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Autore: iLARose    24/11/2010    2 recensioni
Ogni sera una striscia differente garantiva di scoppiarti il cervello
Ti vedo sulla strada, mi chiami per un po' di divertimento
Stai a casa sola perché ormai non c'è più niente che puoi fare
Rimangono solo dei quadri appesi nell'oscurità per guidarti
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Axl Rose
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Sono incinta. – Silenzio.
- Vaffanculo. –

- Sì amore senti, lo zio Jon! -
Ogni sera una striscia differente garantiva di scoppiarti il cervello
Ti vedo sulla strada, mi chiami per un po' di divertimento
Stai a casa sola perché ormai non c'è più niente che puoi fare
Rimangono solo dei quadri appesi nell'oscurità per guidarti

diceva la voce di Jon Bon Jovi allo stereo. Fece un sorriso amaro nel sentire quelle parole che la raccontavano. Ma gli occhi le tornarono a brillare quando incrociò quelli verdi smeraldo del bimbo che stringeva tra le braccia. Lo sollevò in aria, facendogli fare qualche giravolta, mentre lui emetteva acuti urletti di gioia mettendo in mostra le gengive rosee ancora prive di denti. Si lanciò in un balletto improvvisato per la stanza, facendo ridere a crepapelle il bambino, finché non suonò il campanello. Sbuffò, dandosi una sistemata veloce ai capelli troppo arruffati e andò ad aprire la porta. Si trovò davanti cinque ragazzi sconosciuti, che la guardavano sospetti. – Sì? – chiese, alzando un sopracciglio. – Katie? – chiese uno di loro. – Ehm, sì. Chi siete, scusate? - - Ben, Alex, Franz, Joe e Luke. – Quei nomi non le erano del tutto nuovi, soprattutto messi insieme. – O mio dio! Quanto tempo è passato! – esclamò, realizzando chi fossero e abbracciando il più vicino, Alex, che ricambiò affettuosamente, come fecero anche gli altri quattro. – Ti ricordi di noi? - - Cazzo, e come farei a non ricordarvi di voi?! Che anni stupendi che sono stati quelli alle medie! - - Davvero! - - Entrate, entrate! Non fate caso allo schifo che c’è in giro.. - - Ah ah ah, tranquilla, casa nostra è messa peggio! - - Casa vostra? Vivete insieme? – chiese perplessa. – Sì, abbiamo appena preso un appartamento qui vicino.. - - Figo! -. Li fece accomodare in salotto, portando delle birre fresche. Il bambino, quando li vide entrare, iniziò a piangere. – Shht, amore, dai.. – gli sussurrò all’orecchio, prendendolo in braccio. – E’ tuo fratello? – le chiese Ben, dolcemente. – No.. – Solo in quel momento, guardandolo attentamente, ritrovò in quel quasi ventenne i tratti sensuali che anni prima, quando era ancora una innocente preadolescente, l’avevano fatta impazzire completamente. Anche lui fece lo stesso, sentendo dentro di sé crescere la voglia di lei. Si sorrisero, imbarazzati, sotto gli sguardi divertiti degli altri ragazzi. – Allora, che mi raccontate? La scuola? – Rimasero in silenzio, ridacchiando. – Che c’è? – chiese, non capendo. – Un momento, andate a scuola almeno?! - - No! - - Caproni! - - Tu invece? - - Io sì che vado a scuola! – mentì. – La solita secchiona.. - - Ma state zitti, ignorantoni! – disse, facendo la faccia offesa. Alex scoppiò a ridere, ricordandosi tutte le facce e le espressioni che si erano inventati loro tra i banchi scolastici, prima di perdersi di vista completamente. Rise anche lei di gusto. Prese tra le braccia il bambino, cullandolo per farlo addormentare. Ci era quasi riuscita, quando squillò il telefono, svegliandolo inevitabilmente. – Che cazz.. Fanculo! – non riuscì a trattenere le imprecazioni. Lasciò il bimbo sulle ginocchia di Joe che la guardò interrogativo, non sapendo come comportarsi. – Scusate – sussurrò ai suoi ospiti, alzando la cornetta per rispondere, ma non ebbe neanche il tempo per riaprire bocca che la voce dall’altra parte l’aveva assalita. – Non ho intenzione di stare a rimirare lo squallore di casa tua ancora per molto, quindi portami giù il bambino. E alla svelta. - - Aspetta, lo stavo facendo addormentare. – Ti ho detto di muoverti. – Riattaccò, sentendo le lacrime premere sul bordo degli occhi. Si riprese il bambino e, controvoglia, lo salutò. – Ciao, amore, ti porto da papà, ci vediamo dopo! – gli disse, guardandolo negli occhi e stampandogli un sonoro bacio sulle labbra. Quando aprì la porta, trovò Axl lì davanti ad aspettarla con le braccia incrociate sul petto, evidentemente irritato. Non si dissero niente, si passarono solo il bambino come fosse un sacco di patate, scambiandosi occhiate fredde e intrise di odio e rancore. Quando tornò dentro trovò i suoi amici che la fissavano, in attesa di una spiegazione. – E il bambino?! – le chiese Ben, scandalizzato. – L’ho riconsegnato – mimò con le dita il gesto delle virgolette – a suo padre. – rispose, alzando le spalle. – Fai la babysitter quindi? - - Esatto! – mentì. Accese lo stereo al massimo volume, mettendosi a ballare al centro della stanza, ridendo innocentemente come una bambina spensierata. – Mi concede questo ballo? – le chiese Franz quando il DJ annunciò una canzone dolce. – Con piacere, mio prode cavaliere! -. Iniziarono a ballare loro due, poi si aggiunsero anche gli altri e lei passò tra le braccia di tutti. Quando sentì le braccia di Ben cingerle la vita, un brivido le percorse la schiena. Gli buttò le braccia al collo e si scatenarono loro due, occupando tutto la stanza. Gli altri li guardavano, affascinati soprattutto dal corpo sinuoso di lei. Si buttarono sul divano, sfiniti, ridendo come pazzi. – Non sei cambiata una virgola, sai? – azzardò Joe, facendo riferimento soprattutto alle sue forme abbondanti. – Anche voi siete rimasti identici! - - Tu sei rimasta sempre bellissima.. – le sussurrò in un orecchio Ben, malizioso, facendo scorrere l’indice sulla sua schiena. – A ragazzi come stai? - - Mah.. Voi? Una diversa ogni settimana come ai tempi? - - No.. Una diversa ogni sera! – esclamarono, facendola ridere. – A parte Ben che ha lasciato ieri la sua tipa dopo sei mesi! – aggiunse Luke. – Sei mesi? Wow, record! – esclamò la ragazza, canzonandolo. – Oh guarda che era una cosa seria! – rispose lui, sulla difensiva. – E come mai l’hai lasciata? – gli chiese lei che si stava interessando all’argomento. – Mi sono detto.. Come faccio a scopare con una gnocca come Katie domani se sono fidanzato? e allora l’ho lasciata. – rispose con naturalezza lui, facendo imbarazzare invece la ragazza, che però si riprese subito. – E meno male che era una cosa seria! - - Oh non rompere eh! -. La ragazza si sdraiò completamente sul divano. La maglietta si alzò leggermente, lasciando scoperta una piccola parte di pancia, che però bastò per far andare in fibrillazione i ragazzi. Continuava ad arrotolarsi una ciocca di capelli attorno al dito, per poi rilasciarla cadere. – Stai aspettando che qualcuno di noi ti salti addosso? – le chiese malizioso Luke. Lei non lo stava ascoltando, persa nei suoi pensieri. – Eh? - - Niente, niente! -. Ben si alzò per andare alla finestra a fumare una sigaretta. – O adesso, o mai! – le sibilò Joe. – Come? - - Vai da lui adesso e scopatelo dai! O adesso o mai! - - Ma sei scemo?! Chi ti dice che voglio scoparmelo?! - -Si vede da come lo guardi, su! – Effettivamente aveva ragione: quei pantaloni stretti e quella maglietta attillata le facevano fare pensieri poco puri. Si alzò un po’ titubante, assumendo, però, una camminata sempre più sexy più si avvicinava a lui, che non si era accorto di niente. – Mi fai fare un tiro? – gli chiese. – Certo -. Prese la sigaretta che le stava porgendo e se la misi sensualmente tra le labbra, tirando l’ultima boccata che c’era e buttando il mozzicone giù dalla finestra. Si avvicinò sempre di più a lui, facendo quasi sfiorare i loro visi. Lui, intuendo le sue intenzioni, la precedette e, prendendole il viso tra le mani, la baciò passionalmente. Dagli altri compagni si levò un – Uo oh! – d’approvazione. Le scappò quasi da ridere. Le sembrava di essere tornata davvero alle medie, quando aveva paura di baciarlo, quel ragazzo che al tempo le piaceva da morire e che, ancora adesso, la attraeva tanto. – I due piccioncino finalmente di nuovo insieme! – esclamò Joe, beccandosi un dito medio da parte di tutti e due. Lui la sollevò leggermente, in modo che lei potesse cingergli la vita con le gambe. La portò fino in camera, continuando a baciarla e a frugare sotto il suo maglioncino, che in un attimo fu scaraventato in un angolo della stanza, seguito dalla maglietta di lui e i jeans di entrambi. I respiri si trasformavano in gemiti di piacere e la voglia aumentava sempre di più. Lo capiva dall’erezione di lui premere sul suo bacino e lui dai suoi sospiri ogni volta che la toccava. Quando entrò dentro di lei, urlò, lasciando che il piacere vincesse su ogni sentimento. Poi lui, stanco, si sdraiò al suo fianco, accogliendola tra le sue braccia. Le accarezzò il viso, emozionato nel vederla sudata ed eccitata. – Siamo riusciti finalmente a realizzare il nostro sogno.. – sorrise lui. – Già.. Era ora! Tu non sai che fantasie facevo in terza media, mio dio! – rise. – Che fantasie facevi? - - Meglio non dirlo.. - - Che pervertita! - - Madonna, sì, ero messa male! –. Risero.  – Lo rifacciamo? – sussurrò lei. – E’ stato troppo bello.. -. Lui, senza darle risposta, si rimise a cavalcioni su di lei e la penetrò ancora, facendola urlare ancora di più. Stavano per addormentarsi, sfiniti, quando lei si rese conto che di lì a poco Axl sarebbe tornato con il bambino. – Cazzo cazzo cazzo! -. Iniziò a rivestirsi velocemente, raccattando i vestiti da tutte le parti. – Che c’è? - - Se Axl mi becca sono morta! Rivestiti anche tu cazzo! - - Ok, calmati, chi è Axl? – chiese, con un moto di gelosia. – Il fidanzato? -. Deglutì. – Diciamo.. - - Che vuoi dire? - - E’ una lunga storia, ora rivestiti. – Lui obbedì e in men che non si dica, tornarono in salotto, freschi come prima. – Avete finito voi due? – chiese ridendo Alex, senza ricevere però risposta. Lei si sedette sul divano, torturandosi le mani per il nervoso, mentre lui si accese una sigaretta, ancora cercando di capire cosa rendesse così agitata la ragazza. Quando suonò il campanello, lei si alzò di scatto come una molla, correndo verso la porta, rischiando anche di inciampare nei piedi di qualcuno. Come previsto, era Axl, che si scaraventò in casa. – Axl, dammi il bambino.. - - Aspetta baby, voglio un attimo per noi due.. – biascicò lui, evidentemente ubriaco, trascinandola in salotto, dove scaraventò il bimbo sul divano. – Chi cazzo sono questi?! – non le diede neanche il tempo di rispondere – C’è odore di.. Sesso. Chi ti sei scopata, eh? Eh brutta puttana da due soldi, chi ti sei fottuta??! – la aggredì, spingendola contro il muro. I ragazzi si alzarono tutti insieme per intervenire. – Stare fermi voi, o vi stendo tutti! – li minacciò Axl. – Sei ubriaco marcio, non ci fai paura! - - No, Ben, state fermi, o vi fa male seriamente! – sibilò lei. – Tu stai zitta, troia! – urlò Axl, tirandole una schiaffo sulla guancia che la fece