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Autore: EffieSamadhi    30/11/2010    1 recensioni
[Dirty Dancing II]
Con la salita al potere di Fidel Castro, Katie e la sua famiglia sono costretti a lasciare Cuba. Nonostante le promesse, Katie e Javier vanno avanti con le loro vite. E così, mentre Katie si sposa e ha una figlia, Javier apre un'officina e diventa il re della 'Rosa Negra'.
Passano gli anni (diciannove, per l'esattezza), e il destino gioca le sue carte, riportando Katie a L'Avana. Accompagnata dalla sorella Lucy e dalla figlia, Isabella, che rivela un inaspettato talento per la danza, e sembra dimostrare una certa simpatia per il fattorino dell'hotel, tale Ricardo Suarez...
***
La ff presenta alcune "incongruenze" rispetto al film, e inoltre ho sbagliato nell'inserire il nome della sorella di Katie, che nel film si chiama Susie: lo so, dovrei cambiarlo, ma ormai per me il personaggio si chiama Lucy. =)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’Avana, Cuba, 1977

Agosto

 

            Isabella era nervosa. Continuava a sistemarsi il corpetto dell’abito rosso, come se avesse potuto caderle da un momento all’altro. E di tanto in tanto si grattava la gamba con la punta della scarpetta, cercando di nascondersi allo sguardo indagatore della zia. Lucy represse un sorriso, e le si rivolse con il tono più dolce di cui era capace: “Tesoro, se vuoi possiamo tornare in albergo.”

            “E darla vinta alla mamma? Nemmeno morta.”

            Lucy si concesse un sorriso. Isabella aveva il temperamento dei Miller, non c’era alcun dubbio. E la testardaggine dei Suarez. Passò un braccio dietro le spalle della nipote e la guidò oltre l’ingresso della Rosa Negra.

            Era rimasto tutto esattamente come un tempo: il lungo bancone del bar, dietro il quale, come sempre, troneggiava il fedele Luis; la pista gremita di ballerini; la piccola orchestra che non smetteva di suonare mai, se non per pochi secondi; la penombra, in netto contrasto con le luci colorate; l’aroma del legno della pista da ballo, il rumore delle scarpe che lo calpestavano, il ritmo dei cuori di chi, su quella pista, lottava per conquistarsi il titolo di re della Rosa Negra. Lucy sapeva che Isabella ne sarebbe rimasta affascinata, come lei e Katie diciannove anni prima.

            “Allora, che ne dici? Non male, per essere un locale anni Cinquanta, no?”

            “Zia, sei sicura che questo posto non sia cambiato, da quando ci venivi con la mamma?”

            “Nemmeno di una virgola, tesoro.”

            Si avvicinarono al bancone e ordinarono da bere. Per Isabella, un succo di frutta, e per Lucy un drink leggero. Presero posto su due sgabelli piuttosto alti, osservando l’intero locale. Lo sguardo della ragazza cadde sulla parete dietro il bancone, gremita di fotografie scattate nel corso degli anni. “Zia, voi siete stati qui nel 1957, vero?”

            Lucy scosse la testa, bevendo un sorso. “Era la fine del 1958. Ce ne siamo andati poco dopo Capodanno.”

            Isabella annuì, e tornò a guardare le fotografie. “Zia, non trovi anche tu che quella ragazza…”

            “Cosa, cara?” le domandò Lucy quando la nipote si interruppe.

            “Santissimo Iddio, quella è mia madre!” esclamò Isabella, puntando il dito contro la fotografia che ritraeva Javier e Katie impegnati in un complicato passo.

            Lucy sorrise. “Ottimo spirito d’osservazione.”

            “Ma che… aspetta, c’è qualcosa scritto sotto. Javier Suarez y Katie Miller: El…

            El Rei Y La Reina De La Rosa Negra” completò una voce profonda e familiare soltanto a Lucy. “Il re e la regina della Rosa Negra.”

            Lucy si voltò, sorridendo. “Luis!”

            “Señorita Miller, non pensavo avrei avuto il piacere di rivederla qui” la salutò lui, prendendole la mano e sfiorandola con le labbra.

            “Mi sono concessa una vacanza, e ho portato con me mia nipote. Le presento Isabella. Isabella, questo è Luis Santoro, è il padrone della Rosa Negra.”

