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Autore: sweetPotterina    27/11/2010    7 recensioni
Nel cuore della Foresta Proibita due anime giacciono in una fredda e tetra grotta con l'unico intento di amarsi. Tuttavia, contro ogni previsione, non sono i soli...a girovagare da quelle parti.
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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SI AVVISA CHE IL SEGUENTE CAPITOLO PRESENTA CONTENUTO LIEVEMENTE EROTICO,
MA LE DESCRIZIONI E I TERMINI USATI NON SONO TUTTAVIA TROPPO ESPLICITI.


La stagione invernale era ormai agli sgoccioli, eppure il tempo sembrava non voler cedere il passo alla primavera.
Il cielo rimandava l’immagine di un imminente tempesta, con i suoi nuvoloni e le tonalità sfumate di un grigio sempre più intenso e scuro.
Nella foresta gli alberi erano frustati dal forte vento che fischiava tristi note, mentre la terra umida rimaneva completamente deserta, priva anche del più piccolo germoglio.
Come se un uragano si fosse abbattuto sul quel luogo, nessuno avrebbe messo piede o zampa fuori dalle abitazioni.
Nessuno, eccetto due anime.
In fondo a una tetra e fredda grotta, dimenticata da ogni essere vivente, scoppiettava un allegro fuoco dalle tonalità rosso-oro, che proiettava sulla grigia parete le immagini di un amore proibito. Come un vecchio film in bianco e nero.
I due amanti giacevano uniti sulle leggere coperte prese in prestito dai loro dormitori, accanto al piccolo fuoco che a malapena bastava a riscaldarli.
Ma chi ha bisogno del fuoco quando nel petto arde il più profondo dei desideri?
Come le fiamme sbriciolano piano anche il più piccolo ramoscello, i due ragazzi consumavano i loro corpi amandosi senza freni.
La bufera, che sembrava pronta a esplodere fuori dalla piccola grotta, era niente in confronto alla tempesta che aveva preso d’assalto gli istinti più bassi di Draco. Come un animale improvvisamente liberato, dopo essere stato a lungo tenuto in gabbia, si sentiva libero di poter agire selvaggiamente sulla sua preda.
Nel frattempo, Harry si trascinava sempre più sull’orlo del baratro. Dentro di lui, corpo e anima combattevano all’ultimo sangue.
Ma tutto è destinato alla fine e, quando ogni nervo dei loro copri vibrò portandoli in in un luogo che solo gli amanti hanno la fortuna di conoscere, i due ragazzi ricaddero al suolo senza più forze, spossati ma pienamente soddisfatti.
Harry si accoccolò sul corpo sfinito del suo amante e baciò una sua spalla, attendendo che il respiro tornasse regolare. Intanto, le dita della sua mano avevano preso a scivolare lungo un fianco del compagno, accarezzando così la pelle morbida e bianca di Draco, quasi color avorio sotto il riflesso delle fiamme.
Draco, con una dolce smorfia, si voltò mettendosi a pancia sopra per guardare finalmente i meravigliosi smeraldi del suo uomo.
-Sfregiato, non provarci mai più.
Harry sorrise sornione e, risalendo sul suo petto, avvicinò le labbra a quelle del biondo.
-Solo quando tu inizierai ad aspettarmi.
Nella loro relazione, Harry avrebbe accettato di tutto, ma mai che lui potesse raggiungere l'apice del piacere prima di lui. Quello era un momento magico che andava convissuto insieme.
Draco catturò le sue labbra per un rovente bacio, trasmettendo tutto il possesso che lo animava quando gli era a fianco. Harry non provò nemmeno a ribellarsi.
Erano sudati, caldi e appiccicosi. Impregnati di sesso fin sulla punta dei capelli.
Draco morse il labbro del Grifondoro, succhiandolo forte, mentre le sue mani avevano preso a scivolare lungo il suo corpo scolpito dai duri allenamenti.
