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Autore: Charly_92    29/11/2010    8 recensioni
Quello che è successo dopo che Sirius è caduto dietro al velo, naturalmente secondo la mia modestissima fantasia.
Grazie a chi leggerà e ancor più a chi recensirà.
Dal testo:
"Poi, quando ho visto lui, Harry.. Ho capito che era servito a qualcosa, tutto quel lottare e aspettare per uscire da quell'incubo. E' uguale a te James, in tantissime cose, è sbalorditivo.
Ed è una ragazzo estremamente umano e sensibile, proprio come te, Lily. L'ho amato come.. Come se fosse figlio mio."
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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"Come padre e figlio."
 

 
"Davvero non sai fare di meglio, mia cara cugina?"
Sghignazzò Sirius Black in faccia a Bellatrix Lestrange.
Il loro duello procedeva senza esclusione di colpi, intriso di odio l'uno per altro e per ciò che ognuno rappresentava: da una parte il bene, dall'altra il male.
Entrambi avevano da tempo scelto da che parte stare.
Ed erano decisi a portarla avanti fino alla fine. Ad ogni costo.
La risata sul volto dell'uomo non si era ancora del tutto spenta quando la donna, gli occhi pieni di follia e crudeltà cieca, pronunciò le fatali parole:
"Avada Kedavra!"
Un lampo accecante di luce verde colpì Sirius in pieno petto, mozzandogli il respiro.
Accadde tutto in pochi secondi, eppure per chi assistette a quella scena straziante, parvero ore.
Il corpo dell'uomo cadde all'indietro con grazia inaspettata, come a rallentatore e dietro al velo, posto al centro della stanza, sparì.
Bellatrix rise, con un tono da far gelare il sangue. Aveva appena ucciso suo cugino e ne era felice.
Si beava della vista di quel ragazzino, Harry Potter, che correva disperatamente verso quel velo, incredulo di ciò che era accaduto sotto i suoi occhi.
Remus Lupin, altrettanto sconvolto ma lucido, lo trattenne.
I loro cuori bruciavano di un dolore sordo e lancinante e la verità che si ritrovavano a dover accettare insopportabile: Sirius, il leale e coraggioso Sirius, che si era sempre battuto per i propri amici e a cui loro tenevano tanto.. Se n'era andato.
E si chiedevano increduli perchè tutto il mondo non scomparisse all'istante, ribellandosi a quell'ingiustizia, cancellando ogni cosa.
Nessuno dei due voleva vivere in un mondo senza di lui. Non aveva alcun senso.
 
Ma Sirius non poteva vedere o sentire la loro sofferenza, in quello stesso momento, si ritrovava in quella che ai suoi occhi sembrava una stazione ferroviaria.
Somigliava particolarmente a quella di King's Cross, dove si era recato nei suoi anni ad Hogwarts, dividendo lo scompartimento assieme ai suoi amici o, perlomeno, quelli che allora considerava i migliori amici che potesse desiderare.
Peter, Remus, James.. No, James non era propriamente un amico.
James era stato per Sirius un vero e proprio fratello.
E da quando se n'era andato per sempre, aveva sentito la sua mancanza ogni singolo giorno, anche se aveva sempre cercato di ricordarlo con un sorriso.
"E' sempre un bel posto questo, non trovi Felpato, vecchio mio?"
Quella voce fece irrigidire Sirius che si voltò lentamente e lo vide.
Davanti a lui, quasi ad essersi materializzato al suo pensiero, stava il suo amico e fratello di sempre: James Potter coi suoi occhiali da vista, i capelli neri indomabili e il solito sorriso da ragazzino.
 Sirius avrebbe voluto dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma non gli riuscì, incredulo com'era della situazione in cui si trovava.
"Ti vedo confuso, davvero non sai perchè sei qui e puoi vedermi?"
Gli chiese l'amico con espressione grave.
"Io.. Io.. Stavo combattendo con Bellatrix.. C'erano i Mangiamorte, Voldemort.. Harry era in pericolo, dovevo salvarlo.. Poi.." Mormorò Sirius.
Improvvisamente, ricordò. Gli tornò alla mente il lampo di luce verde, la risata di sua cugina che aveva sentito così lontana.. Poi, il nulla.
".. Era un' Avadra Kedavra. Mi ha ucciso, alla fine, la mia cara cuginetta.."
Mormorò con un moto di disgusto.
"Mi dispiace tanto Sir, davvero.." Disse James guardandolo con occhi tristi.
"Non preoccuparti amico.. A ognuno la sua ora." Rispose saggiamente l'altro.
Morire era stato come addormentarsi, nemmeno se n'era accorto.
Si sentiva solo un po' intorpidito, come accade appunto, quando ci si risveglia da un lungo sonno.
