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Autore: Prue786    26/11/2010    1 recensioni
Una mano si stringe intorno al suo collo e, a poco a poco, i piedi prendono a penzolare nel vuoto... una frase sussurrata...
“Non ce la farete!!!”
La testa si reclina lentamente all’indietro e un berretto verde cade sulla sabbia, bagnato a poco a poco dall’acqua salmastra.
Genere: Avventura, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Speranza

 

Parte Prima

 

Corre!

Un berretto sportivo a copre in parte il viso, un giubbotto slacciato e dei jeans molto larghi... gli passa accanto e, con un movimento veloce del braccio, gli allunga un oggetto, scomparendo, come inghiottito dalla folla.

Stupore e confusione.

Gira la mano e vede un piccolo cellulare, un modello comunissimo tra i teenager, blu scuro. Lo schermo si illumina, Per Elisa risuona nell’aria e l’oggetto prende a vibrare. Preme il pulsante verde e lo porta all’orecchio.

“Si?”

Silenzio

“Chi è?”

Silenzio

“C’è qualcuno?”

Silenzio

La chiamata si interrompe. Qualcuno che urta...

Si gira: una mamma si trascina dietro il pargolo urlante, una grande borsa nera le pende da una spalla.

Ritorna a fissare il telefonino e si guarda intorno: la confusione è ancora più grande. Con un sospiro si avvia verso casa, l’oggetto sempre stretto in una mano; non capisce, è una situazione surreale. Cinquecento metri e giunge in una strada semi deserta: le case si susseguono parallelamente su entrambi i lati, i giardini sono ben curati, dai balconi si vedono i gerani in fiore e i bucati stesi ad asciugare. L’aria è afosa e il vento caldo quasi toglie il respiro.

Con una mano cerca di far arrivare un po’ di fresco al viso accaldato, mentre gira in una traversa. La temperatura è davvero insopportabile, ma fortunatamente la stradina è per la maggior parte in ombra.

Un gatto bianco passa vicino ad una gamba facendo le fusa e attirando la sua attenzione.

“Ciao! Come va, micio?”

Si ferma e lo accarezza; il felino gradisce e si lascia toccare senza timore; il pelo è morbido e pulito. Un’ombra e distoglie lo sguardo dal gatto.

Stupore

Incomprensione

Buio

Sirene, tante sirene, gente che corre e un corpo, immobile, gli occhi sbarrati pieni d’orrore.

Una figura, un berretto a nascondergli occhi e sul volto un’espressione indecifrabile, si allontana; l’urlo delle sirene diventa sempre più tenue; un fiocco di neve si poggia placidamente a terra.

 

“Chi ti ha dato la patente? Idiota!”

Urla

Nervosismo

Una macchina rossa ha appena tagliato la strada, non rispettando uno stop.

Riprende a guidare.

“A certa gente non dovrebbe essere permesso guidare!”gli da man forte la persona seduta al suo fianco.

Il vento soffia forte e scaraventa sul cruscotto foglie ingiallite.

Un semaforo

Un venditore ambulante

L’auto si ferma alla vista del dischetto rosso.

“Accendino?”

“No, vai via!”

A gesti fa andar via la persona che infastidisce.

Il semaforo diventa verde.

Il piede sull’acceleratore e una fumata grigia.

Un accendino cade a terra rimbalzando una volta sull’asfalto.

Un lampo

Un tuono

La grandine

“Eccoci qui!”

Scende dall’auto e saluta mentre l’automobile riparte.

Rabbrividisce e si sfrega le mani per poi prende le chiavi che ha in tasca ed aprire il portone.

Silenzio

Un fulmine squarcia il cielo.

Un tonfo

Fumo, tanto fumo.

La testa sul volante, un grosso taglio sulla fronte, sangue dalla bocca: la radio continua a suonare un motivetto orecchiabile. Un’ombra; la zip di un giubbotto viene tirata su e qualcuno si allontana fra i cespugli.

Una lucertola attraversa l’asfalto scuro.

 

La pioggia colpisce il suo viso con violenza, il vento muove il cappotto nero. Il volto è scuro e furioso, ma deciso. Le mani sono distese lungo il corpo e la figura ciondola avanti e indietro. Gli occhi sono fissi nel vuoto e una tenue luce si fa largo in lontananza.

Il silenzio avvolge l’ambiente circostante e solo l’ululato del vento si sente sempre più forte.

Tanti pensieri si accavallano nella mente: immagini, suoni, voci e rumori, uno dopo l’altro, sempre di più, sempre di più. Le mani si stringo intorno alla testa, convulsamente, e gli occhi si chiudono come a non voler vedere qualcosa, o qualcuno, che tormenta, non da pace.

Una voce, una risata, un ghigno sinistro... No, no, non si vuol vedere, non si vuol sentire... dimenticare, sì, dimenticare, ma come? Come rimuovere tutto ciò?

