Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: lilyblack    30/11/2010    10 recensioni
Ho il mio testamento in tasca, se le mie volontà valgono ancora qualcosa, sarò sepolta insieme a te.
Le mie parole voleranno via con il caldo vento di giugno, forse moriranno o forse vivranno più di me.
Addio,
mio caro,
mio amato,
mio amico.
Tua.
--
Questa storia si è classificata PRIMA, al 'We are in love with a Dandy' Contest.Ha inoltre vinto il premio Titanic.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Nick (su forum e su EFP se differenti): LilyBlack
Titolo: L'inferno perduto
Personaggi: Dylis Derwent
Pairing (qualora presente): Dilys/Nuovo personaggio
Prompt:
22- Il Paradiso lo preferisco per il clima, l’Inferno per la compagnia.
Genere: introspettivo, epistolare.
Rating: verde
Avvertimenti:Oneshot
Trama: La prima preside donna di Hogwarts e alcuni pezzi del suo epistolario, parole che raccontano una donna divisa, forte e fragile allo stesso tempo, appassionata e malinconica. Generosa e tremendamente egoista. Una persona a tutto tondo, che si confessa all'unica persona importante della sua vita, ma sarà poi questa persona, abbastanza importante per lei?

NdA (ove inserire la vostra interpretazione della citazione): Il paradiso per lei è Hogwarts, la gloria, la possibilità di fare la storia eppure, preferirà sempre l'inferno del sudore quotidiano del San Mungo, delle notti insonni, della morte e delle malattie da curare.
L'inferno di ciò ha perduto e il paradiso di ciò che ha scelto, cosciente di scegliere la cosa sbagliata.

Non ho idea di cosa ne sia uscito fuori, non amo gli epistolari e non avrei dovuto scriverne mai, probabilmente .

Questa storia si è classificata Prima al 'we are in love with a dandy-Contest', vincendo anche il 'Premio titanic'.

L'inferno perduto.


1 Settembre 1741-Hogwarts



Caro Frederik,
oggi, primo Settembre dell'anno millesettecentoquarantuno, all'età di cinquantacinque anni, sono ufficialmente diventata Preside di Hogwarts.

Sotto un cielo grigio piombo, illuminato da candele galleggianti e dallo sguardo attento dei miei giovani alunni, sono diventata la guida di un nugolo di giovani menti. Non ti mentirò, la cosa un po' mi sconvolge. Non credere ai giornali, che probabilmente mi staranno già descrivendo tronfia ed arrivista.
Ho sempre pensato che essere preside sia una grande responsabilità, ma per quanto possa essere fiera ed eccitata da questa nuova, immensa, avventura, non posso non provare la paura che il saggio sente, alla bocca dello stomaco, quando prende in mano lo scettro del potere.

Non smetterò mai di essere una saggia Corvonero, nel caso tu te lo stia chiedendo; in realtà penso che non smetterò mai di essere una Corvonero in generale.
Ieri, dopo la nomina ufficiale da parte del consiglio, invece di tornare nel mio ufficio mi sono persa, ritrovandomi all'ingresso della sala comune di Corvonero, così stranamente silenziosa.
Ti ricordi il leggero brusio dei pomeriggi di studio in sala comune, Frederik?
Suppongo di si, tu ricordi sempre tutto, anche se fai finta di aver dimenticato il maglione del nostro ultimo giorno di scuola a casa mia.

Io amo i ricordi, non hai mai dimenticato nemmeno questo; il tuo maglione oggi riposa in un mobiletto in fondo alla mia camera da letto, qui a scuola, sono sicura che ti farà piacere sapere che un briciolo di te è tornato a scuola, non solo sotto forma di pensiero aleggiante nella mia testa.