Harry intrecciò la sua lingua a quella di Draco, per poi rincorrerla e afferrarla per un nuovo gioco. Gli leccò il palato, poi ogni angolo della sua bocca, finché sentì il sangue sgorgare dal suo labbro inferiore. Lasciando scivolare una mano sui biondi capelli di Draco, li tirò forte, lontani da sé, puntando gli occhi sulle pozze argentate di nuovo piene di sfrenato desiderio.
-Mi hai fatto male. Adesso devo… punirti.
Draco, con la testa ancora reclinata indietro, fissò di sbieco gli occhi verde smeraldo dell’amante brillare divertiti. Uno sguardo di troppo e sentiva di potersi perdere in quel dolce mare.
-I Grifondoro perdonano, Potter- gli ricordò, con una smorfia disgustata.
Harry ghignò. -Quando glielo si chiede, Malfoy. Tu vuoi invocare il mio perdono, per caso?
Il tono ilare si perse nel timbro roco della sua voce, appena interrotta da respiri non troppo profondi che in quel momento il suo corpo gli concedeva.
-Ovviamente no, Sfregiato- rispose fiero il biondo, ricambiando il suo sguardo con lussuria. Le guance del Grifondoro, inevitabilmente, arrossarono appena.
Con i capelli umidi e spettinati e la sua pelle illuminata fiocamente dal fuoco, era tremendamente sexy e lui si sentiva già dannatamente eccitato, di nuovo.
Harry si mosse appena, un po’ a disagio, mentre l’imbarazzo per ciò che la sua mente aveva appena desiderato di sperimentare gli accentuava il rossore sulle gote.
-Allora, sei pronto a essere sporcato da… me?- chiese quindi Harry malizioso, spingendosi oltre i suoi stessi limiti e fingendo un’audacia che, in realtà, in quell’arte non gli era propria.
La sua schifosa strafottenza e la sua fastidiosa arroganza, rendevano l’algido Serpeverde più irresistibile che mai ai suoi occhi. La sua smorfia era un richiamo altamente sensuale, così come i suoi capelli bagnati lasciati ricadere sulla fronte. Mentre osservava attentamente una piccola goccia di sudore solcare il suo mento, giù per il collo, sentì il bisogno irrefrenabile di leccarla via.
Di riflesso, si passò la lingua sul labbro inferiore, lì dove una goccia di sangue fluiva lenta.
Draco sorrise mesto mentre un brivido attraversava la sua schiena nuda.
Le prime volte con Harry Potter erano state magiche grazie alle sue mani inesperte e timide, ai suoi richiami puri e innocenti, ai suoi baci delicati e morbidi. Tutto in lui aveva richiamato la sua protezione.
Tuttavia, ogni allievo, anche il meno capace, finisce con l’imparare. E quando gli andava di giocare, Harry Potter si era dimostrato all’altezza del maestro, a volte di gran lunga superiore.
In veste Serpeverde, era stata una scoperta sublime, che ormai custodiva gelosamente.
Sapeva di non poter più farne a meno di lui, del suo corpo, delle sue carezze, dei suoi baci, dei suoi sguardi. A qualunque costo.
-Quando vuoi, Potter.
A Harry non servì nessun altro invito. Così, tuffandosi sul suo bianco collo come un vampiro affamato, succhiò ogni parte più sensibile, marchiandolo con lunghe scie di fuoco.
Stava accarezzando il suo addome, prossimo all'arrivo su quella parte che più esigeva attenzioni e che richiamava già le sue mani, quando inaspettatamente dei rumori provenienti fuori la grotta li scossero.
Fu Draco a sussultare per primo, come se fosse stato di colpo svegliato da un bellissimo sogno.
-Cos’è stato?
-L’hai sentito anche tu?
Lo sguardo improvvisamente serio di Harry non tranquillizzò per nulla Draco, che rispose con un lieve assenso. Nessuno era a conoscenza della loro relazione.
Harry poggiò l’indice sulle sue labbra per intimargli il silenzio, dandogli poi un piccolo bacio prima di rialzarsi.
In fretta, Draco seguì l’esempio del compagno. Mentre il moro copriva la sua nudità con una coperta, impugnando allerta la bacchetta, raccolse i propri indumenti e si rivestì in fretta.
