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Autore: Alys93    02/12/2010    4 recensioni
Cosa succederebbe se qualcuno scoprisse il segreto di Kagome e del pozzo vicino al suo tempio? Soprattutto se quel qualcuno scoprisse di possedere poteri che non avrebbe mai immaginato di avere? Le avventure non mancheranno, ve l'assicuro! Se la trama v'interessa, sarò felice di leggere i vostri commenti e \ o suggerimenti (è la mia prima storia) Grazie in anticipo
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre il pozzo'
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Eccomi di nuovo qui, con un capitolo scritto a tempo di record (complice una mattinata libera da ogni impegno, nella quale mi sono dedicata anima e corpo alla storia). innanzitutto, voglio ringraziare di cuore Visbs88 e Ekiyo per le recensioni.
Visbs88= Kaori ne vedrà delle belle in questo cappy, e non solo lei. sorprese in quantità! L'amore ancora nn si vede, ma n si può mai sapere
Ekiyo= nno importa se la recensione è corta, mi basta ke il cappy ti sia piaciuto! grazie di tutto!

Capitolo 12:Incontro con il nemico

Inuyasha fissò tranquillamente il cielo punteggiato di stelle, felice come non si era mai sentito in tutta la sua vita.
Finalmente aveva ammesso quello che si portava dentro da troppo tempo e sentiva il cuore battergli con più forza.
Un vago rossore gli invase le guance quando Kagome gli si strinse contro, cercando di proteggersi dalla brezza fredda che veniva da Est.
Nel tardo pomeriggio del giorno prima aveva avvertito un frammento di sfera verso Sud, ed era lì che si stavano dirigendo.
Si erano fermati solo al calare del sole, per cercare un luogo tranquillo dove passare la notte.
Strinse a sé la ragazza, coprendola meglio con la casacca rossa; non voleva che prendesse freddo.
Poco più in là, sentivano il sibilo di Sendeiga nell’aria; da quando aveva ricevuto la spada, Kaori si allenava come non mai.
Era davvero decisa ad imparare alla svelta!
Sentì un lieve tonfo, come di metallo sul legno, e Shippo lanciò un grido spaventato.
Evidentemente, la ragazza aveva lanciato il suo pugnale, Ookami no tsume, contro un albero.
L’Artiglio di lupo era maledettamente affilato, non si stupiva che Shippo si allontanasse il più possibile ogni volta che la demone lupo lo usava!
Trattenne una risata e strinse a sé Kagome, proteggendola dal freddo che continuava a peggiorare.
Eppure quella non era la stagione fredda, mancavano ancora delle settimane prima dell’arrivo dell’inverno.
La ragazza si accorse della sua espressione preoccupata “Sei pensieroso, Inuyasha. C’è qualcosa che non va?”.
“No” la rassicurò il mezzo-demone, sfiorandole il viso “È solo che non capisco tutto questo freddo. Stiamo andando a Sud e l’inverno è ancora lontano”.
“A volte capita” mormorò lei “Sarà un caso. Non credo che sia qualcosa di così preoccupante”.
Si appoggiò alla sua mano e sorrise serena “Sono felice che siamo tornati. Mi mancava questo posto”.
“Ti mancava un luogo pieno di demoni e pericoli vari?” chiese il giovane, “No, mi mancava questo posto… perché in fondo è casa tua. Il luogo in cui ci siamo conosciuti” rispose la miko.
E spero possa diventare anche casa nostra, un giorno mormorò tra sé, abbracciandolo.
Un vago rossore le imporporò le guance quando lo youkai la strinse a sé e la baciò con dolcezza.
Ancora stentava a credere che il suo desiderio si fosse avverato e che Kikyo fosse solo un fosco ricordo.
Si strinse a lui, prolungando quel meraviglioso momento; cosa ci poteva essere di più bello di stare con la persona amata, racchiusi in una piccola bolla di silenzio?
Inuyasha si allontanò appena per poterla guardare in viso e la luna illuminò i suoi occhi ambrati, mentre un lieve fruscio rompeva il silenzio attorno a loro.
Nell’avvertire quel rumore, Kagome ridacchiò divertita; anche se non aveva l’udito sensibile del suo amato, poteva sentire chiaramente Kaori dirigersi verso la piccola fonte nascosta tra gli alberi.
Evidentemente, voleva rinfrescarsi dopo l’allenamento.
Un lieve tonfo, accompagnato da un lamento di dolore, la fece ridere “Mi sa tanto che Miroku ha provato a seguire Kaori”.
Lo youkai fece una smorfia “Per sua fortuna, non l’ha palpata troppo spesso. La cara lupacchiotta non scherza mica!”.
“A scuola, c’è un ragazzo che la tormenta peggio di Miroku” gli spiegò la miko “È molto sensibile su questo argomento”.
“Non oso immaginare cosa sia successo a quel tipo” commentò lui, “È finito più di una volta in infermeria, ma non desiste. È più cocciuto di un mulo!”.
Kagome sospirò “Per colpa sua, Kaori ha una specie di abbonamento in presidenza. Se continua così, rischia di non essere ammessa agli esami finali”.
“Ancora esami…” lo sentì brontolare “Ma si può sapere quando finiranno questi dannatissimi esami?”.
“A giugno, se va tutto bene” mormorò la ragazza “Non vedo l’ora di togliere di mezzo la scuola e…”.
Si bloccò di colpo, quando un grido spaventato trapassò l’aria, prima di essere risucchiato nel silenzio più totale.
“Ma.. Quella era Sango!” esclamò, scattando in piedi, “Cosa sarà successo? Perché ha urlato?”.
Inuyasha annusò l’aria “C’è puzza di demone. Che sia stata attaccata?”; fissò Kagome e disse “Nasconditi tra i cespugli. Io vado e torno”.
