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Autore: tippy    03/12/2010    7 recensioni
Salve a tutti i fans di Castle!premetto dicendo che la mia storia parte dalla season finale della seconda stagione della serie tv in questione.In generale,la mia ff segue un pò la falsa riga del telefilm:ci sono i casi,ma soprattutto mi interessa raccontare il rapporto tra Kate e Richard;per questo motivo,mi scuso se i casi non sono interessanti come nello show!in ogni caso,spero vi risulti piacevole!e ringranzio la mia sis,mia "figlia" Elyl,zigi e Muzza per avermi spinta a pubblicarla!grazie del supporto,vi voglio bene!
Genere: Generale, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ecco la seconda parte.




Ore 15:30,loft di Richard.

Quando Alexis aprì la porta di casa, trovò il padre seduto sul divano a fissare qualcosa, forse una foto. L'uomo si voltò verso la porta per vedere chi fosse entrato, distogliendo la mente per un attimo da chissà quali pensieri:"Hey, tesoro. Com'è andata a scuola?"

"Bene papà. Grazie...Come mai già a casa? Nessun caso d'omicidio?", rispose Alexis e sedendosi accanto al padre si chiese perchè stringesse tra le mani una foto di lei al suo ultimo compleanno.

"Si, c'è un caso d'omicidio, ma credo sia piuttosto semplice”, disse Richard, “Una ragazzina è stata uccisa per sbaglio. Abbiamo parlato con i genitori e indagato su di loro ma non c'è nessuna pista... Appena Ryan ed Esposito avranno novità, Beckett mi chiamerà e risolveremo il caso il prima possibile... Credo che entro stasera lo si potrà considerare un caso chiuso..."

"Papà... Quanti anni aveva questa ragazzina?", Alexis pensò di aver intuito il perchè dell'atteggiamento del padre: era davvero difficile vedere Richard Castle seduto su un divano, serio, silenzioso e con un'espressione che mostrava una vena di tristezza mal celata.

Richard osservò per qualche secondo la foto che aveva tra le mani, poi rispose:"16 anni... Aveva 16 anni..."

Alexis si avvicinò al padre e, guardando la sua immagine immortalata mentre sorrideva nel giorno del suo compleanno lo scorso anno, disse:"E' per questo che hai preso questa mia fotografia? Per qualche motivo hai associato me a quella ragazzina?"

Richard alzò di scatto la testa, puntò i suoi occhi chiari sul volto della figlia; si lasciò scappare un sorriso:"Mi conosci proprio bene tu,sai?"

"Sono o non sono tua figlia?", rispose lei, e lo invitò a proseguire con uno sguardo rassicurante.

"Il punto è che ogni volta che a morire è una ragazzina che ha più o meno la tua età, non posso fare a meno di pensare a te, a quanto sarei disperato se dovessi perderti... Sai che sono sempre stato una persona superficiale praticamente su tutto, ma quando si tratta di te... Le cose cambiano... Tu sei la mia vita e immaginarmi senza di te... Il solo pensarci mi sembra impossibile"

"Aaaaw, papà", la ragazzina si avvicinò e lo strinse nell'abbraccio più forte di cui era capace. Poi lo guardò dritto negli occhi e disse:"Smettila di essere così catastrofico! Non è da te! E poi sappi che tutto ciò che hai detto ora, un giorno potrebbe ritorcersi contro di te perchè non ti libererai così facilmente di me! E' vero che sei superficiale, bambinone e donnaiolo..."

Richard la guardò contrariato:"Ah, grazie mille figlia!"

Alexis sorrise:"Dico solo la verità padre! Ma la verità la dico anche quando affermo che sei con assoluta certezza il padre migliore del mondo... E ti sarò eternamente grata per questo..."

Richard la guardò con affetto e le accarezzò i capelli:"Grazie piccola!"

In quell'istante, il cellulare dello scrittore prese a squillare.

Alexis guardò perplessa il padre mentre lo prendeva dalla tasca ed esclamò:"La cavalcata delle Valchirie?! Non ti sembra un po' esagerato?"

"Hey, non criticare! Io la trovo carina!", replicò Richard sentendosi risentito perchè dopo la madre, anche la figlia aveva avuto da ridire sulla sua scelta.

