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Autore: _Galadriel_    27/12/2003    42 recensioni
Fanfic su Orlando Bloom.Dove a volte quella che si credeva essere una semplice interpretazione può rivelarsi qualcosa di più...Ecco la mia quarta,delirante fic su Orlie,come al solito spero vi piaccia! ^_^
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Allora,questa parte per quando la devi imparare

 

Disclaimer:questa storia è stata scritta con l’unico scopo di divertire.Non vuole assolutamente mancare di rispetto ad Orlando Bloom,attore che stimo ed apprezzo moltissimo. Naturalmente la vicenda narrata è frutto della mia fantasia.

 

Dedica:a tutte voi,ragazze!Per aver permesso che nascesse questo piccolo circolo di scrittrici! ^_^

 

Spero che gradiate anche questo primo capitolo di questa mia nuova storia sul nostro caro OB…Buona lettura!

§Galadriel§

 

 

                                    “Galeotto fu il copione…”

 

 

Sfogliava distrattamente le pagine di quel copione da diversi minuti,in silenzio,stravaccato su quel divano dove,sedutagli accanto,aspettavo che proferisse finalmente parola.

“…E sentiamo,per quando dovresti imparare questa parte?”

Sul suo viso si dipinse un’espressione perplessa ed incredula al tempo stesso,che lasciava trasparire la sua completa sfiducia nelle mie palesemente scarse capacità d’attrice.La cosa mi infastidì non poco,perché pur essendo consapevole dei miei limiti non potevo ammettere che lui mi considerasse un’incapace.

“Per questo giovedì,ma se hai intenzione di continuare ad  essere così insopportabilmente scettico posso anche  fare a meno del tuo aiuto!”

Ero infuriata. L’idea di dover recitare davanti ad un pubblico non mi entusiasmava per niente,soprattutto a causa dell’inevitabile aiuto da parte di Orlando che un impegno di questo tipo richiedeva.

“Cominciamo con il mantenere la calma,non è certo colpa mia se ti trovi in questa situazione…”

Trattenetti a stento una risatina isterica.Non era colpa sua?!Come al solito non si rendeva conto di nulla.Come al solito trattava ogni cosa con una leggerezza disarmante. E come al solito non prendeva seriamente quello che mi riguardava.

Pur non essendone consapevole,Orlando era l’unico responsabile di quell’assurda situazione.Ed era anche il solo che potesse aiutarmi ad uscirne con un minimo di dignità.

Perché se avevo deciso di iscrivermi a quel maledettissimo corso di recitazione dipendeva esclusivamente da lui:dai suoi disarmanti occhi scuri,dal suo sorriso luminoso ed ironico,dal suo volto innocente e malizioso al tempo stesso,dal suo essere così com’era,insomma;perfetto pur nelle sue mille imperfezioni.

Caratteristica che sul mio timido ego esercitava un fascino talmente magnetico da non riuscire a rivelare nemmeno in parte l’amore smisurato che nutrivo nei suoi confronti ormai da tempo immemorabile.

Sì,perché di amore si trattava.Senza alcun dubbio. L’unico problema era la mia assoluta incapacità nell’anche solo provare a rivelargliene l’esistenza.

A quel punto la strada della recitazione mi era sembrata un ottimo espediente per tentare di lavorare sull’insicurezza che mi bloccava.

Mai però avrei immaginato che sarei stata sorteggiata per recitare la parte di protagonista nella rappresentazione di fine corso che si sarebbe tenuta di lì a due settimane.

Il suo aiuto quindi mi era indispensabile.Ma quel suo atteggiamento da “so-tutto-io”di certo non mi faceva sentire a mio agio.Anche perché ero conscia delle mie carenti possibilità recitative.

“Vuoi aiutarmi sì o no?”accantonai per un attimo il mio nervosismo assumendo un’aria sufficientemente persuasiva mentre le mie palpebre sbattevano a ripetizione implorando un suo “sì” che ponesse fine a quell’umiliante performance da completa idiota.

Le mie suppliche sortirono l’effetto sperato,perché vidi gli angoli della sua bocca sollevarsi in un sorriso maliziosamente lusingato.