Qui è tutto così nuovo, Frederik, nuovo e vecchio allo stesso tempo, che mi sento persa; ho vissuto sette splendidi anni della mia vita in questo castello, ne ho fatto la mia casa, la mia musa ispiratrice ed il mio punto di partenza, eppure questa mi sembra la prima notte che passo sotto questo tetto centenario.

Tutto è nuovo eppure nulla è cambiato: Pix continua ad urlare, la strega orba nasconde sempre quel passaggio segreto e la stanza delle necessità non ha certamente intenzione di togliere le tende dal settimo piano.
Tutto è nuovo e nulla è cambiato, tranne me. Sono io quella cambiata, io la causa del mio inspiegabile male. Ho provato a ripercorrere passi uguali, a visitare stanze mai viste,a scendere fino alle cucine di soppiatto spaventando gli elfi e a contare tutte gli scalini fra il secondo e il terzo piano, come una volta avevo visto fare a Prewett.

Sono ancora in preda all'ansia ogni volta che guardo la porta del mio ufficio, nessuno di questi vecchi movimenti ha riportato alla mia mente sensazioni passate, conosciute e rassicuranti; il mio metodo infallibile ha fallito per la prima volta, ma se mai ti sognerai di rinfacciarmelo, ovviamente negherò.

Sono stata una caposcuola, conosco bene l'ufficio del preside, ma mi sembra così estraneo ora che è vuoto e pronto ad essere riempito, da me. Impazzirò fino a credere di non farcela, già me lo sento, devo sempre arrivare al limite delle mie forze, per trovare la spinta a risolvere un problema.

Posso quasi sentirti ridere, nonostante i chilometri di distanza; non sono le tende il problema, brutto zotico, il problema è che non so nemmeno io quale sia il problema e sono una so-tutto-io poco brava ad ammettere i propri errori.

Il mio ufficio però sarà il punto di partenza per ambientarmi e si, tenterò di aiutarmi anche con le mie ridicole, secondo il tuo sbagliato punto di vista, tende rosa.

Una cosa è certa, non lascerò che questo ufficio sia come quello del San Mungo: lavoro nuovo, vita nuova, è la cosa più giusta.

Non sarà facile dimenticare l'ospedale che, senza falsa modestia, ho contribuito a rendere grande, ma Hogwarts mi ha chiamata e io ho risposto, in fondo la mia missione è essere li dove c'è bisogno, anche se questo significa non essere una medimaga.

Io, Dylis Derwent, oggi divento la prima preside donna della storia di Hogwarts.
Sono tempi felici questi, per il mondo dei maghi, non ha proprio senso che io stia qui a preoccuparmi per un vecchio ufficio al San Mungo, non trovi?


Ora ti saluto,
voglio provare a salire fin sulla cima della torretta del mio ufficio: si dice che da li si possa vedere il paradiso.


Tua.

DD




1 Settembre 1746-Hogwarts


Caro Frederik,
non sgridarmi. Lo so che è da molto tempo che non ti scrivo, ma ho avuto molto da fare qui alla scuola e sono certa, che quando saprai cosa mi ha trattenuta dallo scrivere a te, amico fedele, non riuscirai ad arrabbiarti con me.

Ho studiato a lungo, come avevo promesso che avrei fatto, i diari dei vecchi presidi per rendermi conto di cosa andasse mai migliorato in questa scuola che, a prima vista, sembra perfetta.

Ho studiato a lungo per gli altri e per me stessa, amo studiare, amo imparare e migliorarmi, e infine amo vincere tutto ciò che di irrazionale incontro. Paure comprese.

Ho innalzato nuovi incantesimi, per proteggere Hogwarts dai Babbani e i suoi abitanti dalla paura che i cacciatori di Streghe, quei pochi stupidi ancora in circolazione,potessero trovarli.

Ho potenziato la presenza di ore in Difesa contro le Arti Oscure all'interno del programma scolastico, perché i ragazzi possano essere degli adulti preparati a tutto, per quanto questi siano dei momenti di pace.

