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Autore: Dingo 92    24/11/2010    1 recensioni
Ho ambientato questa storia in Giappone,però,attenzione,non ho inserito le tradizioni e gli usi Giapponesi ma ho inventato qualcosa di mio.Ci sarà molta avventura,azione a anche l'amore.Si parlerà molto di ninja e quelle cose la quindi di combattimenti etc,è la mia prima storia che pubblico e non so se piacerà.Consiglio di leggerla a che ,come me,ha la passione per le cose fantasy e d'avventura.Buona lettura!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                      Kiro
                           Il guerriero perduto
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
                                           Prefazione
Molto tempo fa, in un tempo imprecisato,nell'antico Giappone fu scritta una profezia.Nessuno sa chi la scrisse.
In quei tempi regnavano gli imperatori ,servi degli dei e padroni degli uomini.Essi temevano la morte e ordinavano di profetizzare il loro futuro,per scampare ad essa.
Ma non si poteva scampare alla morte,solo gli dei potevano evitarla.
La profezia parlava della caduta dell'imperatore da parte di Miruki,il dio delle tenebre.Ma un giorno sarebbe arrivato un guerriero,il Guerriero Perduto,colui che aveva uccisa il padre di Miruki all'origine della razza umana.Non si conosceva la sua identità ma la profezia diceva inoltre che sarebbe tornato in misere spoglie umane.
Ma nessuno credette a questa profezia...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
                                           L'ultima caccia 
 
 
-Kiro,sveglia,Kiro.-
Il caldo tepore del letto era irresistibile.Il ragazzo si rigirò varie volte dentro il letto,per assaporare la morbidezza delle lenzuola,prima di svegliarsi.Si alzò assonnato e con i lunghi capelli neri tutti scompigliati.Fece quattro passi barcollanti e si guardò allo specchio.Aveva proprio un brutto aspetto quando si svegliava:enormi occhiaie e occhi spenti.
Raggiunse la piccola cucina da dove la madre lo aveva chiamato.Sua sorella Metki e suo fratello Onishu erano già svegli e in ottima forma.
Oggi sarebbero andati col padre a cacciare,e speravano sicuramente di prendere qualche grossa preda.
-Kiro,oggi andrai con tuo padre a cacciare.Ho cercato di convincerlo.-
-Oh,grazie mamma.Speravo tanto di prendere qualcosa.-Kiro si sedette al tavolo e guardò fuori dalla piccola finestra.L'alba era il suo momento di giornata preferito.Un aria fresca lo pervase e il canto mattutino degli uccelli lo rallegrò.
La porta si aprì.Il padre di Kiro entrò pesantemente a grandi passi in cucina.Era temuto in tutta la cittadina in cui abitavano per la sua abilità nella lotta e nell'utilizzo della spada,ma come padre era affettuosissimo.
-Grazie papà.Ti ringrazio tantissimo.-
Il padre lo guardò negli occhi.Era identico a lui,solo più piccolo e molto più magro.
-Non utilizzerai armi,sono troppo rischiose per te.-
-Cosa???Ma ho gia 14 anni,posso utilizz...-Il padre lo adocchiò come per dire"adesso stai zitto".
-Ma,non facciamo colazione?Io ho fame...-
-Dobbiamo partire subito,porteremo del cibo con noi.-disse il padre.
Fece segno di andare ai due figli più grandi mentre Kiro lo seguì imbronciato.Sua madre lo consolò.-Su,non fare quella faccia.-Lei a scapito della sua età sembrava ancora giovanissima,come se per lei il tempo non esistesse.Il ragazzo aveva ereditato da lei i lunghi capelli lisci.
Uscì sbattendo la porta e raggiunse il padre e i fratelli.Metki e Onishu erano gemelli e si assomigliavano come due gocce d'acqua.L'arma di Metki era una lunga spada sottile e graziosa.Anche se sembrava un arma inutile era molto potente.Mentre le armi di Onishu erano due piccoli pugnali.Il padre aveva regalato ai gemelli le loro armi quando avevano compiuto 16 anni.
 
