Serie TV > Doctor Who
Segui la storia  |       
Autore: KillerQueen86    30/11/2010    3 recensioni
Guardava il Tardis scomparire davanti ai suoi occhi, e con esso una parte di se andava via per sempre, non l’avrebbe più rivisto lo sapeva. Sentì una mano stringere la sua, si voltò e lo vide accanto a se, il Dottore, ma non il suo Dottore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Doctor - 10, Rose Tyler
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Note dell’autore: Eccovi il nuovo capitolo di questa storia…

Spero di poter finire di postare tutti i capitoli prima del periodo Natalizio, perché, non so fino a che punto riuscirò ad aggiornare le storie, anche se ho una one-shot pronta per Natale.

Comunque bando alle ciance. Buona lettura, spero che vi piaccia e scusatemi (soprattutto Ele) per gli orribili errori grammaticali, di forma, punteggiature e tutti gli altri.

 

Piccola nota: La scena iniziale è una specie di missing-moment tra il 7° e 8° capitolo.

 

 

Capitolo XII

Salvare Rose

 

Era distesa davanti a lui, sorrise mentre la guardava dormire, il viso sereno, i capelli biondi lasciati sciolti sul cuscino. Non voleva svegliarla, voleva solo stare lì a guardarla, fissare la sua immagine nella sua mente per potarla sempre nel suo cuore.

Avevano dormito insieme, non era la prima volta certo, ma quella mattina, risvegliarsi al suo fianco e guardarla dormire, lo aveva ripagato di tutti quegli anni spesi senza di lei, delle loro recenti litigate e tutto quel dolore e quella solitudine provata.

La vide muoversi leggermente, aprire un poco gli occhi e sorridergli, quanto amava quel sorriso, avrebbe passato ogni inferno per poterlo rivedere.

“Buongiorno.” Mormorò stroppiciandosi gli occhi, le sorrise di rimando senza perdere il contatto visivo con lei.

“Buongiorno a te.” La salutò piano.

“Ti volevi assicurare che non scappavo.” Scherzò lei, il Dottore le accarezzò la guancia, amava sentire il contatto con la sua pelle.

“Mi piace svegliarmi con te accanto.” Le disse sottovoce, lei arrossì e si morse il labro inferiore sorridendogli.

“Anche a me piace.” Confermò lei senza smettere di sorridergli. Rose si avvicinò di più a lui, appoggiando la testa sul suo petto, il Dottore gli diede un piccolo bacio tra i capelli, chiudendo gli occhi e assaporando a pieno quel momento.

 

Rose fu distesa su un lettino, una macchina controllava le sue funzioni vitali, il Dottore guardava tutto dalla soglia della porta, ripensando a quella mattina, ripensando a quello che aveva provato quella volta nel risvegliarsi accanto a lei dopo tanto tempo.

Non riusciva a muoversi, vedeva che attorno a lui le persone di muovevano lentamente, sentiva il suo respiro farsi affannoso e pesante, il suo unico cuore che batteva all’impazzata morso in una stretta lancinante. I suoi occhi fissi su Rose, nella sua mente iniziarono a rincorrersi le sue immagini mentre gli sorride, mentre rideva di cuore a qualche sua battuta, mentre dormiva tranquilla tra le sue braccia, immagini accompagnate da un’angoscia e una paura sempre più forte, paura che non avrebbe più avuto nulla di simile, che non sarebbe più stato così felice, con nessun’altro.

Di solito in occasioni come queste era lui a dettare legge, a prendere il controllo della situazione trovando la soluzione, ma vedere Rose inerme su quel letto lo aveva distrutto, sentire la sua vita scivolargli via, lo stava uccidendo sempre di più.

I suoi pensieri si fermarono quando sentì la voce di Jackie arrivargli alle spalle, la donna lo superò dandogli una spallata e andò dritta verso la figlia, invocandone il nome piangendo copiosamente, indietreggiò volendo lasciarle sole, ma la donna lo fermò.

