~the
net~
[Blake]
Mi sveglio
stamattina senza capire cosa c’è di strano,
anche se sento che qualcosa c’è. Mi guardo intorno
e capisco: Damien dorme
ancora.
Questo
è veramente strano, considerata la sua media di
tre o quattro ore di sonno per notte. Perciò mi sembra il
minimo disturbarlo un
po’.
In fondo sono
quasi le otto e siamo già in ritardo.
Decido per un
metodo semplice: una cuscinata in
faccia.
Lui sussulta, si
alza di scatto e batte la testa
contro il letto a castello.
-Ahi!-
Comincio a
ridere di gusto … questo prima che lui
tenti di soffocarmi con lo stesso cuscino.
-Smettila!-
-Stavo dormendo!-
Continuo a
ridere.
-Avete finito di
amoreggiare, voi due?-, chiede
Jonathan, sbucando fuori dalle coperte e vedendo lo strano spettacolo
di io e
Damien, in pigiama, che ci azzuffiamo sul pavimento.
-Che
c’è, sei geloso, Bailey?-, chiedo, alzandomi in
piedi.
-Non sai quanto.-
Occupo il bagno
per primo, mi faccio una doccia e
scendo a colazione.
Stamattina
avremo due lunghissime, eterne ore di
fisica e poi una di allenamento pratico.
Sto mangiando il
mio secondo toast al burro d’arachidi
quando vedo Damien ingoiare una pastiglia.
-Cos’è?-
-Me
l’ha data Vahel per ridurre le visioni.-
Charlotte
aggrotta le sopracciglia.
-Sei sicuro che
sia una buona idea?-, chiede,
dubbiosa. –È il tuo dono.-
-Tutto quello
che so è che stanotte ho finalmente
dormito … beh, prima che Blake mi svegliasse.-
-È
stato un piacere, amico-, commento.
-Io non mi
fiderei-, prosegue Charlotte.
-Senti, tu non
hai idea di quanto sia piacevole non
sentire voci confuse ventiquattr’ore al giorno e godersi un
po’ di silenzio, ogni
tanto.-
Charlotte coglie
la frecciatina e tace.
Le prime due ore
passano rapidamente solo grazie al
fatto che affino la mira fino a colpire tre volte consecutive Lily con
la mia
cerbottana.
Al che, lei
dà fuoco alle palline di carta sul mio
banco, conquistandosi due ore di punizione.
Adoro
quella ragazza.
Poi, grazie al
cielo, usciamo per la lezione pratica e
ci dirigiamo verso lo stadio.
Il nostro
insegnante, il signor Smith, non è da solo,
però.
Con lui
c’è Vahel, e sembra che stiano discutendo.
-Puo’
lasciarmeli senza problemi, Smith, almeno per
oggi.-
-Questa
è la mia
lezione.-
-Oggi serve a
me.-
Smith, la
persona più imponente e terrorizzante
dell’intero corpo docenti, è costretto ad obbedire
e si allontana con stizza.
Restiamo soli
con Vahel, che porta a tracolla una
grande borsa di pelle nera.
-Ragazzi-,
esordisce questi, -Da oggi cominciamo a
fare sul serio. Voglio che sappiate che non tollererò
nessuna critica né
diserzione durante le mie lezioni, ed esigo obbedienza assoluta da
tutti voi. È
chiaro?-
Borbottiamo un
assenso, subito ripresi dal preside:
-Non ho sentito!-
-Sì,
signore.-
-Bene. Tutti a
sedervi negli spalti, tranne il signor
Bailey.-
Jonathan rimane
nell’arena con Vahel mentre noi
usciamo dalla zona sabbiosa e ci sistemiamo sul primo scalino delle
gradinate.
-Signor Bailey,
ora lei si trasformerà in un qualsiasi
animale di piccole dimensioni. Io le lancerò addosso una
rete e lei dovrà
liberarsene, sfruttando delle trasformazioni o qualunque altra
strategia che
riterrà necessaria.-
Jonathan non
sembra per niente preoccupato. Annuisce
tranquillamente e si trasforma istantaneamente in un gatto tigrato.
Vahel apre la
borsa, ne estrae un paio di guanti e usa
quelli per prendere una rete.
Non è
di corda, ma metallica, di un materiale che non
ho mai visto prima. La lancia sopra al gatto e poi viene verso di noi,
sugli
spalti, togliendosi i guanti.