Ho creato, infine, dopo tante lungaggini burocratiche, un'infermeria all'interno della scuola, per curare chi ad Hogwarts ci abita, nei casi in cui fosse troppo disagevole arrivare al San Mungo.

Ora devo andare, ti scriverò ancora presto.

Tua

DD.


2 Settembre 1746-Hogwarts

Caro Frederik,
probabilmente la lettera di ieri non ti è arrivata e io già ti scrivo.

Non ti ho ingannato vero?
Non sono riuscita a mentirti, con le mie parole sull'infermeria.

Sono sicura che non sono riuscita a raccontarti una delle bugie peggiori della storia, non sono mai riuscita a mentirti infondo.

Non sono riuscita a mentirti quando ti dissi che si, continuare a lavorare a nuove cure per me era più importante di tutto.

Non sono riuscita a mentirti quando ti dissi che forse, sarei potuta volare via con te, hai sempre saputo che non avrei resistito più di due giorni, lontana dalla mia Londra.

Non sono probabilmente riuscita a mentirti anche quando ti ho detto che sarei riuscita a restare a lungo lontana da fialette, pozioni e ricostituenti.

Hogwarts è il paradiso, Frederik, non ho intenzione di negarlo.

Essere preside è paradisiaco, confortevole e prestigioso eppure, a volte, mi sento così stanca che scappo via.

Scappo con la mente, con i sogni e infine, anche con i piedi.

Io, dignitosa ed altera, fiera dei miei capelli biondi e del mio naso perfettamente dritto, mi nascondo dietro una pozione e un cappuccio troppo grande, per poi scappare via da queste mura centenarie in cui tanti, forse tutti, sognano di vivere.

Non penso ci sia bisogno che io ti dica dove i miei bisogni e sogni mi portano, ogni volta.

Mi ritrovo, come una ladra, a guardare quei corridoi in cui un tempo ho regnato come una regina.

Mi ritrovo, come una ladra, a giurare di non farlo più.

Io, però, manterrò il mio giuramento, perché non posso permettermi di mancare alle promesse che ho fatto, innanzi al mondo, il giorno in cui mi sono insediata in quel piccolo studio protetto da due Gargoyle.

Io terrò fede alla mia promessa, perché la faccio innanzi a te, te a cui non ho mai veramente mentito, te che ho sempre portato nel cuore.

Tu, semplicemente tu Frederik, sarai il testimone della mia verità e della mia promessa. Io, Dylis Derwent, da oggi in poi, fa fede la data d'intestazione della lettera, non metterò più piede al San Mungo se non durante le, eventuali, visite ufficiali o di emergenza e consacrerò tutta me, tutto quello che resta della mia vita, ad Hogwarts, mia scuola e missione.



Sembra quasi che io abbia scritto un giuramento solenne, come quello del matrimonio che, per colpa mia, non vedrò mai.

Ora ti saluto davvero,

mio caro.


Tua

DD.



31 Giugno 1768-St.Ives



E' strano come cambino le prospettive, quando ci si avvicina alla fine, mio caro.

Prospettive, abitudini e priorità.

Non ti ho nemmeno scritto il solito, celiante, 'Caro Frederik' , che mi faceva sentire un po' come una bambina alla sua prima cotta, cosa che in effetti, non ho mai smesso di essere, con te. Non sono ipocrita, quando pronuncio questo lezioso aggettivo: sei e rimarrai sempre, l'essere umano che io abbia più avuto a cuore, nella mia vita. Non è colpa mia o tanto meno tua, soprattutto non è colpa tua, se l'unica cosa capace di bruciarmi il cuore di passione sia stato il mio lavoro.

No, non sto esagerando.

Gli innamorati dimenticano di mangiare a volte, e io ho ripetuto per anni che la mia forma fisica è dovuta alle innumerevoli volte in cui, per studiare, ho digiunato.
Gli innamorati non dormono e, lo sai meglio di me, fin troppe notti mi hanno vista insonne, con gli occhi incollati ai tomi di Mediguarigione, nonostante ci fosse un mondo pieno di rivoluzioni da scoprire, oltre le pareti della mia stanza.