“Cosa le succede?” gli chiese, come se lui rappresentava la sua unica risorsa, il Dottore cercò di parlare, ma non ci riusciva.

“Dimmi che le sta succedendo.” Continuò a chiedere con disperazione, lui non riusciva a trovare le parole per spiegarsi.

“Io …” iniziò fermandosi subito, per fortuna il medico si avvicinò ai due.

“L’abbiamo stabilizzata, presto le faremo avere tutti i risultati degli esami.” Disse rivolto verso il Dottore.

“Si riprenderà vero?” chiese ancora Jackie, il Dottore la guardò, deglutì lentamente.

“Farò il possibile.” Le rispose, senza nascondere la sua paura e la disperazione di quel momento.

 

Passarono due giorni senza alcun cambiamento. Giorni in cui il Dottore era sempre più irrequieto e sempre più impaziente.

Uscì dal suo ufficio, aveva bisogno un attimo di staccare, in quei due giorni aveva letto ogni fascicolo sul caso di Kate e dell’alieno che aveva preso possesso del suo corpo. Raggiunse la camera di Rose, si fermò a osservare il tutto alla finestra, Pete e Jackie erano accanto alla figlia, e lui non voleva disturbarli.

Nonostante tutto, Rose stava reagendo davvero bene, sembrava quasi che la sua preziosa ragazza riuscisse a tenere testa all’invasore, anche se purtroppo, sapeva, fin troppo bene che non poteva resistere ancora per molto.

Decise di entrare nella camera, Pete lo guardò fiducioso, ma lui scosse la tesa, si avvicinò a Jackie che teneva saldamente la mano della figlia.

“Andate a prendervi qualcosa di caldo, concedetevi una pausa.” Suggerì con calma ma, Jackie scosse la testa.
“Non la lascio sola.” Disse la donna.

“Non lo sarà, rimarrò io.” Continuò lui, con la voce rassicurante, Jackie lo guardò dritto negli occhi e poi si alzò.

“Se lei dovesse….”

“Vi avvertirò di ogni cambiamento.” Finì il Dottore interrompendo Pete. I due uscirono dalla stanza, il Dottore si avvicinò alla finestra e abbassò la veneziana per avere un attimo di tranquillità con la sua Rose.

Tornò accanto al letto e la guardava attentamente, il suo petto si alzava e scendeva lentamente, sembrava quasi che stesse dormendo, sembrava tranquilla, ignara di quello che le stava succedendo.

Prese la sedia su cui era seduta Jackie e si avvicinò di più alla ragazza, si mise seduto e le accarezzò il dorso della mano delicatamente per poi stringerla tra le sue.

“Ripensavo alla prima volta che ci siamo incontrati, lo ricordi?” chiese retoricamente.

“Eri intrappolata in quel negozio e stavi per essere uccisa dai quei manichini viventi, te lo ricordi?” chiese ancora, quasi sperando che quel ricordo la potesse svegliare.

“Io ti presi la mano, la strinse per la prima volta, e capì che da quel momento la mia vita non sarebbe più stata la stessa.” Sorrise al ricordo di quei momenti, e al ricordo della determinazione di Rose nel scoprire chi era, e cosa stava succedendo.

“Non hai mai smesso di fare domande, di capire e molte volte andavi contro quello che io ti dicevo.” Continuò, tirò su col naso mandando via le lacrime che si stavano formando nei suoi occhi.

“Non hai mai smesso di lottare, neanche quando io ti ho detto che era impossibile rivederci.” Disse ancora.

“E non puoi smettere di farlo adesso, non dopo tutto quello che abbiamo passato.” Una lacrima scese sul suo viso.

“Non puoi lasciarlo vincere, dobbiamo fare così tante cose insieme.”

“Non hai idea della vita che vorrei avere con te, solo con te, nessun altro potrebbe darmi quello che ho con te.” Disse, stringendole la mano e baciandone il dorso.

