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Autore: Rota    28/11/2010    6 recensioni
Disteso sopra il grande materasso candido, Ivan giaceva nudo tra le lenzuola scomposte – tranne per la sciarpa, quella Natalia non era riuscita a strappargliela di dosso come invece tutto il resto, gettato da qualche parte senza un solo pensiero in più.
Gli occhi di lui avevano, nelle pupille nere e nelle iridi violette, un’espressione così languida e impotente, abbandonata quasi e incapace di contrastare alcunché, magari semplicemente non avendone la voglia sufficiente, che alla giovane donna si era stretto il cuore mentre, per l’ennesima volta, si era chinata sulle sue labbra e le aveva coperte con le proprie. Le mani di lei erano così terribilmente calde, quando passavano sopra la pelle dell’amato fratello, con la stessa grazia e la stessa attenzione che si userebbe con una reliquia sacra e inviolabile, che il giovane uomo non riusciva a trattenere quel tremolio lieve appena sotto la pelle, capace di farlo vibrare per tutto il corpo – e no, quella non era paura.
[IvanNatalia; RussiaBielorussia]
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bielorussia/Natalia Arlovskaya, Russia/Ivan Braginski
Note: Lemon, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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sex bomb *Autore: margherota
*Titolo: Sex Bomb – From Ivan, to Natalia
*Claim: Ivan Braginski/Russia (APH)
*Prompt: 033. Troppo
*Altri personaggi: Natalia Arlovskaya/Bielorussia
*Genere: Erotico, Romantico
*Avvertimenti: Lemon, Het, What if…?, Flash fic
*Rating: Arancione
*Conteggio parole: 480
*Note: Il prompt da cui è originata questa fan fiction appartiene alla community fanfict100_ita, la cui iniziativa vede anche me in veste di partecipante (L)
Il titolo prende spunto dall’omonima canzone di Tom Jones, canzone che io ho ascoltato TANTE volte prima, dopo e durante la stesura di questa piccola raccolta, giusto per essere chiari e precisi (L)
E niente, se la prima flash è dal punto di vista di Ivan, la seconda è dal punto di vista di Natalia, ma la situazione e le azioni sono le MEDESIME. Ancora per essere chiari e precisi (L)
Spero vi possa piacere (L)




Sex Bomb
From Ivan, to Natalia



Disteso sopra il grande materasso candido, Ivan giaceva nudo tra le lenzuola scomposte – tranne per la sciarpa, quella Natalia non era riuscita a strappargliela di dosso come invece tutto il resto, gettato da qualche parte senza un solo pensiero in più.
Gli occhi di lui avevano, nelle pupille nere e nelle iridi violette, un’espressione così languida e impotente, abbandonata quasi e incapace di contrastare alcunché, magari semplicemente non avendone la voglia sufficiente, che alla giovane donna si era stretto il cuore mentre, per l’ennesima volta, si era chinata sulle sue labbra e le aveva coperte con le proprie. Le mani di lei erano così terribilmente calde, quando passavano sopra la pelle dell’amato fratello, con la stessa grazia e la stessa attenzione che si userebbe con una reliquia sacra e inviolabile, che il giovane uomo non riusciva a trattenere quel tremolio lieve appena sotto la pelle, capace di farlo vibrare per tutto il corpo – e no, quella non era paura.


Non si ricordava, il russo, come ci fossero finiti assieme, in quel dannato letto, e come mai lei si trovasse sopra di lui, seduta sul bacino ormai troppo caldo, e come mai i suoi capelli fossero sparsi su tutto il suo corpo, accarezzando al più lieve cenno della testa.
Non si ricordava, minimamente – forse che lei aveva usato qualche droga per stordirlo e portarlo fin lì? Chissà.
A Ivan però non importava tanto, quanto piuttosto la lingua di lei nella propria bocca e il suo corpo che lo sovrastava, febbricitante d’amore puro. La sentiva contro la carne fremere mentre non riusciva a staccarsi dal suo viso, lo sguardo così rapito dai suoi occhi.
Lo abbracciava, lo accarezzava, e per quei pochi istanti in cui a malincuore si separava da lui, nel riprendere fiato gli si avvicinava all’orecchio e gli sussurrava parole dolci, quasi riverenti – piene di completo affetto, piene di languida malizia oscena.
Senza poter fare nulla per impedirlo, faceva scivolare lo sguardo lungo il corpo privo di vestiti di lei, mentre ancora si muoveva, allungandosi per coprirlo completamente, toccando ogni singolo punto che lo componeva. Giammai paga di lui.
Ivan non sapeva se preferiva questo aspetto di Natalia a quello che normalmente lo faceva nascondere negli armadi o chiudere a chiave dentro stanze remote – ma sussultò di piacere ad una carezza più intima, mentre ancora il pensiero razionale si aggrappava con tutte le sue forze alla mente.
L’abbracciò a sua volta, ricambiando così la sua flebile speranza – e la sentì ancora una volta tremare, in un bacio che sembrava volergli rubare persino l’anima, per renderla immortale e sua, totalmente e completamente sua.

