Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: GwenCassandra    29/11/2010    10 recensioni
Prima classificata a "Il Contest dell'Anticanon!" indetto da Alih e giudicato da Gigettina.
: Il SAGID, che letteralmente può essere descritto come “Sportello d’Ascolto per Giovani In Difficoltà”, era nato da un’idea del professor Severus Piton. Nel giro di pochi mesi era diventato l’incontro settimanale più seguito dagli studenti. A incrementare fin da subito la sua popolarità erano state sicuramente l’affabilità e la disponibilità di tale professore, considerato da tutti un punto di riferimento da ancor prima che il SAGID venisse creato.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Slash | Personaggi: Cho Chang, Hermione Granger, Neville Paciock, Severus Piton | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
o

-Nick autore: (sul forum e su EFP) PurpleMally
-Titolo: SAGID – Sportello d’Ascolto per Giovani In Difficoltà
-Personaggi: Severus Piton, Hermione Granger, Cho Chang, Draco Malfoy, Harry Potter, Neville Paciock.
-Pairing: Hermione/Pansy (Solo accennato.) e Harry/Draco.
-Genere: Commedia (?) –Sinceramente non saprei. Le situazioni affrontate vanno dal malinconico al romantico, ma credo che l’inversione completa dei personaggi renda questa fan fiction una tragicomica.
-Rating: Verde
-Avvertimenti: OOC (Ovviamente), Slash, accenno al FemSlash.
-Introduzione:
Il SAGID, che letteralmente può essere descritto come “Sportello d’Ascolto per Giovani In Difficoltà”, era nato da un’idea del professor Severus Piton. Nel giro di pochi mesi era diventato l’incontro settimanale più seguito dagli studenti. A incrementare fin da subito la sua popolarità erano state sicuramente l’affabilità e la disponibilità di tale professore, considerato da tutti un punto di riferimento da ancor prima che il SAGID venisse creato.
-NdA (Note dell’Autore):
Ho cercato di rendere OOC ogni personaggio, compresi quelli non fisicamente nella storia. Spero di esserci riuscita, o il mio orgoglio di scrittrice OOC sarà ferito. Scherzo, naturalmente.

 

SAGID
Sportello d’Ascolto per Giovani In Difficoltà

Lunedì 12 gennaio
Ore 17.00
“Il SAGID è aperto!”

 

Il SAGID, che letteralmente può essere descritto come “Sportello d’Ascolto per Giovani In Difficoltà”, era nato da un’idea del professor Severus Piton. Nel giro di pochi mesi era diventato l’incontro settimanale più seguito dagli studenti. A incrementare fin da subito la sua popolarità, erano state sicuramente l’affabilità e la disponibilità di tale professore, considerato da tutti un punto di riferimento da ancor prima che il SAGID venisse creato.
Molto spesso gli studenti si erano recati dal professor Piton per un consiglio, e seppur consapevoli di trovare sempre la porta aperta per loro, frequentemente era capitato che qualche studente si fosse sentito di troppo. Conoscevano perfettamente i vari impegni di Piton, professore e Capo Casa Serpeverde, e questo non aveva fatto altro che aumentare ancora di più la paura degli studenti di essere inopportuni o semplicemente disturbare. Un anno prima, una volta venuto a conoscenza di questo fatto, inorridito all’idea che anche un solo studente si potesse sentire in questo modo, aveva creato il SAGID.

Aveva cadenza settimanale: ogni lunedì, dalle 17.00 alle 19.00, il professor Piton metteva a disposizione il suo ufficio per ascoltare i problemi dei suoi studenti e per cercare di risolverli. Ogni studente, di qualsiasi casa o anno fosse, era libero di entrare in quella stanza e parlargli di qualsiasi argomento.
Il SAGID aveva poche e semplici regole:

1.Qualsiasi argomento è ben accetto: non ci sono tabù in questo ufficio.
2.Qualsiasi studente di questa scuola è libero di venire a un incontro.
3.In questo ufficio smetto di essere un professore e divento un amico: dimenticate ogni tipo di gerarchia.
4.È severamente vietato darmi del lei: chiunque lo farà sarà sottoposto a un quiz di Pozioni.
5.È severamente vietato prendere sul serio la seconda parte della regola 4.
6.In questo ufficio non si sussurra, mai. Si parla, si urla, s’impreca ma non si sussurra.
7.Quando è in atto un incontro, sulla porta comparirà la scritta “Occupato”. Nel caso fosse presente, siete pregati di aspettare il vostro turno.
8.Nel caso non fosse presente la scritta “Occupato”, sentitevi liberi di entrare senza aver bussato: la risoluzione dei vostri problemi non deve aspettare neanche un secondo.