accasciare per il dolore. – Axl, che cazzo ti sei bevuto? – gli chiese lei, cercando di non piangergli in faccia. – Un paio di birre. - - No, con un paio di birre non ti riduci così! - - Zitta! – le tappò la bocca con un bacio, ma lei lo spinse via, per quanto le fu possibile. – Puttana! -. Con un calcio riuscì a girare la situazione, mettendo con le spalle al muro lui. Lo prese per il colletto della camicia. – Che cazzo hai fatto a Dave?? – gli chiese, non riuscendo più a trattenere i singhiozzi. – Niente, non l’ho toccato il bambino. – Lei mollò leggermente la presa, rassicurata da quelle parole, anche se non sapeva se fidarsi completamente o meno. – Mi dici che cazzo ti sei bevuto?!  -. Solo in quel momento notò dei rivoli di sangue secco sul braccio sinistro di lui. – Oh, Axl.. – sospirò, lasciando il colletto e passando un dito sul braccio. Sentì il ragazzo sotto di lei scivolare, accasciarsi per terra. – Axl? No no, Axl, Axl! – strillò, improvvisamente impaurita. Si inginocchiò per prendergli il viso tra le mani. – Axl, Axl, guardami! Apri gli occhi, guardami! – urlò, piangendo, ma ormai il ragazzo era svenuto e non la sentiva. – Cazzo! – imprecò, tirando un pugno al muro e rannicchiandosi contro di esso, con la testa tra le gambe. – Cristo, ma perché devi ridurti sempre così, perché??! – piagnucolò, tirandosi i capelli per scaricare la tensione. Ben le si avvicino, abbracciandola. – Ehi, shht.. Non piangere.. Adesso sistemiamo tutto.. – le sussurrò. – No, voi non sapete neanche che cosa ha fatto, come fate a sistemare eh?! – lo aggredì lei. Lui la strinse ancora di più a sé, facendola accoccolare sul suo petto, mentre gli altri quattro stendevano Axl sul divano. La ragazza di liberò dalla presa di Ben e si sedette accanto ad Axl, passandogli dolcemente una mano sulla fronte sudata. – Cosa mi combini ancora eh? – sussurrò. Percorrendo con un dito il suo braccio, si accorse dei tagli netti sul polso. – Oh cazzo.. – esclamò sommessamente. Si alzò di scatto, andando alla finestra e tornando indietro velocemente. – Ci siamo scambiati i vizi eh? – urlò, rivolta al volto esanime del rosso. – Fottuto stronzo! – Gli sferrò un pugno sul petto, senza che lui reagisse. Ben accorse subito, bloccandola e abbracciandola di nuovo. – Che intendevi dire? – le chiese. Lei si sedette sul divano  in modo che tutti la potessero vedere e sollevò la manica del maglioncino fino a metà del braccio. – Oh cazzo.. – esclamarono i ragazzi. – Anche tu ti..? – chiese timoroso Joe. – Sì, anch’io mi drogavo. Mi bucavo, mi facevo quella merda di eroina. Ma io l’ho superata, lui no, lui ci è ancora dentro fino al collo. Questo è il vizio che ho ereditato da lui. Lui da me ha preso l’autolesionismo. – e, come prova che quello che diceva era vero, mostrò loro il polso che presentava delle brutte cicatrici biancastre. – Ma quindi tu adesso.. Cioè.. Non ti droghi più vero? - - No, ho smesso per fortuna. Ma lui no, lui continua cazzo! Stronzo! – stillò, accanendosi ancora sul ragazzo e colpendolo ripetutamente. – Mi hai rovinato la vita brutto figlio di puttana! E non solo per Dave, no, lui è la mia salvezza, il mio bambino.. Ma per tutto il resto, stronzo, per tutto! Adesso che ho bisogno di te non ci sei, mi hai abbandonata con un ‘vaffanculo’ quando ti ho detto che aspettavo un bambino! Codardo di merda! – sfogò tutta la rabbia in quel momento, salendo a cavalcioni sul ragazzo e piangendo tutte le lacrime che non aveva mai pianto. – Ma.. Non sei una babysitter quindi? Quel bambino è tuo.. Vostro? - - Sì cazzo, è mio figlio! -. Ben la prese in braccio, togliendola sa sopra Axl, e la fece sedere sul pavimento, massaggiandole