Non c'era amarezza o rimpianto nel cuore di Sirius, se non fosse stato per..
"HARRY! Tuo figlio James, era in pericolo! Devo sapere se si è salvato, devi dirmi che si è salvato!" Gridò improvvisamente, ricordandosi il suo amato figlioccio.
"Potrai vederlo tu stesso Felpato, seguimi.." Rispose pacato James.
E gli indicò col braccio quello che pareva un enorme Pensatoio.
Sirius vi si avvicinò correndo, un nodo alla gola lo soffocava. Scrutò l'interno di quell'enorme bacinella e lo vide: Harry era assieme a Silente, dentro a quello che sembrava l'ufficio del preside.
Erano a Hogwarts. Erano salvi.
Sirius si sentì pervaso da un sollievo che però svanì presto.
Osservava il ragazzo e lo vedeva gridare in collera, distruggere ogni cosa potesse capitargli a tiro.
Di contro, Silente lo osservava in silenzio.
"James, è salvo.. Sta bene.. Allora perchè..?"
Il comportamento di Harry lo confondeva e lo turbava profondamente.
"Amico mio, soffre. Il suo cuore sta sperimentando un dolore insopportabile e indescrivibile, quello che si prova quando perdiamo una delle persone che ci è più cara al mondo. Quello sei tu, Sirius.
E Harry non riesce a capacitarsi di questo."
Con fatica, Sirius tornò a guardare la scena. Comprendeva perfettamente il comportamento del suo amato protetto, ora che era a conoscenza della ragione.
Sapeva fin troppo bene cosa significava voler distruggere e maledire il mondo intero, urlare, piangere, buttarsi per terra.. Tutto, ogni cosa, per far tacere quel dolore sordo e bruciante che attanagliava le viscere e impediva di pensare, perfino di respirare.
Si era esattamente sentito così, alla notizia della morte di Lily e James.
E aveva desiderato essere morto lui al posto loro.
Ora, rivedere quella sofferenza addosso a Harry e sapere che era lui la causa, era insopportabile al solo pensiero.
"Remus.. Mostrami Remus.." Mormorò all'amico con voce tremante.
James annuì senza parlare. Un secondo dopo, la scena era cambiata.
Sirius riconobbe immediatamente Grimmauld Place, sua dimora nonchè sede dell'Ordine della Fenice. Remus era lì, solo, tenendo in mano un quadretto con una vecchia fotografia.
Osservava se stesso, Lily, James, Sirius, i Paciock, Malocchio Moody, ogni membro dell'Ordine che lo ricambiava sorridente.
Tante cose erano cambiate dal giorno in cui quella foto era stata scattata.
Troppe persone avevano perso la vita in quella terribile Guerra.
E ora lo sguardo di Remus indugiava sul suo amico appena scomparso, l'unico che gli fosse rimasto. Prese a battere il pugno sul vetro del quadro, fino a romperlo, lasciando che gli lacerasse la carne, macchiandosi del suo stesso sangue. Non sembrava sentire il dolore delle ferite.
Ce n'era un altro più profondo a tormentarlo che lo aveva fatto scivolare in ginocchio, facendolo scuotere dai singhiozzi, mentre le lacrime cadevano copiose sul suo viso.
Sirius si allontanò da quella vista, tremante, le mani sul volto.
"E' troppo.. Troppo James.. Non posso sopportare.. Non ce la faccio.."
Mormorò con voce rotta. Piangevano per lui, si sentivano persi. E lui non era lì a confortarli.
Tutto questo lo distruggeva.
"Non c'è.. Un modo.. Perchè stiano meglio?"
Chiese implorante all'amico che lo osservava, anche lui addolorato.
"C'è qualcosa che possa fare.. Qualsiasi cosa?"
"Davvero lo faresti?" Chiese la voce di una donna.
Sirius non fece nemmeno in tempo a rendersi conto di ciò che aveva appena udito che ora davanti a lui, accanto al marito, c'era Lily Evans.
Era sempre bellissima, ma il suo sguardo era triste.
"Davvero Sirius, saresti disposto a fare di tutto, per lenire il loro dolore?"
"Lily, io.. Sì.. Vorrei tanto che finisse." Rispose lui, accalorandosi.
Lily si voltò verso il marito che prese la parola:
"Tu puoi scegliere Sirius. Ad ognuno di noi maghi è concesso farlo. Scegliere se tornare o..
Andare avanti."
L'uomo era a dir poco stupefatto.
"Vuoi dire.. Tornare da loro.. Tornare nel mondo dei vivi?" Chiese titubante.
"Sì, ma solo come fantasma. La tua sarebbe una non-vita, non saresti più lo stesso di prima. Vagheresti senza scopo per i luoghi in cui hai vissuto, esattamente come i fantasmi che popolano Hogwarts. Una volta che scegli, non potrai più cambiare.
