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Autore: arual    26/11/2010    3 recensioni
La forza di un amore immenso, capace di superare persino le barriere fisiche tra Narnia e la Terra, permette a Susan e Caspian di ritrovarsi dopo l'ultimo doloroso addio alla fine della guerra contro Miraz.
Ma ai due innamorati non è permesso vivere in pace:una misteriosa e intrigante figura e un Lord traditore tramano contro il Nuovo Regno...
Possono l'amore, l'amicizia, la lealtà e la fedeltà a Narnia e Aslan vincere contro l'inganno e il tradimento?
Qual è il motivo del ritorno di Edmund a Narnia?
(pairing: Susan/Caspian)
ATTENZIONE: nuovo personaggio al capitolo 11!
[capitolo 15: "THE BATTLE OF ETTINSMOOR"]
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Aslan, Caspian, Edmund Pevensie, Susan Pevensie
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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EDMUND’S DOUBTS AND THE LION’S ROAR – part 1

 

La scrivania era sommersa da decine di fogli e libri accatastati alla rinfusa, una mappa srotolata proprio al centro del tavolo riportava una dettagliata rappresentazione della regione di Ettinsmoor, terra dei giganti. La zona confinante con Narnia era costellata di vari segni rossi e frecce, evidente risultato di tutte le postazioni di difesa che stavano sorgendo sotto la guida del Giusto, parte fondamentale del piano di difesa che i sovrani avevano progettato, ma il lavoro era evidentemente rimasto incompleto.

Accanto al tavolo, di fronte all’ampia finestra bifora che donava luce alla biblioteca, stava ritto re Edmund, perso nei propri pensieri, i cui intensi occhi scuri scrutavano qualcosa al di là del vetro. La penna con cui aveva appena finito di scrivere una relazione era ancora stretta in mano.

Il rumore cigolante di una porta che si apriva lentamente lo costrinse a interrompere momentaneamente il flusso dei suoi pensieri. Si girò appena per osservare il nuovo arrivato.

“Ah, ecco dove ti eri cacciato! Trumpkin mi ha avvisato del tuo ritorno, ed è più di mezz’ora che ti cerco!” esclamò Caspian appena oltre la soglia dirigendosi velocemente verso il futuro cognato.

“E’ da tempo che voglio restituirti una cosa..” disse concitato “…ma non ho mai… Ehi! Che ti succede? E’ successo qualcosa di grave a nord?” chiese di colpo allarmato notando la strana espressione che ancora aleggiava sul volto dell’amico.

“No, niente” rispose il ragazzo che nel frattempo era tornato a guardare fuori dalla finestra “Non abbiamo subìto nessun attacco e non ci sono tracce del nemico per ora. Stavo solo pensando…”

Caspian, curioso, si avvicinò alla vetrata e, seguendo lo sguardo di Ed, vide che l’oggetto delle sue attenzioni era Susan. Il re sorrise impercettibilmente ammirando con quanta grazia la sua fidanzata stesse guidando l’allenamento giornaliero degli arcieri, come si muoveva rapida tra i soldati aggiustando con gentili tocchi le posizioni errate dei meno esperti. Con un’occhiata esperta vide che ormai la lezione stava volgendo al termine.

“E a cosa stavi pensando di preciso?”

L’amico trasse un profondo sospiro, poi disse: “A Lucy.”

Caspian lo guardò sorpreso: non solo quella non era la risposta che credeva di sentire da Edmund, ma il tono con cui aveva parlato lo aveva allarmato. “No, decisamente c’è qualcosa che non va in lui oggi.” pensò.

 “A volte vorrei capire Aslan come lo capisce lei. Hanno un rapporto particolare loro due, l’hanno avuto fin dal primo momento…” continuò il Giusto che parve non aver notato lo sbigottimento dell’altro

“So perché Aslan ha permesso a Susan di tornare. Ha ancora così tanto da scoprire e vivere qui a Narnia, ha ritrovato la speranza nel futuro grazie a te, e uno scopo nella vita come nuova regina di Narnia e Telmar. Ti confesso che a volte sono invidioso di lei… E non osare fraintendermi, chiaro?” aggiunse minaccioso socchiudendo gli occhi finalmente rivolti verso Caspian. Aveva notato lo sguardo ironico del nuovo re, certamente sul punto di fare una battuta a proposito di un Edmund desideroso di diventare “regina”…

“Scusa…” rispose l’altro mordendosi le labbra: non era proprio il momento di scherzare, pensò con un leggero senso di colpa.