Erano arrivati vicino al piccolo torrente vicino casa loro e stavano per entrare nella boscaglia fatta di canneti.
La loro casa era situata in un piccolo paesino a sud,comune per la ricchezza di prede che si potevano trovare nelle foreste e nelle aree selvaggie.
Misero i piedi dentro l'acqua dell'torrente che era rancida e puzzava.In mezzo ai canneti era difficile farsi trovare,anche perchè quelli erano molto fitti.
Un fresco vento iniziò a soffiare,i canneti cominciarono a sibilare e Kiro si fermò.Il vento che lo toccava fluente l'aveva ipnotizzato.
Era facile che si facesse distrarre da queste cose.Per questo suo padre era riluttante al pensiero di mandarlo a cacciare.Secondo lui perdersi in questi "futili giochetti" non era da vero uomo.
Cosi gli aveva insegnato suo padre.Tutto sperava tranne che suo figlio facesse il cacciatore.
-Kiro!Cammina,non perder tempo!!-
Kiro ritornò in sè e continuo a seguire il padre.
La puzza dell'acqua stagnante gli perforava le narici,ma essendoci abituato non se ne preoccupo.
-Papà,dove stiamo andando,stiamo girando a vuoto....-
-Se magari tu non ti perdessi a giocare col vento capiresti che stiamo scendendo a valle.-
Infatti aveva notato che il terreno si era fatto più scosceso.E che non erano più nello stagno di prima.
-Venite,di qua!-
Il padre fece segno di andare a sinistra e di uscire dai canneti.
Kiro non capiva come facesse,ma sapeva che suo padre seguiva delle piste ben definite per arrivare alla preda.
Adesso erano nel margine del fiume e non avevano più i piedi a mollo.Sottili pietre erano adesso sotto di loro e la ghiaia faceva un rumore leggero.
 
Camminarono per un bel pò ma finalmente erano arrivati alla cascata.
La puzza dell'acqua stagnante sparì.
La piccola cascata alta si e no otto metri produceva un rumore assordante.Kiro aveva sempre avuto paura di quella cascata perchè in mezzo all'acqua che scorreva vedeva strani volti e facce demoniache.Ma erano solo frutto della sua immaginazione.Lui era un ragazzo sognatore ed era facile che si imbattesse in certe cose.Però,anche se il posto lo spaventava,un po gli piaceva.L'acqua frusciante,gli alberi intorno ad essa,con le loro chiome rigogliose e tutti gli uccelli che si posavano su di essi.Erano di colori diversi ma tutti emettevano lo stesso suono,un fischettio acuto ma vellutato al punto stesso.
Poi,sotto la cascata,dove l'acqua ricadeva,c'era un grazioso lago che si stringeva sempre più,sino a tornare fiume e a proseguire il suo corso verso il mare,la sua meta.
Kiro ragionava molto su questo,la natura lo lasciava attonito.Seguiva il suo corso,anche se ricco di ostacoli,per arrivare alla fine.Come facevano gli uomini,e gli animali.
Pensava che anche lui un giorno avrebbe avuto una meta,un viaggio da portare a termine....
Il padre ordinò di scendere giù,nel lago,e di fermarsi li un attimo.Scendere giù non era facile,proprio perchè la cascata terminava a picco e non era stata costruita una scala per scendere.Allora si doveva aggrapparsi alla parete rocciosa che non era bagnata dall'acqua,e alla fine quando ci si sentiva pronti,buttarsi nell'acqua.
Kiro aveva fatto un sacco di volte quella scalata verso giù.
Suo padre si avvicinò al margine della cascata e si mise a pancia in giù.Poi aggrappò i piedi alla roccia della parete e piano piano scese anche le braccia.Lentamente,per evitare di graffiarsi con la roccia,che era molto affilata,arrivò ad una piccola sporgenza dove poteva appoggiare i piedi,doloranti perchè trattenevano con fatica,quasi tutto il peso dell'uomo.Lì,prese un respiro di sollievo e si stirò.Staccò anche le braccia dalla parete e guardò il lago.Prese la spada dalla tracolla e la lanciò nel lago,affinchè quando si sarebbe buttanto non avrebbe sbattuto contro di lui,ferendolo.Gli era gia capitato una volta,quando era giovane e non voleva ripetere quell'esperienza dolorante.
 
