebbe ferirti”. La vide arrossire vistosamente, ma si accorse che le si stava annebbiando la vista; sentiva le forze scemare velocemente.
“Ehi.. Kagome” sussurrò a fatica “Fammi un favore. Quando Inuyasha si sveglia, digli che la prossima volta che non mi ascolta, lo strozzo”.
Un lieve sorriso le illuminò il volto “E tienitelo stretto, mi raccomando. Dimenticati di Kikyo e combatti. Uno come lui non lo trovi nemmeno se vivessi mille anni. Non devi permettere a nessuno di portartelo via”.
Alzò gli occhi al soffitto e mormorò “Un po’ t’invidio, sai? Non capita tutti i giorni un tipo disposto a morire per te”.
Vide lo sguardo confuso dell’amica ed un sorriso comprensivo le apparve in volto “Kagome, mica avrai frainteso?”.
Le strinse la mano e sussurrò “So quanto tieni ad Inuyasha e so quanto lui tiene a te. Certo, è molto carino, dolce e premuroso. Anche se ha la testa più dura del marmo e tante volte non mostra quello che prova…”.
Con un lieve sforzo, scosse la testa “È il ragazzo che tutte vorrebbero avere, ma, sta’ tranquilla, non è il mio tipo”.
Sospirò appena, sussurrando “Per me è un carissimo amico, quasi un fratello. Quindi non devi preoccuparti. Tienitelo stretto, Kagome. Mi raccomando”.
Poi le si chiusero gli occhi, mentre sprofondava velocemente tra le braccia di Morfeo.

Kagome sospirò mentre tornava a fissare la spia luminosa sulla sala operatoria; erano due ore che non aveva notizie di Inuyasha.
Dopo la trasfusione, l’infermiera era corsa con la sacca piena di sangue nella sala operatoria e, da allora, le porte erano rimaste chiuse.
Sua madre le strinse la mano “Sta’ tranquilla, tesoro. Vedrai che le cose si sistemeranno”.
Anche suo nonno la rassicurò “Coraggio, piccolina. Se ho ben capito il tipo, non si arrenderà così facilmente. Fatti forza”.
La ragazza si limitò ad annuire e tornò a fissare la spia luminosa, sperando che qualcuno venisse a darle notizie.
Era spaventata per il giovane mezzo-demone, ma era anche in pensiero per Kaori, che aveva affrontato la sua paura più grande per aiutare un amico.
Aveva dimostrato un coraggio incredibile e si pentì di aver dubitato di lei, anche solo per un attimo.
Si sentiva davvero terrorizzata e continuava a tormentarsi le mani, mentre il suo sguardo non abbandonava la spia luminosa.
Oh, Inuyasha sussurrò con le lacrime agli occhi Ti prego, non abbandonarmi così! Ho bisogno di te! Non lasciarmi!.

Un lieve bip, totalmente sconosciuto, si fece largo nella sua mente annebbiata.
Inuyasha sollevò a fatica le palpebre, ritrovandosi in una stanza bianca piena di strani oggetti.
Dove sono? si chiese confuso, mentre cercava di orientarsi Cos’è questo posto? E come ci sono finito?.
Di colpo, i ricordi della rapina gli invasero la mente e si lasciò sfuggire un gemito di panico “Kagome!”.
Non si era accorto di non essere e si voltò di scatto quando sentì qualcuno esclamare “Ma che diavolo succede?”.
Una donna vestita di bianco lo fissò sorpresa, poi mormorò “Vedo che ti sei svegliato presto, ragazzo. Devi essere un tipo davvero forte. Pochi si riprendono così velocemente da un colpo di pistola”.
“Cosa?” chiese il mezzo-demone, ancora più confuso di prima, “Dove sono finito? Dov’è Kagome?”.
“Kagome?” chiese l’infermiera con aria confusa, poi sorrise “È la tua ragazza?”. A quelle parole, lo vide arrossire ed il suo sorriso si allargò “Vado a chiamartela”.
Il ragazzo la seguì con lo sguardo e fissò gli strani oggetti che aveva intorno, chiedendosi a cosa servissero.
Qualunque cosa siano, l’unica cosa che m’importa è che Kagome stia bene mormorò tra sé.