Alexis fece un'altra battutina tanto per stuzzicarlo ancora un po', poi stampò un bacio sulla fronte del padre e andò nella sua stanza.

Richard la osservò affettuosamente mentre si allontanava, poi finalmente prese la chiamata:"Castle a Beckett,ricevuto!"

Dall'altro capo del telefono la risposta fu:"Castle, un'altra battuta di queste e quando ti vedo ti sparo!"






Richard raggiunse Kate davanti alla lavagna magnetica con due caffè, gliene offrì uno e poi iniziò a sorseggiare il suo. Dopo aver deglutito, il suo volto si trasformò in una smorfia di disgusto. Kate lo guardò incuriosita:"Che c'è?"

"Dio, quant'è amaro questo caffè! Come ho fatto a dimenticare lo zucchero??",esclamò l'uomo.

Kate scosse la testa e sorrise:<< Il solito Castle >>

"Allora, quali novità ci sono?", chiese lo scrittore, e nonostante il caffè non fosse di suo gradimento, continuò a berlo... E Kate continuava a guardarlo sempre più perplessa:"Non capisco perchè ti ostini a bere quel caffè!"

"Perché sono caffè-dipendente!", replicò lui.

La giovane donna ignorò la risposta e iniziò a informarlo sul caso:"A momenti arriveranno Ryan ed Esposito con i dettagli, ma pare che ci sia una pista che porta al fidanzato della vittima"

Squillò il cellulare di Richard.

Kate lo guardò perplessa e disse:"La cavalcata delle Valchirie?! Sul serio?!?"

Richard prese il cellulare e irritato replicò:"va bene, ho capito! Dopo la cambio!", poi rispose al cellulare:" Hey,piccola!", Kate lo osservava mentre parlava al cellulare, curiosa di sapere chi fosse questa 'piccola', "si si, è tutto okay non ti preoccupare! Parlare con te mi ha fatto bene... Ci vediamo stasera a casa. E dì a tua nonna di non scolarsi tutta la bottiglia di vino prima del mio arrivo!! Ti voglio bene!"

Era Alexis. Kate si sentì sollevata, ma dopo due secondi ordinò mentalmente a se stessa di smetterla di irritarsi ogni volta che Castle sembrava ricevere una telefonata da qualche donna che non fosse lei: non erano affari suoi; e poi lui era tornato con la sua ex moglie. Altra irritazione e un po' di tristezza al ricordo di quello che era successo la scorsa estate.

Una voce la riportò alla realtà:"...Beckett, ci sei?". Era Richard.

"Scusa, dicevi?", chiese lei distratta.

"No,niente....", rispose lui; la osservò per qualche secondo, poi disse:"...Era Alexis, comunque".

"Ma io non te l'ho chiesto", replicò Kate imbarazzata.

"No... Non ad alta voce almeno", rispose Castle con un sorrisetto beffardo stampato in faccia.

La detective si schiarì la voce e cercò di ritrovare il controllo:"Allora, come mai questa telefonata? Di solito non chiama, al massimo vi mandate messaggi", chiese cercando di non sembrare invadente.

"Oh, niente... Questo caso mi ha messo un po' di tristezza, sai Kathy era coetanea di Alexis... E pensavo che non vorrei mai essere nei panni dei genitori di quella povera ragazza... Non so cosa farei... Ovviamente si è accorta subito che c'era qualcosa che non andava e ha voluto che ne parlassi con lei", rispose Richard sorridendo.

"Sei proprio fortunato ad avere una figlia come Alexis", osservò Kate.

"Già..."

"...E lei è fortunata ad avere te", concluse la detective.

A quelle parole, Richard si voltò verso di lei, un po' stupito. Kate ricambiò lo sguardo, ma si sentiva a disagio: pensava di aver fatto trasparire troppo con una semplice frase.

Il silenzio fu interrotto dall'arrivo improvviso di Ryan ed Esposito.

"Eccoci! “, cominciò Ryan, “Allora ab-", stava per parlare del caso, ma fu interrotto da Esposito che, accortosi dell'atmosfera che avvolgeva i due, aveva provato a fermare il compagno con una gomitata, ma era troppo tardi.

"Ehm... Sì?", Kate fu grata di sentire la voce dell'agente.