Non mi è mai interessato il mondo oltre il mio cervello, ho sempre pensato che quello che provavo e pensavo io, fosse più importante di qualsiasi altra cosa. Non ho mai sprecato tempo a far finta che così non fosse, a fingermi accondiscendente e, dannazione, normale.

Non sono normale, non lo sono mai stata. Sono stata una folle, che per amore di qualcosa di immensamente più grande, ha passato gli ultimi trentanni della sua vita divisa in due.

Dilys Derwent era Preside di Hogwarts, una donna che ha fatto storia, la prima donna dopo Rowena e Helga a prendere il potere, in quelle mura centenarie; DD, la tua DD, è rimasta sempre la solita medimaga che, appena poteva, fuggiva a nascondersi nei corridoi del San Mungo.

Non ho mai smesso, Frederik. Non ho mai smesso di mentire al mondo e, visto che a te non potevo mentire, ho smesso di raccontarti cose importanti, ho virato sul nulla, sul vuoto e sulle inezie. Quanti anni sono passati dall'ultima volta che ti ho aperto veramente il mio cuore? Non lo so.

Non lo so e, credimi, non perderò tempo inutile a dirti che sono pentita.
Questa lettera è un testamento e nella morte, amico mio, non ci sono spazi per le stupide ipocrisie.

Non mi sono pentita di niente di ciò che ho fatto nella mia vita, Frederik, nemmeno di quella folle scelta di diventare Preside; vivere una doppia vita mi ha fatta quasi morire dentro, eppure non riesco a rinnegare un solo attimo di quello che ho fatto.

Sempre, stupidamente, fedele alla mia onestà intellettuale.

Probabilmente chi leggerà in futuro queste lettere avrà un'idea talmente sbagliata di me, da voler buttare la mia memoria nelle fiamme di un camino; la mia anima non li maledirà, faranno la cosa giusta.

A chi potrebbe interessare la vita, narrata in poche lettere sbiadite, di una donna divisa, maciullata fra le sue passioni, i suoi doveri e un bene più grande che nemmeno è mai riuscita ad afferrare del tutto?

Viva,
appassionata,

e malinconica.

Mi basta sapere che rimarrò così, indelebile, nella tua memoria; non mi interessa, non mi è mai interessato, il pensiero di nessun altro, nonostante possa sembrare che io abbia vissuto la mia vita, interamente per la gloria.

Sono molto più egoista di quanto si possa pensare: ho vissuto la mia vita esclusivamente per me stessa, forse avrei dovuto finire a Slytherin.

Sono talmente egoista da non pensare che i miei professori si preoccuperanno, quando non mi vedranno tornare.

Sono malata Frederik, sono malata da mesi e loro, i miei fedelissimi, lo scopriranno solamente oggi, con me oramai troppo lontana perché loro possano fare una qualsivoglia azione curativa.

Non voglio guarire, è arrivata la mia ora e non intendo oppormi ad essa, nella stessa misura in cui non intendo rivedere il San Mungo da malata.
Non morirò nello stesso luogo dove sono vissuta.
Morirò, invece, nello stesso luogo dove sarei potuta vivere, ma che ho rifiutato anni fa.

Sono sulla sua tomba, Frederik, nel tuo amato paese natale in Cornovaglia, non è la prima volta che vengo a trovarti qui, ma ovviamente tu lo sai, tu sai sempre tutto.

La tua foto mi sorride, chi sa se tu faresti lo stesso, oppure se mi guarderesti severo, tentando di convincermi a curarmi, a vivere. Sei sempre stato più nobile di me.

Ho il mio testamento in tasca, se le mie volontà valgono ancora qualcosa, sarò sepolta insieme a te.

