Note dell’autore: Eccovi il nuovo capitolo di questa storia…
Spero di
poter finire di postare tutti i capitoli prima del periodo Natalizio, perché,
non so fino a che punto riuscirò ad aggiornare le storie, anche se ho una
one-shot pronta per Natale.
Comunque
bando alle ciance. Buona lettura, spero che vi piaccia e scusatemi (soprattutto
Ele) per gli orribili errori grammaticali, di forma, punteggiature e tutti gli
altri.
Piccola nota: La scena iniziale è una specie di missing-moment tra il 7°
e 8° capitolo.
Capitolo XII
Salvare Rose
Era
distesa davanti a lui, sorrise mentre la guardava dormire, il viso sereno, i
capelli biondi lasciati sciolti sul cuscino. Non voleva svegliarla, voleva solo
stare lì a guardarla, fissare la sua immagine nella sua mente per potarla
sempre nel suo cuore.
Avevano
dormito insieme, non era la prima volta certo, ma quella mattina, risvegliarsi
al suo fianco e guardarla dormire, lo aveva ripagato di tutti quegli anni spesi
senza di lei, delle loro recenti litigate e tutto quel dolore e quella
solitudine provata.
La vide
muoversi leggermente, aprire un poco gli occhi e sorridergli, quanto amava quel
sorriso, avrebbe passato ogni inferno per poterlo rivedere.
“Buongiorno.”
Mormorò stroppiciandosi gli occhi, le sorrise di rimando senza perdere il
contatto visivo con lei.
“Buongiorno
a te.” La salutò piano.
“Ti volevi
assicurare che non scappavo.” Scherzò lei, il Dottore le accarezzò la guancia,
amava sentire il contatto con la sua pelle.
“Mi piace
svegliarmi con te accanto.” Le disse sottovoce, lei arrossì e si morse il labro
inferiore sorridendogli.
“Anche a
me piace.” Confermò lei senza smettere di sorridergli. Rose si avvicinò di più
a lui, appoggiando la testa sul suo petto, il Dottore gli diede un piccolo
bacio tra i capelli, chiudendo gli occhi e assaporando a pieno quel momento.
Rose fu distesa su un lettino, una macchina controllava
le sue funzioni vitali, il Dottore guardava tutto dalla soglia della porta,
ripensando a quella mattina, ripensando a quello che aveva provato quella volta
nel risvegliarsi accanto a lei dopo tanto tempo.
Non riusciva a muoversi, vedeva che attorno a lui le
persone di muovevano lentamente, sentiva il suo respiro farsi affannoso e
pesante, il suo unico cuore che batteva all’impazzata morso in una stretta
lancinante. I suoi occhi fissi su Rose, nella sua mente iniziarono a rincorrersi
le sue immagini mentre gli sorride, mentre rideva di cuore a qualche sua
battuta, mentre dormiva tranquilla tra le sue braccia, immagini accompagnate da
un’angoscia e una paura sempre più forte, paura che non avrebbe più avuto nulla
di simile, che non sarebbe più stato così felice, con nessun’altro.
Di solito in occasioni come queste era lui a dettare
legge, a prendere il controllo della situazione trovando la soluzione, ma
vedere Rose inerme su quel letto lo aveva distrutto, sentire la sua vita
scivolargli via, lo stava uccidendo sempre di più.
I suoi pensieri si fermarono quando sentì la voce di
Jackie arrivargli alle spalle, la donna lo superò dandogli una spallata e andò
dritta verso la figlia, invocandone il nome piangendo copiosamente,
indietreggiò volendo lasciarle sole, ma la donna lo fermò.
“Cosa le succede?” gli chiese, come se lui rappresentava
la sua unica risorsa, il Dottore cercò di parlare, ma non ci riusciva.
“Dimmi che le sta succedendo.” Continuò a chiedere con
disperazione, lui non riusciva a trovare le parole per spiegarsi.
“Io …” iniziò fermandosi subito, per fortuna il medico si
avvicinò ai due.
“L’abbiamo stabilizzata, presto le faremo avere tutti i
risultati degli esami.” Disse rivolto verso il Dottore.
“Si riprenderà vero?” chiese ancora Jackie, il Dottore la
guardò, deglutì lentamente.
“Farò il possibile.” Le rispose, senza nascondere la sua
paura e la disperazione di quel momento.
Passarono due giorni senza alcun cambiamento. Giorni in
cui il Dottore era sempre più irrequieto e sempre più impaziente.
Uscì dal suo ufficio, aveva bisogno un attimo di
staccare, in quei due giorni aveva letto ogni fascicolo sul caso di Kate e
dell’alieno che aveva preso possesso del suo corpo. Raggiunse la camera di
Rose, si fermò a osservare il tutto alla finestra, Pete e Jackie erano accanto
alla figlia, e lui non voleva disturbarli.
Nonostante tutto, Rose stava reagendo davvero bene,
sembrava quasi che la sua preziosa ragazza riuscisse a tenere testa all’invasore,
anche se purtroppo, sapeva, fin troppo bene che non poteva resistere ancora per
molto.
