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Autore: Ageno    25/11/2010    4 recensioni
Electra, dai grandi e terribili poteri. Draco, incapace di prendere una decisone. Prigioniera e carceriere.
"Sola, in un mondo a lei sconosciuto, una diciassettenne impaurita in un posto che non è il suo."
"Possibile che lui fosse sempre l'ultimo a cui chiedevano cosa voleva fare della propria vita?"
Spero di tirarne fuori qualcosa di decente, ma ho bisogno del vostro aiuto. Ageno.
Genere: Avventura, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio, Theodore Nott, Voldemort
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sola.

Inspiegabilmente sola.

Impotentemente sola.

Silenziosamente sola.

Disperatamente sola.

Immensamente sola.

Dolorosamente sola

Furiosamente sola.

Sola.


 


 


 


 


 

Anche quella notte non era riuscita a dormire. Si era rigirata selvaggiamente fra le coperte per ore, con il solo risultato di sfuggire ancora di più alle braccia di Morfeo.

Era certamente l'odore acre di quella stanza. Odore di vecchio, di naftalina. Chissà da quanto tempo nessuno ci entrava.

La donna da cui l'avevano spedita i suoi genitori aveva lo stesso odore di quella stanza.

Ringraziò il cielo che quella fosse l' ultima, e prima, notte che doveva passare lì. Il giorno dopo sarebbe stata nella nuova scuola. Sola. La solitudine era l'unica costante della sua vita. Nemmeno i suoi genitori erano mai stati così presenti.

I suoi genitori. Non avevano certo tempo per una come lei. Loro dovevano sfondare nel mondo della musica, non potevano seguire quella stramboide della loro figlia. La loro figlia di troppo, avuta solo per salvare chissà quali apparenze.

Electra era stordita, impotente e incapace di formulare un pensiero coerente. La mattina si era svegliata nel suo letto, svegliata per modo di dire, erano mesi che non si faceva una dormita come si deve.

Al piano di sotto i suoi genitori l'aspettavano con un'espressione indecifrabile sul volto, e due lettere nelle mani.

-Electra, sbrigati a prepararti, dobbiamo parlarti.

Pochi minuti dopo erano seduti intorno all'immacolato tavolo, di gran valore, che avevano in sala.

-E' arrivata una lettera per te.


 

SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS

Direttrice: Minerva McGranitt


 


 

Cara signorina Astrid,


 

mi rammarico del inaccettabile ritardo con cui Le invio questa lettera.

A ogni modo, siamo lieti di informarLa che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l'elenco troverà l'elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.

I corsi avranno inizio il 1° settembre.

Con ossequi,

Minerva McGranitt

Direttrice


 

-Dite la verità, mi state prendendo in giro- disse Electra, fissando le lettere smeraldine di quella lettera.

-No Elli, non essere sciocca. Non può essere uno scherzo. Insieme a questa è arrivata una lettera di una certa signora Figg. Non riusciamo ad aprirla, deve essere una chissà quale stregoneria- disse sua mamma con l'accento francese che Electra odiava tanto.

Incerta sul da farsi, Electra prese entrambe le lettere, e corse in camera sua.

Lo aveva sempre sospettato in fondo. Lei era diversa. Ma sentiva di essere diversa anche fra i diversi.

L'altra lettera si aprì appena Electra fu sola, chiusa a chiave nella sua stanza. E comincio a parlare.


 


 

Non ho tempo di spiegarti tutto, ma non è uno scherzo. Quando arriverai ti dirò tutto ciò che vuoi sapere. Qui sotto c'è scritto il mio indirizzo, vedi di arrivare il prima possibile. Fidati ragazzina.


 

Detto ciò, aveva preso fuoco e via.

Si era fidata. Aveva detto ai suoi che voleva partire, e loro non avevano opposto la minima resistenza. Chi non si sarebbe voluto sbarazzare di una ragazzina che faceva accadere cose così strane?


