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Autore: EffieSamadhi    02/12/2010    1 recensioni
[Dirty Dancing II]
Con la salita al potere di Fidel Castro, Katie e la sua famiglia sono costretti a lasciare Cuba. Nonostante le promesse, Katie e Javier vanno avanti con le loro vite. E così, mentre Katie si sposa e ha una figlia, Javier apre un'officina e diventa il re della 'Rosa Negra'.
Passano gli anni (diciannove, per l'esattezza), e il destino gioca le sue carte, riportando Katie a L'Avana. Accompagnata dalla sorella Lucy e dalla figlia, Isabella, che rivela un inaspettato talento per la danza, e sembra dimostrare una certa simpatia per il fattorino dell'hotel, tale Ricardo Suarez...
***
La ff presenta alcune "incongruenze" rispetto al film, e inoltre ho sbagliato nell'inserire il nome della sorella di Katie, che nel film si chiama Susie: lo so, dovrei cambiarlo, ma ormai per me il personaggio si chiama Lucy. =)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Recordar. Dolerse. Volver

L’Avana, Cuba, 1977

Agosto

 

            “Però, quella ragazza ha talento” osservò Luis, rapito dalle evoluzioni che Javier e Isabella stavano compiendo. “Davvero non ha mai ballato?”

            “Nemmeno un passo” confermò Lucy. “Non credo ai miei occhi” aggiunse, rivolta a se stessa.

            Javier ballava con Isabella come avrebbe ballato con qualsiasi altra donna. Gli occhi scuri costantemente puntati in quelli della partner, i piedi che si muovevano veloci sulla pista, le mani che sapevano rendere ogni donna una ballerina provetta. Se solo Katie fosse stata lì… Mi ammazzerebbe, pensò Lucy. E poi ucciderebbe anche Isabella. E per ultimo Javier. E poi tutti i testimoni.

            La musica finì. Javier si inchinò e baciò la mano di Isabella, che aveva l’aria di non sapere dove si trovasse. Lucy rimase a guardare finché il fattorino non si fu di nuovo avvicinato, ed ebbe preso la ragazza per mano. Ora Isabella e Javier stavano andando in due direzioni diverse. Isabella e Ricardo stavano ricominciando a ballare, e Javier stava per risollevarsi con una bevuta.

            “Pago io la sua consumazione, Luis” intervenne, mentre Javier porgeva una banconota al barman.

            “Non è il… ¡que diablo! Lucy? Lucy Miller?”

            Lucy sorrise. “Hanno ragione, allora. Non sono cambiata affatto.”

            Javier abbracciò la donna, poi la scostò da sé e rimase a fissarla. “Dio, sono passati diciannove anni! Non puoi essere così… non sei cambiata, eppure sembri così diversa…”

            “E’ perché sono truccata. Ti assicuro che ho le mie rughe” scherzò lei.

            Javier rise, poi il suo volto tornò a farsi serio. “Lucy, lei…”

            “No” lo interruppe. “Katie non è qui, stasera. Aveva mal di testa, ha preferito rimanere in hotel” mentì. “Comunque dovresti essere contento. Hai conosciuto sua figlia.”

            “Davvero?”

            “La bruna vestita di rosso” ammiccò lei.

            “Mi stai dicendo che quella è la figlia di Katie?”

            Lei annuì. “Non le assomiglia per niente, lo so. Non so che dirti.”

            Javier rimase a fissare Isabella e Ricardo, sorridenti sulla pista. A sua volta, Lucy fissò lui. Era invecchiato, come lei, come Katie. Se non ricordava male, doveva avere almeno quarant’anni. Era invecchiato, ma come loro non era cambiato: poche rughe leggere attorno agli occhi e agli angoli della bocca, un velo di barba e mani macchiate di grasso. Ma la corporatura era rimasta la stessa: era ancora il ragazzo basso e dal fisico asciutto che aveva fatto innamorare sua sorella. Le labbra di Javier si dischiusero in un sorriso, poi si sciolsero in una risata, mostrando due file di denti bianchi e regolari.

            “Che c’è?” domandò Lucy, senza capire.

            “Katie sa che sua figlia è alla Rosa Negra?”

            “Certo. Comunque Isabella è quasi maggiorenne, può fare quello che crede.”

            “Cosa? È maggiorenne?”

            “Quasi. In inverno” mentì ancora Lucy. “Gennaio.” Un’altra bugia. A questo punto, una in più o una in meno, che differenza poteva fare?

            “Katie si è sposata.”

            “Già.”

            “Poco dopo il vostro ritorno.”

            “A marzo.” Verità. “Soffriva molto per la vostra… per la separazione.” Verità. “I miei non ce la facevano più a vederla così.” Verità. “L’hanno convinta a frequentare gente nuova.” Verità. “Ha sposato il figlio del nostro vicino di casa.” Verità. “Ha vissuto una vita serena.” Mezza verità.

            “E’ un uomo molto fortunato.”

            Lucy annuì. “E’ morto. L’anno scorso. In un incidente.”

            “Oh. Mi dispiace.”

            “Non lo conoscevi.”

            “Non posso essere dispiaciuto perché non lo conoscevo?”

            “Ha sposato la donna che amavi.”

            “E tu che ne sai?”

            “Katie è mia sorella. Parliamo di certe cose.”

            “Come sta?”

            Lucy fece spallucce. Proprio in quell’istante i due giovani si avvicinarono, sudati e stanchi per i troppi balli. Isabella parve arrossire, nel trovarsi davanti agli occhi il Re della Rosa Negra. Ci fu un istante di imbarazzo, durante il quale nessuno osò iniziare a parlare. Fu Lucy a prendere in mano la situazione, come al solito. “Isabella, ti presento Javier Suarez, il Re della Rosa Negra. È…”

            “…l’uomo della foto” completò la ragazza, porgendogli la mano e accennando alla foto sulla parete del locale.

            Javier seguì la direzione del suo sguardo. “Già. Sono io. Lucy Miller, ti presento mio nipote, Ricardo Suarez. Ricardo lavora al vostro hotel.”

            Lucy gli strinse la mano e lo fissò attentamente, cercando di nascondere la sorpresa. “Piacere, Ricardo. Javier, lui non sarà quel bambino che…”

            “Esattamente. Quello che stava sempre in braccio a me diciannove anni fa.”

            “Zio, io devo tornare a casa. Domani mattina sono di turno, e…”

            “Certo, devi andare. Vengo con te. Lucy, io…”

            “Certo, vai pure. Tanto andiamo anche noi. Non avevo notato che si fosse fatto così tardi. Katie mi ucciderà, se torniamo tardi.”

            Javier sorrise ancora, abbassando lo sguardo. Lucy non poté fare a meno di confermare il proprio giudizio: Javier Suarez stava invecchiando davvero bene.

   
 
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