“E’ solo che mia sorella ha trovato tutte le risposte che cercava, ha persino parlato con il grande Leone e sono molto felice per lei, ma… A volte mi domando perché Aslan mi ha fatto tornare…” mormorò tornando a osservare Susan che nel frattempo, finito l’addestramento, si era fermata a parlare con Leah, che stava raccogliendo dei fiori in giardino.

“Ti manca forse il tuo mondo?” chiese titubante il telmarino, non riuscendo ancora a capire cosa tormentasse il giovane re.

“No, no! Narnia è la mia vera casa, questo lo so da molto tempo oramai. Ma, Caspian, perché sono tornato proprio io? Perché non far tornare anche Lucy e Peter? Pete sarebbe certo stato molto più utile di me in guerra contro i giganti…”

“Non dire così!” l’espressione di Caspian si indurì: sapeva per esperienza personale che l’abitudine al comando del Re Supremo spesso oscurava involontariamente le iniziative altrui, ma non sopportava l’idea che l’amico pensasse di essere una seconda scelta, un ripiego certamente meno gradito del fratello…

Aveva finalmente capito il suo malessere, Ed aveva la stessa espressione tormentata di Susan quando l’aveva trovata nel bosco in primavera: si era tranquillizzata solo una volta che aveva parlato con Aslan. L’incertezza del futuro, l’incapacità a trovare un ruolo stabile, uno scopo preciso e un senso al suo ritorno a Narnia stavano affliggendo Edmund così come avevano rattristato la sorella qualche mese prima.

“Abbi fede…” mormorò Caspian.

“Come?”

“Abbi fede!” ripeté a voce alta “Sono sicuro che Aslan ha un piano, ti ha fatto tornare per un motivo preciso che capirai a tempo debito… E forse c’è una ragione se tuo fratello  e Lucy non sono ancora qui, anche se presto arriveranno.”

“Come fai ad esserne così sicuro?”

“Ce l’ha rivelato Aslan.”

“Ah… Ma come faccio ad agire bene se neanche so cosa Aslan vuole che io faccia? Cosa succederà se non mi rivelo all’altezza?” chiese alzando la voce.

“Devi solo comportarti per come sei, Edmund, non devi fingere di essere qualcun altro. Non devi fingere di essere Peter. Sii semplicemente te stesso!”

“E se essere me stesso non bastasse per vincere la guerra? Che ne sarà di Narnia? Sarà ancora in balia di una strega per altri cento anni o più?” adesso Edmund, senza accorgersene, stava gridando.

“Edmund!” lo rimproverò Caspian assumendo un tono autoritario “Pensa a tutto quello che hai fatto in passato! Pensa a tutto quello che stai facendo: il tuo piano è brillante, abbiamo messo in sicurezza i villaggi confinanti con Ettinsmoor, sei appena tornato da un’altra missione! Credo che Aslan ti abbia fatto tornare da solo per farti capire una buona volta che sei una persona in gamba. Che riesci a superare gli ostacoli anche senza la guida e il coraggio di Peter perché anche tu sei coraggioso, senza la fede di Lucy perché anche tu hai fede!”

“Non ne sono sempre così sicuro” rispose mestamente.

“Lo so, amico mio, ci sono passato anch’io” il tono di Caspian si raddolcì “Credi che appena mi sono trovato solo, quando tu e i tuoi fratelli ve ne siete andati, abbia fatto i salti di gioia? Non mi sentivo pronto per tutto questo! Ma ho capito che l’unica soluzione è cercare ogni giorno di fare del proprio meglio. Devi affrontare le tue paure e avere più fiducia in te stesso.”