Le mie parole voleranno via con il caldo vento di giugno, forse moriranno o forse vivranno più di me.


Addio,
mio caro,
mio amato,
mio amico.


Tua.

DD.



Londra, Bathilda Bath's Museum, stanza manoscritti.
Anno domini 2000
Teche 1, 10 e 25 del fondo Dylis Derwent.


'Io non riuscirei mai a fare una scelta del genere...Tu, Hermione?'

'Nemmeno io Ginny, nemmeno io.'

'Però la ammiri...'

'Si potrebbe fare altrimenti? Si potrebbe non ammirare un cervello, una personalità e un fervore tale? Vorrei avere la stessa determinazione.'

'Invece ti sei innamorata di mio fratello...'

'Rimane una delle cose migliori che abbia fatto, piccola insolente'


Una risata risuonò nella stanza, al passaggio delle due ragazze.
Un raggio di sole splendeva ancora, su quelle teche di cristallo che facevano perdurare, nella memoria, la stella imperitura della prima donna che avesse mai guidato Hogwarts a discapito, anche, della sua stessa salute fisica e mentale.

Un raggio di sole splendeva ancora sulle parole lasciate da un'anima che, in vita, non aveva avuto il coraggio di brillare apertamente.

Un raggio di sole faceva brillare un'ultima, e forse unica, lacrima accanto alla firma dell'ultima lettera.

Un raggio di sole illuminava la targa che testimoniava quanto lei non aveva mai avuto il coraggio di sperare: nonostante tutti i suoi errori, era ancora ammirata più di quanto non si fosse permessa di augurarsi in vita.


**In memoria di Dylis Derwent, morta il 31 giugno 1768, sulla tomba di Frederik Dalloway e lì sepolta, come da testamento.

Donna di incredibile coraggio e fervore, le sue lettere saranno esposte affinché nulla, della sua eredità, sia mai dimenticato.**

---------------------------------------------------------

Da qui in poi, il giudizio della giudice, e poi nei prossimi giorni i banner con la motivazione del premio speciale.
Spero che la storia vi sia piaciuta **

Lily Black

LilyBlack – L’inferno perduto
ORIGINALITA': 10/10 
ATTINENZA E COERENZA CON IL TEMA DEL CONTEST: 10/10 
GRAMMATICA E LESSICO: 15/15 
CARATTERIZZAZIONE DEI PERSONAGGI: 10/10 
GRADIMENTO PERSONALE: 10/10 
TOTALE: 55/55

Ci sono davvero rimasta di fronte alla tua storia. 
Non mi aspettavo di trovarmi di fronte ad una storia epistolare, né di fronte ad un personaggio di una generazione così vecchia. Inoltre credo tu abbia colto appieno il senso della citazione, cioè l’indicare con paradiso ed inferno due diversi stili di vita e questo ti ha dato il massimo per l’attinenza, mentre aver associato questi stili di vita ad un lavoro ha contribuito ad aumentare i punti in originalità. Trattandosi di una storia epistolare, non si può pretendere che venga caratterizzato chi la riceve e poi per come hai impostato il racconto, Dilys occupava tutta la scena ed il suo carattere e la sua personalità forte emerge da ogni parola, così come emerge il suo rimanere a testa alta dopo aver compiuto la scelta più giusta e sbagliata della sua vita.
Che mi è piaciuta potrei ometterlo, ma è doveroso ripeterti ancora una volta che il tuo stile si addice perfettamente anche alle storie epistolari riuscendo a non renderle mai pesanti, ma sempre scorrevoli nonostante il sentimento che trasudano e che io proprio non sono riuscita a fermarmi una volta cominciata la lettura.
La grammatica è a posto, ogni virgola messa nel punto giusto, nessun accento saltato, nessun errore di stampa. Perfetta, insomma.
Brava e complimenti come sempre. 

   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: lilyblack