Sento Charlotte
trattenere il fiato.
Dapprima non
capisco. Sento il miagolio intenso del
gatto, che si trasforma in altri piccoli animali, tra cui una volpe e
un cane.
Poi si rimpicciolisce, e vedo che la rete segue la sua trasformazione
in topo,
diventando più piccola.
Solo quando
Jonathan si trasforma in un grande lupo
capisco cosa sta succedendo.
La rete
metallica è affilata, ogni filo tagliente come
una lama. Il pelo del lupo è striato di sangue, e la cosa si
fa ancora più
evidente quando Jon si trasforma in un grande felino bianco che non so
identificare. La pelle dell’animale è tagliata in
profondità ovunque sia
entrata in contatto con la rete.
Mi alzo di
scatto, sentendo i ringhi e gli uggiolii dell’animale.
-Basta
così!, urla Lily.
-Sedetevi-,
ordina Vahel.
-Lo liberi
subito!-, grida Vanessa.
-State seduti!-
Guardo verso
Jonathan e lo vedo lottare con la rete,
mentre il sangue scende sempre più copioso.
Senza pensarci
due volte attraverso l’arena di corsa e
lo raggiungo.
Il gigantesco
felino bianco si sta rotolando a terra,
dimenando le zampe per liberarsi, ma così facendo ottiene
solo di piantarsi più
a fondo nella carne le lame.
-Jonathan-, lo
chiamo a voce alta, e devo ripeterlo
più volte perché lui mi guardi con gli enormi
occhi neri spaventati.
-Signor Gray,
torni qui immediatamente!-, mi urla
Vahel, ma non lo ascolto.
-Adesso ti
aiuto.-
Lui si muove e
ringhia.
-Stai fermo,
Jon-, lo prego.
-Glielo ripeto,
Gray: stia lontano!-
Sono
terrorizzato da tutto quel sangue e non so
esattamente cosa fare. Cerco l’inizio della rete e lo prendo
in mano,
tagliandomi.
Mi sfugge
un’imprecazione. Allora decido di togliermi
la felpa. La sfilo velocemente e la uso per proteggermi le mani mentre
sollevo
la rete, causando ulteriori uggiolii del felino ferito.
La getto a terra
e mi chino su Jonathan, ancora in
forma animale. Appoggio con cautela una mano sulla pelliccia macchiata
di
rosso.
-Jon? Riesci a
trasformarti?-
Dopo un paio di
secondi lui torna umano.
Le sue ferite
sono ancora più spaventose viste così.
La felpa è stracciata; la schiena, il petto, le gambe, le
mani sono coperte di
profondi tagli sanguinanti. Jonathan si lamenta sottovoce, ancora
cosciente.
Cerco di
respingere la nausea e mi volto verso i
ragazzi.
Vahel sembra
furente. Mi fissa con rabbia enorme.
- Lily
è andata a chiamare il medico-, dice Vanessa,
terrorizzata.
Infatti, dopo
poco più di due minuti, il vecchio
dottore ci raggiunge.
-Oh, mio Dio-,
mormora.
Estrae dalla
valigetta delle boccette, ma prima esita.
-Dobbiamo
portarlo almeno sugli spalti. La sabbia che
c’è qua è pericolosa, causa infezioni,
ma l’infermeria è troppo lontana.-
Lo aiuto a
sollevare Jonathan e raggiungiamo gli
spalti. Lo adagiamo su uno dei larghi scalini di pietra.
-Mi serve
dell’acqua-, dice il signor Hayez, il medico.
Lily prende una
delle ciotole e la riempie in un
secondo.
Hayez vi immerge
un panno bianco e comincia a ripulire
le profonde ferite. Jonathan geme per il dolore.
-Dagli questo-,
mi ordina, porgendomi una pastiglia e
un bicchiere. Lily lo riempie d’acqua e vi faccio sciogliere
il medicinale.
-Jon, bevi-, gli
dico.
Charlotte gli
solleva un po’ la testa e lui,
automaticamente, obbedisce. Dopo qualche minuto perde i sensi, per sua
fortuna.
Il medico
disinfetta tutte le ferite e si fa aiutare a
portare Jonathan in infermeria.
-Signor Gray-,
mi chiama Vahel.