Lei gli passò la casacca “Tienila, così sarai più protetto. E poi… Il rosso risalta tra i cespugli”.
“Hai ragione” mormorò lo youkai “Vado a vedere cosa succede”, ma rimase bloccato nel sentire Miroku urlare “Ma che diavolo..? No, lasciatemi!”.
Un forte rumore di zuffa arrivò dalla radura, prima che anche Miroku svanisse nel nulla.
Il mezzo-demone afferrò Tessaiga, mentre correva velocemente nella radura; il fuoco era stato spento e di Miroku e Sango non c’era traccia.
L’odore di demone era dannatamente forte, ma non riusciva a capire perché gli sembrasse familiare e sconosciuto al tempo stesso.
Un fruscio lo mise in allerta, ma sospirò sollevato quando vide Kaori, con la maglietta messa per metà di traverso, arrivare di corsa brandendo Sendeiga.
“Che cosa è successo?” chiese spaventata “Ho sentito Sango e Miroku urlare!”, “Vorrei tanto saperlo anch’io” sibilò il mezzo-demone “A giudicare dall’odore, sono stati attaccati”.
“Ma non c’è odore di sangue” gli fece notare l’amica “Almeno non sono feriti. Probabilmente li hanno colti di sorpresa!”.
Lo fissò nervosa e chiese “Dov’è Kagome?”, “Le ho detto di nascondersi, finché non avrei capito cos’è successo”.
“Aiuto!”, la voce di Shippo si fece largo tra gli alberi, mentre il piccolo demone correva a rifugiarsi tra le braccia della demone lupo.
“Cos’è successo, Shippo?” chiese la ragazza, “Demoni.. Non li ho visti bene, ma hanno preso Sango!”.
Il piccolo sembrava davvero scosso e la demone ci mise un po’ a calmarlo; “C’è qualcosa che non mi torna” mormorò “Perché prendere Sango e Miroku, quando è Kagome ad avere i frammenti?”.
Fissò gli occhi ambrati dello youkai e disse “Va’ da lei! Corri, stupido! Questo era un diversivo! Il vero obiettivo è Kagome!”.
Lo vide sgranare gli occhi, mentre correva dove aveva lasciato la ragazza, ma, prima che riuscisse a raggiungerla, la voce della miko risuonò acuta nella notte.
“Ehi, ma che..? No, lasciatemi! Lasciatemi! Inuyasha!”, poi ogni suono fu assorbito dall’oscurità. Il giovane corse più veloce che poteva, ma non riuscì a fermare le ombre che avevano preso Kagome.
“Kagome!” gridò spaventato “Kagome, dove sei? Rispondimi!”.
Kaori strinse più forte l’elsa di Sendeiga, fissando l’oscurità attorno a sé, in cerca di un qualche segnale.
Shippo le si strinse contro la gamba, tremando peggio di una foglia al vento, “Cosa facciamo? Kaori, che facciamo?”.
“Tu restami incollato” replicò la ragazza, scrutando il buio sotto le fronde “Al resto ci penso io!”.
Sapeva bene di essere osservata, ma non sapeva da qualche direzione e, soprattutto, da chi.
L’odore demoniaco, impregnato di muschio e salice, che aleggiava nell’aria le sembrava familiare, eppure non ne era sicura.
Un movimento flebile come il vento attirò la sua attenzione, prima che qualcosa, o meglio qualcuno, la colpisse in pieno viso con un pugno, mandandola contro un albero.
Si rialzò di scatto, ma non riuscì ad impedire che un’ombra afferrasse Shippo per la coda e sparisse nell’oscurità.
Il piccolo demone si divincolò come un matto, urlando “Aiutami, Kaori!”, poi la sua voce svanì nel nulla.
La giovane demone si passò una mano sul gonfiore, ringhiando “Questa me la paghi, brutto idiota! Lasciate subito Shippo!”.
Improvvisamente, vide Inuyasha correre nella direzione dov’erano sparite le ombre, gridando “Fermatevi, dannati! Liberate subito Kagome!”.
“Hanno preso anche Shippo!” esclamò lei “Dannazione, ma che cosa vogliono? E chi diavolo sono?”.
Lo youkai corse verso gli alberi, deciso a riprendersi Kagome, ma un nutrito gruppo di ombre lo attaccò alle spalle, stordendolo prima che potesse provare a difendersi.
Kaori li fissò incredula, mentre trascinavano via il suo amico con una velocità che aveva poco da invidiare a Koga.
Ma dove stanno andando? si chiese spaventata Chi sono queste ombre? E perché hanno un odore così familiare?.
Si piantò le unghie nei palmi delle mani e sibilò E perché io sto ancora qui come una scema?
Perché non li inseguo e cerco di fare qualcosa?
.
Innervosita dal proprio stupido comportamento, strinse con maggiore forza l’elsa della spada e si lanciò all’inseguimento dei demoni.

Un ramo particolarmente robusto era perfetto come riparo temporaneo e Kaori si rifugiò tra le fronde, osservando le ombre che saettavano veloci tra i massi della pianura.
I suoi amici erano legati come salami, come nel caso di Inuyasha e Miroku, mentre Sango e Kagome erano semplicemente stordite.
Shippo, invece, era stato infilato a forza in un sacco, e si dimenava senza sosta, urlando come un matto.
Erano almeno due ore che l’inseguiva, passando da un ramo all’altro, e ancora non capiva dove diavolo stessero andando.
Kirara, l’unica scampata assieme a Kaori, ringhiò dall’alto del ramo e la giovane dovette trattenerla.
“Sta’ calma, piccola. Adesso andiamo a riprenderci i nostri amici” sussurrò, cercando di mascherare il nervosismo.
