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Autore: sweetpast    01/12/2010    9 recensioni
Il serial killer B.B di Los Angeles è morto per mano di Kira, ma ha lasciato un atipico messaggio nelle mani di L.
Il detective si vedrà costretto a riportare sulla retta via un personaggio dalla mente distorta, ma, secondo il serial killer, ancora recuperabile.
Chi è questo personaggio? Riuscirà L ad evitare che la situazione degeneri? Ad aiutarlo, anche tre piccoli geni di nostra conoscenza.
La Lole tenta con una long seria. Speriamo bene ;)
Genere: Generale, Thriller, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L, Matt, Mello, Near
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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06. Chi {blood}

 

Mello richiuse la porta della stanza con un gesto stizzito.

«Che è successo, Mel, ti è di nuova finita la cioccolata?» chiese il suo compagno di stanza, senza alzare gli occhi dal videogame.

«No» ringhiò il biondo. «È quel ragazzino che mi dà sui nervi!»

Matt sbuffò, mentre l'amico si gettava sul letto iniziando a trangugiare con foga una manciata di Lindor, e scosse la testa. «È solo un bambino deviato, lo sai, che fastidio può darti?»

«Mi indispone.»

«A me è sembrato che stesse molto sulle sue...»

«Appunto!» Mello alzò la voce, chiudendo il discorso. Matt lo fissò in silenzio masticare con rabbia. Poi, in un vano tentativo di proteggersi dalle conseguenze di ciò che stava per dire, si calò gli occhialoni colorati sugli occhi, e azzardò.

«Secondo me c'è dell'altro, Mel.»

«Mh?» questi gli rivolse un'occhiata molto scoraggiante. Matt pensò che, forse, sarebbe stato meglio stare zitto pr evitare di essere spellato vivo. Ma ormai il danno era fatto, e se non avesse continuato sarebbe stato comunque costretto a parlare. E nel caso avesse tentato la fuga con una cretinata qualsiasi avrebbe ottenuto lo stesso effetto.

«Allora?»

Accidenti, Mello era proprio ingestibile!

Matt respirò a fondo.

«Quel ragazzino... non ti piace perché riceve troppe attenzioni da L, vero?»

Parole eroiche, le sue.

E a giudicare dall'espressione dell'amico, aveva fatto centro.

Però qualcosa nell'aria, qualcosa tipo il Lindor crudelmente disintegrato nel pugno del ragazzo, che lo fissava con occhi assottigliati e le labbra serrate in una smorfia poco rassicurante, gli fece presagire che sì, le sue parole eroiche lo avrebbero portato alla morte precoce e che il suo brillante futuro da detective (D'altronde ci aveva azzeccato in pieno, altrimenti Mello si sarebbe limitato a lanciargli i cioccolatini in testa. Forse.) sarebbe stato stroncato sul nascere.

Beh, almeno sarà una morte drammatica!”

 

L spense il computer, quando i suoi occhi cominciarono a stancarsi dello schermo luminoso. Innanzitutto doveva controllare Yoru e assicurarsi che non fosse successo niente. E vedere se i ragazzi avevano qualcosa da riferirgli. Si alzò goffamente dalla sedia e si mosse verso la porta, prendendo a mordicchiarsi il pollice.

Appena mise piede fuori dalla stanza sentì delle grida infuriate provenire dal corridoio.

...Mello.”

Cosa aveva fatto, stavolta?

Entrò nella stanza del biondo senza bussare, e vide quest'ultimo che cercava di picchiare un Matt implorante di non essere ucciso.

«Che succede, ragazzi?» al suono della voce pacata del detective, i due si zittirono immediatamente, mentre lui li fissava.

«E soprattutto, dov'è Yorushi-kun?»

 

Uh...”

Near aprì gli occhi, lentamente, mettendo a fuoco quello che aveva davanti. Poco prima li aveva stretti così forte che gli ci volle un po' a vedere chiaramente.

Respirò a fondo.

Non sono morto.”

Quando Yoru gli si era lanciato contro aveva provato un bello spavento, ma pian piano stava riacquistando la calma.

Sentiva un gran dolore al ginocchio destro. Abbassò lo sguardo: il coltellino svizzero di Yoru era conficcato appena sopra la rotula e aveva aperto uno squarcio notevole, dal quale scivolava copioso il sangue che macchiava pigiama e pavimento.

Decise che sarebbe stato meglio non muoversi, e tornò a guardarsi intorno, cercando il bambino.

Era seduto a gambe incrociate poco lontano, chino a contare le mattonelle.