Lo sguardo di Ryan si posò prima su Kate, poi su Richard e così via, come se stesse seguendo una partita di tennis, poi disse:"... Ho interrotto qualcosa?"

I due risposero insieme, ma ovviamente in maniera diversa: lei con un irritato e imbarazzato “No!!!”, lui con un tranquillo e sorridente ”Sì”.

I due agenti si guardarono, e dopo aver a stento trattenuto una risatina, Ryan riprese a parlare:"Dicevo...", passò a Kate la foto di un ragazzo sui vent'anni, capelli corti neri e occhi chiari,"Si chiama James Kent, ha 21 anni, non ha precedenti; ma parlando con gli amici della vittima abbiamo scoperto che ultimamente il giovanotto si è fatto prendere un po' troppo dalla gelosia: ha fatto un paio di scenate alla sua fidanzata".

Esposito consultò il suo fedele block-notes e continuò:"Una volta sembra che sia partito addirittura uno schiaffo".

Richard e Kate si guardarono, poi l'uomo esclamò:"Mi sa che abbiamo l'assassino".






Stanza interrogatori.

Kate e Richard erano seduti l'uno accanto all'altra e insieme osservavano il ragazzo di fronte a loro. James Kent si guardava le mani poggiate sul tavolo: in quel momento la sua vittima designata era una pellicina che torturava senza sosta. Richard lo osservava con attenzione ormai da alcuni minuti:<< E' parecchio nervoso... Segno di colpevolezza?... Eppure il mio istinto mi dice che lui non c'entra >>.

Una voce lo distolse dai suoi pensieri: era Kate, che aveva iniziato l'interrogatorio. La osservò: ancora non riusciva a capire come facesse a essere così bella dopo tante ore di lavoro. E poi quello che era successo prima: forse aveva immaginato una situazione che non esisteva,forse quella frase era un semplice complimento, eppure lui ci aveva visto qualcosa di più... Una cosa l'aveva percepita e non aveva dubbi: lei era imbarazzata e si era sentita a disagio dopo quello che aveva detto.<< Ma forse ho un'immaginazione troppo fervida... E poi sto con la mia ex moglie,cavolo! >>, pensò.

Kate, sentendosi osservata in maniera insistente, lasciò cadere per un attimo il discorso con l'indiziato e rivolse a Richard uno sguardo interrogativo:"... Allora??".

L'uomo, preso alla sprovvista, replicò con un confuso:"Ehem... Cosa?"

"Non lo so, dimmelo tu! Eri lì a fissarmi, pensavo dovessi dirmi qualcosa!", replicò la detective.

"Io non ti stavo...", okay: era stato colto sul fatto! Ma per fortuna lei non si era accorta del motivo per il quale la stava fissando. Sorrise lievemente e poi le rispose:"...niente, prosegui pure",mentre si mordeva il labbro inferiore le diede un'ultima occhiata con i suoi occhi vivaci; poi posò lo sguardo sul giovane, provando a concentrarsi sul caso.

Nell'attesa, il ragazzo era diventato ancora più nervoso: la pellicina era stata eliminata e ora una goccia di sangue prendeva il suo posto; James mise il dito in bocca.

Kate riprese l'interrogatorio:"Allora, signor Kent... Mi è stato detto che ultimamente l'Otello che è in lei ha avuto il sopravvento"

Il ragazzo parve confuso:"Cosa intende dire?"

"Intende dire che avresti dovuto studiare un po' di più quando eri a scuola!", intervenne Richard.

Kate lo fulminò con lo sguardo, lui fece spallucce:"...Intendevo dire...", disse lei riprendendo il discorso, "Che nell'ultimo periodo era diventato parecchio geloso di Kathy"

Richard la interruppe di nuovo:"Sappiamo che sei passato alle mani"

James spostò lo sguardo da Kate a Richard, poi abbassò la testa e si passò nervosamente le mani fra i capelli. Queste ritornarono sul tavolo mentre lui prese a fissare un punto indefinito della sua superficie:"Io... E' vero, ultimamente litigavamo spesso ma... Io... Il punto è che nelle ultime settimane era diventata parecchio distante e ogni volta che cercavo di affrontare l'argomento si arrabbiava, mi dava dello stupido, diceva che l'opprimevo... Quello schiaffo... Io..."