Severus Piton,
vostro fedele consigliere.

Una copia delle regole era stata appesa sopra ai caminetti delle varie Sale Comuni, così che ogni studente fosse libero di consultarla. Gli studenti, preoccupati che la settima regola non venisse rispettata da tutti, avevano organizzato un loro personale metodo di prenotazione. Era stato appeso un foglio in Sala Grande, contenente una tabella con i vari giorni d’incontro divisi in mezz’ore: ogni studente avrebbe dovuto scrivere il proprio nome sotto il giorno scelto per l’incontro, in modo da non causare spiacevoli equivoci. Tanta era la richiesta che presto gli studenti si organizzarono a coppie: non era strano trovare più nomi scritti in una sola delle quattro mezz’ore.
È pressoché impossibile descrivere la gioia e l’orgoglio del professor Piton la prima volta che lesse quella pergamena: non riusciva a capacitarsi del rispetto che i suoi studenti avessero per lui, semplice professore di pozioni e umile consigliere.


Severus mise in ordine le ultime cose sulla scrivania, in attesa che il primo studente si facesse vivo: da quel che aveva letto la mattina in Sala Grande, sarebbe dovuta essere Hermione Granger. Adorava quella ragazza, sempre così gentile e educata.
Come previsto, alle 17.01, la porta si aprì senza che nessuno avesse bussato e Severus sorrise, alzandosi per accogliere meglio la sua ospite: amava rendersi conto di quanto i suoi studenti tenessero a lui, rispettando quasi religiosamente le regole del SAGID.
“Buon pomeriggio, Hermione.” Disse Piton, posando un leggero bacio sulla guancia della ragazza e invitandola a sedere.
“Allora…” Cominciò, incrociando le mani e sfoderando il sorriso più rassicurante del suo repertorio. “Cosa c’è che non va?” Domandò con voce calma, continuando a sorridere.
“Beh, vede, professor Piton…” Cominciò a dire lei, ma subito venne bloccata da un cenno di Severus.
“Cosa odono le mie orecchie? Ho forse sentito un “ Vede, professor Piton”?” Domandò, fingendo stupore e posando una mano accanto all’orecchio destro.
“Regole numero 3 e 4, Hermione.” Le ricordò. Nonostante la ragazza fosse una delle frequentatrici più assidue, ogni volta si ritrovava costretto a ricordarle quelle regole.
“Scusami, Severus…” Rispose Hermione, imbarazzata. L’idea di non rispettare le regole del professor Piton le risultava molto più irrispettoso del dargli del tu.
“Ora va decisamente meglio, signorina. Allora, cosa ti porta qui?” Domandò di nuovo, offrendo un bicchiere d’acqua alla studentessa. La ragazza bevve un sorso e distolse lo sguardo, imbarazzata dall’idea di affrontare quell’argomento.
“Vedi, Severus… C’è questa ragazza.” Disse a bassa voce. “La conosci di sicuro, è una Serpeverde. Si chiama Pansy Parkinson.” Continuò, alzando la voce dopo un’occhiataccia del professore: regola numero 6, mai sussurrare.
“È così bella e gentile, Severus! Non riesco a togliermela dalla testa, giuro. È sempre presente! Un’immagine fissa! Il problema è che…” Prese un bel respiro, vergognandosi parecchio di quello che stava per dire. “Il problema è che non riesco a desiderare altro se non stare con lei. Nient’altro. Non riesco nemmeno più a studiare e la cosa pazzesca è che non me ne importa nulla! Chi se ne frega dei voti bassi, io voglio solo lei.”
Pronunciò quelle parole con una foga e un’enfasi che raramente le era capitato di sfoggiare.
Piton la guardò, intenerito. I problemi di cuore erano l’argomento più frequente in quegli incontri.
“Hermione, capisco che tu possa esserti innamorata, e la trovo una cosa meravigliosa, ma forse dovresti trovare un modo per conciliare le due cose.” Rispose, serio e premuroso.
Hermione sospirò: ci aveva provato, davvero! Non sapeva più cosa inventarsi per riuscire a studiare e non pensare più a quegli occhi neri, profondi come un tunnel infinito.
“Ci ho provato! Sono settimane che penso ad una soluzione. Ho provato a studiare anche materie di cui non seguo il corso, sperando di trovare ispirazione e finalmente scacciare l’immagine delle sue labbra dalla mia mente. Ma sai cosa? Credo che in realtà non abbia assolutamente voglia di trovarla, questa soluzione.” Rispose, abbassando le spalle e buttando fuori dal naso tutta l’aria che aveva nei polmoni.
Severus sorrise: aveva la soluzione. Non sarebbe riuscito a spiegare bene il perché, ma in lui c’era l’innata capacità di aiutare il prossimo. Nonostante fosse pressoché incapace nella risoluzione dei suoi problemi, quando si trattava di aiutare qualcuno, la soluzione compariva a chiare lettere nella sua mente. Era un dono, più unico che raro.
“Hermione…” La chiamò, poggiando una mano sopra quella della ragazza. “Non credo che scacciare quell’immagine dalla tua mente sia l’idea giusta. È fantastico che tu sia riuscita a ritrovare la forza di amare, dopo tutto il tempo che abbiamo impiegato perché ti scordassi di Katie Bell. Credo piuttosto che tu debba unire quell’immagine al tuo dovere, cioè studiare. Quando studi un incantesimo, prova ad immaginare che forma prenderebbero le sue labbra nel pronunciarlo. Quando ti eserciti in Difesa contro le Arti Oscure, immagina che il tuo unico dovere sia quello di proteggerla e la prossima volta, in cima alla Torre di Astronomia, osserva gli astri come se dovessi insegnarle tutto.”
Hermione ascoltò la risposta del professore, e ad ogni parola ascoltata, gli occhi gli si aprirono leggermente dallo stupore. Frequentava il SAGID da ancor prima che fosse ufficializzato come sportello d’ascolto, eppure ogni volta Severus riusciva a sorprenderla.