L’oscurità le impediva di vedere chiaramente chi fossero i rapitori e la cosa non le piaceva.
Preferiva sempre vedere in faccia ilo nemico.
Li vide entrare in una grotta e decise che era il momento di muoversi; fece cenno a Kirara di seguirla e si lasciò scivolare lungo il tronco.
Cercando di fare meno rumore possibile, seguì le tracce dei rapitori e si rannicchiò dietro una roccia, cercando di capire cosa fare.
Li vide sistemare i suoi compagni contro una parete, mentre sghignazzavano divertiti. “Bene, abbiamo fatto un bel bottino” commentò uno di loro, iniziando ad accendere il fuoco.
“Un bonzo, una sterminatrice, una ragazzina e un demone volpe?” chiese perplesso un altro “Tu lo definisci un bel bottino?”.
“No, mi riferivo al mezzo-demone. Ultimamente, non ce ne sono molti in giro” replicò il primo che aveva parlato.
“Prima di portare i prigionieri dal capo, che ne dite se ci divertiamo un po’ con le ragazze?” chiese un terzo, sogghignando.
“Tu prova a toccarle, e giuro che ti ammazzo!” sibilò Inuyasha, che si stava riprendendo dal colpo subito.
“Ma guarda un po’, il mezzo-demone si è ripreso” commentò il primo assalitore “Devi essere piuttosto resistente!”.
Lo youkai cercò di liberarsi dalle corde che lo bloccavano, ma era legato troppo strettamente.
I tre demoni ridacchiarono divertiti, poi, notato il suo sguardo su una ragazza in particolare, uno di loro afferrò Kagome, alzandola in piedi, e sorrise “Tranquillo, cagnolino. Te la tratto bene, la ragazzina”.
“Tu prova a metterle le mani addosso e te la vedrai con me!” ringhiò Kaori, colpendolo al volto con un calcio volante.
“Questo è per il pugno di prima” sibilò furiosa, poi lo colpì di nuovo “Questo è per aver rapito i miei amici”; un altro colpo lo centrò in pieno stomaco “E questo è per aver anche solo pensato di poter fare di noi quello che volevi”.
Con un rapido colpo di artigli, liberò Inuyasha dalle corde e si parò davanti agli amici, mostrando i denti per la rabbia.
Dal fondo della caverna arrivarono alcune voci, segno che quei demoni non erano gli unici in quell’antro “Ehi, ma che succede? Cos’è questo casino?”.
Altri demoni sbucarono dall’oscurità e la giovane sentì il cuore farle un balzo nel petto nel vedere che erano demoni lupo… demoni lupo della tribù Xenjo.
La tribù di suo padre, la sua tribù…
Anche gli altri demoni la fissarono con lo stesso sguardo incredulo, “Avete visto… La ragazzina è della nostra tribù!”, “Ma che razza di abiti indossa?”. “Sarà figlia di un disertore? Solo i disertori non vivono con la tribù…” aggiunse uno di loro.
“Ehi! Mio padre non è un disertore!” esclamò lei “Bada a come parli, dannato!”, “Allora, perché non ti avevamo mai vista?” chiese uno con una grossa benda verde sulla fronte.
“Ma che ce ne importa!” ringhiò quello che gli stava accanto “Ci ha attaccato, per difendere un mezzo-demone e degli umani!”.
“Il primo che tocca i miei amici, lo faccio nero!” li avvertì la demone “IO non faccio differenze tra umani, mezzi-demoni e demoni!”.
“Bene, allora farai la loro stessa fine, mocciosa impicciona!” ringhiò l’altro, attaccandola.
Gli altri lo seguirono a ruota, ma la ragazza non diede segni di paura o nervosismo e li limitò ad attenderli con il sorriso sulle labbra.
“Vediamo cosa siete in grado di fare” sussurrò con sguardo fermo, colpendo il primo della fila con un pugno sul naso.
Inuyasha liberò gli altri, pronto ad intervenire nello scontro, ma l’amica lo bloccò “Tu pensa a loro.
Miroku è ancora privo di sensi e lo stesso vale per Sango. Se li lasci indifesi, diventeranno carne da macello”.
Sorridendo sardonica, si lanciò nella mischia, colpendo ogni avversario che le si parava davanti.
Si limitava a stordirli, non riusciva a far loro del male; erano comunque membri della sua tribù…
Parte di una famiglia che ancora non conosceva, ma a cui sentiva di appartenere fin dal profondo del suo animo.
Il rumore dei colpi giunse ad un paio di orecchie particolarmente sensibili, che si tesero nel sentire delle voci familiari, Ma che diavolo succede di là?.
Kaori abbatté l’ennesimo avversario, colpendolo con un calcio alla nuca, usando una sporgenza per slanciarsi contro il successivo.
Alcuni avevano sguainato spade e mazze ferrate, ma la maggior parte usava gli artigli.
Era un’impresa evitare di rimanere ferita e stordirli al tempo stesso, ma ce la metteva tuta per riuscirci.
Inuyasha, con Kirara al suo fianco, era impegnato a tenerli lontani da Kagome e dagli altri, che si stavano lentamente riprendendo.
Peccato che ci fossero qualcosa come un centinaio di demoni lupi in quella dannata grotta!
La ragazza usò il fodero di Sendeiga per mettere a nanna l’ennesimo assalitore, ma iniziava a sentire i primi accenni di stanchezza.
Non aveva mai combattuto per più di mezz’ora di fila e quelli che mandava al tappeto tendevano ad alzarsi fin troppo presto.
“Allora, ragazzina” la schernì uno degli avversari “Sei già stanca? Vuoi riposarti? Presto potrai farlo, nell’aldilà”.