Sembrava un piccolo scalpiccio, un fruscio.
Quando Draco fu pronto, anch’esso armato, insieme avanzarono verso l’uscita della grotta.
Man mano che si avvicinavano, potevano udire un piccolo lamento, uno squittio debole e sofferente.
I due ragazzi si guardarono confusi e curiosi, mentre i loro cuori battevano sempre più forti e agitati.
Balzarono entrambi per lo spavento quando, sulla parete della grotta, affiorò l’immagine di una grossa figura.
Draco, che aveva sempre segretamente avuto paura delle creature che la Foresta Proibita sembrava nascondere, solo dopo lunghe preghiere si era lasciato convincere dall’amante ad accettare quel luogo come ritrovo.
In quel momento, però, si maledisse per tanta debolezza nei suoi confronti.
-Cos’è?- chiese incerto, nascondendo il suo crescente terrore.
Harry alzò su per il naso gli occhiali, per guardare attentamente l’ombra immane che sembrava sovrastarli. Alternava occhiate dentro e fuori la caverna, ma sembrava non esserci nessuno e non capiva da dove potesse provenire. Aveva trovato quel luogo per caso ma, prima di portarci Draco, aveva più volte controllato che fosse sicuro contro ogni rischio.
-Sembra peloso. Forse un orso- ipotizzò, a un certo punto.
-Non è divertente, Potter- costatò, nella speranza che stesse scherzando. Per sicurezza, drizzò la bacchetta in un punto indistinto fuori la caverna.
-Era solo un’idea. Rilassati, vedrai che scorgendo il fuoco si spaventerà e andrà via- cercò di rassicurarlo Harry.
Anche se non lo dava a vedere, con il suo volto impassibile, poteva immaginare come stesse morendo letteralmente di paura.
Aveva scoperto il suo terrore per quel luogo il giorno in cui, al primo anno, erano stati mandati nella Foresta con Hagrid per punizione.
-Potter, fuori si gela! Neanche un animale starebbe lontano dal caldo con un tempo così. Perciò, se non ti è chiaro, il fuoco lo attira anziché farlo scappare.
Sul volto imperscrutabile, rigido e duro, non vi era alcun cenno della preoccupazione che lo aveva assalito. Solo un leggero nervosismo.
Stava giusto valutando l’idea di spegnere le fiamme quando vide Harry allontanarsi velocemente.
-Dove stai andando?
-Shh.
Guardò truce le spalle del compagno che sparivano nell’oscurità, valutando seriamente l’idea di schiantarlo e darlo in pasto alla bestia che sembrava averli stanati.
Una volta distratto, sarebbe stato facile aggirarlo per tornare silenziosamente al castello.
Maledizione!
Si morse la lingua, rimangiandosi gli insulti che la sua mente non era riuscita a trattenere. Per quanto allettante, quel piano era inattuabile: c’era qualcosa che glielo impediva.
Imprecando tra sé, si voltò a destra e sinistra, attento a scorgere ogni minimo movimento nell’attesa del ritorno del suo compagno.
Tornò qualche istante dopo, Harry, sorridente. Lo vide spostare con un soffio un ciuffo di capelli dagli occhi, mentre la bacchetta stava incastrata tra la carne nuda e la piccola coperta che gli avvolgeva la vita.
Assottigliò lo sguardo, scrutandolo attentamente, mentre uno strano sollievo imperversava dentro di lui, nel vederlo tornare sano e salvo. Lo scacciò.
-Cos’è quella faccia, Potter? È andato via?
Inarcò un sopracciglio quando il suo viso si aprì in un nuovo sorriso. –No, è qui.
Gli occhi di Harry luccicavano. Era contento.
-Che vuoi dire? Spiegati.
Harry per tutta risposta aprì le mani, tenendole unite con il palmo aperto, rivelando un piccolo batuffolo peloso grigio, con delle sfumature sempre più chiare.
Draco fece una smorfia schifata e indietreggiò. –Che schifo! Che diavolo è quella cosa? Un ratto?
