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Autore: Kathryn Krystine    02/12/2010    4 recensioni
"No, Fleur non aveva mai avuto paura di niente. Fino a quella sera..."
Fan fiction ambientata nel settimo libro, durante la notte del trasferimento dei sette Harry.
Una Fleur vista da una prospettiva diversa: non solo la ragazza energica, decisa e testarda che siamo abituati a vedere, ma una persona capace, come tutti, di lasciarsi andare anche a momenti di sconforto. Perché, si sa, la perfezione non esiste :)
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fleur Delacour
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Fearless



Fleur Delacour non aveva mai avuto paura di niente. 

Non aveva paura dell'uomo nero da bambina, perché aveva capito che la cosa peggiore che poteva succederle, se disobbediva ai suoi genitori, era al massimo ricevere una sgridata. 

Non aveva paura delle “bullette” della sua scuola da adolescente, perché aveva capito che una bella risposta tagliente (e con la lingua lunga che si ritrovava, non le venivano affatto difficili) sarebbe bastata a farle zittire. 

Non aveva avuto paura mentre affrontava il Torneo Tremaghi. Se si accorgeva che l'agitazione iniziava a salire, si tranquillizzava pensando che se qualcosa fosse andato storto, gli organizzatori della competizione l'avrebbero salvata e tutto sarebbe andato bene. 

No, Fleur non aveva mai avuto paura di niente. Fino a quella sera. 

Quando Malocchio Moody (proprio lui, che sembrava così invincibile...) era caduto dalla scopa dopo essere stato colpito da un lampo di luce verde, la ragazza aveva sentito il cuore battere ad un ritmo talmente forsennato da sembrare sul punto di saltarle fuori dal petto. La mente le si era offuscata, il respiro le si era mozzato, le gambe avevano preso a tremare violentemente. 

Malocchio morto. 
Non l'avrebbe più scrutata con quel suo bizzarro occhio blu elettrico, non avrebbe più sgridato Tonks per la sua sbadataggine. 
Morto, come Silente, come i genitori di Harry, come tutti quei Babbani innocenti. 

Un forte senso di nausea le strinse la bocca dello stomaco, gli occhi le si riempirono di lacrime amare. 
Quando aveva deciso di unirsi all'Ordine della Fenice, la guerra sembrava un'idea così lontana, improbabile... Ora invece si ritrovava a combattere un nemico praticamente imbattibile che aveva spie ovunque. 
Non le servì a nulla ripetersi che anche loro erano preparati, forti e pronti alla battaglia. In quel momento tutti i pensieri che formulava erano impregnati di sconforto e pessimismo. 
Si sentiva sola. Voleva tornare a casa, non voleva combattere. 
Per la prima volta nella sua vita, Fleur Delacour aveva davvero paura

La situazione non fece che peggiorare quando raggiunse il resto dell'Ordine alla Tana. 
Non solo avevano perso Moody, ma anche tutti gli altri erano stati attaccati da Voldemort e i suoi. 
Osservò il foro al posto dell'orecchio di George provando una dolorosa fitta al cuore. 
Diede a Harry una pacca di consolazione per la povera Edvige. 
Brindò insieme agli altri alla memoria del loro amico scomparso. 

E le lacrime ancora non smettevano di bagnarle le guance. 

Non era giusto che tutto questo stesse capitando proprio a loro. Aveva voglia di urlare, di rompere qualcosa, di sbattere i piedi per terra. 

E lo avrebbe fatto sul serio, se in quel momento due braccia familiari non l'avessero stretta con forza. 
Bill. La sua ancora di salvezza. 
Quando, senza una parola, l'aveva abbracciata con energia e le aveva asciugato le lacrime, la morsa che ancora le stringeva il cuore si era alleviata leggermente. 

Le preoccupazioni per tutto ciò che stava succedendo non erano certo scomparse, no, sapeva anzi che sarebbero rimaste fino alla fine. Ma si era resa conto che in effetti non era affatto sola. Se c'era una persona sulla faccia della terra di cui poteva fidarsi ciecamente, quello era lui. 
Non poteva dire con certezza che, vicino a Bill, nessuno avrebbe potuto farle del male, né che nessuno ne avrebbe fatto a lui. Ma stare vicini, darsi forza a vicenda era l'unico modo che avevano per sopravvivere in un momento simile. Lo diceva sempre anche quel vecchio matto di Silente, che l'amore era la loro arma in più. 

Non avrebbe abbandonato la guerra. Sapeva che, per quanto fosse terribile quello che stava succedendo, la causa per cui stavano lottando era giusta. Le tornò alla mente un vecchio motto che aveva imparato a Beauxbatons: "E' facile essere coraggiosi,finché si è a distanza di sicurezza". Ormai lei non era più a distanza di sicurezza, ma avrebbe provato ad essere coraggiosa lo stesso. 

Il cuore di Fleur ricominciò a battere al suo solito ritmo.







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NdA: questa storia ha partecipato al contest "Casa Delacour" classificandosi seconda e vincendo il Premio Introspezione. Il tutto con mia enorme sorpresa, visto che é stato il primo contest a cui abbia mai partecipato! Per cui ringrazio tantissimo Senihal che l'ha indetto, vogue91 che ci ha gentilmente fatto da giudice, e naturalmente tutte le altra partecipanti ^^
Questo è il giudizio della giudicia, che mi ha fatto davvero tanto piacere ^^: 

"2°Classificata 
Lucille “Fearless” 
-Grammatica: 10/10 
-Lessico e stile: 9/10 
-Caratterizzazione: 15/15 
-Originalità: 9.5/10 
-Gradimento Personale: 10/10 
 Totale: 54/55 
Per quanto concerne la grammatica, non ho riscontrato il minimo errore. Il lessico è pressoché perfetto, ben si adatta alla situazione descritta, ed alle sensazioni stesse di Fleur. Anche lo stile è molto buono, l’utilizzo di frasi brevi rende alla perfezione l’idea del travaglio mentale, dell’incertezza e della paura per quanto sta accadendo, tuttavia in certi punti della narrazione ho riscontrato un lieve abuso di virgole, che appesantisce la lettura. Non è nulla di grave, comunque, e non inficia troppo la fluidità della storia. 
Splendido scorcio introspettivo di Fleur, che mostra alla perfezione quanto guerre, morti e scontri fossero a dir poco lontani dal mondo ovattato in cui è cresciuta, e dal quale è dovuta per forza di cose emergere. È un lato di lei che non è mai venuto a galla, tuttavia è innegabile che probabilmente questi pensieri le abbiano sfiorato la mente data l’assurda (per lei) situazione in cui si è trovata. Da questo punto di vista, è significativa la frase “E' facile essere coraggiosi,finché si è a distanza di sicurezza”, che ho trovato perfetta per descrivere ciò a cui era stata abituata fino a quel momento. 
Sicuramente originale come spunto, sebbene fosse prevedibile il suo vedere Bill come una sorta di ancora di salvezza. Ciò non toglie che tu abbia messo in luce degli spunti interessanti e assolutamente innovativi con questo scorcio dei suoi pensieri, e li hai analizzati in un’ottica che personalmente non avevo mai preso in considerazione. 
Storia davvero splendida, che mostra come tutti siano stati colpiti dalla guerra, per motivi e in modi diversi, e come persino Fleur, la ragazzina viziata, si sia dovuta rimboccare le maniche di fronte al dolore delle persone che muoiono, che soffrono, in un frangente in cui è logico per lei trovarsi spaesata. Ottima introspezione davvero, complimenti."Image and video hosting by TinyPic
  
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