“Ho ancora abbastanza energie per mettervi tutti al tappeto!” ringhiò lei, mostrando gli artigli “Non mi fate alcuna paura!”.
Quello che le aveva parlato sorrise più ampiamente e si preparò ad attaccarla, ma una voce bloccò tutti i presenti, “Ehi, fermi tutti! Ma che diavolo state facendo? Quella è mia figlia!”.
 
Per la seconda volta nella sua giovane vita, Kaori ebbe l’impressione che la mascella si staccasse e finisse al suolo.
Non poteva credere ai suoi occhi! Non poteva essere…
Papà?” esclamò incredula “Ma che diavolo sta succedendo?”, “Questo dovei chiedertelo io, Kaori” replicò lui “Posso sapere perché vi state azzuffando?”.
“Capo…” mormorò incredulo il demone a lui più vicino, “Questa ragazzina è davvero vostra figlia?!?”.
Inuyasha allentò la presa su Tessaiga, fissando la scena incredulo “Masaru… Da quando sei il capo della tribù del Sud?”.
“Lo ero già prima di finire nel pozzo” ridacchiò il demone lupo “Ma, in cinquant’anni, le cose sono un po’ cambiate”.
“Era questo che dovevi fare, papà?” chiese Kaori, ancora semi-scioccata “Quando ho rivisto mamma e tu non c’eri, mi ha detto che avevi delle cose da sistemare”.
“E così era, piccola” ridacchiò Fumiyo, sbucando dal fondo della caverna “Mi fa piacere rivedervi, ragazzi”.
“Io ci capisco sempre meno” mormorò Kagome “Ma perché ci avete attaccati? Cosa volete da noi?”.
“Odiamo gli intrusi!” sibilò uno dei lupi “Tutti quelli che passano nel nostro territorio, finiscono automaticamente qui”.
“Se si rivelano innocui, li liberiamo” aggiunse serio “Altrimenti, fanno una brutta fine”.
“Calmati, Akio” lo riprese Masaru “Sono alleati, non nemici”, “Mai visto un gruppo così mal assortito. Umani e mezzi-demoni insieme!” commentò un’altro.
“Saremo anche un gruppo strano, ma almeno ci rispettiamo a vicenda” replicò Sango, poi si rivolse all’amica “Kaori, perché non ci hai detto che tuo padre è il capo della tribù Xenjo?”.
La giovane demone la fissò “Non lo sapevo neanch’io, Sango. È stato… una sorta di shock”.
Incrociò le braccia sul petto, borbottando “Della loro vita qui non so praticamente niente”.
Fumiyo cinse le spalle della figlia “Ne abbiamo di cose da dirti, piccola. Ma anche tu ne hai da raccontarne, non è così?”.
La vide sospirare, mentre si lasciava condurre verso l’interno dell’antro, dove scoppiettava un bel fuoco.
Sorrise al resto del gruppo e disse “Vedo che ci sono altri componenti”, “Lei è Sango, sterminatrice di demoni” li presentò Kagome “Il monaco si chiama Miroku ed il piccolino è Shippo”.
“Lieti di fare la vostra conoscenza” mormorò il bonzo, con voce tranquilla; il suo sguardo era però puntato sugli altri lupi. Non si poteva mai sapere.
“Allora” disse Masaru, facendoli accomodare su delle stuoie “Vedo che Totosai ti ha dato quello che gli avevo chiesto, Kaori”, “Sì, grazie, papà! È una spada magnifica”.
“L’hai già usata?”, “No, ma mi sto allenando molto” lo rassicurò lei “Sai che è la prima volta che ho qualcosa del genere tra le mani”.
Una lieve risata le sgorgò in gola “Non oso immaginare quanto fossi nervoso quando Totosai è arrivato con la tenaglia!”.
Lo vide sbuffare contrariato e ridacchiò di nuovo, decidendo di distrarlo “Beh, devo essere sincera. Ti vedo meglio con questi abiti. Mi sembri più te stesso”.
“Totosai è un grande fabbro. Ho pensato che una spada ti avrebbe fatto comodo, dopo che hai avuto quell’incontro con Sesshomaru” disse il padre “È un miracolo che tu sia ancora viva!”.
Scosse leggermente il capo e ridacchiò “Non avrei mai immaginato che saresti arrivata al punto di schiaffeggiarlo! Sei davvero incredibile”.
Kaori lo fissò sbigottita “Come fai a sapere che ho preso a schiaffi Sesshomaru?”, “Lo abbiamo incontrato poco tempo dopo che lo hai colpito. Era furioso”.
“Lo immagino” mormorò Inuyasha “Lui non è certo il tipo che lascia certi gesti impuniti”.
“Devo ringraziare te e Kagome, se mia figlia è ancora viva” mormorò Fumiyo “Vi siamo debitori”.
“Non lo dica nemmeno” si schernì Kagome “Lei avrebbe fatto lo stesso per noi”, “Su questo puoi esserne certa” ridacchiò l’amica.
Poi guardò i genitori “So cosa volete dirmi, che sono stata un’incosciente e via dicendo, ma io non permetto a nessuno di parlar male di voi. Neanche al principe dei surgelati!”.
Masaru mascherò una risata in un colpo di tosse; Sesshomaru il principe dei surgelati, solo a Kaori poteva venire un’idea simile!
Si voltò verso Inuyasha e disse “Credo di avere qualcosa che potrebbe interessarvi” e mostrò loro un frammento della sfera.
“Un frammento della sfera dei quattro spiriti!” esclamò lo youkai “Come te lo sei procurato?”.
“Me l’ha offerto uno strano demone” disse l’altro “In cambio della tua testa. Hai parecchi nemici, mio giovane amico”.