“Ho bisogno di te, per sopravvivere.” Confessò con umiltà

“Ti riporterò qui, ma tu non devi smettere di lottare.” Disse infine le appoggiò un bacio sulla fronte.

Rimase con Rose ancora per un po’, da solo, in silenzio, guardandola attentamente, sperando che la ragazza si sarebbe ripresa e avrebbero ricominciato a vivere la loro vita insieme.

Improvvisamente, qualcuno entrò nella stanza distraendolo dai suoi pensieri e dalla sua Rose, si asciugò il viso, dall’unica lacrima che aveva versato, e sospirò cacciando via le altre.

“Dottore, la stavo cercando.” Disse Chris avvicinandosi, si voltò a guardarlo, in mano aveva una cartella, sicuramente altri risultati di altre analisi che erano stati fatti a Rose.

“Sono i risultati?” chiese allungando la mano, il ragazzo glieli consegnò.

“Sono appena arrivati, Ianto mi ha detto che era qui.” Spiegò il ragazzo mentre il Dottore guardava quei fogli. Nessuna novità, tutti dicevano la stessa cosa, li richiuse.

“Nessuna novità?” chiese il ragazzo, il Dottore non gli rispose e si voltò a guardare Rose, per poi uscire da quella stanza.

Camminava per quei corridori, come se fosse un fantasma, un’anima persa, i suoi passi sembravano risuonare pesanti, la sua mente così piena di lei.

Si chiuse nuovamente nel suo studio, appoggiò le spalle contro la porta e scivolò giù di peso. Si sentiva terribilmente frustrato, non sapeva cosa fare, come salvare Rose, non sapeva più nulla, si sentiva impotente di fronte quella situazione.

Mise la testa fra le gambe e si lasciò andare, pianse tutte le lacrime che aveva, sapendo che la sua Rose stava morendo e lui non poteva aiutarla.

 

Senza rendersene conto, si ritrovò nella sala del canone dimensionale, guardava fisso davanti a sé, guardava quel muro bianco che una volta gli aveva portato via la sua unica ragione di vita, gli aveva portato via la sua preziosa Rose.

Avrebbe voluto avere il Tardis in quel momento, avrebbe potuto salvare Rose, avrebbe trovato un modo. Fece un respiro profondo, sapendo fin troppo bene che in realtà, neanche con il Tardis riuscirebbe a salvare la sua Rose.

Cosa ne sarebbe stato della sua vita, se lei…. No, non doveva neanche pensarlo, Rose avrebbe lottato, e lui doveva aiutarla a tornare, non poteva arrendersi.

“Ti piace tanto qui?” chiese una voce alle sue spalle, si voltò per trovarsi la sua Rose.

“Non dovresti essere qui.” Le disse sorpreso mentre la guardava avvicinarsi, avvolta in quello splendido vestito che aveva scelto per il loro primo appuntamento.

“Neanche tu.”  Scherzò lei, uscendo la lingua, il Dottore non resistette e sorrise, rendendosi conto che quella non era Rose, ma solo un’illusione della sua mente.

“Devo essere davvero stanco per essermi addormentato.” Disse voltandosi nuovamente verso il muro.

“Te l'ho detto, devi riposarti se vuoi vedere chiaramente le cose.” Gli rispose senza smettere di guardarlo.

“Non posso, riposare, sapendo che tu…” non riuscì a finire quella frase, deglutì e chiuse gli occhi mandando indietro le lacrime che si stavano formando nei suoi occhi, non poteva neanche pensarlo che impazziva di dolore. Sentì la sua mano sulla spalla che lo costrinse a guardarla.

“Non succederà.” Disse con dolcezza e tranquillità, aveva sempre avuto questa fiducia ceca nei suoi confronti, in qualsiasi situazione si trovavano, lei non perdeva mai la fiducia in lui.