 

Ore 17.30

Hermione era appena andata via e subito la porta del SAGID si riaprì: una ragazza dai lunghi capelli neri entrò nell’ufficio di Piton, sedendosi sulla poltrona come fosse la cosa più naturale del mondo.
“Buon pomeriggio, Cho.” La salutò Severus, cercando di imitare un sorriso allegro. Vedete, Cho non era una assidua frequentatrice di quello sportello d’ascolto e solo una cosa Severus era riuscito a capire di quella ragazza: se era lì, non poteva che essere per un motivo valido. La Corvonero non era certo quella che si può definire una vittima: affrontava qualsiasi cosa a muso duro e spalle alte, di petto, con grande coraggio. Anche se, doveva ammetterlo, non era sicuro che fosse realmente coraggio: la maggior parte delle volte gli era sembrato più una specie di profonda indifferenza verso le conseguenze.
“Sono incinta.”
Lo disse in modo secco, senza neanche prendere un respiro. Quelle parole rimasero lì a galleggiare per qualche secondo, giusto il tempo di dare a Severus la possibilità di realizzare. “Sev. Mi hai sentita? Sono incinta. Aspetto un bambino. Ho una pagnotta nel forno. I’m pregnant. Estoy embarazada. E no, non so chi è il padre. Non so nemmeno quanta gente ci fosse realmente, quella notte.” Riprese la ragazza, giocherellando con il piercing alla lingua: il primo di una lunga serie di buchi sul suo corpo. Una svariata dose di pallini e cerchi le decorava il viso, già appesantito dal forte trucco blu e nero intorno agli occhi. Aveva gli occhi scuri, quasi assenti: l’incapacità di distinguere l’iride dalla pupilla sembrava quasi dare loro una piattezza e allo stesso tempo una profondità mai incontrata prima.
La sua gonna a pieghe, magistralmente ricucita perché fosse qualche centimetro più corta del modello originale, era piena di bruciature circolari, causate probabilmente da una sigaretta. Anche le calze a rete larga non erano da meno: effettivamente, non riuscita più a capire se fossero realmente buchi o la trama delle calze fosse stata creata realmente così.
“Sì, ti ho sentita.” Rispose il professore, prendendo un lungo respiro. Quante volte aveva già assistito a quella scena? “E cosa vuoi fare?”
“Andrò in qualche centro per future ragazze madri e farò in modo di non essere una futura ragazza madre.” Rispose, arrotolando la gomma da masticare intorno all’indice, per poi rimetterla in bocca.
“Aborto, Sev. Sto parlando di aborto.” Continuò, tamburellando con le unghie sulla scrivania del professore.
Aborto. Severus si sentì improvvisamente colpito da quella parola, colpito nel senso letterale del termine: una sorta di pugno lo colpì in pieno petto, facendogli perdere il respiro per qualche secondo. Quante volte c’era già passato? Quante volte aveva sentito quella parola, nel suo ufficio? Pronunciata quasi senza interesse, senza alcun riguardo.
Troppe, troppe volte aveva assistito a quella identica scena e se c’era una cosa, una sola cosa, in comune fra tutte era il finale. Aveva visto decine di ragazze abortire senza pensare, considerandolo al pari di bere un bicchiere d’acqua, e poi pentirsene amaramente.
“Dallo a me. Me ne prenderò cura io, lo giuro. Lo crescerò e lo amerò come se fosse mio.”
Pronunciò quelle parole quasi senza pensare, senza riflettere. Ma in fondo, non poteva permettere che un’altra giovane vita venisse stroncata. Anzi, altre due giovani vite.
Cho non rispose, sbuffando e alzandosi dalla sedia. Guardò il suo professore negli occhi, passandosi una mano sulle labbra, quasi a voler frenare le parole.
“Sì, ci penserò eh. Stammi bene, Sev.”
Rispose soltanto, sbattendo la porta dietro alle proprie spalle.