Un ghigno gli incurvò le labbra “Ha cercato la mia alleanza, offrendomi questo frammento. Ovviamente ho rifiutato e lui mi ha attaccato. Durante lo scontro lo ha perso”.
Glielo porse e sogghignò ancora “Se credeva di battermi, si sbagliava di grosso. Ma devo ammettere che aveva un’aura demoniaca davvero impressionante”.
Kagome mise il nuovo frammento assieme agli altri e chiese “Che aspetto aveva questo demone?”, “Non lo so esattamente, ma indossava una pelliccia di babbuino”.
“Naraku” sibilarono contemporaneamente Miroku ed Inuyasha e Sango aggiunse “Quel dannato ti vuole proprio morto!”.
Kaori stava per chiedere qualcosa, quando un grido si fece largo all’interno della grotta “Kagome!”.
In un vortice di vento, Koga arrivò nel cuore dell’antro e sibilò al mezzo-demone “Stupido botolo! Meno male che dovevi proteggere Kagome! Sapevo che di te non mi potevo fidare!”.
Lo afferrò per la casacca e ringhiò “Seguendo le tracce di Naraku, ho trovato le vostre. E l’odore di Kagome era quasi del tutto coperto da quello dei lupi del Sud!”.
Il demone cane si liberò della sua presa e disse “Se non te ne fossi accorto, pulcioso, non siamo in pericolo. Puoi piantarla di sbraitare come una gallina”.
Kaori fissò la scena divertita e commentò “Certo che è proprio peggio di una vongola allo scoglio!”.
Si alzò in piedi e disse “Ehi, re dei lupi dell’Est. Ti pare questo il modo di entrare in casa di altri?”.
Koga la fissò scocciato “Ragazzina, ma tu sei sempre tra i piedi?”, “Veramente, faccio parte del gruppo, quindi è normale che sono sempre dove si trovano Kagome  ed Inuyasha”.
Masaru si alzò in piedi e chiese “Tu devi essere Koga, il capo della tribù Yoro, dico bene?”.
Il demone lupo annuì “E tu? Sei il capo dei lupi del Sud?”, “Precisamente. Sei anche tu un amico di Kagome?”.
Miroku mascherò una risata “Più che altro, è un aspirante alla mano della Divina Kagome”.
“Che però ha già scelto” replicò la giovane miko “Potete piantarla di fare casino, tutti e due?”.
Sango rivolse uno sguardo preoccupato a Koga “Hai detto che stavi seguendo le tracce di Naraku, ho capito bene?”.
Lui annuì cupo “Il suo odore conduce in questa direzione. Ne sono sicuro”, “Spero proprio di no” disse Fumiyo “Questo Naraku ha qualcosa di subdolo. Non mi piace”.
“È un vero mostro” mormorò Shippo “E può creare emanazioni a piacimento! È davvero un essere terribile”.
Kaori rimase sovrappensiero per qualche istante, ma un improvviso odore, non esattamente gradevole, si fece largo nelle sue narici.
Oh, Kami! Qui qualcuno ha ne ha sganciato una pesante! mormorò disgustata, poi guardò gli altri “Nessuno di voi sente questa puzza?”.
Inuyasha e Koga s’irrigidirono di colpo nel sentire quel tanfo, che ben conoscevano.
Il mezzo-demone scattò in piedi ed estrasse Tessaiga “Quel dannato! Sta arrivando… e non è solo!”.
Masaru gli si affiancò con aria cupa “Riconosco l’odore. È lo stesso di quel demone con la pelle di babbuino”.
“Il tuo fiuto non sbaglia, lupo” ridacchiò una voce dall’entrata della caverna “Infatti sono qui”.
 
Naraku fece la sua comparsa nell’antro così come si materializza un incubo dall’oscurità.
Accanto a lui c’era Kagura, che fissava i presenti con i suoi occhi cremisi, non esattamente rassicuranti.
“Dannato! Hai deciso di uscire allo scoperto, allora!” ringhiò Inuyasha, puntandogli contro Tessaiga.
Il comune nemico sorrise “Inuyasha, che piacere vederti! Non mi aspettavo di trovarti qui. Molto bene, vorrà dire che prenderò due piccioni con una fava”.
Poi il suo sguardo incrociò quello furioso di Koga, bramoso di vendicare i compagni caduti per un suo inganno, “Anzi, potrei dire addirittura tre”.
“Non so se lo hai notato” disse Kaori, fissandolo “Ma tu e la tua amica siete in netta minoranza”.
“Il numero non è mai stato un problema per me” ridacchiò Naraku “Anche perché so giocare le carte giuste”.
Fece un cenno a Kagura, che, agitando il suo ventaglio, smosse le pietre dal suolo, facendole vorticare con violenza.
Shippo si riparò dietro una sporgenza, mentre Sango usava il suo hiraikotsu come scudo, riparando anche Miroku.
“Tutto qui quello che sai fare?” chiese Masaru “Far agitare u po’ di vento? Mi aspettavo di meglio!”.
“Aspetta, prima di parlare” ridacchiò l’altro, stendendo il braccio sul suolo roccioso.
Con orrore dei presenti, questo iniziò a gonfiarsi in maniera disgustosa, fino a quando il proprietario non lo recise con un colpo di spada.
L’ammasso di carne continuò a crescere e dimenarsi, assumendo un intenso colorito violaceo, per poi squarciarsi e rivelare un enorme demone, molto simile ad un rospo.
La sua mole era tale da ricordare un grosso camion; sembrava riempire l’intera caverna con la sua sola nauseabonda presenza. “
E questo non è che l’inizio, miei cari avversari” sogghignò Naraku, mentre il braccio gli ricresceva e la sua aura impregnava ogni angolo della grotta.