le spalle. Nessuno osò parlare, ma era palese dalle loro facce che volevano sapere. – Sì, è mio figlio.. – sospirò – io e Axl stavamo insieme da qualche mese, ma era una relazione basata principalmente sul sesso, non c’era praticamente amore, ma stavamo bene così, finché un giorno ho scoperto di essere incinta e, quando gliel’ho detto, lui mi ha mandata a fanculo, sbattendomi la cornetta in faccia. Non si è fatto più sentire per mesi e io ho dovuto portare a termine la gravidanza da sola, neanche quei fottuti dei suoi amici si sono offerti per aiutarmi. No, tutto da sola ho dovuto fare. Quando poi Dave è nato ‘sto stronzo è tornato a cercarmi perché voleva vedere suo figlio, così ora ci vediamo solo per consegnarci il bambino, ma non ci parliamo praticamente più, e quando lo facciamo litighiamo. Fosse per me, potrebbe anche morire ‘sto figlio di troia, però all’inizio era lui che mi passava le dosi di ero e qualche volta, quando si ricorda, mi da anche dei soldi per Dave, così non ho ancora troncato i rapporti, anche se lo farò presto. Oh sì che lo farò! Un giorno sparisco con il bambino e lui non ci vedrà mai più! – Tutti rimasero allibiti dal suo racconto. Nessuno si era immaginato che la santarellina della loro compagnia di classe fosse diventata una drogata e pure madre. Axl iniziò a tramare e sudare, scuotendosi tutto. I ragazzi si spaventarono e si allontanarono, mentre Katie gli si avvicinò ancora di più, sapendo benissimo che si trattava di una crisi. Gli accarezzò delicatamente le guancie arrossate, lasciando da parte per un attimo tutto l’odio che prima l’aveva assalita. – Ehi, shht, calmati.. – gli sussurrò, sperando che riuscisse a sentirla. Lui spalancò gli occhi, per poi richiuderli subito dopo. La ragazza cacciò un breve urlò di spavento, balzando all’indietro, ma si riprese all’istante, tornando ad accasciarsi di fianco al divano. Il rosso riaprì ancora gli occhi, questa volta con difficoltà e lentamente. Tutti tirarono un sospiro di sollievo. – Axl.. Tutto bene? - - Ti amo – bisbigliò lui, sorprendendo tutti. – Axl, stai zitto, non sai quello che dici. – gli sibilò lei, acida, ma continuando ad accarezzargli il volto. – No, lo so quello che dico.. E io ti amo. - - No, stai zitto, riprendi fiato. Bravo, così, respira.. E stai zitto. – disse, brusca, massaggiandogli l’addome per farlo respirare correttamente. – Katie.. – sospirò lui, fermandola prendendole le mani. – Katie, ascoltami.. - - No Axl, shht.. Taci. - - Ma Katie.. - - Zitto cazzo! – Lui si ammutolì, guardandola spaventato. Sembrava un bambino impaurito, inerme. Le prese il viso tra le mani e la attirò a sé con un bacio a fior di labbra, ma lei si scostò, spingendolo via. Si passò il dorso della mano sulla bocca, come per togliere il sapore che lui aveva lasciato. Si alzò e andò alla finestra. – Fottiti stronzo! – urlò, voltandosi per guardarlo in faccia. Lui cercò di alzarsi per andare a riprendersela, ma le gambe gli tremavano e fu costretto a sedersi. – Katie ascoltami.. - - No Axl, non voglio sentire niente! Non voglio neanche sentirti parlare! Anzi, sai che ti dico? Non ti voglio proprio più nella mia vita, hai combinato già abbastanza disastri! Vattene! Via, via, via! Non voglio più vederti, stronzissimo codardo! E’ lì la porta, la vedi o vuoi che ti ci accompagni io a calci in culo?! – strillò, riversandogli addosso tutto quello che provava. – Katie calmati.. – provò a fermarla Ben. – No che non mi calmo! Non lo voglio più questo fottutissimo figlio di puttana! Basta! Mi sono rotta i coglioni, ok? Ha già rovinato abbastanza le cose! - - Katie ma io.. - - Tu niente Axl! Hai la minima idea di come hai