Ore 18.00

“Oh, la coppia più hot di Hogwarts!” Rise Piton, alzandosi per abbracciare i due ragazzi appena entrati nel suo studio. Harry Potter e Draco Malfoy ricambiarono velocemente l’abbraccio e poi si sedettero, tenendosi mano nella mano.
“Allora, cosa porta i miei due figliocci qui? Spero che la vostra love story stia procedendo bene.” Scherzò, sedendosi e incrociando le braccia sopra la sua scrivania.
Draco e Harry erano, forse, i due ragazzi più emotivamente legati a Severus in tutto il castello: amici fin dal primo giorno di scuola, all’inizio del loro ultimo anno si erano scoperti profondamente innamorati l’uno dell’altro. Non era stata una storia facile fin dall’inizio, soprattutto per Malfoy: i ripetuti abusi fisici del padre Lucius in giovane età avevano avuto i loro frutti, facendo crescere nella psiche del giovane Malfoy una radicata sessuofobia. Questo e il fatto che Potter non fosse, diciamocelo, proprio uno stinco di santo, aveva creato parecchi problemi al loro amore appena sbocciato. Effettivamente il moro era riuscito a crearsi una sfavillante reputazione da latin lover nel corso degli anni, facendo sprofondare Draco, usuale confidante del ragazzo, sempre più verso l’oblio della fobia.
Severus ricordava ancora le parole pronunciate da Draco durante la loro prima seduta, il 30 ottobre.

Non riesco a farmi toccare da lui, Sev. Non riesco proprio, è più forte di me. Ogni volta che mi sfiora, che mi prende la mano… non posso far altro che vedere la faccia di quel bastardo nella mia testa. È sempre nella mia testa.

Avendo preso molto a cuore la loro situazione, Severus aveva riservato a loro una seduta speciale, ogni lunedì: in caso ne avessero avuto bisogno, esclusivamente per loro, il suo studio rimaneva aperto ad oltranza. C’erano state volte, nei mesi precedenti, nelle quali i tre si erano ritrovati a parlare fino a notte fonda, causando inevitabilmente ritardi nelle lezioni di pozioni del giorno dopo. Ma comunque Piton per loro avrebbe fatto questo ed altro.
Harry, poi, era come un figlio per lui.
“Abbiamo deciso, Sev. Questa notte è quella giusta.” Disse Harry, stringendo ancora di più la mano del suo ragazzo. Quanti cambiamenti erano riusciti a fare in quei mesi: solo tre mesi prima quel gesto sarebbe stato causa di una profonda crisi di panico per Draco.
“Veramente?” Domandò sorpreso, “E cosa è successo di così importante da farvi prendere questa decisione?”
“L’idea, in realtà, è stata mia, Sev. Mi sono solo reso conto che…” Cominciò Draco, prendendo un lungo respiro. “Harry mi ama. Beh, in effetti sarebbe stato un po’ difficile non rendersene conto, dopo che l’ha urlato in mezzo alla Sala Grande.” Rise, guardando il suo ragazzo. I suoi occhi, di un verde quasi ipnotico, ora gli infondevano solo amore.
“Sei proprio come tuo padre, Harry. Te l’avranno detto miliardi di volte, ma lasciatelo dire da uno che ha avuto l’onore di conoscere realmente James Potter. Solo un uomo puro d’animo e dolce come lui avrebbe potuto fare una cosa così romantica. Sai, è un onore essere stato confidente di tuo padre ai tempi della scuola, e tuo adesso.”
Severus sorrise, cambiando poi espressione: una luce maliziosa si accese nei suoi occhi.
“Perché il mio cuore mi dice che non siete qui solo per darmi la lieta novella?” Domandò, tamburellando con le dita sul tavolo.
“In realtà, Severus… Siamo qui per chiederti due favori.” Sussurrò Harry, facendo sbuffare il professore: regola n. 6, la meno rispettata di tutti i tempi.
“Ecco, il primo è fatto.” Disse in tono complice Severus, tirando fuori dal taschino un preservativo: perché fosse lì, non c’è dato saperlo.
“E il secondo, miei cari pargoli?”
“Vedi, Sev… Visto che sono mesi che non, beh, ecco… Quello, hai presente? Probabilmente sarà una lunga notte. Lunga, impegnativa, spossante notte. E domani mattina noi dovremmo avere lezione di pozioni in prima ora. Non è che potresti…?” Balbettò Harry, gesticolando per rendere il discorso più enfatico.
“Vorresti che io, professore di rinomata reputazione, vi parassi il fondoschiena per un motivo così labile?” Domandò, alzandosi in piedi, assumendo un’aria minacciosa.
“Ma certo! Avete la mia benedizione, domani farò finta di vedervi seduti in fondo alla classe. In fondo è pieno di Grifondoro e Serpeverde, a questo mondo!” Rise, godendosi le espressioni prima terrorizzate e poi meravigliate dei due studenti.
“Beh, Sev, grazie. Io – noi – non sappiamo veramente cosa dire. Grazie.”
“Questo ed altro ancora, per i miei figliocci.”

