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Autore: _blackapple    29/11/2010    5 recensioni
Harry si chiude la porta dietro le spalle, dopo che Ron ha interrotto il suo ultimo (?) bacio con Ginny, nel settimo libro.
Questi sono i pensieri di Ginny, più un flashback nella sua infanzia.
Una figuretta con i capelli rossi e i piedi nudi, avvoltolata in un grande maglione grigio, se ne stava accoccolata sul davanzale guardando i fiocchi che scendevano piano.
Si chiamava Ginny Weasley.
Genere: Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Neve e Rame. 



Give me a kiss before you tell me goodbye
Don't you take it so hard now
And please don't take it so bad
I'll still be thinking of you
And the times we had...baby

 
Guardandolo uscire dalla porta, Ginny poté quasi sentire il suono dei suoi sogni da bambina scricchiolare ed infrangersi, cadendo tintinnando dentro di lei. Passò la lingua sulle labbra, come a voler trattenere per sempre il sapore di quello che sembrava proprio essere destinato a rimanere il loro ultimo bacio. Amaro.

I suoi sogni da bambina, già. Erano sopravvissuti per ben sedici anni, erano arrivati ad un soffio dall’essere realizzati, ma quando lei aveva  allungato la mano per prenderli e farli suoi definitivamente, era riuscita a sfiorarli solo con la punta delle dita, prima che quelli cadessero e si infrangessero al suolo, sparpagliando i loro pezzi dappertutto.
Forse è inevitabile , pensò, forse non semplicemente non è permesso a nessuno poterli vivere anche da adulti.
Una lacrima le scese lentamente sulla guancia. Quella volta, nonostante tutto, aveva ceduto al pianto.

And don't you cry tonight
Don't you cry tonight
Don't you cry tonight
There's a heaven above you baby
And don't you cry tonight

                                                          

                                                           -sette anni prima-


Nevicava.
Il paesaggio intorno alla tana era di un candore immacolato e nemmeno il crepuscolo che stava calando lentamente sembrava cupo come al solito.
Sulla neve davanti alla casa si era disegnata la sagoma di una finestra, illuminata di luce calda.
All’interno, una figuretta con i capelli rossi e i piedi nudi, avvoltolata in un grande maglione grigio, se ne stava accoccolata sul davanzale guardando i fiocchi che scendevano piano.

Si chiamava Ginny Weasley.

«Vieni via dal davanzale, Ginny cara, che è pieno di spifferi. » le disse dolcemente la madre, passando per la cucina con una cesta di vestiti sporchi tra le mani, diretta verso la lavanderia.

La bambina scrollò le spalle e non si mosse.
C’era una strana tranquillità in casa, visto che i suoi fratelli erano tutti ad Hogwarts o al lavoro.
Erano già quattro mesi che non li vedeva  e le mancavano tantissimo, nonostante la prendessero sempre in giro, la facessero dannare e le rendessero spesso la vita impossibile.
Non che nel frattempo, però, non avesse trovato il modo di divertirsi.

Quando sua madre era impegnata, nel pomeriggio, Ginny le urlava qualcosa come vado fuori a giocare , e sgattaiolava nel ripostiglio delle scope.
Lì c’era una vecchia Comet centoquaranta, la scopa di suo padre dei tempi della scuola e lei se ne impossessava, andando ad allenarsi un paio di colline più in là.
Faticava come una matta a stare in sella, perché la scopa era troppo grande e poco governabile per una bambina della sua taglia, ma ultimamente cadeva sempre meno.
Da un paio di mesi aveva anche una motivazione in più per allenarsi: in una delle lettere, che Ron aveva mandato a casa, il fratello aveva raccontato di Harry Potter. L’eroe. Quel ragazzo gentile del binario 9 e 3/4. Quello di cui i suoi genitori avevano parlato tanto, negli anni.
Era diventato cercatore di Grifondoro.
 
 

A Ginny gli occhi brillavano solo a pensarci. Nei suoi sogni più fantastici vedeva il ragazzo arrivare a casa loro per le vacanze, scoprirla mentre giocava a Quidditch e innamorarsi follemente di lei. Avevano una passione in comune. Avevano un legame, anche se lui ancora non lo sapeva. Lei lo sentiva.
Poi si sarebbero baciati e sarebbero volati via su una scopa, si sarebbero sposati e avrebbero avuto tanti bambini. Come la sua mamma.


Talk to me softly
There's something in your eyes
Don't hang your head in sorrow
And please don't cry
I know how you feel inside I've
I've been there before
Something's changing inside you
And don't you know

 
 
E Ginny non aveva mai rinunciato del tutto a queste fantasie, ma non aveva nemmeno sperato osarci troppo. Le aveva avvolte nella bambagia e riposte in fondo allo scatolone del suo cuore, aspettando di poterle tirare fuori un giorno, ma senza pensarci spesso.
Ma non era stata lei a tirarle fuori alla fine. Era stato lui. Lui. Le aveva brutalmente strappate alla loro protezione, ponendole in bilico sulla mensola più alta dello scaffale e l’aveva trascinata per un braccio a guardarle insieme, ad ammirarle.

Ginny si chinò e raccolse i pezzi. Forse qualcosa si poteva ancora aggiustare – pensò con un briciolo di speranza.
Le rimise nella loro protezione e le chiuse con cura nello scatolone.
Le avrebbero tirate fuori insieme - si disse.E questa volta ne era certa. Smise di piangere.


Don't you cry tonight
I still love you baby
Don't you cry tonight
Don't you cry tonight
There's a heaven above you baby
And don't you cry tonight


 


_____________________________
Non sono riuscita a resistere D: Ho scritto questa one shot di getto, ispirata dalle parole di Don't Cry, dei Guns n' Roses (<3) 

Ginny x Harry - 7° libro. 

   
 
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