ridotto la mia vita?! No, certo che no, tu te ne fotti altamente di me! L’hai ridotta a uno schifo, ecco come l’hai ridotta! Hai mandato a fanculo tutto quello che avevo! E in cambio cosa mi hai dato?! Un bambino mi hai dato! E un sacco di botte.. – stava tirando fuori quello che aveva dentro da ormai fin troppo tempo e tutti la guardavano allibiti, Axl compreso. Finalmente il rosso riuscì ad alzarsi e ad andarle in contro. Cercò di fermare quel fiume in piena abbracciandola. Lei non si divincolò anzi, si accoccolò sul suo petto e pianse ancora più forte. Poi iniziò a prenderlo a pugni sul torace, pugni che lo fecero barcollare. Non diceva niente, piangeva soltanto, sferrando colpi addosso al ragazzo che amava. – Katie, Katie, Katie fermati ti prego.. Katie per favore! – disse, alzando la voce per sovrastare i singhiozzi della ragazza, che smise all’istante. – Katie io ti amo, ti amo davvero cristo! E so perfettamente quello che sto dicendo, sto dicendo che ti amo e che tu e Dave siete tutto per me, tutta la mia vita. E.. No, non interrompermi – disse, prevedendo già la cascata di insulti che la ragazza gli stava per riversare addosso – davvero Katie, ti amo.. – La ragazza smise di piangere e lo guardò negli occhi, in quegli occhi verdi acqua che aveva ceduto anche al suo bambino. Gli sorriso e lo baciò dolcemente, unendo le loro labbra in un contatto scintillante, facendo danzare le loro lingue su una melodia tutta loro. Lo sdraiò sul divano e si sedette sopra di lui. – Ti amo anch’io, Axl. – sussurrò appena. Non avrebbe mai ammesso di amare quel ragazzo che le aveva rovinato la vita, però quelle due paroline smielate le erano uscite dalla bocca così naturalmente, come se fossero le uniche cose che desiderasse dire. – Ehm, noi andiamo.. – disse Joe, imbarazzato, passandosi una mano tra i capelli. – Sì – gli rispose lei, voltandosi dalla loro parte e sorridendo. Si alzò e li accompagnò alla porta. Li abbracciò tutti, salutandoli calorosamente. Quando arrivò il turno di Ben, che era l’ultimo, ci fu un momento di imbarazzo, che lei interruppe con un lieve bacio sulle labbra. Lui però volle approfondire quel contatto, schiudendo le labbra come per chiedere il permesso. Lei accettò, intrecciando le loro lingue. – Ciao, Ben.. – gli sussurrò. Lui le sorrise, facendole una carezza sulla guancia. – Ciao piccola.. -. Quando tornò in salotto trovò Axl beatamente addormentato sul divano. Prese in braccio Dave, che fino a quel momento era stato in disparte su una poltroncina a fissare la madre che sfuriava. Sfiorò appena il rosso. – Ti amo Axl.. - - Ti amo anch’io.. – le rispose. Lei face un salto indietro per lo spavento. – Non.. Non stavi dormendo? - - No, ti stavo aspettando.. - - Quindi hai visto..? - - Sì, ho visto che hai baciato quel ragazzo. Ma non ha importanza, so anche che è con lui che hai scopato prima, ma non mi interessa. Ora ci siamo solo io, te e lui. – Si alzò e la abbracciò, stringendo forte a sé sia lei che il loro bambino. Si guardarono per un momento negli occhi e poi si baciarono dolcemente, facendo scorrere tutto l’amore che provavano.









Bene, ragazze, devo dire che in questo periodo sto scrivendo tantissime one-shot, mentre l'ispirazione per la fic non torna ç__ç
Vabbe', per ora dovete accontentarvi di questi piccoli schizzi di follia (questo è molto folle .-.
solo una mente contorta come la mia poteva scrivere una roba simile .-.)
Ah, ovviamente, la canzone citata all'inizio è Runaway dei Bon Jovi, da qui anche il titolo ^_^
Spero solo di non avervi annoiate troppo e spero anche che vi sia piaciuta *.*

iLARose

 

  
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