Kagome aveva le mani sul volto; non sapeva ancora nulla di Inuyasha e la sua paura aumentava sempre di più.
Avevano appena portato Kaori nel corridoio e la ragazza si era raggomitolata su due sedie, sprofondando di nuovo nel sonno.
Era davvero stravolta…
Improvvisamente, sentì una voce chiamarla “Chi di voi due ragazze è Kagome?”.
Alzò la testa di scatto e mormorò “Sono io, perché? Cos’è successo?”; vide una giovane infermiera sorriderle allegra “Quel giovanotto che avete portato qui, si è svegliato e chiede esplicitamente di lei”.
“Si è svegliato?” esclamò lei, sgranando gli occhi “Davvero si è svegliato?!”, “Sì, e chiede di lei”.
Kaori, svegliata da tutto quel trambusto, socchiuse gli occhi e le diede una lieve spintarella “Avanti, che aspetti? Va’ da lui”.
La miko non si fece pregare e corse nella stanza, sentendo il cuore batterle furiosamente nel petto.
L’infermiera la seguì con occhi sognanti e mormorò “Però, quel ragazzo è davvero molto carino. Quasi quasi…”.
“Non ci provare, carina” l’avvertì la demone lupo, fissandola cupa “Lui è solidamente fidanzato con la mia amica. Ci ha già provato un’altra a separarli, senza alcun risultato. Quindi gira i tacchi e sparisci!”.

