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Autore: thequeenofdrama    26/11/2010    12 recensioni
Scappare? Forse ha ragione, stai scappando. // Post Season 2, POV Damon
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Note: Sono sempre io XD Ok, altra shot Delena, perchè la depressione mi sta uccidendo e l'unico modo per esorcizzarla è scrivere, quindi... Avevo buttato giù uno schema random su quest'idea qualche giorno fa, ma non avevo lo spirito adatto per svilupparla decentemente... Poi stamattina mi è venuta l'illuminazione e voilà! Scritta! E' ambientata in teoria dopo la seconda stagione o forse ancora oltre, insomma quando Klaus non sarà più un problema ed Elena sarà salva. Lei non sta più con Stefan. E niente, queste sono le premesse. Ah, in più avevo questa idea su quale sarà la prima scena in cui apparirà la camera da letto di Damon (non so perchè la trovo una cosa tanto importante XD ) e mi piaceva pensare che fosse una scena che coinvolgesse Elena. Detto ciò, non pensate male, non fanno nulla di quello che può sembrare XD Bene, adesso la finisco di parlare a sproposito come mio solito e vi lascio alla lettura. POV di Damon (mi mancava!) e titolo banale e scontatissimo, ma ci stava, quindi bon XD Commenti, critiche, annotazioni, tutto sempre ben accetto :)



DON'T LET ME GO



Il rumore assordante della porta che sbatte contro il muro non ti fa sobbalzare. Sei un vampiro, l’hai sentita arrivare. Hai avvertito il battito furioso del suo cuore correre sempre più veloce man mano che si avvicinava alla tua camera da letto. Il suo respiro è affannato. Deve aver corso molto. Aveva paura di non arrivare in tempo? Ti volti verso di lei, mostrando una calma che è solo apparente, come ogni volta che lei è nei paraggi. “Elena.” Il solito tono di voce beffardo. Quello delle migliori occasioni. Un angolo della bocca si solleva impercettibilmente al pensiero dell’ironia della situazione. È la prima volta che mette piede nella tua stanza. E no, non era mai stato questo lo scenario che avevi immaginato.

Il suo sguardo si muove lentamente, dapprima sui cassetti ancora aperti, vuoti, poi si poggia sull’armadio alle tue spalle, le ante spalancate, anch’esso inesorabilmente vuoto, infine cade sull’enorme valigia che se ne sta, sola ed inquietante, sul tuo letto, già ricolma di tutti i tuoi vestiti firmati. La moda è sempre stato il tuo punto debole. Gli occhi color cioccolato tornano su di te, incontrano i tuoi, freddi ed inespressivi, mentre i suoi. È panico quello che traspare? “Allora è vero.” Sussurra con un filo di voce. Non è nemmeno una domanda. Solo una constatazione. Maledetto fratellino. Non tiene mai la bocca chiusa.

“Stefan è il solito chiacchierone.” Dici sprezzante. Cerchi di caricare quelle parole con tutto il veleno che puoi, ma la voce trema leggermente. Ti mordi l’interno delle labbra nervoso. Dov’è finito il vecchio Damon? Le dai di nuovo le spalle e continui a piegare altri indumenti, ignorandola. “Non prendertela con tuo fratello. L’ho costretto io a dirmi tutto. Cosa vuoi fare?”. La guardi ancora e, sorridendo, fai un gesto con la mano per indicare la valigia. Sollevi un sopracciglio. “Non ti è chiaro?”. Lei deglutisce a fatica e un lampo di irritazione le attraversa lo sguardo. Un’espressione tanto familiare che nemmeno ti stupisce più. “Lo vedo.” La sua voce fredda come il ghiaccio.

“Solo che…” Si interrompe. “Solo cosa, Elena? Avanti, sono tutto orecchi!”. L’espressione indispettita non abbandona il suo viso. Incrocia le braccia sul petto. “Volevi scappare così? Senza dirlo a nessuno?”. “L’ho detto a Stefan.” Gelido. Spietato. Incassa il colpo e il suo sguardo si vela di tristezza. Vorrebbe dire qualcosa, lo sai, lo senti, non è abituata a lasciarti l’ultima parola. Ma stavolta sembra diverso. Rimane in silenzio a guardarti. E basta.