Improvvisamente, il suolo iniziò a muoversi e dalla terra uscirono numerosi cadaveri di demoni lupo, appartenenti alla tribù dell’Est, “Non riconosci i tuoi cari compagni, Koga?”.
Il lupo mostrò le zanne, furioso come non mai “Hai ancora intenzione di usare i miei compagni come burattini? Sei un essere abominevole! Vieni a combattere di persona, dannato!”.
L’altro scoppiò a ridere e, ad un suo cenno, gli zombi si avventarono urlando contro i presenti.
Subito si scatenò una battaglia, mentre ognuno cercava di difendersi meglio che poteva dall’assalto di quell’orda di morti.
Inuyasha gridò a Kagome di ripararsi da qualche parte, mentre fendeva i nemici con una Cicatrice del Vento.
La ragazza usò una sporgenza come scudo ed iniziò a scagliare frecce contro gli zombi, dissolvendoli al solo contatto.
L’hiraikotsu di Sango falciò una decina di morti ambulanti, mentre Miroku usava il proprio bastone e sigilli sacri.
Non poteva usare il Vortice del Vento in quella situazione, rischiava seriamente di assorbire anche i suoi compagni.
Vedendo che la madre era stata colta di sorpresa da un nutrito gruppo di avversari, Kaori le lanciò il pugnale, prima di estrarre Sendeiga e lanciarsi nella mischia, liberandole un varco.
Sapeva bene che era una valente guerriera, glielo leggeva nello sguardo, ma ogni sostegno poteva farle comodo e lei era decisa a darle tutto l’aiuto possibile.
Durante il combattimento, si ritrovò schiena contro schiena con suo padre, anch’egli armato di una robusta katana. “Vedo che ti stai divertendo” commentò lui, notando il sorriso che le incurvava le labbra.
“Non ci crederai, ma adoro mettermi alla prova” rispose la figlia “E, soprattutto, questa è un’ottima occasione per dimostrarti quanto sono migliorata”.
Con un grido di battaglia, si slanciò contro una decina di nemici, sparpagliando attorno a sé membra tagliate.
Aiko e gli altri demoni della sua tribù la fissarono sorpresi “È degna figlia del nostro capo! Quella ragazzina non scherza affatto!”.
Masaru sorrise orgoglioso nel vedere la cucciolotta dimostrare il proprio valore e tornò all’attacco, deciso a liberarsi di ogni zombie che gli si parasse davanti.
Koga rimase pietrificato nel vedere i suoi fidi compagni, ridotti a burattini nelle mani di Naraku; non riusciva ad attaccarli.
Quando uno degli zombie lo aggredì, si limitò a schivare i colpi, incapace di attaccare a sua volta; non poteva far loro del male, non ci riusciva!
Inuyasha evitò che lo zombie gli staccasse la testa e ringhiò “Vuoi deciderti a reagire, stupido lupo? O preferisci che i tuoi vecchi amici ti facciano fuori?”.
Il capo della tribù Yoro scosse la testa “Tu riusciresti ad uccidere i tuoi familiari, anche se fossero ridotti in queste condizioni?”.
Lo youkai capì cosa stava cercando di dirgli “So che è difficile, ma loro non si fermeranno. O tu, o loro. Decidi, Koga”, poi tornò all’attacco.
Una freccia di Kagome gli passò vicino alla spalla, distruggendo uno zombie troppo vicino e lui si girò appena per ringraziarla con un sorriso.
Falciando i nemici, si avventò contro Naraku, che fissava beatamente la scena dalla piccola sporgenza dov’era salito.
“Preparati a morire, dannato!” urlò il mezzo-demone, cercando di colpirlo con una Cicatrice del Vento.
L’altro erse velocemente una barriera ed il colpo fu deviato, colpendo alcuni zombie nei paraggi.
“Dovresti sapere che adesso Tessaiga può distruggere le tue maledette barriere” sorrise Inuyasha “Perché non esci e combatti, dannato? Hai troppa paura, forse?”.
Naraku rise divertito “Nient’affatto, mio caro Inuyasha. Però non dovresti preoccuparti di me, ma di Kagura”.
Infatti, la Signora del Vento scagliò un colpo che il giovane riuscì ad evitare appena in tempo, riparandosi dietro la spada.
“Ti nascondi dietro le tue emanazioni, maledetto bastardo! Non sei altro che un vigliacco!” urlò lo youkai.
Non poteva fargli niente finché non si liberava di Kagura e la yasha era più che mai decisa a dargli filo da torcere.
Vedendolo così impegnato, Naraku sorrise più ampiamente e disse al rospo che gli stava accanto “Questo è il tuo momento. Ricordati, il tuo obiettivo è uno solo. Non mancarlo”.
Il demone annuì e si spostò più al centro della grotta, in modo da visualizzare meglio il bersaglio assegnatogli.

Kaori si ritrovò al fianco dei genitori, a poca distanza da Sango e Miroku, che stavano facendo strage degli avversari.
Anche Shippo stava dando il suo contributo: diversi zombie si dimenavano al suolo, avvolti in fiamme verdi che li incenerivano in pochi minuti.
“Allora, a che punto siamo?” chiese Fumiyo, stringendo il pugnale della figlia, sporco di sangue.
“Direi che stiamo andando bene” mormorò Masaru “Sei diventata davvero brava, piccola. Ti faccio i miei complimenti”.
La ragazza sorrise “Sono pur sempre vostra figlia, no? Con due genitori così, cosa poteva uscirne?”. La madre annuì “Attenta a non avvicinarti troppo. Questo cadaveri odorano di veleno in maniera assurda!”.
“Non sono i cadaveri a puzzare di veleno” disse il marito “Ma quel rospo gigantesco. Mi preoccupa. Sembra ci stia puntando”.