Pensaci bene Sirius.." Mormorò Lily, guardandolo con occhi lucidi.
Sirius si mise a riflettere intensamente.
Aveva ancora vividi davanti agli occhi i volti disperati di Harry e Remus e gli si spezzava il cuore.
Avrebbe voluto prendere tutto il loro dolore e scontarlo al loro posto.
Pensò all'incredulità e poi alla infinita gioia che avrebbero provato nel ritrovarlo.
Ma si rese conto che non avrebbe più potuto toccarli, abbracciarli, confortarli davvero.
E si chiese se non sarebbe stato ancora più straziante, averlo accanto in quello stato.
Vicino, eppure irrimediabilmente irraggiungibile. Freddo come la morte.
Disse a se stesso che no, non avrebbe mai tolto loro un dolore, aggiungendone uno ancora più grande. In nessun modo.
"Ero sicuro che avresti scelto la strada più difficile, ma giusta, amico mio..
Non sei cambiato per nulla.." Mormorò James commosso.
Aveva già inteso la sua scelta.
"Remus, Harry.. Soffrono e soffriranno ancora. Tanto da desiderare perfino di morire, forse.
Ma questo fa parte dell'essere umano. Piano piano, accetteranno lo stato delle cose, perchè avranno compreso qualcosa di ancora più grande.."
"Cosa?" Chiese Sirius.
"Che le persone che amiamo, non scompaiono mai davvero, basta proteggerne il ricordo.
L'Amore ha vie infinite per manifestarsi. Saremo accanto a loro ogni giorno e, quando saranno in difficoltà, ne saranno coscienti. E tutto sembrerà loro più sopportabile.
E' come se fossimo sepolti nel profondo del loro cuore.
Da lì, nessuno potrà portarci via da loro. Nemmeno Voldemort.
Ma lui non comprenderà mai quanto questo abbia tanta importanza"
Quando Sirius ebbe la forza di guardare in viso l'amico fraterno, aveva gli occhi colmi di lacrime.
"E' esattamente così James.. Sai, quando ero ad Azkaban, i dissennatori volevano togliermi ogni ricordo felice, portarmi alla pazzia, lasciarmi annegare nel dolore.
Ma io non volevo, non potevo permettere che mi portassero via Remus e voi.
Allora mi sforzavo di non pensare o, quando non ce la facevo, di pensare alla vostra morte.
Non era un pensiero felice, tutt'altro, era estremamente doloroso.
Ma così facendo, sapevo che i dissennatori non me l'avrebbero portato via.. Capisci?"
Chiese, lasciandosi scappare un singhiozzo.
Ma James non parlava, mentre due grosse lacrime gli rigavano il viso.
"Poi, quando ho visto lui, Harry.. Ho capito che era servito a qualcosa, tutto quel lottare e aspettare per uscire da quell'incubo. E' uguale a te James, in tantissime cose, è sbalorditivo.
Ed è una ragazzo estremamente umano e sensibile, proprio come te, Lily.
L'ho amato come.. Come se fosse figlio mio."
In quel momento Lily, visibilmente commossa, si avvicinò a Sirius e gli accarezzò dolcemente il viso.
"Anche lui ti adorava Sir, letteralmente. Sei stato per lui il genitore che non ha mai avuto, anche se per poco tempo. E ti ringrazierò in eterno per questo.
Non avremmo potuto scegliere un padrino migliore."
E lo abbracciò affettuosamente.
"E'stato un onore." Sussurrò lui.
Poi si staccò, dirigendosi verso l'adorato fratello, compagno di mille avventure e gioie.
"Ci siamo fatti sentimentali, Ramoso?" Lo schernì con un sorriso.
James rise divertito, asciugandosi il volto.
"Sei sempre il solito, l'idea di abbracciare tuo fratello ti ripugna?" Rispose.
Fece appena in tempo a finire la frase che Sirius gli era balzato addosso, stringendosi a lui, mentre lacrime di gioia scorrevano calde sul suo volto.
"Mi sei mancato terribilmente Ramoso." Disse piano.
"Anche tu Felpato. Anche tu." Rispose di rimando l'altro.
"Sai ancora trasformarti?" Chiese poi James in un sussurro.
"Mi stai prendendo in giro?" Rise Sirius.
Ed eccoli lì, il cervo e il cane a saltare e rincorrersi, come avevano fatto a lungo in passato.
Questa volta, accanto a loro, c'era anche un'elegante cerva che li osservava divertita.
Insieme si allontanarono dalla stazione, volando lontano nel cielo.
Un pensiero accomunava le loro menti.
"Harry, Remus, amici.. Non siete soli." 
  
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