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Autore: whateverhappened    02/12/2010    7 recensioni
«Bien, bien. Se Merlino vuole aujourd'hui stiamo tutti bone.» disse fra sé e sé Fleur, tornando alla bistecca che stava cucinando, che nel frattempo stava cominciando a bruciare. Bill la seguì con lo sguardo, non credendo a quanto fosse fortunato. Anche con un grembiule da cucina e i capelli malamente raccolti in una coda, Fleur sapeva essere bellissima. E aveva scelto lui, ancora non riusciva a capacitarsene.
Prima classificata al contest "Casa Delacour" e vincitrice del Premio Ambientazione.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bill/Fleur
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'La Belle et la Bête'
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Voulez-vous?





Era il tramonto quando l'auto si fermò di fronte alla casa, il cui intonaco normalmente color panna appariva nei toni dell'arancione grazie ai raggi del sole. Il ragazzo si guardò intorno sospirando, ogni volta che vi si recava non poteva fare a meno di pensare a quanto quel posto fosse magnifico: la villetta era circondata da un boschetto, esattamente in cima ad una collina da cui si poteva ammirare lo splendido panorama della Loira in mezzo al verde. La dimora di campagna dei Delacour non era un castello né una reggia, eppure sapeva togliere il fiato a chiunque la vedesse. Pur essendo isolata e lontana dai centri abitati, tutti vi arrivavano utilizzando l'auto: il mezzo babbano dava, infatti, l'opportunità di ammirare gli splendidi luoghi che si attraversavano per arrivare alla casa. Si prese qualche istante sulla soglia di casa, in perfetta solitudine, per contemplare quel paesaggio e cercare di imprimerne ogni dettaglio nella sua mente.
«Bill?» la voce femminile proveniente dall'interno lo fece sussultare, non pensava che lo avesse sentito.
«Sì.» rispose semplicemente, entrando. Raggiunse in pochi passi la cucina, dalla quale proveniva il profumo di una bistecca cucinata alle erbe. Chiunque conoscesse la proprietaria della casa non avrebbe mai detto che quella stanza, così intima nel suo semplice arredamento in legno, fosse stata allestita personalmente da Fleur. Bill sorrise leggermente, raggiungendo la sua ragazza ai fornelli. La baciò delicatamente sul collo, facendola ridere per il solletico, quindi si buttò a peso morto sulla prima sedia che incontrò.
«Bill, cos'hai?» Fleur aveva lasciato andare di colpo la bacchetta, con cui stava cucinando, per osservare l'espressione del suo ragazzo. Non si era comportato diversamente dal solito quando era rientrato, eppure lei aveva sentito che qualcosa non andava. Era seduto al tavolo, in silenzio a fissare un punto imprecisato nel vuoto, mentre una mano era infilata pigramente fra i lunghi capelli. Gli occhi, quegli occhi azzurri che tanto amava, erano resi opachi da qualcosa che lei non riusciva a comprendere.
«Oggi c'è stato un altro attacco.» rispose senza neanche voltarsi verso Fleur.
«Oh, mon Dieu! Tu... tu stai bone, mon amour? Sei ferito?» quasi senza che Bill se ne accorgesse la ragazza era sopra di lui, tastando ogni parte del suo corpo con tocco delicato, verificando che fosse illeso e pronta a curarlo se così non fosse stato. Sorrise, molte volte aveva detto a Fleur che avrebbe dovuto seguire la carriera di Medimaga.
«No, no. Tranquilla, sto bene.» le prese la mano che stava sul suo ginocchio, stringendola con le sue. Fleur sospirò di sollievo, accarezzando di rimando quella chioma che mamma Weasley tanto odiava.
«Non sarà qualcuno della tua familia? Tes amis? Qualcuno che conosciomo?» chiese di nuovo, sempre con una nota di apprensione ma decisamente molto più tranquilla di quanto non fosse stata in precedenza.
«No. Una famiglia di Babbani, ancora.» Bill alzò lo sguardo fino ad incontrare quello della donna francese di cui si era innamorato. Era incredibilmente sincero, ricco di talmente tante emozioni da far fatica a distinguerle. Fleur era stata accanto a lui fin dal primo istante, sostenendolo nelle sue scelte e combattendo una causa che poteva scegliere di non rendere sua. Non lo aveva mai abbandonato né mai c'era stato un attimo di incertezza, mai aveva visto una titubanza nel suo sguardo fiero. Ogni giorno, da quando erano insieme, viveva con il rischio di poter perdere da un momento all'altro il suo ragazzo eppure mai gli aveva chiesto di rinunciare alla sua lotta. Bill la amava per quello, amava quei particolari insignificanti che scopriva giorno dopo giorno, amava quella fossetta che si creava fra le sue sopracciglia quando era preoccupata.
«Bien, bien. Se Merlino vuole aujourd'hui stiamo tutti bone.» disse fra sé e sé Fleur, tornando alla bistecca che stava cucinando, che nel frattempo stava cominciando a bruciare. Bill la seguì con lo sguardo, non credendo a quanto fosse fortunato. Anche con un grembiule da cucina e i capelli malamente raccolti in una coda, Fleur sapeva essere bellissima. E aveva scelto lui, ancora non riusciva a capacitarsene.

«Fleur?» la chiamò istintivamente, il pensiero era arrivato alla bocca tanto rapidamente che quasi non se ne era accorto. Lei si girò immediatamente, scuotendo i capelli per scostare una ciocca che le era finita davanti agli occhi. Gli rivolse un gran sorriso, quasi abbagliante, e solo per invitarlo a continuare.
«Mi vuoi sposare?»