Kagome entrò velocemente nella camera, sentendosi come se tutta l’angoscia che aveva provato si fosse dissolta come neve al sole.
Il cuore le diede un balzo quando vide gli occhi scuri di Inuyasha illuminarsi nel vederla.
Gli corse accanto e, stringendogli la mano, sussurrò “Inuyasha! Finalmente ti sei svegliato… Sapessi..Sapessi quanto sono stata in pensiero per te!”.
“Stai bene?” le chiese lo youkai, cercando segni di ferite sul suo volto, “Sì, va tutto bene… adesso che ti sei svegliato”.
Kagome si asciugò le lacrime e sorrise “Come ti senti? Il medico ha detto che sei stato parecchio fortunato. Il proiettile si era incastrato in una costola…”.
“Mi fa un po’male il fianco, ma per il resto va tutto bene” rispose lui, poi sorrise “Sono abituato a cose peggiori”.
La ragazza scosse la testa “Mi hai spaventato a morte! Se tu non stessi così male, ti manderei subito a…”.
S’interrupe di colpo, conscia che avrebbe potuto causargli ulteriore dolore se avesse pronunciato quella frase.
Lo vide ridacchiare ed arrossì, mentre lo sentiva dire “Non ti ricordi che Kaori ti ha detto di togliermelo prima di uscire? Diceva che stonava con i vestiti”.
La giovane annuì, pensando che aveva dovuto concentrarsi molto per togliere il rosario dal collo del mezzo-demone.
Non riusciva ancora a padroneggiare bene i suoi poteri spirituali.
Si riscosse velocemente e mormorò “Sei un pazzo, lo sai? Kaori mi ha detto di avvisarti che la prossima volta che fai di testa tua, ti strozza”.
Inuyasha si lasciò sfuggire una risata, poi il suo sensibile naso avvertì un odore poco rassicurante e si voltò verso sinistra, sobbalzando nel vedere una grossa busta di plastica piena per metà di sangue.
Il liquido gocciolava ritmico in un sottile tubo scendeva verso di lui, fino ad un grosso ago che gli penetrava nel braccio.
L’odore che ne veniva era inconfondibile.
La giovane seguì il suo sguardo e disse “Ti hanno dovuto fare una trasfusione.. avevi perso molto sangue. Kaori si è offerta di fare da donatrice”.
“Cos’è una trasfusione?” chiese il ragazzo, “Una donazione di sangue che si fa tra persone simili. Soprattutto tra parenti”.
Sul viso di lei comparve una smorfia “All’inizio avevo pensato a tuo fratello, ma Kaori mi ha fatto capire che era impossibile”.
“Sesshomaru non accetterebbe mai una cosa simile” convenne lo youkai “Ma Kaori non era terrorizzata dagli aghi?”, “Sì, ma l’ha fatto per aiutarti”.
Per un amico, sono pronta a questo ed altro!” mormorò, ripetendo le parole pronunciate dalla demone lupo.
Il giovane scosse leggermente la testa, poi mormorò “Quindi, ho dentro di me parte del suo sangue… Spero stia bene, adesso”.
“Dorme nel corridoio” spiegò l’altra, con un lieve sospiro “Le trasfusioni  tolgono rapidamente le energie”.
Poi lo fissò negli occhi e mormorò “Sei davvero uno stupido. Ti rendi conto che sei quasi morto, per colpa mia? Non devi fare mai più una stupidaggine del genere!”.
Le lacrime le inondarono gli occhi “Ho passato ore nell’angoscia, temendo il peggio… Non devi più rischiare la vita per me, Inuyasha. Se ti accadesse qualcosa, io…”.
“Kagome…” sussurrò il mezzo-demone “Sono disposto a dare la vita, purché tu sia al sicuro”.
Quelle parole la colpirono in maniera inaspettata e sentì il cuore partire in quarta, ma si costrinse a schiacciare ogni germoglio di speranza.
Kikyo non li avrebbe mai lasciati in pace e non sapeva cosa provasse Inuyasha nei suoi confronti.
Eppure, quella frase…
Con uno sforzo, lo guardò negli occhi, rimanendo sorpresa nel vederli brillare come mai prima di allora.
Lui la fissò a lungo, prima di dire “Kagome, non posso permettere a nessuno di farti del male. Neanche a me stesso. Io voglio che tu sia al sicuro, sempre. Perché tu sei tutto per me”.
Finalmente, le parole che aveva tanto cercato fluivano leggere nella sua bocca, permettendogli di esprimere quei sentimenti che si era tenuto dentro per tutto quel tempo.
Con un lieve sforzo, alzò la mano e sfiorò il volto “Kagome, io ti amo. E non permetterò a nessuno di farti soffrire, in alcun modo”.
Kagome sentì il respiro mozzarsi in gola e si chiese se non stesse sognando, se quelle meravigliose parole non fossero solo frutto della sua fantasia.
A fatica, distolse lo sguardo e mormorò “Chissà che ti farebbe Kikyo se ti sentisse… Sai che vuole portarti nel’aldilà con sé”.
“Ma io non ci andrò” rispose il giovane “Perché amo te, Kagome, e non ho alcuna intenzione di lasciarti”.
“Non posso dire che i miei sentimenti nei suoi confronti siano svaniti” ammise “Ma non è amore, non più”.
Fissò il soffitto candido della stanza ed aggiunse “Le sarò sempre grato per avermi aperto gli occhi, mostrandomi l’amore. Ma non tengo a lei quanto a te”.
“Kikyo mi ha mostrato un mondo più caldo, che prima non conoscevo” mormorò “Ma tu… Mi hai accetto per quello che sono, senza cambiamenti… Mi hai mostrato qualcosa di ancora più prezioso, Kagome”.
Per un attimo, si perse in quello sguardo color cioccolato che lo fissava stupito e felice allo stesso tempo, poi si sciolse in un caldo sorriso.
Era bellissima…
“Voglio che tu dimentichi Kikyo” disse serio “Non voglio che ti faccia soffrire ancora, come la sera prima che sei tornata qui”.
Davanti alla sua espressione sorpresa, aggiunse “So che è venuta a parlarti. Quando ti ho vista andartene così arrabbiata, ho capito che era successo qualcosa e sono tornato indietro per cercare delle risposte”.
“Kaori non mi aveva detto niente quando ti ha riportato alla capanna” mormorò “Così ho dovuto cercare degli indizi. L’odore di Kikyo nella radura era molto forte e, allora, ho capito tutto”.
La fissò in volto, dicendo “Non voglio vederti piangere, soprattutto per quello che è avvenuto tra me e Kikyo in passato. Dobbiamo lasciarcelo alle spalle, non credi?”.
Kagome sentì lacrime di gioia scivolarle lungo le guance e si appoggiò alla sua mano, coprendola con le proprie, “Inuyasha… io… Vorrei dirti tante cose, ma non ci riesco… Sono così felice..”.
Lo youkai sorrise “Non devi dirmi niente. Ho capito”, poi l’attirò a sé, sfiorando le sue morbide labbra con le proprie.
Sentendola sospirare, la strinse più forte, accarezzandole il viso delicato.
Quante volte aveva sognato quel momento?
Quante volte si era chiesto se lei lo avrebbe accettato per quello che era davvero?
Adesso sentiva che le cose sarebbero andate per il verso giusto e che niente avrebbe potuto impedirgli di essere felice con la sua Kagome.
Adesso aveva un altro motivo per sconfiggere Naraku; creare un mondo migliore per la donna che amava più della sua stessa vita.