È impossibile, impossibile, impossibile...!!!

Un urlo straziante squarcia la notte mischiandosi all’ululato del vento e alla pioggia. Le dita diventano artigli e si levano alte, gli occhi si spalancano e guardano il cielo plumbeo, poi, tutto torna tranquillo. Un piede si muove leggermente in avanti e tutto il corpo diventa all’improvviso leggero, sembra galleggiare nell’aria. Le braccia si aprono come a voler volare... via, lontano da lì, volare e migrare, come gli uccelli. Gli occhi si chiudono e un sorriso si dipinge sul viso... una discesa veloce, che però sembra non finire mai... mai...

Urla di terrore lungo la strada, sirene di ambulanze si rincorrono nelle vicinanze. La zona viene transennata e una piccola folla di curiosi si raggruppa dietro il filo rosso e bianco. Tra di loro qualcuno con jeans molto larghi osserva il corpo straziato, immobile sul marciapiede. Lentamente si allontana da quel posto rumoroso. La pioggia gli batte sulle spalle ma, incurante di ciò, continua a percorre il viale illuminato. Si ferma sotto una lampione; la luce è intermittente e la sua mano si poggia sul palo, mentre le dita prendono a sfiorarlo. I mattoni sotto i suoi piedi si asciugano, come se un improvviso raggio di sole vi fosse arrivato sopra. Intorno, il temporale continua ad imperversare.

 

Ascolta lo scrosciare delle onde che si infrangono sulla riva mentre cammina lentamente sul bagnasciuga; le impronte lasciate nella sabbia che vengono immediatamente cancellate dall’acqua. Tiene le scarpe in mano, il jeans è arrotolato fin sopra le ginocchia e il giubbino è tenuto su di un braccio. Una leggera brezza accarezza il suo volto mentre il sole, color amaranto, sta per sorgere. Gli occhi si socchiudono come a voler assaporare quegli attimi di assoluta tranquillità.

 Una figura vestita completamente di bianco si staglia sulla spiaggia deserta.

“Buongiorno!” esclama con un sorriso ambiguo.

“Per voi sicuramente, per me, non so!”

Le scarpe da ginnastica e il giubbino vengono gettati sulla sabbia asciutta.

“Cosa c’è?”

Un ghigno si fa largo sul volto scarno.

“Prendo le ferie anticipate!”

Una risata sinistra rompe il breve silenzio.

“Bella, questa! Pensavo che ormai il peggio fosse passato!”

Lo sguardo duro viene ricambiato con un altro ghigno.

“Peccato... era andato tutto bene, fino ad ora!”

“Tutto troppo bene!”

“Un vero peccato... già, un vero peccato... !”

Una mano si stringe intorno al suo collo e, a poco a poco, i piedi prendono a penzolare nel vuoto... una frase sussurrata...

“Non ce la farete!!!”

La testa si reclina lentamente all’indietro e un berretto verde cade sulla sabbia, bagnato a poco a poco dall’acqua salmastra.

 

A passo lento percorre la strada di campagna. Sullo sfondo piantagioni di grano a perdita d’occhio: tutto sembra ricoperto d’oro. Il canto degli uccelli allieta la giornata soleggiata e le montagne, che si stagliano all’orizzonte, sembrano quasi irreali, con i loro colori rarefatti. In lontananza si ode lo sciabordio di un fiumiciattolo e il ronzio degli insetti.

Il suo volto, in netto contrasto con il ridente paesaggio, è furioso. Ha gli occhi rossi e le lacrime rigano le guance. Si morde un labbro; i denti stringono con estrema violenza la carne e la pelle si spacca mentre il sangue prende ad uscire lentamente. Una mano pulisce le labbra sporche di rosso; i suoi occhi prendono a guardare il liquido sull’epidermide chiara e con un gesto stizzito pulisce l’arto sulla lunga veste che ricopre il suo corpo. Ai piedi porta un paio di sandali marroni, consumati e pieni di polvere; i capelli neri arrivano sotto la schiena e sono mossi leggermente del vento. Il viso, scarno  e pallido, è orribilmente sfigurato; una cicatrice lo divide esattamente in due parti asimmetriche. La guancia del lato sinistro è completamente bagnata dalle lacrime che non smettono di uscire e il labbro inferiore sanguina copiosamente. Sul lato destro, l’occhio color ebano è arrossato e trattiene a stento le lacrime. Il sangue arriva a macchiare il mento e a gocciolare sulla tunica... una veste di cotone, completamente bianca, mossa qua e la dal venticello estivo. La figura continua a camminare...

Inciampa

Cade

Impreca e sferra un pugno a terra. Si alza un leggero pulviscolo. Un bagliore improvviso e una risata isterica si spande nei dintorni.

 

   
 
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