"Era una ragazzina e per di più il suo problema di salute la rendeva ancora più fragile di qualunque altra sua coetanea", andò giù dura Kate.

"Lo so, io...", il giovane stava diventando sempre più nervoso.

"E nonostante ciò le hai dato uno schiaffo!", esclamò duramente la detective, rincarando la dose.

Richard provò ad aumentare la pressione sul ragazzo:"Magari l'altra sera non sei riuscito a trattenerti e l'hai spinta, lei è finita contro qualcosa e la frittata è fatta!"

Inaspettatamente, James iniziò a piangere a dirotto:"...Lo so che lei era solo una ragazzina, ma io... Io la amavo! Ero innamorato di lei!"

Richard si avvicinò a Kate e le sussurrò all'orecchio:"Questo tizio non è l'assassino!"

Kate si voltò verso di lui e se lo ritrovò a pochi centimetri... Le tornò in mente quella volta in cui le aveva detto:"Profumi di ciliegia" e aveva sentito un brivido attraversarle la schiena nel trovarsi così vicina ai suoi occhi, alle sue labbra... Se non fossero arrivati Esposito e Ryan ad interromperli... Ancora non sapeva se essere contenta o meno per quell'inconsapevole intervento da parte dei suoi amici agenti... Ritornò alla realtà e si accorse di essere ancora troppo vicina a lui, così rivolse lo sguardo dalla parte opposta.

In quel momento Ryan aprì la porta, con un'espressione parecchio seria sul volto, e rivolgendosi alla donna, disse:"Beckett... C'è qualcuno che vorrebbe confessare..."





Kate e Richard non potevano credere ai loro occhi: la sorella maggiore di Kathy, Rachel, era seduta di fronte a loro, i genitori stravolti e disperati le sedevano accanto.

Kate poggiò le mani sul tavolo e si piegò leggermente in avanti, cercando lo sguardo della ragazza:"Rachel...", la ragazza alzò il viso e la fissò con i suoi occhi neri,"...Prima di chiederti come sono andati i fatti, devo farti una domanda: sei sicura di quello che stai per fare? Perchè se lo stai facendo per proteggere qualcuno, io non-"

Rachel la interruppe:"No, no! Anzi, appena ho saputo che James era stato portato qui per essere interrogato, ho obbligato i miei ad accompagnarmi. Ho confessato loro tutto, hanno cercato di fermarmi ma...", si interruppe... La voce rotta dal pianto, "...Non potevo permettere che James andasse in prigione per colpa mia! Lui non c'entra niente! Vi prego credetemi, lui non ha fatto niente, lasciatelo andare!"

"E' James la causa dell'incidente?", chiese all'improvviso Richard.

Rachel lo guardò stupita:"Lei come..."

"Sono un buon osservatore...", rispose lui.

Kate guardò Richard, poi il suo sguardo tornò a Rachel:"Allora... Ti va di dirci com'è andata?"

Rachel fece due respiri profondi, poi iniziò:"Io e Kathy eravamo più che sorelle... Eravamo amiche... Eravamo tutto l'una per l'altra... Poi lei iniziò a uscire con James...", le sfuggì un sorriso velato da profonda tristezza:"... All'inizio non lo sopportavo... Ma Kathy voleva che lo conoscessi meglio, che io e il suo ragazzo avessimo buoni rapporti... E così, ho imparato a conoscerlo... E... Io..."

"...Ti sei presa una cotta per lui", era di nuovo lo scrittore ad intervenire.

Rachel annuì debolmente, poi proseguì:"Mia sorella l'aveva intuito, ma io avevo sempre negato... Non volevo creare problemi... Poi due settimane fa ho scoperto che Kathy stava tradendo James con un altro... Avevo provato in tutti i modi a non mettermi in mezzo, ma non riuscivo a sopportare che James venisse trattato così: è un bravo ragazzo e non se lo meritava... Così... Così l'altra sera sono andata in camera di Kathy per affrontarla e farle capire che stava facendo un errore...", le lacrime si fecero sempre più copiose; Rachel si passò una mano sulle guance per asciugarle,"E invece... Finimmo per litigare... Lei mi urlò che dovevo farmi gli affari miei, che ero un'impicciona... Io...Io le dissi che se James fosse stato con me non l'avrei mai trattato in quel modo... Lei si arrabbiò molto e mi diede uno spintone...",l a ragazza cominciò a singhiozzare,"Mio Dio, non volevo... Io non volevo... Mi dispiace così tanto..."

