A hand above the water
An angel's reaching for the sky
Is it raining in Heaven -
Do you want us to cry ?

Sono a Villa Conchiglia e dalla finestra della cucina, quella sopra il lavabo, riesco a vedere il sole che sta sparendo all’orizzonte, inondando il mare e la spiaggia con uno stupendo bagliore di fuoco.

Si sta spegnendo, sta cadendo sempre più in basso, emanando una luce sempre più flebile dopo l’accecante fulgore di poco fa.

Poi all’improvviso tutto si scurisce ed un tuono in lontananza preannuncia una pioggia imminente.

È sempre così: qualche attimo di sereno in mezzo alla tempesta.

Sembra quasi che rispecchi il mio stato d’animo.

Un sorriso amaro compare sulle mie labbra.

Sto pensando a te, fratello mio.

Le ferite che la tua morte ha provocato al mio cuore fanno male più di qualsiasi altra cosa: non si rimargineranno facilmente come quelle che Greyback mi ha inferto un anno fa.

Avrei preferito essere fatto a brandelli da quel licantropo maledetto se solo ciò fosse servito a farti rimanere qui con noi.

Inevitabilmente una lacrima solca il mio viso, le mie guance sfigurate dalle profonde cicatrici.

Vuoi questo? Vuoi farmi piangere? Ebbene ci sei riuscito.

And everywhere the broken-hearted
On every lonely avenue
No-one could reach them
No-one but you

Mi guardo intorno e ciò che vedo è dolore e sofferenza.

La gioia della vittoria, l’ebbrezza di aver sconfitto il Male non riescono a colmare il senso di vuoto e di solitudine che abbiamo dentro di noi.

Questa battaglia, questa guerra è costata cara.

Il prezzo da pagare è stato la perdita di tante vite innocenti.

Vedo il piccolo Teddy Lupin e mi si stringe il cuore pensando che non saprà mai cosa siano l’abbraccio caldo di una mamma o le carezze dolci di un papà.

Però, per quanto amaro sia ammetterlo, lo invidio.

Invidio la sua inconsapevolezza, la sua incoscienza.

Certo, un giorno, quando sarà cresciuto capirà e allora soffrirà, ma per adesso lasciamolo nella sua beata ignoranza.

Vorrei tanto essere al suo posto, una piccola bambina innocente ed indifesa che non sente l’angoscia corroderle l’anima, divorarla dall’interno.

Eri il mio fratello maggiore. Ne ho tanti di fratelli, ma tu eri speciale.

Riuscivi con la tua ironia e con il tuo sarcasmo mai superficiali a farmi sorridere anche nei momenti peggiori.

Vorrei che tu, Fred, fossi qui, ora, per tirarmi su di morale, per farmi ridere.

Ancora e ancora e ancora.

Aspetto con il fiato sospeso di sentire una delle tue battute smorzare la tensione oppure la tua inconfondibile ristata sferzare l’aria.

Ma so che non è possibile.

Vorrei che tu ritornassi, anche solo per un momento, per lenire come un balsamo le piaghe dei nostri cuori spezzati.

Ma so che non è possibile.

Oggi sono stata nella tua camera, nessuno riesce più ad entrarvi ormai.

Mentre guardavo con avidità ogni singolo oggetto, cercando tracce di te, l’ho sentito.

Il suono di un piccolo carillon.

La stessa melodia che cullava i nostri sogni infantili.

Ho iniziato a piangere ma subito dopo, inspiegabilmente mi sono ritrovata a ridere come non facevo da tanto, troppo tempo.

E ho capito una cosa: tu non ci hai mai lasciato davvero e sarai sempre presente finchè noi ti ricorderemo e rideremo, per te e come facevi tu!

Ho anche capito che il mio compito, ora, è quello di aspettare con pazienza che mamma, papà, Bill, Charlie, Percy, Ron e George, soprattutto George, possano sentire il calore della tua presenza come è successo a me oggi.

Raggiungi i loro cuori, Fred e riscaldali!

So che è una cosa possibile!

One by one
Only the Good die young
They're only flying too close to the sun
And life goes on -
Without you...

Tu non eri mio fratello, no. Eri molto di più.

Eri parte di me.

Eri la persona che mi conosceva e mi capiva meglio di chiunque altro, spesso anche meglio di me stesso.

Eravamo come parti complementari di un unico corpo.

Scavando nella mia memoria non riesco a ricordare una singola volta in cui siamo stati considerati come due persone distinte e separate.

Fred e George, sempre uniti, sempre insieme.

In ogni momento della mia vita tu c’eri. Sempre.

E ora tutto è cambiato. Tu non ci sei e non ci sarai mai più. Mai più.

È curioso quante volte si usino queste due parole senza comprenderne davvero il senso.

Io ora posso dire di saperlo, di conoscerne a pieno il significato.

L’ho sperimentato sulla mia pelle.

Ed è stato terribile.

Sono in salotto, la Tana non è la stessa senza di te.

Insomma, chi potrebbe mai degnamente appoggiare le mie battute ed i miei scherzi al posto tuo?

Anche prendere in giro Percy non è più divertente. E ho detto tutto.

Ma quante ne abbiamo combinate insieme?

Ricordo quando facevamo impazzire la mamma che non riusciva a riconoscerci, chissà perché ha sempre sostenuto che fossimo identici.

Be’ lo sanno tutti che io sono sempre stato molto più bello di te, no?

Ricordo quando stavamo quasi per convincere il piccolo Ron a fare con noi un Voto Infrangibile.

Ricordo quando fuggimmo da Hogwarts, ponendo degnamente fine alla nostra carriera scolastica.

Ricordo quando iniziammo a sperimentare i nostri primi scherzi e quando Harry finanziò il negozio. Il nostro sogno.

Già i “Tiri vispi Weasley”.

Bisogna mandarli avanti in qualche modo.

So, sento che tu non avresti voluto affatto che fallissero.

È questo a darmi la forza per ricominciare.

Perché la vita, dopotutto, va avanti. Senza di te.