CAPITOLO 4.
- Beh, allora io vado, - sospirò rassegnato Draco, scambiandosi uno sguardo sconfortato con Zabini. Non gli era mai stato particolarmente simpatico, troppo poco servizievole e troppo poco disposto ad adorarlo, troppo poco Tiger e Goyle insomma.
Eppure in quel momento si sentiva particolarmente vicino a lui, e non solo perché lei aveva deciso che il suo migliore amico non poteva essere altri che mister pelle chiara-occhi di ghiaccio. C’era qualcosa negli occhi del moro, beh, dietro le lenti, che li accomunava. Una scintilla di esasperata disperazione, nascosta dietro tutta la rassegnazione.
- Vai dove, Dray?
Draco sentì una fitta al cuore al suono di quel nome.
Avrebbe dovuto esserci abituato ormai, ma ogni volta che lo sentiva, provava lo stesso sconfinato orrore.
Perché ci sono cose a cui non ti puoi abituare e Dray è una di quelle.
- Dalla mez...a fare un giro.
Non si sforzò di inventarsi una scusa migliore, Draco.
La situazione ormai era completamente degenerata: loro non facevano più caso a certi dettagli.
Volevano solo arrivare al punto.
Avrebbe anche potuto dire che andava alla ricerca degli Horcrux, nessuna ci avrebbe fatto caso.
Tanto a loro interessava una cosa sola: che oro e argento si fondessero in un unico sguardo, segnando così l’inizio di un nuovo, struggente amore.
Draco avrebbe espresso lo stesso concetto con meno, ma più veritiere, parole: loro volevano il suo sangue.
“E lo avranno,” fu l’ultimo, triste pensiero del biondo Principe Delle Serpi prima che uscisse dal dormitorio, avviandosi verso il suo triste destino. Verso il massacro. Verso lo stravolgimento di tutto. Verso la perdita di senso. Verso l’assurdità. Verso il ridicolo e banale. Verso il solito.
Verso la Dramione.