Era troppo, troppo l’amore che traspariva da quello sguardo rapito e sognante – che scendeva sempre di più, fino a fermarsi tra le sue gambe.
Troppo devastante, troppo travolgente da sopportare con la ragione.
E allora Ivan, semplicemente, si lasciava andare alla marea.









*Autore: margherota
*Titolo: Sex Bomb – From Natalia, to Ivan
*Claim: Ivan Braginski/Russia (APH)
*Prompt: 034. Troppo poco
*Altri personaggi: Natalia Arlovskaya/Bielorussia
*Genere: Erotico, Romantico
*Avvertimenti: Lemon, Het, What if…?, Flash fic
*Rating: Arancione
*Conteggio parole: 495
*Note: Il prompt da cui è originata questa fan fiction appartiene alla community fanfict100_ita, la cui iniziativa vede anche me in veste di partecipante (L)
Il titolo prende spunto dall’omonima canzone di Tom Jones, canzone che io ho ascoltato TANTE volte prima, dopo e durante la stesura di questa piccola raccolta, giusto per essere chiari e precisi (L)
E niente, se la prima flash è dal punto di vista di Ivan, la seconda è dal punto di vista di Natalia, ma la situazione e le azioni sono le MEDESIME. Ancora per essere chiari e precisi (L)
Spero vi possa piacere (L)




Sex Bomb
From Natalia, to Ivan




Disteso sopra il grande materasso candido, Ivan giaceva nudo tra le lenzuola scomposte – tranne per la sciarpa, quella Natalia non era riuscita a strappargliela di dosso come invece tutto il resto, gettato da qualche parte senza un solo pensiero in più.
Gli occhi di lui avevano, nelle pupille nere e nelle iridi violette, un’espressione così languida e impotente, abbandonata quasi e incapace di contrastare alcunché, magari semplicemente non avendone la voglia sufficiente, che alla giovane donna si era stretto il cuore mentre, per l’ennesima volta, si era chinata sulle sue labbra e le aveva coperte con le proprie. Le mani di lei erano così terribilmente calde, quando passavano sopra la pelle dell’amato fratello, con la stessa grazia e la stessa attenzione che si userebbe con una reliquia sacra e inviolabile, che il giovane uomo non riusciva a trattenere quel tremolio lieve appena sotto la pelle, capace di farlo vibrare per tutto il corpo – e no, quella non era paura.


Si ricordava perfettamente come erano arrivati fin lì, traballanti nei piedi per una dose eccessiva d’alcool nelle vene. Se lo ricordava come aveva condotto fino al letto il fratello, spogliandolo poi di ogni singolo indumento, fino a poter finalmente lambire la pelle calda e perfetta che scorreva lungo tutto il suo meraviglioso corpo.
Dopo averlo disteso, era salita sopra il materasso a sua volta – sopra di lui, cercando di avvolgerlo e coprirlo tutto.
Se lui era ebbro di vodka, lei lo sarebbe stata presto delle sue labbra e del suo sapore. La sua lingua aveva un retrogusto dolce, quasi di miele. O forse, semplicemente, tutto ciò che era di Ivan le pareva così perfetto da non poter addurre alcun difetto, neppure il più evidente e palese.
Lo aveva abbracciato, lo aveva accarezzato, e per quei pochi istanti in cui a malincuore si separava da lui, nel riprendere fiato gli si avvicinava all’orecchio e gli sussurrava parole dolci, quasi riverenti – piene di completo affetto, piene di languida malizia oscena.
Aveva sentito il suo sguardo scivolare lungo il suo corpo, modellandone le forme completamente, ammirandone le pieghe e soffermandosi sulla carne accaldata, come in una carezza languida, profonda e senza pudore.
Aveva tremato, senza trattenersi, ed era tornata a languirne la pelle, senza staccare il proprio sguardo dal suo, in un invito esplicito e spudorato. Si sentì abbracciare, e avvampò.
E il cuore le fece male – terribilmente male – al pensiero che solo in quel frangente il viso del suo Ivan non aveva quell’espressione tesa che tanto odiava e che sempre le rivolgeva, scappando da lei come un ladro.
Concedendosi un sorriso, era scesa ancora su di lui, in basso, scivolando lentamente e perdendo la ragione nel suo profumo intenso.

Era troppo poco, decisamente troppo poco quello che riusciva a dargli – e per questo non riusciva a smettere, per questo si impegnava ogni secondo di più, sempre.
Troppo poco nei suoi occhi, troppo poco sulle sue labbra.
E allora Natalia diventava marea travolgente.
   
 
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