Ritorni ad occuparti del tuo bagaglio. Perché è qui? Perché le interessa? Perché non torna da Stefan e ti lascia finalmente libero di. Vivere? No, non è la parola adatta. Sopravvivere. Si, almeno questo. Scappare? Forse ha ragione, stai scappando. Ma non conosci altro modo per sfuggire al dolore di doverla guardare ogni giorno e ricordarti che l’hai persa. O meglio, che non l’hai mai avuta. E non l’avrai mai. Quando anche l’ultima maglietta è ben ripiegata e al suo posto, la sua voce interrompe il flusso dei tuoi pensieri. “Non puoi andartene.”

“Perché no? Cosa mi trattiene ancora qui?”. Richiudi con uno scatto rabbioso la valigia e la poggi per terra. Elena ti guarda. Il corpo fremente. Delusa, arrabbiata. Ferita? I suoi occhi scuri fissano i tuoi ma, ancora una volta, non dice una parola. Afferri il tuo bagaglio e ti dirigi verso la porta. Cammini lentamente. Quasi a voler rallentare il più possibile l’inevitabile. Quasi a volerti aggrappare solo per un attimo a quegli ultimi istanti insieme a lei. Come se volessi prolungarli il più possibile. Patetico. Sei davvero patetico.

“Damon…”. La sua voce adesso è flebile ed insicura. Ti volti. E detesti quella leggera speranza che va a scaldarti il cuore. Non c’è niente in cui sperare. Eppure. “Perché dovrei restare, Elena? Dammi un buon motivo. Uno solo. Nessuno è più in pericolo. Nessuno sentirà la mia mancanza.” Ti interrompi. Lei tormenta il suo labbro inferiore con i denti. Le dita delle mani si intrecciano nervose le une alle altre. Una speranza. “Mi sbaglio?”. Lei resta in silenzio. No. Non ti sbagli.

Un sorriso amaro ti si dipinge sulle labbra. Non hai motivo di rimanere. D’altronde, hai mai pensato che potesse finire diversamente? Una piccola parte di te si era anche illusa, ma l’epilogo era talmente scontato che adesso ti senti dieci volte più stupido per aver pensato anche solo per un istante che. Raggiungi la porta. Poggi la mano sulla maniglia. “Damon!”

Ti volti ancora indietro, quasi esasperato. Perché prolungare la tua tortura? Sa essere davvero sadica, se ci si mette. “Si?” La apostrofi di nuovo col tuo tono canzonatorio. Un sopracciglio si alza ancora ironico. “Vuoi un motivo? Un motivo per restare?”. Ti osserva con il suo miglior sguardo di sfida. Stringe forte i pugni lungo i fianchi. La guardi accigliato. Un po’ spaventato, anche. Cosa? Non hai il tempo di formulare un altro pensiero. La sua risposta ti spiazza. Ti annienta e poi ti fa rinascere in meno di un secondo. “Perché ti amo.”

Un tonfo sordo. La valigia cade a terra. Resti fermo. Il tuo cervello. No. Il tuo cuore ha bisogno di metabolizzare le sue parole. Lei non stacca i suoi occhi scuri dai tuoi. Adesso sono lucidi. Un po’ impauriti. Probabilmente quella dichiarazione ha colto di sorpresa anche lei, oltre che te. Sfruttando la tua velocità sei davanti a lei in un battito di ciglia. Elena, spaventata, tenta di fare un passo indietro, ma tu la costringi a restarti vicino, il suo viso tra le tue mani. Rimanete ancora in silenzio. Semplicemente guardandovi. Uno scambio di sguardi che vale più di mille parole. Com’è sempre stato. Come sempre sarà. Poi le tue labbra trovano finalmente le sue. Nessun rifiuto. Non più. Un bacio dolce. Ma appassionato. Un bacio come voi. E una ragione per restare. Non solo. Una ragione per vivere.

   
 
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