Harry sbuffò, guardandolo di sbieco. –Credo sia un criceto. Era lui che faceva quell’ombra sulla parete. Non sapevo della loro esistenza da queste parti: è una fortuna che sia ancora vivo!
-Già, una vera fortuna!
Senza attendere un’ulteriore risposta, Draco gli diede le spalle e iniziò a raccogliere le ultime cose. In realtà, voleva solo nascondere il suo imbarazzo per aver tremato per un… criceto.
-Draco, vieni ad aiutarmi.
Draco si voltò, senza capire, finché non vide Harry seduto con le gambe incrociate ai piedi del fuoco, mentre ispezionava la piccola creatura.
-Che diamine stai facendo?
-È ferito- rispose semplicemente, senza rivolgergli alcuno sguardo.
Draco si sentì infastidito da quella mancanza di attenzioni. Quello era il loro posto segreto e il loro momento.
-E allora?- sbuffò irritato.
Harry gli schioccò un’occhiata accusatoria, affrettandosi a spiegargli l’ovvio.
-Dobbiamo aiutarlo.
Draco inarcò entrambe le sopracciglia, cercando di trattenere la mandibola che aveva rischiato un pericoloso schianto sulla terra fredda. Sta scherzando?
Gli occhi di Harry però erano fissi sui suoi, irremovibili e determinati.
Alzando gli occhi al cielo, imprecò e si avvicinò di malavoglia al lui, nella speranza di farlo ragionare.
-Tu e il tuo stupido buonismo Grifondoro! Non ho intenzione di aiutare un piccolo mostro con chissà quale orribile malattia.
-Non fare il cinico. È solo un criceto e non è malato: credo si sia solo rotto qualcosa. L’ho trovato che zoppicava. E poi, sono sicuro che starà morendo dal freddo.
Draco si mise le mani nei capelli esasperato. Era senza speranze!
Si avvicinò al ragazzo, che con cura stava avvolgendo l’animaletto nella coperta, e sarcasticamente lo prese in giro.
-Certo, allora perché non lo coccoliamo finché non si sarà riscaldato?
Harry spalancò gli occhi sorpreso e contento dell’idea. -Ottima idea! Tienilo, io vado a prendere dell’altra legna.
-Ma che diavolo…
Draco provò a tirarsi indietro, mentre improvvisamente nelle sue mani veniva depositato l’esserino spelacchiato. Tuttavia, era troppo tardi: Harry si era già alzato e si stava vestendo.
-Potter, torna subito qui!
-Ci metto un attimo, promesso.
-Non ho intenzione di tenere questo coso! Potrebbe infettarmi, anzi potrebbe già averlo fatto. E stai pur certo che, se così fosse, verrò a prenderti per portarti con me giù nell’inferno.
Gli occhi grigi del biondino saettavano glaciali mentre, tenendo in una mano l’animaletto con il braccio in alto e ritto dalla parte opposta, spediva il criceto il più lontano da sé come se stesse tenendo un calzino puzzolente.
Inutile dire che Harry lo ignorò.
-Guarda che, se lo tieni così, cade. E poi non mangia mica!- lo rimbeccò il moro, allacciandosi il mantello prima di sparire.
Draco intanto ripromise a se stesso che gliel’avrebbe fatta pagare. Eccome!

-Che schifo!
Draco imprecò per l’ennesima volta nel giro di un minuto, mentre con una smorfia riavvicinava controvoglia la palla di pelo. Non aveva intenzione di litigare con Harry solo perché per errore quel mostro cadeva dalla sua mano.
Questo per tutta risposta issò la testolina per poi annusargli le dita.
-Che vuoi?
Draco lo guardò attentamente, scrutandolo da vicino, prima di ghignare soddisfatto.
-Sei orribile.
Il piccolo criceto fece per alzare nuovamente il capo ma il pelo, adesso bagnato, copriva il suo volto impedendogli di vedere. Draco lo vide mettersi le zampine sul volto per poi gemere piano.