Aveva un'espressione quasi offesa e lo sguardo vacuo.

«Ti fa male?» chiese ad un certo punto.

Near rispose dopo qualche attimo. «...S-sì.»

«Così non puoi andare via.» Asserì Yoru.

«Perché... mi hai chiesto se mi fa male?»

«Perché volevo saperlo. Sono curioso, non so che sensazione sia il dolore.»

«Non ne hai mai provato?»

«Sì, ma non l'ho capito.»

In che senso non l'ha capito?”

Near si accorse che nonostante lo avesse ferito gli aveva continuato a parlare. La paura era durata solo qualche secondo. Si stava comportando come se niente fosse successo. Forse... sentiva che quel bambino, in fondo, non era così pericoloso.

 

«Come sarebbe a dire che non sapete dove si trova?» chiese L. Calmo.

Troppo calmo.

Matt si tirò indietro. «Io sono sempre stato qua, non mi sono mosso!»

Mello o guardò male, poi sospirò.

«Ci ho parlato un attimo, ma poi mi ha infastidito e sono andato via.»

«Cosa gli hai detto?»

«Beh...» il biondo roteò gli occhi. «Gli ho solo detto che sarebbe potuto andare d'accordo con Near, niente di che.»

«Quindi ora è con Near?» lo sguardo di L si fece scuro. «Da solo?» aggiunse poi.

«...»

«Oh cazzo.» si azzardò a dire Matt, spalancando gli occhi.

Il silenzio era diventato quasi tangibile. L fissava i due ragazzi a labbra serrate, Mello boccheggiava con aria dispersa, mentre si accorgeva del danno fatto, e Matt si portò una mano alla bocca, spostando lo sguardo smeraldino dall'uno all'altro, in una tacita richiesta di dire qualcosa per spezzare la tensione.

«Mello.» disse infine L, ma in un tono che riuscì a far vacillare la sicurezza del biondo. «È nella sua stanza?»

«Non lo so» mormorò lui «Credo di sì.»

 

«Cos'è, quindi, il dolore?» Near fissò il bambino, che si era alzato rimanendogli di spalle. «Mi sai rispondere?»

Near parve pensarci un attimo, lo sguardo fisso sulle gocce vermiglie che si insinuavano agili nelle pieghe del pigiama troppo largo, poi si chiarì delicatamente la voce. «Non lo so. Nemmeno io lo capisco.»

Yoru si voltò di scatto, incrociando lo sguardo del suo interlocutore, e dischiuse le labbra come a voler dire qualcosa, ma fu interrotto dalla porta che si spalancava.

«Ah! Mio dio! L'ha ucciso! L'ha ucciso!» urlò uno sconvolto Matt, additando Near che lo guardava piuttosto confuso.

Mello ed L lo raggiunsero all'interno.

«Che è successo?» domandò il detective, fissando il ginocchio dell'albino.

«Niente» disse questi, alzandosi impacciatamente «c'è stato un piccolo diverbio.»

Mello deglutì, non facendo caso all'amico che ancora vaneggiava, sbracciandosi, lì vicino a lui.

È colpa mia?” pensò, con rabbia.

«Va' a farti medicare, Near.»

«Sì.»

Zoppicò fino alla porta, a piccoli saltelli, dove un Matt finalmente convinto che fosse vivo gli tese la mano per aiutarlo.

«Spero che non accada niente del genere in futuro.» disse ad un tratto L.

«...»

«Sarebbe potuta finire peggio

Mello uscì dalla stanza letteralmente ringhiando.

Diamine!

Si sentiva totalmente inutile, si sentiva un peso. Le parole che aveva pronunciato il suo idolo erano calme, come sempre, però avevano agito su di lui come una ghigliottina.

E nel vedere Near che, appoggiato alla parete, avvertiva L di aver capito qualcosa, scoppiò miseramente a piangere.

 

 

 

**NdA**

 

Sono vivah!

Mi è finalmente tornata l'ispirazione, ragazzi. Mi dispiace tantissimo di avervi fatto aspettare anche quando ero sicurissima di aggiornare per tempo, ma qualche evento mi ha sconvolto completamente e mi è venuto il blocco ^^”

Mi dispiace.

Abbiate pazienza, baldi giovini(?), Lole è pigra, dovrete impazzire con i miei ritardi.

Ma io vi amo, quindi perdonatemi çOç

Vi ringrazio tutti, preferiti, seguiti, ricordati e recensitori *annuisce*

Adieu, sperando di non farvi aspettare ancora**

xxx Lole

   
 
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