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Autore: PLIM4ever    27/11/2010    1 recensioni
Per comprendere questa nuova storia scritta dalla suddetta è necessario leggere prima la storia "Hana e Kageya" sempre di PLIM4ever. questo è il sequel della stora precedente lasciata in sospeso, una nuova avventura ambientata principalmente nella dimensione T e nel mondo degli shinigami. Non pensate che il nostro mondo possa essere solo una minima parte di tutto un'universo parallelo che ci circonda? oppure che ci siano addirittura tanti universi paralleli? bene, ora è il momento di conoscere una delle tante dimensioni che ci circondano: scoprirete intrighi e misteri, tutti colpi di scena, capitolo dopo capitolo. Vi lascio alla lettura!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'H&K'
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Dopo settant’anni molte cose cambiano… il regno delle tenebre è rimasto immutato sotto il mio comando e nessun demone o diavolo è mai riuscito a battermi. Ormai la dimensione T è una dimensione esclusa da tutte le lotte, le guerre e i conflitti tra i vari mondi. Hana… mi ricordo ancora questo nome, esso riporta alla mia memoria svariati ricordi e malgrado la mia natura mi duole sapere il fatto che lei ormai non è più con me; quando avevo ricreato una nuova vita per lei avevo deciso di chiudere per sempre il portale della dimensione T così che nessun essere al di fuori degli umani potesse interferire con la sua vita e distruggere il suo sogno di vivere una vita normale. Nemmeno io l’avevo più vista, ormai non sapevo più nulla di lei da molto tempo… supponevo che fosse cambiata molto dopo settant’anni, avrebbe dovuto avere ottantacinque anni. Io ero rimasta immutata, il mio dominio era riuscito a prevalere sul mondo della luce ma durante quest’ultimo periodo ci sono state alcune rivolte da parte di persone bianche sopravvissute. Sono riuscita ad assoldare nel mio esercito cinque tiken in perfetta forma e sono riuscita a creare, grazie allo sviluppo della civiltà dei Neri, esseri mostruosamente potenti nati dalla fusione di angeli e diavoli, un’accoppiata perfetta. Svolgevo perfettamente il mio lavoro, non c’erano problemi nel governare i regni e mi ero trovata un ministro che mi aiutasse durante i lavori burocratici, ma c’era un solo pensiero che mi assillava continuamente: Hana…
Gli umani non vivevano molto a lungo e la sua vita ormai era fragile secondo le mie supposizioni… L’avevo abbandonata al suo destino in una vita artificiale.
Ero abituata ad avere il pieno controllo su di lei e ora che non potevo nemmeno vederla mi opprimeva il solo pensiero che fosse già morta.

-Elker,- dissi al mio ministro –mi serve un grande favore…
-Dica signora; per caso si tratta dei rivoluzionari?
-No, vorrei riaprire il varco che conduce alla dimensione T…
-Ma signora mia, sovrana assoluta, non posso permetterle di fare una cosa del genere: con questi rivoluzionari la rivolta potrebbe trasformarsi in una guerra e riaprendo il varco della dimensione T essi avrebbero l’occasione di ricaricarsi di energia dopo molti anni di digiuno e…

Mi venne una stretta al cuore, dato che anche io ero a corto di energie poiché dato che avevo chiuso il passaggio della dimensione T e in essa stavano la maggior parte delle persone bianche, io non potevo ricaricarmi cibandosi delle loro anime.

-Scusi, non era mia intenzione farle ricordare il suo digiuno…
-Sta zitto e ascolta il mio volere o mieterò la tua anime per ricaricarmi- dissi con disprezzo.
-Recluta il maggior numero di demoni che riesci e portali da me: con loro riapriremo il varco, sento che Hana ha bisogno di me…
-E’ la sua vecchia compagna?
-Esattamente; non vorrei che la morte fosse andata a farle una visita; aggiornamento sulla morte ministro Elker.
-Certamente signora…… la morte ha vagato nel mondo delle tenebre e ha messo dieci anime di semplici demoni sfiniti; essa è stata nel vecchio regno della luce e ha messo quaranta anime; dopo quell’avvistamento la morte si è spostata nel varco dimensionale e non si è più fatta rivedere.
-Nel varco dimensionale? Allora elenco tentativi di infrazione nella barriera demoniaca creata da me per proteggere il passaggio nella dimensione T.
-……la barriera è stata infranta.
-Cosa?! La mia barriera è stata infranta e i guardiani non mi hanno avvertita?! Questo è inammissibile da parte di alcuni subordinati; per punizione mangerò le loro anime!!!
In principio divorare anime dello stesso regno era una cosa proibita, ma data la corrente carestia i più deboli soccombevano divorati dai loro stessi compagni.
-Purtroppo… anche i guardiani sono morti: le loro carni sono state dilaniate da una scure, altro non sappiamo dal rapporto non molto attendibile…