-È inutile che ti lamenti. È già tanto che non ti ho buttato fuori quando lo Sfregiato se n’è andato.
Il piccolo batuffolo emise un altro lieve suono prima di alzarsi di nuovo per guardarlo senza risultato.
-Non guardarmi così. Non sei per niente bello, il grigio non dona a tutti!
Ma tu guarda, sto parlando con un topo!
Il criceto, come intuendo i suoi pensieri, lo morse lievemente.
-Ahi! E tu non dovresti mordere… Ah, ma vedrà lo Sfregiato quando torna.
Draco raccolse nella sua mano il criceto, racchiudendo la sua testolina tra l’indice e il pollice, e fece per ribattere allo sguardo quasi pietoso dell’animale.
-Non attacca fare gli occhioni dolci con…
Le parole gli morirono in gola quando incontrò finalmente gli occhi dell’animaletto.
Il suo cuore immediatamente si sciolse.
Non solo perché sembravano brillare tristi, ma perché erano del colore dell’erba fresca, della menta che inebriava i suoi sensi ogni qual volta annusava i capelli di lui. Erano dello stesso colore degli occhi di lui.
-Cazzo.
Come se la piccola palla di pelo avesse compreso le sue parole, inclinò la testa confuso.
-Ok… forse, non sei poi così male.
Senza volerlo davvero, un angolo delle sue labbra s’issò per formare quello che aveva l’aria di un sorriso, intanto che cedeva alle sue rimostranze e ricopriva il criceto con la coperta.
L’animaletto si accucciò per bene sul suo palmo, sospirando soddisfatto del calore ritrovato.
Draco si addolcì e sorrise tra sé, sentendosi un completo idiota. Poi fece spallucce, incurante dell’assurda situazione.
-E va bene mostriciattolo, per stavolta hai vinto.
Nei minuti che seguirono, Draco prese la sua bacchetta e ispezionò il piccolo esserino, curando le sue lievi ferite e tenendolo al caldo.

Passarono un paio di minuti in cui Harry, non senza alcuna difficoltà, riuscì a trovare altra legna abbastanza asciutta da poter alimentare il fuoco. Aveva appena messo piede all’interno della caverna che subito una risata cristallina lo raggiunse.
Draco.
Sorrise tra sé, felice che anche lui alla fine avesse ceduto a quell’adorabile mostriciattolo. Non ne aveva dubitato un attimo quando aveva notato il colore dei suoi occhi in contrasto a quello del suo pelo.
Avanzò sereno all’interno della grotta.
-Allora, vedo che avete fatto amicizia. Suppongo che lo terrai, non è così?
-Si, gli ho aggiustato la zampa, e… cosa hai detto?
-Non possiamo lasciarlo qui, ed io non posso tenerlo con Hermione che se ne va in giro bacchettando tutti. Tu, invece, sei un Prefetto: ti sarà facile nasconderlo.
Draco lo guardò a lungo, assottigliando lo sguardo per trasmettergli tutto il suo disappunto.
Harry però lo pregava con occhi dolci e luminosi e lui sapeva di non poter vincere contro quello sguardo.
Puntò allora gli occhi sul piccolo mostriciattolo, ma questo sembrava aver imparato in fretta.
Ma tu guarda che ruffiani.
-Sappi che ti costerà cara, Potter.
Harry lo raggiunse con due sole falcate e lo baciò, lasciandosi trasportare dal proprio amore.
-Grazie. Tutto quello che vuoi, principessa.
Draco ricambiò il suo sorriso con una smorfia minacciosa.
-Puoi scommetterci le palle, Sfregiato.
Harry arrossì lievemente. -Non fare il volgare adesso!
Draco ghignò, per poi passare lo sguardo sul piccolo mostriciattolo che beatamente stava rannicchiato nella sua mano.
-Tu non fare finta di dormire. Se vuoi convivere con me, devi imparare a non disturbare, intesi?
Il piccolo criceto, per tutta risposta, sbadigliò.
Sono già spacciato!

FINE





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© Elyxyz

   
 
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