Decise di entrare nella camera, Pete lo guardò fiducioso,
ma lui scosse la tesa, si avvicinò a Jackie che teneva saldamente la mano della
figlia.
“Andate a prendervi qualcosa di caldo, concedetevi una
pausa.” Suggerì con calma ma, Jackie scosse la testa.
“Non la lascio sola.” Disse la donna.
“Non lo sarà, rimarrò io.” Continuò lui, con la voce
rassicurante, Jackie lo guardò dritto negli occhi e poi si alzò.
“Se lei dovesse….”
“Vi avvertirò di ogni cambiamento.” Finì il Dottore
interrompendo Pete. I due uscirono dalla stanza, il Dottore si avvicinò alla
finestra e abbassò la veneziana per avere un attimo di tranquillità con la sua
Rose.
Tornò accanto al letto e la guardava attentamente, il suo
petto si alzava e scendeva lentamente, sembrava quasi che stesse dormendo,
sembrava tranquilla, ignara di quello che le stava succedendo.
Prese la sedia su cui era seduta Jackie e si avvicinò di
più alla ragazza, si mise seduto e le accarezzò il dorso della mano delicatamente
per poi stringerla tra le sue.
“Ripensavo alla prima volta che ci siamo incontrati, lo
ricordi?” chiese retoricamente.
“Eri intrappolata in quel negozio e stavi per essere
uccisa dai quei manichini viventi, te lo ricordi?” chiese ancora, quasi
sperando che quel ricordo la potesse svegliare.
“Io ti presi la mano, la strinse per la prima volta, e capì
che da quel momento la mia vita non sarebbe più stata la stessa.” Sorrise al
ricordo di quei momenti, e al ricordo della determinazione di Rose nel scoprire
chi era, e cosa stava succedendo.
“Non hai mai smesso di fare domande, di capire e molte
volte andavi contro quello che io ti dicevo.” Continuò, tirò su col naso
mandando via le lacrime che si stavano formando nei suoi occhi.
“Non hai mai smesso di lottare, neanche quando io ti ho
detto che era impossibile rivederci.” Disse ancora.
“E non puoi smettere di farlo adesso, non dopo tutto
quello che abbiamo passato.” Una lacrima scese sul suo viso.
“Non puoi lasciarlo vincere, dobbiamo fare così tante
cose insieme.”
“Non hai idea della vita che vorrei avere con te, solo
con te, nessun altro potrebbe darmi quello che ho con te.” Disse, stringendole
la mano e baciandone il dorso.
“Ho bisogno di te, per sopravvivere.” Confessò con umiltà
“Ti riporterò qui, ma tu non devi smettere di lottare.”
Disse infine le appoggiò un bacio sulla fronte.
Rimase con Rose ancora per un po’, da solo, in silenzio,
guardandola attentamente, sperando che la ragazza si sarebbe ripresa e
avrebbero ricominciato a vivere la loro vita insieme.
Improvvisamente, qualcuno entrò nella stanza distraendolo
dai suoi pensieri e dalla sua Rose, si asciugò il viso, dall’unica lacrima che
aveva versato, e sospirò cacciando via le altre.
“Dottore, la stavo cercando.” Disse Chris avvicinandosi,
si voltò a guardarlo, in mano aveva una cartella, sicuramente altri risultati
di altre analisi che erano stati fatti a Rose.
“Sono i risultati?” chiese allungando la mano, il ragazzo
glieli consegnò.
“Sono appena arrivati, Ianto mi ha detto che era qui.”
Spiegò il ragazzo mentre il Dottore guardava quei fogli. Nessuna novità, tutti
dicevano la stessa cosa, li richiuse.
“Nessuna novità?” chiese il ragazzo, il Dottore non gli
rispose e si voltò a guardare Rose, per poi uscire da quella stanza.
Camminava per quei corridori, come se fosse un fantasma, un’anima
persa, i suoi passi sembravano risuonare pesanti, la sua mente così piena di
lei.
Si chiuse nuovamente nel suo studio, appoggiò le spalle
contro la porta e scivolò giù di peso. Si sentiva terribilmente frustrato, non
sapeva cosa fare, come salvare Rose, non sapeva più nulla, si sentiva impotente
di fronte quella situazione.
Mise la testa fra le gambe e si lasciò andare, pianse
tutte le lacrime che aveva, sapendo che la sua Rose stava morendo e lui non
poteva aiutarla.
Senza rendersene
conto, si ritrovò nella sala del canone dimensionale, guardava fisso davanti a
sé, guardava quel muro bianco che una volta gli aveva portato via la sua unica
ragione di vita, gli aveva portato via la sua preziosa Rose.
Avrebbe
voluto avere il Tardis in quel momento, avrebbe potuto salvare Rose, avrebbe
trovato un modo. Fece un respiro profondo, sapendo fin troppo bene che in
realtà, neanche con il Tardis riuscirebbe a salvare la sua Rose.
Cosa ne
sarebbe stato della sua vita, se lei…. No, non doveva neanche pensarlo, Rose
avrebbe lottato, e lui doveva aiutarla a tornare, non poteva arrendersi.
“Ti piace tanto
qui?” chiese una voce alle sue spalle, si voltò per trovarsi la sua Rose.