La spada emise un spruzzo leggero e poi scese velocemente giù.Diede un ultima occhiata al lago e si tuffò.
L'acqua era abbastanza calda,anche se il tempo era nuvoloso.Per questo era chiamato Mizuumi wa fushigi,Lago dei prodigi.Si pensava che anche quando il freddo imperversava e uccideva,il lago era sempre caldo.
Molti pesci nuotavano a zonzo,anche se il lago era piccolo,proprio perchè essendo il lago magico loro non morivano mai.
In realtà si nutrivano di un alga blu che cresceva nel fondale,che li sfamava abbondandemente.Erano grossi quanto un cane ma purtroppo non avevano un buon sapore.Nuotò fino alla riva,mentre i pesci lo mordicchiavano qua e la.
I gemelli scesero più velocemente,essendo più giovani.Non ebbero bisogno di levarsi prima le armi perchè la spada di Metki essendo sottile poteva essere contenuta dentro un fodero,a differenza di quella del padre che era grossa e sproporzionata,e i pugnali di Onishu erano contenuti,tramite un imbracatura,alla schiena del ragazzo.
Dopo essersi tuffati raggiunsero il padre,che li aspettava in acqua e raggiunsero la riva.
-Padre,hai lasciato la spada in acqua!-
-Prendila tu!!-
Il padre imponeva spesso questi compiti al figlio,perchè un po si vergognava di lui e voleva farlo faticare.
La sua famiglia era stata tutta di cacciatori e Kiro era l'unico ad essere diverso.Lui non era robusto,era magro e non aveva esperienza con le armi.Quando aveva provato ad utilizzare una spada,una volta,aveva rischiato di cavarsi un occhio.
Kiro scese rapidissimamente,sembrava una lucertola,dicevano i gemelli.
Arrivato alla sporgenza  osservò l'acqua,il fondale blu che si muoveva...Si tuffò con un incredibile tuffo ad angelo.Spruzzò poco e non riemerse.Aveva tantissima esperienza con l'acqua.Non lo spaventava,anzi,era affascinato da essa.Andava molte volte in quel lago e faceva esercizi di nuoto e di immersione.Il suo limite massimo era di 6 minuti sott'acqua,un record pazzesco,tutti si chiedevano come faceva.Probabilmente lo spirito dell'acqua era dalla sua parte.
 
Esistevano sette spiriti,dell'acqua,del fuoco,della terra,del vento,della natura,della tempesta.Questi sceglievano i loro protettori e gli permettevano di cimentarsi in abilità superumane.Essi erano chiamati Gakusei Kirowa,alleati di Kirowa.C'era chi li custodiva dalla nascita,chi li poteva acquisire richiamandoli a se.Questi erano spiriti buoni che però potevano diventare distruttivi con l'animo del protettore.Chi ne faceva buon uso poteva definirsi un eroe,chi li utilizzava per fini di malvagità alla fine periva per il suo stesso orgoglio.Però c'era chi riusciva a dominarli e a renderli malvagi,facendoli diventare spiriti del Kuro e dell'Owaito.Coloro che li portavano erano detti Komuin no Miruki,servitori di Miruki,proprio perchè era lui a infondere la malvagità sugli uomini.I Komuin avevano un potere immenso,molto più del potere di un semplice Gakusei.Però c'era qualcuno che poteva battere il loro potere immenso. Essi erano gli Idaina Kipagorudo,gran custodi dell'oro,che potevano custodire tutti gli spiriti e fonderli in quello della luce.Ne erano esistiti pochissimi e fino ad ora ognuno di loro era perito sotto il loro potere.Tutti,però,avevano la speranza che un giorno sarebbe arrivato un Idaina che avrebbe cambiato le sorti del mondo...
 
