Hermione
Jean Granger non sarebbe mai stata la prima
a dichiararsi; per un qualche futile motivo era convinta che la mossa
successiva toccasse solo e soltanto a lui, altrettanto futile individuo.
Fosse
stata sua madre si sarebbe stufata già da
tempo di aspettare e sarebbe andata a prendersi ciò che da
tempo desiderava, fosse
stata Harry… beh Harry magari no – da quanto
sapeva era etero-, fosse stata
Ginevra non ci sarebbe neanche stato bisogno di aspettare, Hogwarts
sarebbe già
stata ai suoi piedi.
Ma
nessuna di queste persone la rispecchiava. Lei
era semplicemente Hermione: un po’ acida, saputella,
secchiona e nemmeno molto
carina.
Oggi
siamo in vena di complimenti eh.
Sospirò
afflitta, non era colpa sua se si era
innamorata di un tale idiota, o forse quella idiota era lei…
pensava di aver
interpretato nel modo giusto quegli sguardi, pensava che per lui fosse
lo
stesso… si era sbagliata? Beh ormai poco importava,
l’aveva baciato. Il danno
era fatto.
Scrollando
le spalle, come se la faccenda non la
riguardasse, tornò ai suoi libri.
Ottimo
metodo Hermione… davvero sorprendente.
“Ok,
adesso smettila di parlare con la tua testa… Avanti
puoi farcela.” Sussurrò rivolta a se stessa.
“Ehi
Hermione… posso… ehm…
parlarti?” Ronald
Weasley, le orecchie arrossate e l’aria sconvolta la fissava
imbarazzato.
Hermione tentò di assumere un’espressione
convincente, senza far trasparire
alcuna emozione. Contegno ragazza,
contegno.
“Certo
Ronald.” Non aggiunse una parola di più,
sostenne lo sguardo di lui mentre le si sedeva di fronte e non diede
alcune
segno apparente di cedimento. Tipico.
“Ecco…
ehm…” gli occhi di Hermione si ridussero a
fessure, non lo lasciò terminare, si limitò a
scuotere le spalle e a tirare
fuori l’orgoglio.
“Non
importa. So già cosa sei venuto a dirmi: non
devi giustificarti. Se pensavo di piacerti? Sì. Mi sono
ricreduta? Doppiamente
sì. Amici come prima.” Il tono saccente e freddo,
lo sguardo sicuro e tagliente…
ecco cosa faceva uscire di testa Ron, e così fu.
“Possibile
che tu debba sempre saltare alle tue
stupide conclusioni? Diamine, fai parlare le persone prima di abbattere
le loro
opinioni con le tue irritanti pillole di saggezza!”
Sbottò lui, apparentemente
ignaro di aver appena infranto l’aura di pace che regnava
solitamente all’interno
della biblioteca.
“Se
solo tu non ti comportassi come uno stupido
idiota non ci sarebbe bisogno di alcuna pillola di saggezza!”
E tanti saluti
all’aura di pace.
“Sei
solo una stupida so-tutto-io!”
“Non
la pensavi così quando ti servivano i miei
compiti, vero Ronald?”
“E
non chiamarmi Ronald!”
“Sentiamo,
adesso non posso nemmeno pronunciare il
tuo nome di battesimo, Weasley?” Hermione era totalmente
fuori di se: i capelli
cespugliosi sparati in tutte le direzioni, gli occhi dilatati dalla
furia, il
respiro affannoso.
“Ti
ho detto che…” Ma Ron non fece in tempo a
controbattere.
“ADESSO
BASTA!” Madama Pince si frappose tra i due
che, troppo presi dalla loro lite, non l’avevano notata
avvicinarsi.
“Voi
due! Siete in una biblioteca, non alla coppa
del mondo di Quidditch!”Sbraitò la donna. Ron ed
Hermione abbassarono lo
sguardo, pentiti.
“E
ora tacete! Se non volete che vi sbatta fuori a
librate nel sedere!” Ron soffocò una risatina, che
ne scatenò un’altra - altrettanto
trattenuta - da parte di Hermione.
“E
tu!” Madama Pince puntò un dito accusatorio
contro Ron, “baciala, razza di idiota!” E
così dicendo se ne andò, sparendo
dietro alcuni scaffali stracolmi di libri.
Ron
guardò Hermione. Hermione guardò Ron. Entrambi
scoppiarono a ridere, quasi istericamente, andarono avanti per un tempo
che
parve loro infinito…poi qualcosa cambiò. Ron
divenne improvvisamente serio e si
fece un po’ più vicino alla ragazza. Riuscivano a
percepire i rispettivi
respiri, e ciò non dispiaceva affatto a nessuno dei due.
“Forse…
dovrei seguire il consiglio di Madama Pince.”
Sussurrò incerto. E con lentezza avvicinò il suo
volto a quello di Hermione, e
finalmente le loro labbra si incontrarono in un dolce e a lungo atteso
bacio.
E
meno male che quel giorno Madama Pince si decise a
fare la seconda mossa in vece di Ron, altrimenti quel bacio
chissà quando
sarebbe finalmente arrivato.