Edmund sapeva che il telmarino aveva ragione, ma per la prima volta in vita sua si sentiva come spaccato a metà. Non aveva mai dubitato di se stesso durante l’Età d’Oro, ma allora governava insieme ai suoi fratelli, e la forza del regno risiedeva nel legame che li univa saldamente l’uno all’altro. La fede di Lucy, la dolcezza di Susan, il coraggio di Peter e, a detta degli altri, la sua saggezza: questo, secondo lui, rendeva grande Narnia.

Ora invece erano divisi, e si sentiva spaesato, a disagio, come se gli avessero strappato a forza un arto. Forse dopotutto l’intuizione del telmarino era giusta, era quello che Aslan voleva da lui: più fede in se stesso, accettando che i tempi ormai erano cambiati.

“Hai ragione, Cas… Per il grande leone, non so proprio come fai a capirmi così bene!” d’altra parte era fortunato, pensò, aveva ancora sua sorella al suo fianco e Caspian, un nuovo e prezioso compagno.

“Ora non diventare troppo sentimentale, però! Non vorrei si ripetesse la stessa scena del ballo di fidanzamento” rise l’altro stemperando la pesante atmosfera.

Ed gli batté una mano sulla spalla: “Non c’è problema, fratello! Dammi due minuti e tornerò l’Edmund Pevensie impertinente e ironico di sempre.”

 
“Bene!”

“Cambiando argomento, sbaglio o mi stavi cercando per restituirmi qualcosa?”

“Hai ragione!” trasalì Caspian cominciando a trafficare con i lacci di una borsa che teneva in mano. Quando finalmente riuscì ad aprire la bisaccia, con un esperto gesto teatrale gli porse un curioso oggetto argenteo.

“La mia torcia, credevo di averla persa!” esclamò stupefatto l’amico afferrandola.

“L’abbiamo trovata sulla torre più alta del castello di Miraz il giorno dopo la vostra partenza. Ho pensato di custodirla fino al tuo ritorno, e ora è tempo che te la restituisca!”

“Grazie Caspian” Poi, dopo un momento di pausa aggiunse: “Sei sicuro che non serva di più a te?”

“Come?” chiese confuso.

“Sai, i corridoi di Cair Paravel sono molto bui la notte…” rispose allusivo l’altro.

“Che intendi dire?” il volto di Caspian iniziò ad arrossire lievemente sotto l’abbronzatura: temeva di aver capito a cosa alludeva il futuro cognato.

“Caspian, la stanza di Susan è all’altro capo del corridoio rispetto alla mia… Anche se ormai sto più al fronte che a casa, credi che non mi sia mai accorto di un’ombra misteriosa che spesso vaga in quell’ala del castello di notte, anche se la sua camera da letto è addirittura su di un altro piano?”

Il viso del telmarino avvampò per la vergogna. Di colpo, fu consapevole che dietro l’aspetto da ragazzino sedicenne di Edmund si celava in realtà un esperto re nel pieno della maturità, che lo aveva scoperto a intrattenersi in “particolari attività” proprio con la sorella!

Gli parve di essere tornato ragazzino, quando veniva sorpreso dalla sua nutrice nel bel mezzo di una delle sue tante bravate. Non riuscendo a sostenere lo sguardo dell’amico chinò il capo ma, dopo un attimo di sgomento, raccolse la poca dignità rimasta e farfugliò: “Re Edmund, mi rincresce se il mio comportamento sconsiderato vi ha offeso in qualche modo. Voglio che sappiate però che desidero solo il meglio per vostra sorella, e la sua felicità è al di sopra di tutto per me. La mia intenzione non era quella di macchiare il suo onore, ma mi rimetto alla vostra volontà. Qualsiasi decisione voi prendiate, l’accetterò come ammenda per le mie colpe!”

Edmund, alzando fieramente il capo, si erse in tutta la sua statura: “Hai parlato saggiamente, giovane re. Ma ciò non toglie che sarò costretto a prendere misure severe contro di te perché l’onore della regina non sia infangato ulteriormente. La punizione sarà dura, ma necessaria!”