“Così va meglio,adesso posso anche pensare di prendere in considerazione l’idea di aiutarti…”disse dandomi un leggero colpetto sulla fronte.

“Ma grazie,vostra altezza…”sbuffai al limite dell’esasperazione.

Era evidente che provava una certa soddisfazione nel farmi pesare il fatto di avergli chiesto aiuto.Era un altro modo per pavoneggiarsi e coltivare il suo spiccato egocentrismo d’attore.

Se avessi avuto un minimo di buon senso avrei dovuto lasciarlo perdere seduta stante,ma ovviamente parliamo di un’ipotesi remota ed irrealizzabile.

L’amore mi rendeva cieca e capace di sopportare anche questo genere di difetti che chiunque altro avrebbe trovato intollerabili.

“Allora,innanzitutto hai dato una letta alle caratteristiche generali del tuo personaggio?”

La sua domanda mi riportò alla triste realtà del suo disordinato salotto di giovane attore single.

“Veramente no…avrei dovuto?”

Orlando si prese la testa tra le mani assumendo un’espressione sconsolata.

“Avrei dovuto immaginarlo…questa è una partita persa in partenza…”

Gli sfilai il copione di mano e mi alzai di scatto dal divano.Questo era davvero troppo.

“Grazie per l’aiuto.Ci vediamo.” Mormorai con tono gelido dirigendomi verso la porta.

Purtroppo o per fortuna,Orlando fu così pronto a bloccarmi da eliminare ogni mio proposito di fuga da quell’appartamento,la cui aria diveniva sempre meno respirabile per entrambi.

“D’accordo,d’accordo,forse abbiamo cominciato con il piede sbagliato…”

“Abbiamo?!Direi piuttosto “hai”…”

“E va bene.HO sbagliato io…”disse ridendo mentre con le mani indicava il divano dove eravamo stati fino a poco prima.

Lo guardai rassegnata e mi sedetti nuovamente su quei morbidi cuscini blu,aspettando che lui facesse altrettanto.

“Cominciamo dal principio.Tu dovresti interpretare la provocante e disinibita ragazza di un gangster della Chicago degli anni ’30…fin qui pensi di esserci?”

Lo fulminai con lo sguardo mettendogli il broncio.

“Non sono certo così idiota…”

“Bene,questo è già un piccolo traguardo.Appurato questo,potremmo lavorare sulle caratteristiche del tuo personaggio.Sei d’accordo?”

Annuii cercando di nascondere il nervosismo che cominciava a riaffiorare in me.

“Bene…mostrami la tua idea di “provocante e disinibita”,allora…”

I suoi occhi nocciola erano puntati su di me in attesa di una qualche mia reazione.

Supplicai le mie gambe di sorreggermi una volta che mi fossi alzata da quel divano,da cui all’improvviso mi risultava difficile allontanarmi.

Feci qualche passo verso il centro del salotto,sollevando leggermente il viso per vedere che genere di espressione regnasse sul suo volto.

I suoi vispi occhi nocciola continuavano a fissarmi in silenzio,aspettando pazientemente che io adempiessi alla richiesta fuoriuscita poco prima dalle sue labbra sottili.

Nel vederlo così serioso non potei impedire che un evidente rossore s’impadronisse delle mie gote.

“Fantastico…se questa è la tua idea di provocante siamo a cavallo…”mi disse ridendo portandosi una mano alla testa per poi scompigliarsi leggermente i capelli.

Quel suo atteggiamento disfattista mi riempì di rabbia.

“Le tue costanti critiche certo non mi sono d’aiuto…”sibilai imbronciata.

“Vorresti dirmi che pensi di essere in grado di recitare una simile parte?”

“E va bene…avevo ripromesso a me stessa che sarei riuscita a mantenere la calma,ma mi rendo conto che avendo a che fare con te è impossibile…”

“Se tu ti mostrassi più disponibile forse riusciresti a calarti nella parte senza arrossire…”

Certo.Dalla sua prospettiva di spettatore e giudice assolutamente ignaro dei miei sentimenti era facile parlare.Il problema è che mi riusciva piuttosto difficile calarmi nei panni di una conturbante ed espansiva “gangster girl” d’altri tempi con i suoi penetranti occhi scuri puntati addosso.