Kate la invitò a proseguire:"Cosa è successo?"

La madre di Rachel le strinse la mano... Disperazione nella disperazione... La ragazza cercò di calmarsi e riprese a parlare:"...Io... Ero arrabbiata anche io... Le ho dato uno spintone... E lei, lei... Non avrei dovuto, era così fragile... Ha sbattuto la testa contro la colonna del suo letto a baldacchino ed è caduta a terra priva di sensi... Ero nel panico totale perchè i miei non erano in casa... Ma dopo pochi secondi si è ripresa e l'ho aiutata a sedersi... Le ho chiesto scusa mille volte, ma lei continuava a dire che non era niente, che eravamo state due stupide ad aver litigato... Mi aveva perdonata... E io invece l'ho uccisa!"

"Non l'hai uccisa, Rachel”, intervenne Kate, “...E' stato un incidente... Tu e tua sorella siete state molto sfortunate..."

Richard e Kate uscirono dalla stanza degli interrogatori.

"E ora che ne sarà di lei?", le chiese lo scrittore.

Kate sospirò:" Per prima cosa verrà verificata la confessione della ragazza, anche se credo che dica la verità. Comunque non penso che verrà condannata: è minorenne, incensurata e per di più è stato palesemente un caso molto sfortunato.. Un mero incidente... Spero solo che i genitori le rimangano vicini"

Richard:"Già, anche se credo che una parte di lei si sentirà sempre in colpa"

Kate:"Lo credo anche io...", prese il cappotto e si rivolse di nuovo a lui,"Andiamo via insieme?"

Richard sorrise:"Certo!"





Scesi in strada, i due si prepararono a congedarsi.

"Allora, a domani?",chiese Kate; ovviamente non si aspettava una risposta: sapeva già che la mattina dopo se lo sarebbe ritrovato al distretto pronto per un nuovo caso, come sempre.

"Certo!”,rispose lui, “Sperando di avere una giornata piena di criminali da catturare e sbattere in prigione!"

"Magari finalmente la tua teoria sulla CIA servirà a qualcosa!",gli disse lei, prendendolo in giro. Rise.

Ogni volta che Richard la vedeva ridere, non riusciva a non fare altrettanto...I loro occhi si incrociarono... Momenti brevi e interminabili allo stesso tempo...

All'improvviso una persona, poco distante da loro chiamò:"Kate Beckett?"

Kate, distratta, rispose:"Si?"

"Saluti tanto sua madre da parte nostra quando la incontrerà"

Gli attimi successivi per Kate sembrarono svolgersi al rallentatore, come se qualcuno con un telecomando avesse voluto guastarsi la scena: l'uomo sconosciuto estrasse la pistola e la puntò contro Kate, ma nell'istante in cui il colpo partì, Richard le si piazzò davanti per farle da scudo. La donna non riusciva più a sentire alcun suono... Vide l'uomo che aveva sparato allontanarsi tra la folla spaventata: aveva un berretto nero e una folta barba, occhiali da sole neri. Impossibile fare di meglio da quella distanza. Avrebbe voluto seguirlo ma ormai era scomparso. D'un tratto si ricordò:"Castle!!!"

Richard era a terra, gli occhi chiusi, il sangue che si allargava lentamente sul marciapiede come una macchia d'olio. La donna si inginocchiò vicino a lui:"Castle!", ma l'uomo era privo di sensi; Kate era nel panico... La gente cominciava ad avvicinarsi:"Rick, maledizione rispondimi!!!!"




-Mi scuso se in questa puntata il caso non è stato granché, ma questa prima puntata era di prova perchè quando la scrissi non sapevo se avrei continuato a scrivere la ff. Inoltre,ciò che mi interessa di più è il rapporto tra Kate e Richard, quindi perdonatemi se i casi non saranno molto avvincenti come quelli del telefilm.

   
 
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