Caspian deglutì preoccupato in attesa del responso, scrutando ansiosamente il volto serio di Edmund. Il ragazzo, dopo averlo osservato ancora per qualche istante con espressione grave, non riuscì più a trattenersi e scoppiò in una sonora risata:

“Ma dai, Caspian! Mi hai davvero creduto? Lasciamo da parte il fatto che ormai siamo dello stesso rango e non ho più l’autorità per infliggere al legittimo re di Narnia alcuna punizione, ma un sovrano dovrebbe capire la differenza tra una vera minaccia e una presa in giro!”

“Ma non sei furioso per quello che hai scoperto?”

Edmund arrossì imbarazzato “Bé… Avrei vissuto più tranquillamente se non l’avessi appreso così, questo è certo. Diciamo che la cosa non mi rende particolarmente felice, ma come hai detto poco fa io non sono Peter, per tua fortuna. Ti ho già avvertito che se Susan soffrirà a causa tua ti riterrò responsabile e ti cercherò in capo al mondo, ma so che via amate, e inoltre siete fidanzati, quindi non ci trovo niente di male. Tuttavia ti consiglierei maggiore prudenza, in questo castello le mura hanno occhi e orecchie…”

Il telmarino annuì energicamente.

“E poi, basta con questa abitudine di darmi del voi non appena c’è qualche problema. Siamo amici!”

Caspian sorrise, a volte gli capitava ancora di sentirsi inferiore ai re e alle regine di un tempo, e stava per replicare in qualche modo, ma fu bloccato da leggeri colpi alla porta.

“Caspian, maestro, vi disturbo?” disse Susan facendo capolino dalla porta.

“Edmund!” esclamò poi sorpresa, notando che non era Cornelius l’uomo con cui il fidanzato stava parlando.

“Ciao Susan!” rispose lui accogliendola con un rapido abbraccio, brontolando quando i fiori che la regina teneva in mano, ancora freschi di rugiada, gli bagnarono il collo facendolo rabbrividire.

“Quando sei tornato? Stai bene?”

“Si, sono arrivato quasi un’ora fa. Son venuto per esporvi gli ultimi dettagli della linea difensiva e dove dovrete condurre l’esercito.”

“Perché nessuno mi ha avvertita del tuo ritorno?” chiese la ragazza con una nota di rimprovero nella voce, ovviamente rivolta verso Caspian, che per rabbonirla sfoderò il suo sorriso sghembo da mi-dispiace-è-colpa-mia, a cui sapeva che la regina non poteva resistere. Come previsto, infatti, il disappunto di Susan si dissolse in un attimo, provocando solo uno sbuffo impaziente.

“Ti avrei almeno fatto preparare la camera e un bagno caldo, sarai a pezzi dopo tutte quelle ore di volo su un grifone. Ora chiamo Leah e rimedio subito…” appoggiò i fiori su un tavolo e si voltò verso la porta.

“No sorellina!” Edmund la trattenne afferrandole il polso “Devo ripartire tra poche ore. Ho solo il tempo per esporvi il piano e la posizione dei nuovi avamposti.”

“Ma devi riposarti, sei appena arrivato!” protestò debolmente lei, ben sapendo che ogni sua parola sarebbe stata vana, ma riluttante nel separarsi da Edmund così presto.

“Gli uomini mi aspettano.” si giustificò semplicemente lui. La ragazza annuì: Narnia era al primo posto, anche nel cuore di suo fratello.

Caspian intervenne: “Presto li raggiungeremo, Susan: noi partiremo tra qualche giorno, ci metteremo in marcia verso nord con il grosso dell’esercito. Porteremo i rinforzi che servono per la guerra.”

Edmund annuì solennemente stringendo la spalla del telmarino: “Allora la prossima volta che ci incontreremo sarà sul campo di battaglia.”

Susan, a quelle parole, non riuscì trattenere il brivido freddo che le corse lungo la schiena.

 

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“Caspian, dove mi stai portando?” chiese per l’ennesima volta un’intrigata Susan, odiava essere tenuta all’oscuro di qualcosa, la curiosità la stava tormentando… E lei, di conseguenza, aveva deciso di tormentare il fidanzato con continue domande, da quando l’aveva prelevata a forza dalla sala del trono costringendola ad annullare tutti gli impegni del pomeriggio e caricandola su Destriero.