 


 

Era arrivata a casa della signora Figg con i suoi effetti personali, i soldi di mamma e papà e quelle due lettere. Arabella, così aveva detto di chiamarsi quella donna, le aveva spiegato sommariamente ciò che era. Una strega. Era andata a prendere ciò che le sarebbe servito, e quando aveva esaurito le cose da fare si era sentita piombare addosso tutto il peso delle sue azioni. Sola, in un mondo a lei sconosciuto, una diciassettenne impaurita messa in un posto che non è il suo.

Aveva paura, e allo stesso tempo aveva una curiosità smaniosa che le pulsava nelle vene.

Ed era delusa dai suoi genitori, che l'avevano lasciata andare così, senza nemmeno una lacrima. Solo un freddo -Scrivi.

Oramai senza speranza, si alzò dal letto, e prese a girovagare per la stanza vuota e semibuia, per controllare un ultima volta il suo bagaglio. Vestiti, libri, materiale scolastico vario, e le altre poche cose che le sarebbero servite. E la bacchetta.

Aveva passato ore in quel negozio, perchè nessuna bacchetta pareva andarle bene. Nemmeno le bacchette la volevano.

Alla fine eccola, legno di betulla, 12 pollici e mezzo, crine di unicorno. Flessibile. Pallida, come lei.

La signora Figg le aveva detto che sarebbe arrivata a scuola con 7 anni di ritardo, giusto in tempo per fare l'ultimo anno. Avrebbe recuperato il programma in fretta, con lezioni private e la sua mente brillante. Aveva dalla sua parte una memoria fotografica impressionante, che le aveva sempre reso lo studio una questione di minuti.

Aveva provato a fare qualche incantesimo, ma aveva paura di distruggere tutto, per cui si era messa a leggere uno dei tanti tomi che aveva comprato.

Guardò il suo riflesso nella finestra. I lunghi riccioli castano scuro le arrivavano alle spalle. In mezzo a quella chioma scura, come due smeraldi lucenti, si trovavano i suoi occhi. La pelle diafana ricopriva un corpo esile, longilineo e slanciato. Bella, si sarebbe potuto dire.

Chissà come sarebbe stata la nuova scuola. Gente nuova, nessun pregiudizio. Una nuova vita.


 


 


 


 


 


 


 


 

Nel suo ufficio, Minerva McGranitt parlava con un quadro.

-Albus, hai idea del pericolo che corriamo chiamandola qui? Non ti è bastato Tu-sai-chi? Non avevano forse entrambi le stesse capacità?

L'uomo dalla lunga barba, con un sospiro rispose:

-Ma ora sappiamo cosa aspettarci.


 


 


 


 


 


 


 


 

Draco Malfoy stava comodamente seduto sulla sua poltrona, fissando un punto imprecisato davanti a se. Un altro anno lo attendeva, dopo la morte più che mai inopportuna di Silente, troppo vecchio oramai per contrastare la maledizione che gli era toccata con quell'anello, e lui non sapeva cosa aspettarsi. Un altro anno di frecciatine con Potter? O ciò di cui parlavano i suoi genitori sottovoce poco prima?

"l'hanno trasferita" "l'Oscuro Signore sa bene cosa fare" "potrebbe essere lei la nostra salvezza, Draco potrebbe portarla dalla nostra parte" "attenderemo gli ordini".

Frasi scomposte, che forse lo riguardavano.

Possibile che lui fosse sempre l'ultimo a cui chiedevano cosa voleva fare della propria vita?

 

 

 

 

 

 

 

 

Ta-daaaaa!

Allora, qualche dritta prima di tutto. La storia è in terza persona, per poter vedere il punto di vista di tutti i personaggi.

Il contesto invece... dire che è ambienato dopo il 6° libro, senza tenere conto del 7°. Silente è morto per la maledizione alla mano, e tutti sono ancora a Scuola. Poi vedremo.

cosa ne pensate? Vi prego vi prego vi prego, ditemi cosa ne pensate. O se ho fatto qualche orrore di grammatica, o se dovrei mettere la testa nel water e tirare lo sciaquone.

Ageno.

  
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