Introduzione
L'orfanotrofio
E' dicembre; la temperatura non supera mai i tre gradi, specialmente se vivi in una grande baracca con una sola
stufa a riscaldarla. La neve leggera cade sulla strada ovattando il rombo dei mezzi che transitano e ciò concilia il
mio sonno.
“Svegliati scansafatiche, è già tardi, bisogna fare il bucato e preparare la colazione!” strilla madre Desirée con
voce stridula e fastidiosa.
E dopo aver ripetuto questa predica un paio di volte, comincia ad elencare le varie attività del giorno: ” Vediamo
un po’ Kore... Oggi devi andare in città a comprare del pane e qualche vestito per le nuove arrivate, anzi sbrigati e
vieni con me che te le presento.”
Tra poco compirò 16 anni, dopo la morte dei miei, avvenuta per uno stupido incidente stradale, vivo qui, in questo
orfanotrofio nella banlieu parigina.
Siccome sono troppo grande per essere adottata, aiuto le suore ad accudire le bambine che raggiungono
l'orfanotrofio: mi piace stare qua, non vorrei andare via, madre Charlotte, però, dice che fra un paio d’anni sarò in
età da matrimonio e devo già adesso cominciare ad essere più donna. Io, però, non mi voglio sposare, voglio
diventare come la madre superiora, voglio aiutare le orfanelle.
Dopo aver consumato la solita colazione mi preparo per andare in città, non so perché, ma da quando mi sono
svegliata ho un senso di inquietudine costante. Forse potrebbe dipendere dal sogno che ho fatto questa notte…ero
in una stanza vuota e buia, tutto ad un tratto sento la voce di una donna anziana ma molto potente, mi dice di
stare attenta e di non muovermi da sola. Io non la ascolto e mi avventuro per le vie della città da sola e
mentre giro in un vicolo cado in una specie di buco, sento la voce urlare, implora di lasciarmi andare, si nota
la decisione nella sua voce, sembra quasi consapevole della mia forza interiore che ora non sento di avere.
Mi stupisco di quanta fiducia ha in me questa donna.
Prima di uscire madre Desirée mi presenta alle nuove arrivate.
“ Dunque bambine, lei è Kore e per i primi tempi qui all'orfanotrofio vi accudirà e si prenderà cura di voi. Sarà il
vostro punto di riferimento per qualsiasi problema possiate avere.”
“ Buongiorno bambine!”Le saluto. “ Buongiorno.” Rispondono quasi cantando.
“ Come vi chiamate?” Chiedo con poca curiosità. “ Io mi chiamo Angeline.” “Io, invece sono Alisèe.” Rispondono
in coro.
Prendo le loro misure e mi avvio per le strette e isolate strade di campagna che conducono a Parigi.
Raggiunta la città decido di comprare prima i vestiti e poi il pane così che sia ancora caldo e profumato quando
ritornerò all’orfanotrofio.
Vago per Parigi in cerca di un negozio di abiti abbastanza economico, ne trovo uno che anche le suore si possano
permettere. Entro.