Il re di Narnia alzò gli occhi al cielo esasperato: “Tesoro, con tutto l’amore che provo per te, è la centesima volta che me lo chiedi. Se continui così sarò costretto a imbavagliarti oltre che a bendarti gli occhi!”

“Ma stiamo cavalcando ormai da molto, e non mi va di essere trasportata in giro per Narnia come un pacco, diretta non si sa dove!”

“E’ una sorpresa, Susan, non capisci?Deve essere segreto per te dove siamo diretti! Oppure nel mondo da dove provieni tu c’è un’altra definizione per la parola sorpresa?” chiese con ironia.

“Amore, goditi la cavalcata in santa pace!” concluse soddisfatto ponendo fine alle continue domande della ragazza

Susan non trovò altro da replicare e borbottò tra i denti in tono semi-serio: “Questa me la paghi, Caspian Decimo, quando meno te l’aspetti ti farò rimpiangere per avermi rapita in questo modo! Con tutto quello che abbiamo da fare a Cair Paravel prima della nostra partenza!”

Il ragazzo ghignò: “Quante minacce, mia guerriera! Vorrà dire che accetterò la punizione che merito quando giungerà il momento, ma per ora mi pare che tu sia in svantaggio, così bendata e imprigionata tra le mie braccia!” e ridendo le diede un lieve bacio sul collo.

“Così non vale però. Sei sleale Caspian!” protestò debolmente lei.

“Su, su, basta lamenti! Siamo quasi arrivati.”

Arrestò il cavallo, che obbedì docilmente al suo comando, scese e aiutò la ragazza bendata a smontare, prendendola per la vita. La condusse per mano per un breve tratto di strada poi, posizionandosi alle sue spalle, le sciolse la benda sussurrando: “Ora puoi guardarti attorno.”

La ragazza, finalmente libera dal fazzoletto, sbatté gli occhi un paio di volte per abituarsi alla luce, e quello che vide la lasciò senza fiato. Si trovavano in mezzo a un campo fiorito, a ridosso di un’alta scogliera. Davanti a lei si stendeva, in tutta la sua serena maestosità, il Grande Mare dell’Est. Più a nord, a qualche miglio di distanza, si potevano intravedere a fatica le bianche mura di Cair Paravel, adorna di stendardi che sventolavano leggeri nella lieve brezza estiva.

“Oh, Caspian, è stupendo!” disse non appena ritrovò le parole, abbracciando il ragazzo.

“E la sorpresa non è finita qui! Non ti sei ancora accorta di dove siamo?” rispose allegramente lui facendola voltare e mostrandole qualcosa alle sue spalle.

Al limitare della foresta, a qualche metro di distanza, si ergeva infatti il piccolo e incantevole cottage avvolto dall’edera dove Susan e Caspian avevano fatto una sosta prima di raggiungere la capitale, lo stesso giorno in cui lei era tornata a Narnia.

“Ho rinviato tutti i nostri impegni a domani, avvertendo Trumpkin che saremmo venuti qui. In caso di emergenza possono avvertirci rapidamente, dato non siamo troppo distanti da Cair Paravel.” le spiegò il re mentre si dirigevano verso la casetta “Credo che, dal momento che tra poco partiremo, sia una buona idea riservare questo pomeriggio solo per noi. Ho immaginato che ti avrebbe fatto piacere stare lontana dai progetti di guerra per qualche ora: sono settimane che non pensiamo ad altro!”

Susan non seppe cosa rispondere, si limitò a esprimere la marea di emozioni che le vorticavano nella mente guardandolo con occhi tersi per l’emozione. Caspian era sempre così attento e premuroso!

Impaziente, la ragazza raggiunse di corsa la piccola porticina spalancandola: all’interno, fu investita dal profumo di legno e muschio. Tutte le finestre erano spalancate, per far entrare la dolce aria ricca di salsedine e di suoni provenienti dalla foresta. Sul piccolo tavolo di legno erano disposte vivande e dolci, sufficienti per sfamare un’intera famiglia.

Senza fermarsi, salì sulla scala di legno fino al primo piano, aprì la prima porta ed entrò in camera. Accorgendosi appena che il letto era stato fatto di fresco uscì sullo stretto balconcino, fermandosi finalmente soddisfatta.