Ma ovviamente ritenei che fosse meglio tenere queste considerazioni per me.Tanto ormai,segreto più segreto meno,non faceva particolare differenza.

“D’accordo…mi arrendo…hai qualche brillante suggerimento da darmi?”mormorai sconsolata ad occhi bassi.La situazione si stava facendo sempre più frustrante.

D’un tratto,ebbi l’impressione di percepire un improvviso bagliore che schiarì per un attimo le sue pupille brune.

Sollevò un angolo della bocca in un malizioso mezzo sorriso,mentre un’espressione furbescamente ambigua si faceva strada sul suo bel volto.

Lasciò cadere sui morbidi cuscini quello stesso copione che fino a qualche attimo prima aveva tenuto saldamente in una mano,per poi cominciare ad aggirare lentamente il divano,lo sguardo fisso su di me,mentre le sue dita scorrevano sulla setosa fodera del sofà.

Avevo detto che la situazione si stava facendo frustrante?Beh,questo suo repentino cambiamento d’atteggiamento la rese addirittura soffocante.

I muscoli delle mie gambe sembravano essere caduti in un irrecuperabile torpore che le rendeva incapaci di qualunque movimento. Non riuscivo a capacitarmi di cosa diavolo stesse accadendo in quella maledettissima stanza.

Gli occhi di Orlando mi attraevano come due potenti calamite,e non riuscivo a distogliere lo sguardo dalla sua avvenente persona,che ormai si stagliava davanti a me in tutto il suo fascino ammaliatore.

Sentii le sue mani avvolgermi in vita,mentre,con fare lascivo avvicinava le sue labbra alle mie.

Non potei impedire al mio cuore di sussultare nel mio petto,mentre un brivido caldo percorreva il mio corpo,inerme fra le sue braccia.

“E’ tanto grave se rimandiamo le lezioni di recitazione a dopo?”sussurrò appena.

La musica che empieva i miei timpani rendeva le sue parole appena percettibili,e come se non bastasse le mie labbra sembravano non rispondere al comando di emettere un suono che avesse un minimo di senso compiuto.

Situazione soffocante?Dovetti ricredermi ancora una volta. A questo punto l’unico aggettivo adeguato che comparve nella mia mente annebbiata fu invitante.Pericolosamente invitante,direi.

Ogni suo gesto,ogni sua espressione,ogni sua parola aveva su di me un potere incantatore.

Arrivai all’inevitabile conclusione che Orlando fosse sprecato come attore.Se solo avesse voluto avrebbe trovato che la carriera di mago potesse essere altrettanto prolifica per il suo conto in banca.

Bastò che le sue dita sfiorassero appena le mie labbra,che subito queste riacquisirono la sensibilità che fino a poco prima sembrava irrimediabilmente perduta.

Chiusi gli occhi in attesa che un suo bacio ponesse fine a quella dolce tortura.

Il cuore ormai galoppava senza tregua,e il sangue pulsava talmente nelle mie vene che ebbi l’impressione di morire.

Ma così fulmineamente come quell’inaspettato rivoluzionamento di situazione  aveva avuto inizio,ebbe purtroppo fine.

Sbarrai gli occhi trapelando stupore quando lo sentii schiarirsi la voce rumorosamente.

“Ecco…questo,è quello che intendo per provocante e disinibito.”

Il suo sguardo era diventato nuovamente impenetrabile. E il suo viso era tornato ad assumere quell’espressione bambinesca e adulta al tempo stesso che ben conoscevo.

“Tu…”mormorai indicandolo debolmente.

Non riuscii ad andare oltre.Tutto aveva finalmente acquisito un senso.Era stata una dimostrazione delle sue grandi capacità d’attore.Una semplice dimostrazione che non aveva alcun altro significato latente,come invece mi era sembrato che fosse.Come invece avrei tanto voluto che fosse.

Ho detto che Orlando avrebbe potuto avere un futuro come mago.Forse gli si addice maggiormente la carriera di illusionista.Perché per più di un attimo avevo creduto (o sperato) che i miei sentimenti fossero ricambiati con la stessa intensità che sentivo di avere io.

 

CONTINUA…

 

 

 

 

 

 

 

  
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