La cosa iniziava a farsi seria, Hana poteva già essere morta e io non avevo potuto fare nulla per aiutarla.
-Elker, muoviti e recluta i demoni ho detto!!!
Elker si mosse velocemente nella sala del trono e corse confusamente verso la porta che dava sul regno. Purtroppo l’antico splendore del regno delle tenebre era stato distrutto dalla carestia e io dovevo fare qualcosa. Dopo parecchie ore arrivarono i demoni che avevo ordinato di reclutare e con loro mi trasportai davanti alla dimensione T.
-Non vedo l’ora, finalmente la rivedrò, sentirò la sua voce di nuovo e potremo combattere ancora una volta insieme…
I due guardiani erano stesi a terra tutti insanguinati mentre i demoni che erano con me li mangiavano per nutrirsi.
Insieme recitammo gli incantesimi necessari a spezzare il mio e dopo qualche secondo di scetticismo da parte di tutti il sigillo s’infranse e vidi di nuovo la dimensione T.
-Demoni, per ricompensarvi del vostro aiuto avrete l’onore di mangiare per primi: andate e ricaricatevi!
Scesi lentamente verso terra, mi ero vestita adeguatamente per essere confondibile tra la folla.
-Salve signora, sa dirmi dove si trova la casa di Hana Satou?
-Allora… per caso non sta cercando Hideki Satou?
-…Va bene lo stesso, mi può indicare cortesemente la strada da percorrere?
-Oh giovincella, come parli antiquato per avere la tua età! Vedi quella via in fondo? Prosegui fino a che non vedi un manifesto funerario.
-Grazie mille…
Vedevo i demoni divorare anime su anime ma io ero preoccupata per un’altra cosa: un manifesto funerario… potevo essere arrivata in ritardo e la morte poteva averla già uccisa.
Corsi il più veloce possibile verso la casa indicatami dalla signora e vidi il suddetto manifesto funerario: “Ayame Satou”. Mi sembrava molto strano che non ci fosse scritto il suo nome, ma ne fui sollevata.
-Ding-dong!
-Chi è?
-Sono un’amica, posso entrare per la veglia della salma?
-Certamente…- disse una voce femminile singhiozzante e tremolante.
Entrai in una casa piccola e modesta, mi accolse un’anziana signora con il marito accanto e dietro di loro stavano due donne adulte con le lacrime agli occhi. Una delle due donne mi aggredì 
-Tu ha solo quindici anni all’incirca, come facevi ad essere amica di Ayame?
 Non risposi e stetti immobile ad osservare le quattro persone che mi stavano dinnanzi; il vecchio era panciuto ma fragile allo stesso tempo, portava due occhiali minuti, un orologio da taschino e i capelli bianchi erano radi. La donna che mi aveva aggredita era stranamente familiare, aveva i capelli castani e corti, quasi con una pettinatura maschile, lo sguardo cupo e l’aria imponente. L’altra donna era meno familiare: gli occhi verdi, la testa bassa con i capelli lunghi e neri che le nascondevano il viso; era minuta e bassa, una molto timida dall’aspetto. Quella che più mi colpì fu la donna anziana: i capelli non molto lunghi erano bianchi ma con ancora qualche segno del vecchio colore castano che in tenera età aveva avuto il sopravvento; gli occhi erano verdi, scintillanti e non sembravano quelli di una persona anziana, non erano affatto spenti. Con l’età la vista si era affievolita e sul naso portava un paio di piccoli occhiali in acciaio. Era magra e vestita con un tipico kimono giapponese rosso. Ad un tratto, dopo quei lunghi attimi silenziosi l’anziana donna si diresse verso di me scostando la donna che in principio mi aveva aggredita e mi scortò verso il salotto sotto lo sguardo attonito dei presenti.
-Non ti preoccupare, sono solo sconvolti. Guarda attentamente, questa è Ayame Satou, mia figlia, ultima delle tre.
Nella bara stava una donna simile all’anziana signora e la rispecchiava quando era giovane: sembrava in tutto e per tutto Hana; poteva essere Hana che aveva cambiato nome, poteva essere morta sotto il nome di Ayame…
-Sai… tu sei molto simile ad una ragazzina che sogno sempre, fa parte dei miei ricordi passati, mi manca molto, eppure non la conosco…- le scese una lacrima –ma questi non sono discorsi che interessano ad una ragazzina come te…
-No signora, aspetti… voglio sapere di più…
-Va bene, allora ti accontenterò. Questa ragazzina esercita dei poteri micidiali e notte dopo notte la conclusione del sogno è sempre la stessa: lei mi lascia da sola in un cortile e se ne torna sul suo bel trono non curandosi di me che piango e imploro di non lasciarmi… questo kimono l’ho sempre avuto con me ed è proprio identico a quello che indossa ella nel sogno.
Allora è lei, non è morta… non ho cancellato bene i suoi ricordi… lei non voleva vivere senza di me, ho sbagliato…
-Scusi signora, potrebbe gentilmente dirmi il suo nome?
-Hana, Hana Satou.
   
 
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