Da lì il panorama era meraviglioso, proprio come se lo ricordava: poteva abbracciare con lo sguardo sia il bosco sia il mare scintillante.

Sentì dei passi che si avvicinavano e disse senza voltarsi: “Hai avuto una splendida idea, grazie amore!”

“Sono felice che la sorpresa ti sia piaciuta.” le rispose Caspian alle sue spalle circondandola con le forti braccia.

Susan posò il capo sul suo torace reclinando la testa e chiudendo gli occhi: “Che pace, vorrei rimanere qui per sempre!”

“Se ti piace così tanto possiamo considerare questo luogo come il nostro rifugio segreto, che ne dici?”

“Sarebbe magnifico” sorrise volgendo appena il capo verso di lui, poi un’ombra cupa le attraversò le iridi cristalline e sospirò: “Come vorrei poter trovare il modo per proteggerti da un’altra guerra…”

Caspian stette in silenzio per qualche secondo, interdetto, prima di rispondere ironicamente “Strano, questa sarebbe proprio la frase che ci si aspetterebbe che io dica a te per consolarti! Solitamente è il re che dovrebbe difendere la regina da brutte faccende come la guerra!”

Susan ripensò alle proprie parole e, accorgendosi della stranezza, si mise a ridere: “Hai ragione, amore mio! E’ solo che trovo terribile che tu debba combattere ancora contro parte del tuo stesso esercito.”

“Susan, anche io vorrei risparmiarti gli orrori di una nuova battaglia e farei di tutto per tenerti lontan…”

“Basta così” lo interruppe dolcemente ma con decisione la ragazza, sapendo dove voleva andare a parare “Ne abbiamo già discusso altre volte e ti ho quasi perso per colpa di questo argomento. Non voglio più litigare con te: sai che non mi tirerò mai indietro e parteciperò alla battaglia. Sarò al tuo fianco, qualsiasi cosa accadrà a Ettinsmoor la affronteremo insieme.”

“Affronteremo ogni ostacolo insieme.” confermò Caspian con enfasi rafforzando la stretta attorno alla vita della ragazza: erano riusciti a trovare un equilibrio, ed erano finalmente pronti ad affrontare fianco a fianco le prove che la vita avrebbe riservato loro.

Stettero ancora per qualche momento in silenzio, finché Caspian non iniziò a mormorare osservando affascinato la distesa di acqua davanti a sé: “Sai, non credo di avertelo mai detto, ma sono sempre rimasto affascinato dal mare. Quando ero piccolo mi portavano raramente sulla costa, eravamo troppo vicini al cuore di Narnia per i gusti del popolo telmarino, ma da quando sono a Cair Paravel passo ore intere a contemplarlo. Ho un sogno che vorrei realizzare…”

Susan incuriosita si voltò per scrutarlo in volto.

“Il mare ha qualcosa di magico e misterioso in sé: ogni onda che vediamo infrangersi su questi scogli ha visto posti che nemmeno immaginiamo, isole sconosciute, la fine del mondo, forse persino il Regno di Aslan... Vorrei navigare verso est: Susan, pensa a quante terre ci sono al di là dell’orizzonte, quanti posti aspettano di essere scoperti, quanti paesaggi da ammirare, quante avventure da affrontare!” il volto di Caspian ora brillava di eccitazione.

Susan lo ascoltava rapita, era rimasta contagiata dall’entusiasmo del fidanzato “Credo sia il sangue pirata che è in te che sta parlando!” commentò.

“E ti porterò con me!” promise il ragazzo “Quando tutto questo sarà finito salperemo insieme verso le nuove terre che scopriremo. Il mio viaggio non avrebbe senso se non potessi condividerlo con te perché sei la mia luna, le mie stelle e il mio sole.”

La ragazza sorrise “Se io sono il sole, allora tu sei il cielo che lo accoglie, perché ovunque vado tu sei sempre nei miei pensieri e nel mio cuore.”

“Allora… Sei d’accordo?” chiese esitante lui.

“Certo!“ rispose con fervore “Con te vicino, andrei dovunque!”