            Encantado. Lei non assomiglia a sua madre.”

            “No, in effetti no” confermò Isabella.

            Luis si voltò a guardare la fotografia. “Ma scommetto che ha lo stesso talento della señorita Katie.”

            “Non saprei, non ho mai ballato. Mi perdoni, signor Santoro, ma potrei sapere chi è l’uomo con mia madre, in quella foto?”

            Luis Santoro sorrise. “E’ Javier Suarez, el rei de la Rosa Negra.”

            “Viene ancora qui?” si informò Lucy.

            “E’ per questo che ho detto che è il re della Rosa Negra. Raul è morto, e Javier era il solo che potesse prendere il suo posto. Eccolo là!” esclamò, puntando il dito grassoccio verso il centro della pista, dove un uomo di circa quarant’anni e una donna della stessa età stavano danzando forsennatamente, al ritmo della piccola orchestra.

            “Non è Esmeralda!” osservò Lucy.

            “Esmeralda non danza più, da quando Raul è stato ucciso dalla polizia castrista. Gli ha dato l’addio ballando un’ultima volta con Javier, poi non si è più vista. Poverina, ha sofferto così tanto…” osservò Luis, improvvisamente intristito.

 

            Rimasero a chiacchierare con Luis per parecchio tempo, senza curarsi del resto del locale. Nessuna delle due si accorse che molti degli sguardi dei ragazzi presenti si stavano posando su Isabella, e sul suo bel vestito rosso. Uno di loro mise insieme il coraggio necessario, e si avvicinò per invitare la ragazza a ballare. Ricevette un rifiuto che non ammetteva repliche. Si fece avanti un altro. E poi un altro. E un altro ancora. Ma Isabella aveva una sola risposta per ciascuno di loro: “No, grazie.”

            Proprio quando sembrava che i pretendenti avessero desistito, si avvicinò un giovane alto, dallo sguardo profondo e con un sorriso sornione stampato sul volto. “¿Quieres bailar, americana?” Isabella non conosceva lo spagnolo, ma non ebbe difficoltà a comprendere quella domanda. Vuoi ballare, americana? Avrebbe voluto dire di no. Avrebbe dovuto dire di no. Ma non si trattava di uno dei tanti: era il fattorino dell’hotel. Si erano incrociati un paio di volte, durante quella settimana, e ogni volta lui le aveva sorriso. E a ogni sorriso, il cuore solido di Isabella si era squagliato come neve al sole. Si limitò ad annuire, facendo scivolare la sua mano su quella di Ricardo.

            Lucy rimase a guardare, mentre la ragazza si allontanava con il giovane fattorino. Sorrise, pensando che probabilmente sarebbe finita come sua madre. Finì il proprio drink e rimase a guardare la pista da ballo, cercando di cogliere le mosse della nipote. Si stupì: Isabella non aveva mai ballato, nemmeno per scherzo, eppure si stava rivelando piuttosto brava. Certo, forse non sarebbe diventata la regina della Rosa Negra quella sera, e forse nemmeno entro Capodanno, ma era certo che avesse un certo talento. O forse era solo quel fattorino, quel Ricardo, ad avere un enorme potenziale. Probabilmente ogni donna si sarebbe trasformata in una provetta ballerina, stretta tra quelle braccia. Non riuscì a non provare una fitta di invidia, al pensiero che la sorella e la nipote, se solo avessero voluto, avrebbero potuto avere tutti gli uomini del mondo, mentre lei… non che non avesse avuto anche lei dei pretendenti, anzi: suo padre aveva ricevuto un paio di proposte, ma nessuno era mai riuscito a colpirla al cuore come Javier aveva fatto con Katie, o come Katie aveva fatto con Thomas. Coraggio, Lucy, forse un giorno arriverà qualcuno anche per te. Per adesso accontentati di innamorarti soltanto sul palcoscenico.

            Persa nei suoi pensieri, non si era accorta che la musica fosse cambiata, e che Isabella era stata passata ad un altro ballerino. Un ballerino dal fisico asciutto e dai capelli scuri, più basso del fattorino, ma con il medesimo talento. “Oh mio Dio…” sussurrò Lucy, rendendosi conto di chi si trattasse.

            Isabella stava ballando con suo padre.

   
 
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