Mi volto, e il
mio primo istinto è quello di
lanciargli un lampo di energia e mandarlo a sbattere contro un muro.
-Lei ha
disobbedito apertamente ad un mio ordine, dopo
che vi avevo diffidato dal farlo. Riceverà una giusta
punizione per questo.-
Stringo gli
occhi, sentendo che sto per ucciderlo sul
serio.
-Venga
giù nel mio laboratorio alle due di oggi
pomeriggio.-
Non rispondo e
seguo gli altri verso l’infermeria.
Jonathan sta
dormendo grazie al sonnifero.
È
disteso su un fianco su un letto dell’infermeria,
gli occhi chiusi. Siamo tutti intorno a lui e ci guardiamo,
condividendo la
stessa rabbia.
Mancano dieci
minuti alle due.
-Devo andare-,
mormoro.
-Fai
attenzione-, mi dice Lily, guardandomi negli
occhi.
In condizioni
normali mi prenderei gioco di lei,
scherzando per la sua preoccupazione, ma adesso non me la sento
affatto.
Annuisco e mi alzo, dirigendomi verso i sotterranei.
Trovo Vahel ad
aspettarmi. Digita rapidamente un
codice e mi precede nel grande laboratorio. È proprio come
Damien l’ha
descritto.
-Non mi piace
che si disobbedisca ai miei ordini,
Gray-, mi dice severo, guardandomi con quegli inquietanti occhi gelidi.
-Stava facendo
male al mio migliore amico-, dico con
decisione.
-Tutto quello
che faccio è per il vostro bene-,
replica Vahel con un tono mellifluo che mi fa rabbrividire.
-Non credo che
arrivare quasi ad uccidere Jonathan si
possa definire un bene per lui.-
-Se lei non
fosse intervenuto e lui fosse riuscito a
liberarsi, ne avrebbe ricavato un grande miglioramento.-
Non rispondo,
certo che direi qualcosa di cui poi
potrei pentirmi.
-Si sieda-, dice
deciso, e chiama il tecnico, il
signor Collins.
Mi siedo dove mi
indica, una sorta di trono metallico
piuttosto spaventoso.
Collins preme un
pulsante e dai braccioli della sedia
escono due anelli che mi intrappolano i polsi. Alle caviglie, lo stesso.
Guardo Vahel con
un’espressione di sfida che spero non
tradisca la paura che provo.
-Bene, Gray-,
dice il preside dolcemente, -Vediamo se
dopo questo trattamento sarà ancora così
sfrontato e spavaldo.-
Per un secondo
sono tentato di chiedergli se sfrontato e
spavaldo siano due termini
attualmente esistenti nel nostro
vocabolario, ma mi trattengo.
Ho paura, lo
ammetto.
Non mi piace
essere impotente di fronte ad un
pericolo, ed essere qua, immobilizzato, davanti a quest’uomo
spaventoso rientra
pienamente nella mia definizione di “pericolo”.
Sto per dire
qualcosa, qualsiasi cosa che non mi
faccia sembrare un completo idiota terrorizzato, quando comincia.
Fa
male.
Credo
che la trama della storia si cominci a formare veramente proprio a
partire da
questo capitolo, il personaggio del preside Vahel verrà
approfondito molto
anche nei prossimi.
Mi
prendo qualche riga per rispondere alla recensione di ulisse999.
Innanzitutto,
grazie per essere stato così generoso. È
veramente importante per me (come
credo per qualsiasi autore) leggere un’opinione tanto
dettagliata riguardo a
ciò che scrivo.
Come
avrai intuito, ho intenzione di approfondire in ogni capitolo un
particolare
personaggio, anche evidenziando in questo modo come affronta il suo
potere e
che rapporto ha con gli altri.
Ti
ringrazio per i complimenti e sarà molto lieta di accogliere
tutto ciò che
avrai da dire sui prossimi capitoli.
Un
ultimo avvertimento: il fatto di aver messo un rating arancione non
è casuale.
A partire da questo capitolo la storia si fa più violenta e
probabilmente
continuerà ad esserlo nei prossimi. Volevo sottolineare in
particolar modo il
completo potere che ha Vahel sulle vite dei ragazzi e come sia per
questo una
sorta di avversario “impossibile da sconfiggere”
per loro.
Grazie
mille per aver letto. Come sempre apprezzo molto una recensione!
A
presto,
Adamantina