“Sei molto furbo, Masaru” ridacchiò Naraku “Avresti dovuto accettare la mia offerta di alleanza quando potevi. I miei nemici non vivono mai a lungo!”.
Si rivolse alla sua ultima emanazione e disse “Svolgi il tuo compito. Non credo avrai altre possibilità”.
Kaori sgranò gli occhi e l’adrenalina le scorse rapida nelle vene, permettendole di vedere più particolari insieme.
Vide il rospo aprire l’immensa bocca, mostrando una lingua violacea dalla punta acuminata come una lancia.
L’orrenda appendice saettò nell’aria, simile a quella di un camaleonte, dirigendosi velocemente verso di loro.
L’obiettivo era suo padre!
Durante gli ultimi istanti si erano divisi e lei sapeva che suo padre, circondato com’era dagli zombie, non poteva evitarlo.
Fissò terrorizzata la distanza che la separava dal genitore, conscia che non sarebbe riuscita a raggiungerlo in tempo.
No! gemette tra sé Non posso permetterlo! Devo fare qualcosa! e si slanciò verso il padre, urlando “Papà! Attento!”.
 
Il colpo rimbombò in tutta la caverna, assordando i presenti.
Masaru cadde a terra, gemendo di dolore e subito la moglie gli fu accanto, difendendolo dagli zombie.
Gli rivolse uno sguardo preoccupato e chiese “Come stai, Masaru? Sei ferito?”, “No” sussurrò lui “Più che altro è stato il colpo”.
Vide Inuyasha tranciare il demone rospo con un fendente della sua spada, ma ormai il colpo fatale era stato vibrato.
Si lanciò un’occhiata alle spalle e sentì il cuore mancargli un battito; a pochi metri di distanza, accasciata contro la roccia, c’era Kaori, che sanguinava copiosamente dalla spalla sinistra.
“Kaori!” gridò spaventato, correndole vicino “Kaori! Rispondimi!”, “Papà…” sussurrò la ragazza “Sei ferito?”.
“Pazza incosciente!” esclamò lui “Ma che cosa ti è saltato in mente?!”, “Il bersaglio eri tu… non potevo permettere che ti colpisse”.
La risata di Naraku risuonò nell’antro “Povera stupida! Farsi ammazzare al posto tuo… Beh, se non altro ho ottenuto il mio scopo”.
Fissò gli occhi scuri di Masaru e continuò “Il mio obiettivo era distruggerti, ma, uccidendo tua figlia, otterrò lo stesso risultato”.
Kaori si rialzò faticosamente in piedi e gli si avventò contro, urlando “Se credi che un semplice colpo possa mettermi fuori gioco, ti sbagli di grosso!”.
Lo raggiunse velocemente, saltando oltre alcuni zombi, e con un rapido fendente, gli tagliò di netto la testa, che cadde lontano.
Un dolore acuto le trafisse la spalla, costringendola in ginocchio e dovette aggrapparsi alla spada per non accasciarsi al suolo.
I genitori le furono subito accanto, proteggendola da eventuali assalti, e la giovane si aggrappò al braccio della madre.
Sentiva la testa girarle come una trottola e faticava a tenere gli occhi aperti; era tutto così confuso…
La testa di Naraku, seppur separata dal corpo, emise un’oscura risata “Il veleno ha già iniziato a fare il suo effetto. Sei stata una stupida, ragazzina. Non hai che una manciata di ore da vivere”.
Kagome sgranò gli occhi e, presa dalla rabbia, scagliò una freccia piena della sua forza spirituale che dissolse tutti gli zombi in un sol colpo.
Eliminati i cadaveri, accorse verso l’amica, sorreggendola.
La sua pelle era diventata tremendamente fredda e si rese conto che faticava a respirare.
La giovane, circondata da tutti i suoi amici, strinse spasmodicamente il pugnale e lo scagliò con tutte le sue forze contro la testa di babbuino, centrandola in piena fronte.
Questa rise di nuovo “Goditi la tu morte, ragazzina. Il veleno ti paralizzerà a poco a poco, fino a bloccare il cuore. Non ti resta molto da vivere”, poi si dissolse in un cumulo di cenere.
“Dannato bastardo!” gemette la demone lupo, portandosi una mano alla ferita, ormai piena di orribili bolle di pus e veleno.
“Kaori!” sussurrò Fumiyo, stringendola a sé, “Sta’ tranquilla, piccola. Troveremo un modo per togliere il veleno”.
Miroku scosse la testa “Conosco una radice che potrebbe aiutarla, ma è molto distante. Ci metterei troppo per trovarla”.
Masaru strinse i pugni, furioso, “Ci dev’essere qualcos’altro! Non permetterò che mia figlia muoia solo per questi maledetti frammenti!”.
Kagome alzò la testa di scatto “Ma certo! I frammenti!”, “Cos’hai in mente?” le chiese Inuyasha.
La ragazza si voltò verso Koga e, lanciatogli due frammenti, disse “Koga, devi portare Miroku a prendere questa radice! Usa i frammenti per aumentare la velocità, non abbiamo tempo da perdere!”.
Il demone lupo la fissò sconcertato “Devi portare il bonzo in spalla?”, “Sì, e devi sbrigarti!” insistette lei “Usa bene questi frammenti! Devi essere più veloce del vento!”.
Vedendolo titubante, gli schiaffò personalmente i frammenti nelle gambe e gridò “Sbrigati! Ogni istante che passa, Kaori è sempre più debole! Non possiamo perdere altro tempo!”.
Vedendola così agitata per l’amica, Koga si caricò velocemente il monaco sulle spalle e disse “Cercherò di fare il prima possibile. Tieniti stretto, bonzo”.
