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Autore: adamantina    24/11/2010    3 recensioni
Vanessa, Blake, Damien, Lily, Charlotte e Jonathan sono diversi.
Non si considerano speciali; i loro "doni" non sono per loro altro che una maledizione che impedisce loro di avere una vita normale come un qualsiasi altro teenager.
Vanessa, Blake, Damien, Lily, Charlotte e Jonathan vivono al Queen Victoria's College, scopo del quale è addestrarli al controllo dei propri superpoteri -perchè è di questo che si tratta, nonostante il termine non risulti loro gradito-, a come sfruttarli, a come nasconderli.
Ma una serie di particolari eventi e un nuovo, strano preside li porteranno a chiedersi se il Queen Victoria's non sia, più che una scuola, una sorta di prigione...
E se lo fosse, sarebbe forse peggiore del mondo esterno, con i suoi schemi, le sue regole e i suoi ottusi pregiudizi?
Genere: Avventura, Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Queen Victoria's College'
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~the net~

 

[Blake]

 

Mi sveglio stamattina senza capire cosa c’è di strano, anche se sento che qualcosa c’è. Mi guardo intorno e capisco: Damien dorme ancora.

Questo è veramente strano, considerata la sua media di tre o quattro ore di sonno per notte. Perciò mi sembra il minimo disturbarlo un po’.

In fondo sono quasi le otto e siamo già in ritardo.

Decido per un metodo semplice: una cuscinata in faccia.

Lui sussulta, si alza di scatto e batte la testa contro il letto a castello.

-Ahi!-

Comincio a ridere di gusto … questo prima che lui tenti di soffocarmi con lo stesso cuscino.

-Smettila!-

-Stavo dormendo!-

Continuo a ridere.

-Avete finito di amoreggiare, voi due?-, chiede Jonathan, sbucando fuori dalle coperte e vedendo lo strano spettacolo di io e Damien, in pigiama, che ci azzuffiamo sul pavimento.

-Che c’è, sei geloso, Bailey?-, chiedo, alzandomi in piedi.

-Non sai quanto.-

Occupo il bagno per primo, mi faccio una doccia e scendo a colazione.

Stamattina avremo due lunghissime, eterne ore di fisica e poi una di allenamento pratico.

Sto mangiando il mio secondo toast al burro d’arachidi quando vedo Damien ingoiare una pastiglia.

-Cos’è?-

-Me l’ha data Vahel per ridurre le visioni.-

Charlotte aggrotta le sopracciglia.

-Sei sicuro che sia una buona idea?-, chiede, dubbiosa. –È il tuo dono.-

-Tutto quello che so è che stanotte ho finalmente dormito … beh, prima che Blake mi svegliasse.-

-È stato un piacere, amico-, commento.

-Io non mi fiderei-, prosegue Charlotte.

-Senti, tu non hai idea di quanto sia piacevole non sentire voci confuse ventiquattr’ore al giorno e godersi un po’ di silenzio, ogni tanto.-

Charlotte coglie la frecciatina e tace.

Le prime due ore passano rapidamente solo grazie al fatto che affino la mira fino a colpire tre volte consecutive Lily con la mia cerbottana.

Al che, lei dà fuoco alle palline di carta sul mio banco, conquistandosi due ore di punizione.

Adoro quella ragazza.

Poi, grazie al cielo, usciamo per la lezione pratica e ci dirigiamo verso lo stadio.

Il nostro insegnante, il signor Smith, non è da solo, però.

Con lui c’è Vahel, e sembra che stiano discutendo.

-Puo’ lasciarmeli senza problemi, Smith, almeno per oggi.-

-Questa è la mia lezione.-

-Oggi serve a me.-

Smith, la persona più imponente e terrorizzante dell’intero corpo docenti, è costretto ad obbedire e si allontana con stizza.

Restiamo soli con Vahel, che porta a tracolla una grande borsa di pelle nera.

-Ragazzi-, esordisce questi, -Da oggi cominciamo a fare sul serio. Voglio che sappiate che non tollererò nessuna critica né diserzione durante le mie lezioni, ed esigo obbedienza assoluta da tutti voi. È chiaro?-

Borbottiamo un assenso, subito ripresi dal preside:

-Non ho sentito!-

-Sì, signore.-

-Bene. Tutti a sedervi negli spalti, tranne il signor Bailey.-

Jonathan rimane nell’arena con Vahel mentre noi usciamo dalla zona sabbiosa e ci sistemiamo sul primo scalino delle gradinate.

