Il
cielo era coperto dalle nuvole grigie che preannunciavano solo pioggia, il
vicolo era buio e umido. Una figura nera correva a per di fiato ignorando il
mondo attorno a sé, ignorando il dolore che arrivava dalla spalla, il pulsare
della ferita sulla gamba e il sangue che gli scorreva sul viso da un taglio
profondo che aveva sulla fronte.
Da quanto correva?
Non lo sapeva neppure lui, era esausto, dolorante ma non poteva mollare… non poteva finire in mano loro.
Dietro di lui, in lontananza, si
sentirono delle voci.
Lo stavano raggiungendo, lui era
troppo debole per poterli affrontare ora, ne aveva messi fuori gioco un paio ma
non bastava… ancora due di loro gli davano la caccia.
Forse i due più pericolosi.
Cercò di aumentare la corsa socchiudendo
gli occhi per il dolore alla gamba.
I ciottoli scivolosi
dell’asfalto lo tradirono, scivolò a terra con la faccia dentro una
pozzanghera.
- Eccolo!- urlò una voce roca e
molto profonda.
- Ora sei morto!- echeggiò una
seconda voce fredda e stridula, probabilmente era una donna.
Il primo uomo gli diede un
calcio nel costato facendolo voltare con la forza.
L’uomo aprì gli occhi guardando i suoi inseguitori in faccia.
Entrambi erano vistiti di nero,
avevano il viso coperto dal cappuccio ma per lui non c’era bisogno del
cappuccio… li conosceva molto bene.
- Traditore… - sibilò l’uomo –
ci hai traditi.
- Vi sta usando. – mormorò
cercando di fargli aprire gli occhi.
- Taci!- urlò la donna
piazzandogli un altro calcio tra le costole – Non hai il diritto di parlare di
Lui… tu sei solo spazzatura! Ora muori… viscida serpe. – dalla mano delle donna
partì una sfera di energia rossa... l’uomo a terra la deviò con facilità pur
essendo molto debole.
L’uomo ghignò:
- Ci vuole di più che qualche
ferita per mettermi fuori combattimento. Voi dovreste saperlo… sono stato
addestrato molto bene. - chiuse gli occhi e si concentrò – Trasportus!
Ci fu un lampo d’orato e l’uomo
a terra sparì.
Il primo degli inseguitori urlò
alzando la testa verso il cielo nuvoloso e spinse la donna contro il muro.
- E’ solo colpa tua stupida
donna!
L’altra afferrò il colletto
della tunica nera dell’uomo e lo strattonò con forza.
- Non metterti contro di me! –
sibilò crudelmente – Non sai di cosa sono capace… e, comunque, l’hai visto
com’era ridotto. Ovunque sarà comparso sarà stremato… gli do due ore, poi
morirà.
- E se, invece, recupera le
forze? – chiese lui cercando di metterla in difficoltà.
- Noi riusciremo a
rintracciarlo. – ripose sicura la donna prima di scomparire in una nuvola nera
come il buio che li circondava.
***
Pioveva forte… dovunque fosse
pioveva talmente forte che aveva già tutti i vestiti zuppi.
Non sapeva dove fosse finito,
non aveva pensato quando aveva pronunciato quell’incantesimo, voleva solo
trovare un posto sicuro, un posto dove qualcuno avrebbe potuto aiutarlo.
Ma era così debole…
Il dolore, la stanchezza per la
corsa, la debolezza per tutto quello che aveva dovuto sopportare in poche ore
gli erano piombate addosso all’improvviso.
Le ossa gli facevano male, la
testa gli doleva e gli girava, forse aveva perfino qualche linea di febbre, le
ferite pulsavano, bruciavano e sanguinavano copiosamente.
Si appoggiò ad un muro prossimo
a svenire.
- Ehi ti senti bene?- chiese una
voce femminile alle sue spalle.
L’uomo rispose solo con un debole
gemito e scivolò sulla strada esausto. Sentì dei passi veloci dietro di lui e
poi la pioggia cessò.. qualcuno lo stava coprendo con un ombrello.
- A… aiuto… - riuscì a
balbettare con un filo di voce.
- Dio mio ma sei ferito… chi ti
ha ridotto così?
Gli occhi divennero pesanti, il
buio aumentava e il freddo gli aveva penetrato le membra come mille spade
acuminate.
L’ultima cosa che vide furono
due occhi blu splendenti come stelle.
Poi solo buio.