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Autore: Hermione4ever    25/11/2005    11 recensioni
Oramai ha perso tutto... I suoi genitori, Sirius, Silente... e ora anche lei. Cosa ne sarà di lui, ora che la ragione della sua vita è scomparsa per sempre?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Rieccomi qua con una nuova storia! E' una one-shot che ho elaborato in un momento di tristezza... Vi sarò grata se lasciate commenti... Ciao e buona lettura...! ^_^ Baci Herm

Anima. Solo quello, un anima. O forse un ombra. Chi lo può dire. Il suo volto era cadaverico più che mai, i suoi occhi, una volta pieni di vitalità, ora sono spenti e non tralasciano alcuna emozione. La sua vita ormai è finita. Cosa ne sarà di lui, ora che gli è stato tolto tutto? Dalla cosa più piccola a quella più grande?

Era steso sul letto del suo dormitorio, le braccia abbandonate goffamente lungo il corpo. La testa era poggiata sul cuscino, le palpebre semichiuse e il viso rigato di lacrime silenziose. Fortunatamente, le tende del baldacchino erano chiuse. Nessuno avrebbe potuto vederlo. Ma tutti avrebbero potuto immaginarlo in quello stato. Lentamente, si portò la mano destra sul cuore e l'altra sulla faccia, come per tentare di asciugare le lacrime. Si alzò e si mise in ginocchio, le braccia tese a sollevare quel corpo ormai diventato un peso morto, la testa china, i capelli che gli ricadevano sugli occhi. Alzò lo sguardo al soffitto e l'unica cosa che riuscì a dire prima di alzarsi e andare a darle l'ultimo saluto fu

-Perché?-

Raggiunse la Sala Comune in pochissimo tempo. Tutti i presenti si voltarono a guardarlo, ma nessuno profanò parola. Lui neanche li calcolò. Uscì dal ritratto e percorse, in silenzio, le mani in tasca e la testa bassa, i lunghi corridoi di Hogwarts. Tutto sembrava così felice, l'estate era arrivata e l'indomani mattina sarebbero ritornati a casa. Ma al ragazzo non importava più. Tornare a casa o rimanere a scuola. Che senso aveva se non c'era più lei al suo fianco? Senza rendersi conto, andò a sbattere contro qualcuno.

-Oh oh, guarda un po' chi c'è... Potter! Dove vai, a rimpiangere la tua amata Mezzosangue che finalmente è crepata sotto la forza del Signore Oscuro?-

Malfoy era sempre stato un asso nel dar fastidio alla gente, ma in quel momento si era proprio sbagliato. Harry alzò gli occhi e lo guardò. Neanche il tempo di dire qualcosa che il Grifondoro afferrò il collo del Serpeverde e lo alzò, facendolo sbattere contro il muro.

-Prova a ripetere ciò che hai appena detto....-

Malfoy cercò di allentare la presa di Harry ma senza riuscirci. Stava soffocando. Proprio non riusciva a capire cosa vuol dire aver perso la persona alla quale tenevi più della tua stessa vita? Il ragazzo, dopo vari secondi, lo lasciò. Il Mangiamorte si accasciò a terra e cercò di riprendere a respirare regolarmente quando la stessa mano che lo stava uccidendo lo prese per il colletto e lo alzò.

-Ti avverto, non farti più vedere in giro o ti pentirai di non essere morto prima-

E se ne andò. Due frasi che erano riuscite a far gelare il sangue nelle vene al biondo.

Raggiunto il portone d'ingresso, si fermò. La brezza estiva coccolava i capelli corvini e, una volta fatto il primo scalino, mille ricordi e gli riaffiorarono la mente.

"Ehi, ma tu sei Harry Potter!"

"E... Tu sei?"

"Hermione Granger. Oh, ma i tuoi occhiali sono rotti, che hai fatto? E' meglio ripararli con un incantesimo! Oculus Reparo!"

Harry sorrise al ricordo, e scese il secondo scalino.

"Se vuoi uccidere Harry dovrai uccidere anche me!"

Si portò per l'ennesima volta la mano sul viso e, con un gesto automatico, si strofinò gli occhi e scese di un altro gradino.

"Devo dirti una cosa molto importante Harry..."

"Dimmi..."

"Harry... Io ti amo..."

Atterrò sul soffice prato verde che era fiorito talmente tanto nell'ultimo mese che quasi sembrava finto. La testa era ritornata bassa, in segno di resa totale, le mani di nuovo infilate in tasca e il passo lento. Arrivò nella parte posteriore di Hogwarts, ai limiti della Foresta Proibita, dove sorgeva un grande cancello di ferro battuto, che sorreggeva un insegna di pietra con una parola: "Resurrezione". Harry varcò il cancello. In quel cimitero c'erano poche tombe, c'erano sepolti sono i 4 fondatori della scuola e i presidi più importanti e significativi di Hogwarts. Eppure avevano scelto di posarla lì. Fra tutte quelle persone importanti. Perché lei era importante. Camminò, pestando l'erba sempre verde che avvolgeva quel campo ridotto, e raggiunse una lapide di marmo bianco. Lì affianco giaceva anche Albus Silente. Ma Harry aveva già sofferto abbastanza per lui. Si dedicò completamente alla tomba della ragazza. C'erano due date, un nome e una foto.

Hermione Jane Granger

19/09/1988 - 03/06/2005

Harry fissava la foto della ragazza, che sorrideva e salutava con la mano, i capelli le ricadevano sulle spalle e le sue labbra erano sempre aperte un gran sorriso.

"Herm..."

"Dimmi Harry..."

"Non voglio metterti in pericolo..."

"Non mi interessa... Io voglio stare con te..."

"Hermione..."