-Signor Bailey, ora lei si trasformerà in un qualsiasi animale di piccole dimensioni. Io le lancerò addosso una rete e lei dovrà liberarsene, sfruttando delle trasformazioni o qualunque altra strategia che riterrà necessaria.-

Jonathan non sembra per niente preoccupato. Annuisce tranquillamente e si trasforma istantaneamente in un gatto tigrato.

Vahel apre la borsa, ne estrae un paio di guanti e usa quelli per prendere una rete.

Non è di corda, ma metallica, di un materiale che non ho mai visto prima. La lancia sopra al gatto e poi viene verso di noi, sugli spalti, togliendosi i guanti.

Sento Charlotte trattenere il fiato.

Dapprima non capisco. Sento il miagolio intenso del gatto, che si trasforma in altri piccoli animali, tra cui una volpe e un cane. Poi si rimpicciolisce, e vedo che la rete segue la sua trasformazione in topo, diventando più piccola.

Solo quando Jonathan si trasforma in un grande lupo capisco cosa sta succedendo.

La rete metallica è affilata, ogni filo tagliente come una lama. Il pelo del lupo è striato di sangue, e la cosa si fa ancora più evidente quando Jon si trasforma in un grande felino bianco che non so identificare. La pelle dell’animale è tagliata in profondità ovunque sia entrata in contatto con la rete.

Mi alzo di scatto, sentendo i ringhi e gli uggiolii dell’animale.

-Basta così!, urla Lily.

-Sedetevi-, ordina Vahel.

-Lo liberi subito!-, grida Vanessa.

-State seduti!-

Guardo verso Jonathan e lo vedo lottare con la rete, mentre il sangue scende sempre più copioso.

Senza pensarci due volte attraverso l’arena di corsa e lo raggiungo.

Il gigantesco felino bianco si sta rotolando a terra, dimenando le zampe per liberarsi, ma così facendo ottiene solo di piantarsi più a fondo nella carne le lame.

-Jonathan-, lo chiamo a voce alta, e devo ripeterlo più volte perché lui mi guardi con gli enormi occhi neri spaventati.

-Signor Gray, torni qui immediatamente!-, mi urla Vahel, ma non lo ascolto.

-Adesso ti aiuto.-

Lui si muove e ringhia.

-Stai fermo, Jon-, lo prego.

-Glielo ripeto, Gray: stia lontano!-

Sono terrorizzato da tutto quel sangue e non so esattamente cosa fare. Cerco l’inizio della rete e lo prendo in mano, tagliandomi.

Mi sfugge un’imprecazione. Allora decido di togliermi la felpa. La sfilo velocemente e la uso per proteggermi le mani mentre sollevo la rete, causando ulteriori uggiolii del felino ferito.

La getto a terra e mi chino su Jonathan, ancora in forma animale. Appoggio con cautela una mano sulla pelliccia macchiata di rosso.

-Jon? Riesci a trasformarti?-

Dopo un paio di secondi lui torna umano.

Le sue ferite sono ancora più spaventose viste così. La felpa è stracciata; la schiena, il petto, le gambe, le mani sono coperte di profondi tagli sanguinanti. Jonathan si lamenta sottovoce, ancora cosciente.

Cerco di respingere la nausea e mi volto verso i ragazzi.

Vahel sembra furente. Mi fissa con rabbia enorme.

- Lily è andata a chiamare il medico-, dice Vanessa, terrorizzata.

Infatti, dopo poco più di due minuti, il vecchio dottore ci raggiunge.

-Oh, mio Dio-, mormora.

Estrae dalla valigetta delle boccette, ma prima esita.

-Dobbiamo portarlo almeno sugli spalti. La sabbia che c’è qua è pericolosa, causa infezioni, ma l’infermeria è troppo lontana.-

Lo aiuto a sollevare Jonathan e raggiungiamo gli spalti. Lo adagiamo su uno dei larghi scalini di pietra.

-Mi serve dell’acqua-, dice il signor Hayez, il medico.

Lily prende una delle ciotole e la riempie in un secondo.

Hayez vi immerge un panno bianco e comincia a ripulire le profonde ferite. Jonathan geme per il dolore.

-Dagli questo-, mi ordina, porgendomi una pastiglia e un bicchiere. Lily lo riempie d’acqua e vi faccio sciogliere il medicinale.

-Jon, bevi-, gli dico.