Miroku lanciò uno sguardo agli amici e raccomandò “Non fatela addormentare. Il veleno agirà più lentamente finché è sveglia”, poi svanì in un vortice di vento.
Kaori strinse i denti e sibilò “Con un dolore del genere, addormentarmi sarà impossibile!”.
La madre le tamponò la fronte con un fazzoletto, rassicurandola “Resisti, piccola. Vedrai che Miroku tornerà in fretta. Stringi in denti, tesoro”.
Shippo fissò preoccupato la ferita “Miyoga non potrebbe aspirare un po’ di veleno?”, “Non so quanto sarò in grado di aspirarne” sussurrò la pulce “Questo veleno è dannatamente potente!”.
Saltò verso il collo della demone lupo e cominciò a succhiare, cercando di portar via tutto il veleno possibile.
La sentì gemere appena, mentre diceva “Se riesco a scamparmela, ti permetterò di fare un bello spuntino, Miyoga. È una promessa”.
“Pensa a tenere duro!” esclamò Inuyasha “Al resto penseremo dopo”, “Ci proverò, ma non è facile” sussurrò l’altra, sentendo il dolore aumentare ancora.
Si voltò verso Kagome e chiese “Come si chiamava quel tipo che fui avvelenato con la cicuta? Questo veleno ha lo stesso effetto”.
La miko si asciugò le lacrime “Ma come puoi pensare a Socrate in questo momento? Sei davvero assurda, Kaori!”.
“Beh, l’assurdità è sempre stato un mio grande pregio” ridacchiò la ragazza “Dovresti saperlo bene, ormai”.
Miyoga si staccò con un lieve rantolo dal collo della ragazza e sussurrò “Mi dispiace, ma non posso fare più di così. Sono desolato”.
Sango scosse la testa “Hai fatto del tuo meglio, Miyoga. Non hai niente di cui rimproverarti”.
Fissò l’oscurità fuori dalla grotta e pregò affinché Miroku e Koga arrivassero in tempo per salvare l’amica.
 
Kaori perse totalmente la cognizione del tempo; ogni istante era lungo come un secolo di agonia.
A volte non riusciva a trattenere i gemiti e sentiva sua madre stringerla con più forza.
Avvertì il calore delle sua lacrime, ma, quando Shippo le urtò involontariamente la gamba, si rese conto di non percepire più niente dai polsi in giù.
Kagome le stringeva la mano, ma non riusciva a percepirne il calore e la morbidezza.
Ormai, il veleno l’aveva totalmente paralizzata e capì che non avrebbe resistito ancora a lungo.
Fissò i genitori e sussurrò “Nonostante tutto, sono felice di aver scoperto questo mondo. Ci credo che volevate tornarci… è davvero meraviglioso”.
Fumiyo le accarezzò i capelli “E potrai vederne ogni parte, quando ti sari ripresa. Tieni duro, piccola. Miroku sarà qui a momenti!”.
La vide scuotere appena la testa “Non credo che ce la farò… Scusami, mamma. Mi sento troppo debole per continuare a combattere”.
Si voltò verso il demone volpe e sussurrò “Sei stato davvero bravo, Shippo. Mi raccomando, continua ad allenarti e non permettere ad Inuyasha di picchiarti. Fagli vedere chi sei”.
Il piccolo la fissò sconvolto “Non dire così! Ci sei tu a difendermi, no? Tu e Kagome! Kaori, devi resistere!”.
La ragazza sospirò, mormorando “Mi dispiace, piccolo. Non credo di riuscirci…”.
Il cucciolo scoppiò in lacrime “No, Kaori! Devi farcela! Non puoi lasciarci così!”.
Inuyasha lo guardò serio “Piantala di frignare, Shippo! Cerca di crescere! Un uomo non deve piangere”.
Kaori gli rivolse uno sguardo cupo “Di’un’altra stupidaggine del genere e giuro che ti faccio un occhio nero”, poi incrociò lo sguardo di Sango.
“E tu non lasciarti scappare l’occasione giusta, Sango” mormorò affaticata “Non si sa mai quanto tempo abbiamo davvero da vivere…”.
Sforzandosi di stringere la mano della sua migliore amica, sussurrò “In quanto a te, Kagome… non permettere a nessuno di mettere in dubbio le tue capacità. Mai! Neanche da parte di quella sacerdotessa abbrustolita, sono stata chiara?”.
Chiuse gli occhi per un attimo, mentre aggiungeva “Inuyasha, abbi cura di lei, mi raccomando. Proteggila a qualunque costo!”.
Lo youkai sbottò più aggressivo di quanto volesse “Piantala di dire scemenze e sforzati di resistere! Non puoi arrenderti così!”.
La vide sorridere a mo’ di scusa “Kagome, ti prego. Continua a scrivere tu nel mio diario… Ricorda ogni attimo di questo luogo.. delle avventure che affronterete… Anche senza di me”.
Masaru afferrò la figlia per le spalle “No, Kaori! Non devi arrenderti! Continua a combattere, piccola! Non puoi gettare la spugna!”.
“Grazie di tutto, papà” la sentì sussurrare a stento “La mia vita è stata bellissima, nonostante tutti gli alti e bassi. Ti voglio bene…”.
Improvvisamente, il suo cuore diede un ultimo battito sordo, che riecheggiò nel silenzio della grotta.
La sua presa si allentò di colpo, mentre si accasciava tra le braccia del padre, fissando gli amici che ormai non poteva più vedere.  


Piuttosto lungo questo cappy, eh? francamente, volevo un finale d'effetto e spero di esseri riuscita. mi auguro che non mi lincierete x cm è terminato O.o Abbiate pietà di me! prometto di aggiornare al + presto, bacioni!
   
 
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