Poi, dopo che smise di dormire con me ci sono state le sue amanti. Prima le cinque sorelle, le Nesle. Una di loro è riuscita anche ad avere un figlio da lui, la marchesa di Vintimille, che però è morta di parto. Dopo la morte di lei e di sua sorella, nominata duchessa, speravo che sarebbe tornato da me, iniziava ad avere i suoi anni. E invece ha trovato lei, quella borghese, la Pompadour, la marchesa di Pompadour, perché le ha anche dato un titolo.
Lei si è intromessa negli affari del regno, oltreché in quelli della mia famiglia. Ha fatto sposare mio figlio, Luigi Ferdinando, con la principessa di Sassonia, figlia dell’uomo che ha cacciato mio padre della Polonia. E solo perché la principessa era nipote del suo protetto Maurizio di Sassonia. E io ho accettato, a malincuore, ma ho accettato, per la ragion di Stato. In questi anni ho molto pregato, ma sembra che Nostro Signore non mi ascolti.
Poi, nel 1757 mio marito e stato ferito da un certo Damiens, un folle pagato dai parlamentari. Per grazia divina mio marito si è salvato e per suo volere anche la Pompadour è rimasta a corte. Fino a quattro anni fa, quando è morta. Mio figlio e le mie figlie, ancora nubili e ancora a Versailles, hanno visto il feretro e hanno detto qualcosa.
Poi sembra che la sventura si sia abbattuta sulla nostra famiglia.
Già nel 1761 il duca do Borgogna era morto, a soli 10 anni. Poi, nel 1765 è morto anche mio figlio, lasciando la vedova con cinque figli da crescere. Ma lei è morta due anni dopo.
Le mie figlie, le due gemelle sono morte anch’esse. Una nel 1759, Madame Première detta Madama Infante, e sua sorella sette anni prima, di vaiolo. Infine mio padre, due anni fa, dopo una lunga e penosa agonia. E ora tocca a me.
Sono serena, nonostante tutto, perché sento di essermi meritata il paradiso, con la mia vita umile e devota. Ora posso anche morire.