Kaori sorrise, felice che i suoi amici fossero finalmente riusciti a dichiararsi, abbattendo tutte le barriere; compresa Kikyo.
Il suo sensibile udito aveva captato ogni parola, compresa la decisione del mezzo-demone nei riguardi della sacerdotessa defunta.
Se proverà a separarli, quella miko affumicata se la dovrà vedere con me! mormorò decisa Kagome ed Inuyasha meritano di essere felici insieme.
Quando l’infermiera di poco prima venne a dire ai due ragazzi che l’orario delle visite era finito e che il paziente doveva riposare, fu tentata di suonarle qualcosa in piena fronte.
Possibile che certa gente riusciva ad interrompere i momenti più belli, senza alcun rispetto?
Kagome uscì lentamente dalla stanza e la sentì promettere ad Inuyasha che sarebbe tornata presto.
La giovane miko incrociò lo sguardo dei parenti e gli occhi le si riempirono di lacrime, mentre correva ad abbracciare Kaori.
“Avevi ragione” sussurrò felice “Mi ama, Kaori. Vuole restare con me… Non con Kikyo”.
La ragazza scosse la testa e sorrise “Te l’avevo detto, no? Come assistente di Cupido non ho fatto chissà che, però…”.
Le cinse le spalle con un braccio e disse “Adesso però smettila di piangere. Vedrai che le cose andranno per il meglio, da adesso in poi. Me lo sento”.
Sota sorrise allegro alla sorella maggiore “Allora, tu e il fratellone, un giorno vi sposerete?”.
Il nonno dei due ragazzi divenne paonazzo per la sorpresa “Cosa?!? Ma non credi di correre un po’ troppo?”.
Improvvisamente, si fece serio in volto “Non intendo celebrare alcun matrimonio prima di tre anni, sono stato chiaro?”.
La signora Higurashi sorrise, felice che la figlia avesse trovato finalmente un po’ di serenità, “Oh, andiamo! Non puoi fare niente per fermare l’amore, papà”.
Kaori annuì complice, pensando che, in fondo in fondo, quel bandito meritasse un piccolo grazie.
Un lieve sospiro le sfuggì dalle labbra e fissò gli occhi lucidi d’amore dall’amica, sperando che, un giorno, anche lei avrebbe potuto trovare un ragazzo che l’amasse per quello che era. 

 

Ecco qui, è andata. che ne dite? ho esagerato? spero di no, ma ditemelo se qualcosa nn vi piace. mi è piaciuto esprimere la gratitudine di Inuyasha x Kikyo, premettendo ke nn prova più nnt x lei, se nn un sincero affetto. il caro Inu ha fatto la sua scelta, ma la questione nn è mica finita... Secondo voi, cm reagirà Kikyo? E Kaori... troverà qualcuno disposto ad amarla x quello ke è? per scoprirlo, dovete sl continuare a seguire. Bacioni a tutte! ^_^

   
 
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