Il ragazzo scese fino in profondità e raggiunse il grande ammasso di alghe blu che ondeggiavano lentamente.I pesci continuavano a girargli intorno continuamente,guardandolo perlustrare il fondo,in cerca della spada.
La trovò abbastanza nascosta in mezzo a un ammasso voluminoso di alghe e la raccolse pesantemente.Vide,però,con su grande spavento,che a guardarlo c'era un enorme pesce viola.Sicuramente aveva mangiato troppe alghe e aveva iniziato a crescere enormemente.Kiro con fretta girò le spalle e iniziò a risalire velocemente verso la riva.Con enorme agilità,dovuta allo spavento,saltò fuori dall' acqua.Il pesce lo aveva seguito e con la furia di acchiapparlo aveva messo la testa fuori.Kiro,neanche senza accorgersene tirò un affondo e penetrò la testa del pesce.Questo fini sulla riva,morto.
-Oh,per Kirowa,questo è un miracolo,Kiro ha preso un pesce!-gridò il padre.
-Padre,non lo fatto di spontanea volontà,mi sono sentito di farlo,come se una forza mi spingesse all'atto...-
-Kiro,non lamentarti,è fantastico,grazie a te adesso abbiamo una fantastica esca!-
Kiro ci rimase un pò deluso.Il pesce era suo,anche se l'aveva preso per caso,però era suo,e adesso suo padre lo utilizzava come esca.
Potevano sempre mangiarlo e invece no.
Il padre si fece aiutare ad uscirlo dall'acqua e si stupì delle dimensioni.
-Grande quanto una vacca,lo sapevo che anche lui era un cacciatore nato,solo,doveva liberare il suo potenziale,la pesca!-
Era molto felice del figlio,e Kiro voleva evitare di dire di nuovo che non era stato lui.
-Bene,adesso nascondiamoci e aspettiamo che arriva la preda.La richiamerò io!-
Prese la spada e si nascosero dietro una grossa roccia,piena di muschio e piccole piantine.Allora il padre emise una specie di urlo,come se volesse trasmetterci tutta la sua potenza.
Aspettarono frementi,dietro la roccia,guardando di sottecchi se arrivava qualche preda.Stavolta ce la facevano sicuro.Nessuna bestia carnivora poteva resistere all'odore puzzolente del pesce morto.
Dopo circa dieci minuti dei tonanti passi echeggiarono per la foresta vicino il lago.Qualcosa di grosso si avvicinava ed era prossimo ad arrivare.
Quando arrivò si accorsero cosa avevano attirato.
Un Kaku to Monki,un enorme gorilla,con dei denti che erano zanne e due enormi corna,simili a quelle dei bufali,in testa.Osservò il pesce e poi,strappando un pezzo di carne,lo odorò.Si disgustò un po però poi lo mise in bocca e lo ingurgitò.Iniziò a prenderci gusto e lo afferrò mangiandoselo intero.Animali di dimensioni pazzesche popolavano le foreste.Quello era alto almeno quanto tre uomini messi insieme.Il padre,con la spada in mano,fece segno che era il momento di attaccare.Onishu prese un pugnale e,con precisone pazzesca,ando a centrare la mano del bestione.Cosi,almeno,non c'era il rischio che il padre fosse afferrato e stritolato.La bestia urlò e si guardò la mano sanguinante.Tentò di staccare il pugnale,ma quelo era fatto in modo che una volta penetrato,con dei sottilissimi uncini invisibili,non uscisse più.Il padre si lanciò all'attacco.Il gorilla lo vide e si alzò in piedi.Il padre indietreggiò di poco.L'aveva visto in posozione piegata,ma in posizione eretta era spaventoso.Avanzò verso di lui e quello gli ringhiò infuriato.Sferrò un pugno e il padre lo evitò per poco.Quando vide che era distratto andò verso di lui,per sferrare un fendente,ma inciampò in un masso e cadde.La spada gli volò dalle mani e cadde per terra.Adesso era svantaggiato e disarmato.Il gorilla lo prese senza alcuno sforzo con il braccio sano e lo portò al volto.Lo guardò negli occhi come per dire che stava per essere divorato e poi,dalla parte della testa lo mise in bocca.Il padre però riuscì a mantenergli la bocca aperta con le forti braccia,affinchè le sue zanne non lo squartassero.Però stava cedendo.
-NO!-
Kiro saltò la roccia dove era nascosto con grande agilità e afferrò la spada del padre,dove poco prima era caduto.
-Kiro,no!Non farlo,ti ucciderà!-gridò la sorella ma era troppo tardi.Era dietro al gorilla.Questo,arrabbiato della resistenza del padre,aprì la bocca per poi richiuderla velocemente,non dando scampo al padre.Quando fece per chiuderla completamente,però,lasciò la presa.Una spada lucente gli usciva dal petto perforato malamente e il sangue sgorgava velocemente.
Emise l'ultimo respiro e barcollò pesantemente a terra.
Il gorilla era stato ucciso da Kiro,che alle sue spalle gli aveva conficcato la spada,con tutte le forze.
  
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