Il Grifondoro si sentiva terribilmente di colpa per la sua morte. Le aveva permesso di amarlo, si era permesso di amarla. E ora lei era morta. Per salvare lui. Per impedire di morire sotto la forza di Voldemort.

FLASHBACK

Hogwarts era ridotta in rovine. Era circondata di fuoco ed era diventata un vero e proprio campo di battaglia, di guerra. La McGrannit aveva fatto mettere in riparo gli alunni della scuola a Hogsmade, luogo non attaccato dai Mangiamorte. Harry pensava di essere rimasto da solo a combattere contro l'Oscuro Signore, cosicché diede via a una sequenza di incantesimi sconosciuti, frutto del probabile collegamento mentale con Voldemort, che lo colpì in pieno e lo privò dei sensi. Ma non era morto, e lo sapeva. L'unica cosa era che non sapeva come ucciderlo. Non era abbastanza malvagio e cattivo per mandare un Avada Kedavra. Poi una voce lo fece distrarre.

-HARRY!!!-

Lentamente si girò e vide una sagoma correre verso di lui e catapultarsi fra le sue braccia. Hermione.

-CHE CI FAI QUI? VA VIA!-

Ma lei non gli diede ascolto. Lo abbracciò talmente forte che quasi non si sentiva più le ossa del costato. Lui la staccò bruscamente da sé. La fissò intensamente negli occhi e le posò un lieve bacio sulle labbra.

-Va via adesso-

-No io non ti lascio-

-Ti ho detto di andartene-

-NON ME NE VADO SENZA DI TE!-

In lontananza Harry vide Voldemort ristabilirsi in piedi e puntare la bacchetta verso Harry e, ansimando profondamente per lo sforzo, sussurrò

-Avada Kedavra-

Il fascio di luce verde era sempre più vicino a lui, stava per lasciare un Sortilegio Scudo quando vide i contorni di una persona pararsi davanti a lui. Le braccia ancora aperte e il sorriso ancora stampato sulla faccia, riuscì a dire solo una cosa, prima di essere travolta dalla Maledizione

-Addio amore mio...-

E cadde inerme fra le braccia del fidanzato. Lui era senza parole. Perché non le aveva impedito di sacrificarsi? Perché? Perché è stato così idiota da lasciarla fare senza reagire minimamente? Lacrime di rabbia e dolore comunicarono a solcargli il viso. Piano posò il corpo senza vita di Hermione a terra. Lui ancora l'abbracciava forte. Non voleva lasciarla andare. Affondò la testa nei capelli mentre con le mani la stringeva a sé. Sentiva Voldemort che rideva. Se la spassava nel vedere il suo nemico soffrire tanto. E allora si scatenò l'inferno. Harry prese in braccio la ragazza e l'andò a posare accanto a un albero lì vicino. Il Signore Oscuro era pronto all'attacco. Appena Harry si voltò, era un ragazzo completamente diverso. Non era più il solito Harry dolce e impacciato, ma deciso e infuriato. Ridde, con un gesto di bacchetta, lanciò una Cruciatus al Bambino Sopravvissuto, e rimase più che stupito nel vedere che Harry neanche si era spostato di un millimetro per schivarla. Appena la Maledizione lo colpì, ci fu un fascio di luce bianca e tutto si azzittì. Harry aveva la testa bassa e le mani chiuse in pugni, che stringeva tanto da far diventare le nocche bianche. Alzò lo sguardo e fissò Voldemort negli occhi. Quegli occhi verdi sprigionavano rabbia verso il carnefice e dolore per la morte della persona a lui più vicina, e malgrado tutto ciò, lacrime scorrevano sul suo viso ormai privo di qualunque espressione tranne che rabbia allo stato puro.

-Mi hai portato via i miei genitori...Mi hai portato via Sirius... Mi hai portato via Silente... E ora anche lei...-

Entrambi tremavano. Uno dalla rabbia e uno dalla paura.

-È ora che anche tu ti renda conto di quello che hai combinato...-

-E cosa ho combinato?- chiese Voldemort sempre con la faccia da sbruffone. Non c'era nessun rumore, niente che poteva disturbarli. Harry, con una voce quasi impercettibile, sussurrò carico di rabbia

-Mi hai fatto arrabbiare...- detto questo, alzò mano destra in direzione dell'uomo. Un grido lacerò quel silenzio. Harry aveva urlato con tutto il fiato che aveva in corpo. Nel giro di cinque secondi tutto diventò buio, e nella sua mano si raggrupparono le tre forze del mondo, Acqua, Aria e Terra. Come per farsi forza, Harry circondò con la mano sinistra quella destra e, col busto inclinato verso indietro e le gambe saldamente attaccate a terra, disse

-Muori bastardo-

E dalla mano scaturì un getto d'energia potentissima, quasi innaturale, che travolse Voldemort e lo disintegrò.

FINE FLASHBACK

Una lacrima solitaria solcò il viso del diciassettenne. Cadde inerme ai piedi della lapide, cominciando a dire alla foto di Hermione

-Non sono stato capace di proteggerti...Sono una nullità! Sono un cretino, un deficiente... Ho fatto male a permetterti di amarmi, sapevo che sarebbe successo qualcosa... non dovevi... TU NON DOVEVI SACRIFICARTI PER ME!-

Abbracciò la tomba e stette in silenzio, ascoltando il fruscio del vento. Non riusciva a credere che lei è veramente morta.

-Non posso immaginare come sarà la mia vita senza di te... Ti prego, fa che tutto questo sia solo un brutto incubo...-

Si avvicinò alla foto e le diede un bacio.

-Hermione io ti amo... Ti amerò per sempre...-

Detto questo si alzò e, a malincuore, se ne andò, lasciando in quel cimitero solo l'ombra di un bellissimo ricordo, durato troppo poco per averlo vissuto al migliore dei modi.

  
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