“Non
dovresti essere qui.” Le disse sorpreso mentre la guardava avvicinarsi, avvolta
in quello splendido vestito che aveva scelto per il loro primo appuntamento.
“Neanche
tu.” Scherzò lei, uscendo la lingua, il
Dottore non resistette e sorrise, rendendosi conto che quella non era Rose, ma
solo un’illusione della sua mente.
“Devo
essere davvero stanco per essermi addormentato.” Disse voltandosi nuovamente
verso il muro.
“Te l'ho
detto, devi riposarti se vuoi vedere chiaramente le cose.” Gli rispose senza
smettere di guardarlo.
“Non
posso, riposare, sapendo che tu…” non riuscì a finire quella frase, deglutì e
chiuse gli occhi mandando indietro le lacrime che si stavano formando nei suoi
occhi, non poteva neanche pensarlo che impazziva di dolore. Sentì la sua mano
sulla spalla che lo costrinse a guardarla.
“Non
succederà.” Disse con dolcezza e tranquillità, aveva sempre avuto questa
fiducia ceca nei suoi confronti, in qualsiasi situazione si trovavano, lei non
perdeva mai la fiducia in lui.
“Ho i miei
dubbi.” Disse abbassando lo sguardo come per vergognarsi di quell’atteggiamento.
“Io ho
fiducia in te.” Disse costringendolo a guardarla negli occhi.
“So con
certezza che troverai la soluzione e mi riporterai da te.” Disse con
convinzione e una calma che sembrava innaturale.
“Hai tutte
le rispose, devi solo mettere insieme i pezzi.” Continuò, il Dottore aggrottò
la fronte non capendo.
“Che vuoi
dire?” domandò confuso.
“Ti ho
appena dato l’ultimo tassello, adesso tocca a te.” Rispose, ma il Dottore
continuava a non capire.
“Devi fare
in fretta, presto non riuscirò a trattenerlo.” Continuò la ragazza, il Dottore
non riusciva a smettere di guardarla, possibile che quello non era un sogno,
possibile che Rose fosse lì con lui?
Prima di poterle chiedere qualcos’altro scomparve e lui
si risvegliò nel suo studio, con la testa sui documenti, e Ianto che lo
chiamava.
“Che cosa è successo?” chiese confuso, togliendosi gli
occhiali.
“Credo si sia addormentato, signore.” Rispose il giovane,
mentre metteva sul tavolo una tazza di caffè caldo e qualcosa da mangiare.
“Le ho portato qualcosa da mangiare.” Disse il ragazzo
con calma.
“Grazie Ianto. Ci sono novità?” chiese.
“Nessuna.” Rispose per poi andare via.
Non riuscì a non pensare a quel sogno, alle parole di
Rose, sempre se quello non fosse solo la sua immaginazione.
Si alzò per affacciarsi alla grande finestra, guardò la
sua immagine riflessa nel vetro, si passò la mano sulla barba incolta, era
stanco, indossava ancora gli stessi vestiti da quando Rose… Erano ormai diversi
giorni che non tornava a casa, che non si fermava un attimo, chiuse gli occhi
per un secondo e fece un respiro profondo.
“Hai tutte
le rispose, devi solo mettere insieme i pezzi.”
La voce di Rose tornò a farsi strada in lui, l’immagine
di quel sogno tornò nuovamente nella sua mente. Si voltò di scatto verso la scrivania
e guardò i documenti sparsi sulla scrivania.
“Ti ho
appena dato l’ultimo tassello, adesso tocca a te.”
Di nuovo la voce di Rose, di nuovo l’immagine del sogno
fatto, si affrettò a cercare tra quei fogli, forse poteva salvare Rose, forse non
era troppo tardi. Chris entrò in quel momento.
“Dottore deve venire, si tratta di Rose.” Esordì
frettolosamente il ragazzo.
“Che cosa succede?” domandò preoccupato.
“Non lo so, neanche i medici sanno che le sta
succedendo.” Rispose il ragazzo sempre più preoccupato, il Dottore lo superò di
corsa uscendo dallo studio sperando di avere ancora tempo e che non si stava
sbagliando.
Fine
Capitolo XII
Note finali: Un po’ più corto degli altri, credo, ma spero che vi sia
piaciuto, ricordatevi di recensire.
Spazio Recensioni:
LaTum: Hai proprio ragione, la scena
in cui Ten va a trovare Rose è davvero straziante, anche se io inizio a
piangiare già quando lui parla al nonno di Donna, quei due episodi sono di un’intensità
unica. Qualche mese fa li ho voluti riguardare proprio per farmi del male da
sola e mi sono ritrovata in una valle di lacrime… Ten resterà il mio Dottore.
_Eleuthera_: Sono davvero felice di sapere
che la storia continua a piacerti nonostante i miei errori, purtroppo non
saprei a chi fare leggere queste storie, nessuno delle mie amiche segue il
Dottore, anzi una c’è, ma odia essere spoilerata, e si sta ancora godendo la
prima stagione, quindi mi ammazza se le anticipo quello che succede a Rose e il
Dottore, ma m’impegnerò al massimo per colmare le mie lacune.