Caspian, entusiasta, la baciò avidamente, poi afferrandola per la vita la sollevò da terra e la fece volteggiare.

Susan rise: com’era bello fare progetti per il futuro, dimenticandosi per un poco dell’oscura ombra che minacciava il loro domani…

“Se i miei fratelli mi vedessero ora non mi riconoscerebbero: io, la pragmatica Susan Pevensie, che vuole salpare verso l’ignoto… Devo essere impazzita!”

Caspian rise posandola a terra.

“Ora cosa ti va di fare, mia regina?” le chiese.

Susan lo guardò, poi dando una rapida occhiata al letto tornò a fissarlo con uno sguardo malizioso: “Bé, ci sarebbe qualcosa che potremmo fare per far passare il tempo…”

La regina premette i palmi delle mani sul torace del ragazzo, spingendolo delicatamente all’indietro, rientrando così nella stanza.

“Mmm” apprezzò lui “L’idea è allettante!”

Caspian sprofondò pesantemente nel materasso quando le sue gambe incontrarono il letto, e si sostenne con i gomiti, mentre Susan si chinò su di lui.

“E poi, dobbiamo fare ancora qualche altra prova in vista del matrimonio, non credi?” domandò lei sussurrandogli all’orecchio.

Caspian annuì chiudendo gli occhi e reclinando il capo all’indietro, concentrandosi sulle sensazioni che stavano risvegliando in lui le labbra della fidanzata, impegnate a disegnare una scia di baci sulla sua gola…

“Prima però dovrai prendermi!” gridò senza preavviso la giovane spingendolo indietro sui cuscini e scappando via ridendo. Caspian si ritrovò solo nella stanza, con il desiderio ardente che ruggiva insoddisfatto nel petto.

Che stupido!” pensò divertito mentre, ricomponendosi, si lanciava giù dalle scale deciso a catturare la sua preda, che già correva nella radura in fiore: avrebbe dovuto aspettarselo, Susan l’aveva avvertito che si sarebbe vendicata in qualche modo!

 

 

 

NOTE:

Ciao ragazzi!

Lo so, lo so… sono in terribile ritardo con l’aggiornamento, mi dispiace tanto…
Ma c’è una buona notizia! Spero vi farà piacere sapere che il capitolo era inizialmente molto più lungo di così quindi, per evitare che voi tutti vi addormentaste davanti al pc per colpa mia, ho deciso di dividerlo: ergo c’è un capitolo già pronto che pubblicherò al mio ritorno (vado in montagna  per il weekend, appena torno potrete leggere “Edmund’s doubts and the lion’s roar – part 2”)!

 Approfitto per ri-ringraziare voi tutte che mi siete state vicine nel momento nero del mese scorso, in particolare ranyare, rinalamisteriosa, Freddy Barnes e TheGentle95. Grazie ancora per le vostre parole! E ovviamente grazie anche a tutti gli altri lettori :D

 Questo capitolo e ancora di più il prossimo sono incentrati maggiormente su Edmund (avete già letto del suo conflitto interiore), spero vi farà piacere! Quelli che avete appena letto sono gli ultimi istanti di calma prima della tempesta, volevo descrivere l’ultimo attimo di pace di Caspian e Susan prima della battaglia…

Ogni recensione, positiva o negativa, è ben accetta!

Baci a tutti! 

-Arual- 

 
P.S. ebbene si, la sorpresa per Susan era la sua corona, forse vi aspettavate qualcos’altro e anch’io all’inizio ero indecisa se mettere un oggetto che li avrebbe aiutati contro la Strega dalla Veste Verde, ma (come ho già detto a Rinalamisteriosa) ho pensato che avrebbe deviato dal senso della mia storia: voglio dimostrare che la forza dei sentimenti tra le persone è capace di superare ogni avversità, e inserire un aiutino esterno non avrebbe senso a questo punto…
In più, dato che la corona di Caspian è telmarina dare a Susan, futura regina, una corona narniana è il simbolo di come Narnia e Telmar abbiano finalmente imparato a coesistere in armonia… E poi la sua tiara mi è sempre piaciuta!

  
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