“Ho i miei dubbi.” Disse abbassando lo sguardo come per vergognarsi di quell’atteggiamento.

“Io ho fiducia in te.” Disse costringendolo a guardarla negli occhi.

“So con certezza che troverai la soluzione e mi riporterai da te.” Disse con convinzione e una calma che sembrava innaturale.

“Hai tutte le rispose, devi solo mettere insieme i pezzi.” Continuò, il Dottore aggrottò la fronte non capendo.

“Che vuoi dire?” domandò confuso.

“Ti ho appena dato l’ultimo tassello, adesso tocca a te.” Rispose, ma il Dottore continuava a non capire.

“Devi fare in fretta, presto non riuscirò a trattenerlo.” Continuò la ragazza, il Dottore non riusciva a smettere di guardarla, possibile che quello non era un sogno, possibile che Rose fosse lì con lui?

 

Prima di poterle chiedere qualcos’altro scomparve e lui si risvegliò nel suo studio, con la testa sui documenti, e Ianto che lo chiamava.

“Che cosa è successo?” chiese confuso, togliendosi gli occhiali.

“Credo si sia addormentato, signore.” Rispose il giovane, mentre metteva sul tavolo una tazza di caffè caldo e qualcosa da mangiare.

“Le ho portato qualcosa da mangiare.” Disse il ragazzo con calma.

“Grazie Ianto. Ci sono novità?” chiese.

“Nessuna.” Rispose per poi andare via.

Non riuscì a non pensare a quel sogno, alle parole di Rose, sempre se quello non fosse solo la sua immaginazione.

Si alzò per affacciarsi alla grande finestra, guardò la sua immagine riflessa nel vetro, si passò la mano sulla barba incolta, era stanco, indossava ancora gli stessi vestiti da quando Rose… Erano ormai diversi giorni che non tornava a casa, che non si fermava un attimo, chiuse gli occhi per un secondo e fece un respiro profondo.

 

“Hai tutte le rispose, devi solo mettere insieme i pezzi.”

 

La voce di Rose tornò a farsi strada in lui, l’immagine di quel sogno tornò nuovamente nella sua mente. Si voltò di scatto verso la scrivania e guardò i documenti sparsi sulla scrivania.

 

“Ti ho appena dato l’ultimo tassello, adesso tocca a te.”

 

Di nuovo la voce di Rose, di nuovo l’immagine del sogno fatto, si affrettò a cercare tra quei fogli, forse poteva salvare Rose, forse non era troppo tardi. Chris entrò in quel momento.

“Dottore deve venire, si tratta di Rose.” Esordì frettolosamente il ragazzo.

“Che cosa succede?” domandò preoccupato.

“Non lo so, neanche i medici sanno che le sta succedendo.” Rispose il ragazzo sempre più preoccupato, il Dottore lo superò di corsa uscendo dallo studio sperando di avere ancora tempo e che non si stava sbagliando.

 

Fine

Capitolo XII

 

Note finali: Un po’ più corto degli altri, credo, ma spero che vi sia piaciuto, ricordatevi di recensire.

 

Spazio Recensioni:

 

LaTum: Hai proprio ragione, la scena in cui Ten va a trovare Rose è davvero straziante, anche se io inizio a piangiare già quando lui parla al nonno di Donna, quei due episodi sono di un’intensità unica. Qualche mese fa li ho voluti riguardare proprio per farmi del male da sola e mi sono ritrovata in una valle di lacrime… Ten resterà il mio Dottore.

 

_Eleuthera_: Sono davvero felice di sapere che la storia continua a piacerti nonostante i miei errori, purtroppo non saprei a chi fare leggere queste storie, nessuno delle mie amiche segue il Dottore, anzi una c’è, ma odia essere spoilerata, e si sta ancora godendo la prima stagione, quindi mi ammazza se le anticipo quello che succede a Rose e il Dottore, ma m’impegnerò al massimo per colmare le mie lacune.

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: KillerQueen86