Charlotte gli solleva un po’ la testa e lui, automaticamente, obbedisce. Dopo qualche minuto perde i sensi, per sua fortuna.

Il medico disinfetta tutte le ferite e si fa aiutare a portare Jonathan in infermeria.

-Signor Gray-, mi chiama Vahel.

Mi volto, e il mio primo istinto è quello di lanciargli un lampo di energia e mandarlo a sbattere contro un muro.

-Lei ha disobbedito apertamente ad un mio ordine, dopo che vi avevo diffidato dal farlo. Riceverà una giusta punizione per questo.-

Stringo gli occhi, sentendo che sto per ucciderlo sul serio.

-Venga giù nel mio laboratorio alle due di oggi pomeriggio.-

Non rispondo e seguo gli altri verso l’infermeria.

 

Jonathan sta dormendo grazie al sonnifero.

È disteso su un fianco su un letto dell’infermeria, gli occhi chiusi. Siamo tutti intorno a lui e ci guardiamo, condividendo la stessa rabbia.

Mancano dieci minuti alle due.

-Devo andare-, mormoro.

-Fai attenzione-, mi dice Lily, guardandomi negli occhi.

In condizioni normali mi prenderei gioco di lei, scherzando per la sua preoccupazione, ma adesso non me la sento affatto. Annuisco e mi alzo, dirigendomi verso i sotterranei.

Trovo Vahel ad aspettarmi. Digita rapidamente un codice e mi precede nel grande laboratorio. È proprio come Damien l’ha descritto.

-Non mi piace che si disobbedisca ai miei ordini, Gray-, mi dice severo, guardandomi con quegli inquietanti occhi gelidi.

-Stava facendo male al mio migliore amico-, dico con decisione.

-Tutto quello che faccio è per il vostro bene-, replica Vahel con un tono mellifluo che mi fa rabbrividire.

-Non credo che arrivare quasi ad uccidere Jonathan si possa definire un bene per lui.-

-Se lei non fosse intervenuto e lui fosse riuscito a liberarsi, ne avrebbe ricavato un grande miglioramento.-

Non rispondo, certo che direi qualcosa di cui poi potrei pentirmi.

-Si sieda-, dice deciso, e chiama il tecnico, il signor Collins.

Mi siedo dove mi indica, una sorta di trono metallico piuttosto spaventoso.

Collins preme un pulsante e dai braccioli della sedia escono due anelli che mi intrappolano i polsi. Alle caviglie, lo stesso.

Guardo Vahel con un’espressione di sfida che spero non tradisca la paura che provo.

-Bene, Gray-, dice il preside dolcemente, -Vediamo se dopo questo trattamento sarà ancora così sfrontato e spavaldo.-

Per un secondo sono tentato di chiedergli se sfrontato e spavaldo siano due termini attualmente esistenti nel nostro vocabolario, ma mi trattengo.

Ho paura, lo ammetto.

Non mi piace essere impotente di fronte ad un pericolo, ed essere qua, immobilizzato, davanti a quest’uomo spaventoso rientra pienamente nella mia definizione di “pericolo”.

Sto per dire qualcosa, qualsiasi cosa che non mi faccia sembrare un completo idiota terrorizzato, quando comincia.

Fa male.

 

 

Credo che la trama della storia si cominci a formare veramente proprio a partire da questo capitolo, il personaggio del preside Vahel verrà approfondito molto anche nei prossimi.

Mi prendo qualche riga per rispondere alla recensione di ulisse999.

Innanzitutto, grazie per essere stato così generoso. È veramente importante per me (come credo per qualsiasi autore) leggere un’opinione tanto dettagliata riguardo a ciò che scrivo.

Come avrai intuito, ho intenzione di approfondire in ogni capitolo un particolare personaggio, anche evidenziando in questo modo come affronta il suo potere e che rapporto ha con gli altri.

Ti ringrazio per i complimenti e sarà molto lieta di accogliere tutto ciò che avrai da dire sui prossimi capitoli.

 

Un ultimo avvertimento: il fatto di aver messo un rating arancione non è casuale. A partire da questo capitolo la storia si fa più violenta e probabilmente continuerà ad esserlo nei prossimi. Volevo sottolineare in particolar modo il completo potere che ha Vahel sulle vite dei ragazzi e come sia per questo una sorta di avversario “impossibile da sconfiggere” per loro.

 

Grazie mille per aver letto. Come sempre apprezzo molto una recensione!

A presto,

 

Adamantina

   
 
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