Ore 19.00

Severus uscì dal suo ufficio soddisfatto: aiutare i suoi ragazzi era così gratificante!
Si avviò verso la sua camera per rinfrescarsi prima di cena: stava morendo di fame! Svoltato l’angolo, incontrò proprio l’ultima cosa che avrebbe voluto incontrare.
“Neville…” Sussurrò, sospirando. Il ragazzo era mezzo sdraiato contro la parte, una bottiglia di whiskey in una mano e una sigaretta consumata fra le dita dell’altra. Non era la prima volta che si trovava in questa situazione: vedete, Neville aveva cominciato a bere qualche mese prima. Il peso della sua popolarità era diventato troppo pesante per lui: in fondo era figlio di due eroi, morti per la libertà. Tutti lo guardavano come punto di riferimento, come un vero e proprio eroe.
La sua vita da rock star lo stava distruggendo e lo aveva portato velocemente nella dolce culla alcolica nella quale viveva tutti i giorni: in quella culla la pressione sotto cui veniva sottoposto ogni giorno sembrava non esistere.
“Andiamo, forza.” Disse, prendendolo in braccio e dirigendosi verso il suo ufficio: lo avrebbe sistemato sul divanetto, in attesa del suo risveglio. Avrebbe aspettato e lo avrebbe ascoltato, anche per ore: la cena, in quel momento, poteva benissimo essere ignorata. 

 



Prima classificata.
-Purple Mally, «SAGID – Sportello d’Ascolto per Giovani in Difficoltà»


Grammatica: 9,25/10
Stile e lessico: 10/10
Caratterizzazione: 20/20
Originalità: 20/20
Giudizio personale: 5/5

Totale: 64,25/65

Come ho detto prima, la differenza tra la tua storia e quella di Pay è minima. Praticamente inesistente. Ho voluto premiarti con uno 0,25 in più perché tutti i personaggi che compaiono, dal primo all’ultimo (compresi quelli solo citati) sono assolutamente e spudoratamente OOC.
Ti ho penalizzato leggermente nella grammatica perché c’è qualche errore, ma ad una rilettura attenta si sistema tutto. Per il resto hai un punteggio pieno in tutto. Ci tengo particolarmente a farti i miei complimenti per l’originalità, il SAGID è una cosa stupenda.
E sei riuscita a farmi piacere Cho. Questo ti assicuro che è molto difficile, io odio con tutta me stessa quella piagnucolona rompi scatole e priva di spina dorsale.
Davvero tanti complimenti per essere arrivata prima (meritatamente), e grazie per aver partecipato.


Voglio ringraziare Gigettina per la bellissima valutazione, i complimenti e la velocità nel postare i risultati. **

E Alih, tesoro bello, per aver indetto questo bellissimo contest.

Bacibaci

Mally.



  


 

   
 
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: GwenCassandra