Fleur rimase a fissare il ragazzo a bocca aperta, gli occhi spalancati dallo stupore ed un cucchiaio di legno in mano. Bill la guardava impassibile, solo un leggero sorriso increspava la sua espressione.
«Que... - balbettò la ragazza dopo qualche istante - Cosa hai detto?»
«Ti ho chiesto se vuoi sposarmi.» ripeté lui con la stessa calma avuta in precedenza. Pareva così certo di se stesso, così sicuro che mai Fleur avrebbe detto che quella proposta era stata meditata su quella stessa sedia su cui era seduto solo un minuto prima. Era nata così, spontanea come lui, nella semplice consapevolezza che Fleur fosse la donna con cui voleva condividere la sua esistenza. Forse fu quella convinzione o forse fu l'amore che vedeva nei suoi occhi, ma il respiro della ragazza si bloccò per un attimo mentre udiva nuovamente le parole di Bill.
«Oui - gli disse in un sussurro - Oui! Ma scerto che ti esposo, scerto! Tu es mon homme!» l'entusiasmo con cui Fleur gli gettò le braccia al collo, così diverso dalla compostezza che tutti vedevano in lei, e il sentimento che percepì in quell'abbraccio furono per Bill come una conferma, un ulteriore segno della fortuna che aveva già capito di avere. Non le disse nulla, limitandosi ad accarezzare con dolcezza la morbida chioma bionda di lei per qualche istante, cullandosi nella perfezione di quel momento.

«Ci vorrebbe un anello.»
«Non è nescessorio.» rispose Fleur, scuotendo la testa sul petto di Bill, al quale era ancora appoggiata.
«Invece sì, assolutamente! Già mi immagino mia madre a storcere il naso per la mancanza dell'anello. Vediamo... - lo sguardo del ragazzo corse all'ambiente circostante, alla ricerca di qualcosa di utile – Ecco!» con delicatezza si staccò dall'abbraccio della sua fidanzata, raggiungendo il piano cottura. Fleur lo vide armeggiare con qualcosa che non poteva scorgere dalla sua posizione, ma sorrise apertamente quando egli tornò da lei con un'espressione orgogliosa in volto.
«Avrei potuto trasfigurare qualcosa, ma sarebbe stato troppo semplice!» ridacchiò, quindi afferrò la mano sinistra della ragazza e si inginocchiò a terra.
«Ma... Bill!» Fleur lo guardò stupita, mentre lui le rivolgeva quello stesso sorriso con cui l'aveva conquistata.
«Le cose vanno fatte per bene, non lo sai? Fleur Delacour, vuoi diventare mia moglie?» il suo sguardo celeste si fissò negli occhi della ragazza, che divennero lucidi quando lui le infilò l'anello al dito.
«Mais oui, Bill. Non vedo l'ora.» acconsentì nuovamente, fissando con gioia il suo anulare, su cui faceva bella mostra di sé un cerchietto di carta stagnola. Era felice, così contenta che pensava che potesse scoppiarle il cuore da un momento all'altro. Non aveva mai realmente pensato ad un matrimonio con Bill, ci aveva fantasticato parecchie volte ma il pensiero della guerra le aveva fatto riporre ogni proposito in un angolo della sua mente. Invece quel momento era arrivato, avrebbe sposato quel ragazzo che era riuscito a colpirla fin dal primo momento in cui l'aveva visto, l'anno precedente al Torneo Tremaghi. Sarebbe diventata sua moglie e avrebbe condiviso con lui ogni momento della sua vita, da quelli più belli a quelli più tristi, che già stavano affrontando in quel periodo tragico. Non le importava dover vivere in Inghilterra e dover affrontare tante difficoltà, l'unica cosa che voleva era avere accanto Bill.
Si guardarono in silenzio, occhi negli occhi. L'odore della bistecca carbonizzata arrivava distintamente alle loro narici, ma a loro non importava. Le loro dita si intrecciarono, una stretta delicata eppure salda, a testimoniare quella felicità che desideravano durasse per sempre.




























Questa storia si è classificata prima e ha vinto il premio ambientazione al contest "Casa Delacour" indetto sul forum di Efp da Senihal e giudicato da vogue.


1°Classificata
Whateverhappened “Voulez-vous?”

-Grammatica: 10/10
-Lessico e stile: 10/10
-Caratterizzazione: 15/15
-Originalità: 9.5/10
-Gradimento Personale: 10/10
Totale: 54.5/55

Dal punto di vista formale, la storia è pressoché perfetta. La grammatica non presenta il minimo errore, il lessico è ben calibrato in base alla situazione da te descritta e lo stile è assolutamente piacevole: la storia, quindi, si legge scorrevolmente, e mantiene dei toni decisamente delicati che conferiscono all’atmosfera un ché di... magico, oserei dire.
Ottima anche la caratterizzazione, sia di Bill che di Fleur. Il primo perché mantiene la sua spontaneità, e il fatto che la proposta giunga in modo così inatteso ed istintivo mi sembra tipico del personaggio. Fleur dal canto suo mantiene quei tratti fondamentali della caratterizzazione (seppur non eccessivamente completa) che le ha dato la Rowling stessa; e sei stata in grado di colmare anche parecchie sue mancanze, conferendole delle reazioni e dei modi di fare che certamente sono prevedibili da parte sua.
Si può ritenere una storia abbastanza originale, anche se non del tutto. Del resto, il momento della proposta è il missing moment per eccellenza per quanto riguarda loro due (secondo solo a come si sono conosciuti e poi messi insieme), ma devo dire che l’hai sviluppato in modo assolutamente realistico, interessante e... sì, anche abbastanza inaspettato.
Una storia che mi è piaciuta parecchio, proprio per l’atmosfera che hai creato e per la dolcezza che sei riuscita a conferire ad entrambi, pur sempre modulandola in base ai loro caratteri. I miei complimenti!
   
 
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