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Autore: EffieSamadhi    03/12/2010    1 recensioni
[Dirty Dancing II]
Con la salita al potere di Fidel Castro, Katie e la sua famiglia sono costretti a lasciare Cuba. Nonostante le promesse, Katie e Javier vanno avanti con le loro vite. E così, mentre Katie si sposa e ha una figlia, Javier apre un'officina e diventa il re della 'Rosa Negra'.
Passano gli anni (diciannove, per l'esattezza), e il destino gioca le sue carte, riportando Katie a L'Avana. Accompagnata dalla sorella Lucy e dalla figlia, Isabella, che rivela un inaspettato talento per la danza, e sembra dimostrare una certa simpatia per il fattorino dell'hotel, tale Ricardo Suarez...
***
La ff presenta alcune "incongruenze" rispetto al film, e inoltre ho sbagliato nell'inserire il nome della sorella di Katie, che nel film si chiama Susie: lo so, dovrei cambiarlo, ma ormai per me il personaggio si chiama Lucy. =)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Recordar. Dolerse. Volver

L’Avana, Cuba, 1977

Agosto

 

            Lucy e Isabella tornarono in hotel a piedi, approfittandone per scambiarsi qualche opinione sulla serata appena trascorsa.

            “Allora, pensi ancora che la Rosa Negra sia un patetico locale Anni Cinquanta?”

            “Come potrei? Non immaginavo ci fossero locali così, da queste parti. E a dire il vero, non riesco a immaginare che la mamma… insomma, il massimo che si sia mai concessa erano le cene organizzate dallo studio di papà.”

            “Beh, diciamo che tua madre ha dei piccoli segreti, come tutti.”

            Isabella annuì. “Quel Javier… come lo avete conosciuto?”

            “Lavorava all’hotel, faceva il cameriere. Fu licenziato poco dopo il nostro arrivo.”

            “E come sono finiti lui e la mamma a ballare insieme alla Rosa Negra?”

            “Beh, a tua madre dispiacque molto il fatto che lo avessero licenziato. Venne a sapere di una gara di ballo che metteva in palio un ricco premio in denaro, e gli propose di partecipare.”

            “Accettò?”

            “Sì, ma durante la finale, la notte di Capodanno, furono interrotti, e la gara restò senza un vincitore.”

            “Fu quando Castro rovesciò il governo di Batista, giusto?”

            “Esatto. Poco dopo tornammo in New Jersey. Qui non c’era più posto per gli americani.”

            Parlando, erano arrivate a destinazione. Lucy mise una mano sulla spalla della nipote. “Ascolta, Isabella, se non ti dispiace vorrei che non parlassi a tua madre di Javier.”

            “Perché no? In fondo erano amici…”

            “Lo so, ma… fidati di me, tesoro. Avrai occasione di farlo, ma per il momento credo che dovresti evitare l’argomento.”

            “E va bene, va bene. Non gliene parlerò. Spero solo mi spiegherai perché, un giorno o l’altro.”

 

*

 

            Lucy bussò alla porta della stanza occupata dalla sorella. Era sicura che Katie fosse ancora sveglia, in attesa del loro ritorno.

            “Ehi, siete tornate finalmente! Com’è andata? Isabella dov’è?”

            “Era stanca, è già in camera sua. Katie, noi dobbiamo parlare” rispose Lucy, entrando e chiudendosi la porta alle spalle.

            “Hai incontrato Javier, vero? Lo sapevo, lo sapevo! Non dovevo permetterti di…”

            “Katie, siediti e ascoltami. Sì, ho incontrato Javier, alla Rosa Negra. Mi ha chiesto di te.”

            “Lui ha chiesto di me?”

            Lucy annuì, prendendo posto sulla poltrona, in modo da trovarsi di fronte alla sorella. “Katie, dovresti vederlo. Lui è… non è praticamente cambiato. Balla in modo meraviglioso, e dovresti vedere come lo guardavano le altre donne…”

            “Lucy, non…”

            “Katie, lui non si è mai sposato. Non ha mai avuto una relazione seria, in questi vent’anni.”

            “Non puoi esserne sicura.”

            Lucy continuò imperterrita. “Basta guardarlo negli occhi quando parla di te. Non ti ha dimenticata.”

            Katie sospirò, coprendosi gli occhi con una mano. Lucy prese fiato per la rivelazione successiva. “Ha ballato con Isabella.”

            “Che cosa?”

            “Javier ha ballato con Isabella” ripeté l’altra donna, con calma estrema.

            “Isabella non balla.”

            “Invece sì. E ha molto talento, lasciatelo dire. Ma con i genitori che si ritrova, credo sia perfettamente normale.”

            “Come… perché ha accettato di ballare?”

            “E’ stata invitata.”

            “Da chi?”

            “Il fattorino, Ricardo. Quello che ha portato su le nostre valigie quando siamo arrivate.”

            “Sì, mi ricordo di lui. Sembra un bravo ragazzo.”

            “Lo è. Ricordi il figlio di Carlos Suarez?”

            “Il bambino che stava sempre in braccio a Javier, intendi? Che cosa c’entra adesso?”

            “Quel bambino è lui. Ricardo Suarez.”

            Katie scattò in piedi. “Mi stai dicendo che” si interruppe, cercando di moderare il tono di voce. “Mi stai dicendo che Isabella è stata invitata a ballare da suo cugino?”

            “Esattamente” confermò Lucy, senza perdere la calma. “E ha accettato, perché non sa che quello è suo cugino.”

            Katie si lasciò cadere di nuovo sul divano, prendendosi la testa tra le mani. “Non può essere, non può essere… lo sapevo, lo sapevo che sarebbe andato tutto storto. Almeno dimmi che le cattive notizie sono finite.”

            “Beh” iniziò Lucy, tentennando, “in realtà ci sarebbe ancora una cosa.”

            “Spara. Tanto, peggio di così…”

            “Non ti farà piacere saperlo, ma… quel ragazzo ha lo stesso fascino di suo zio.”

            “Che cosa stai cercando di dirmi?”

            “Niente. Ma sappi che tua figlia ha rifiutato una dozzina di ragazzi, prima che lui le chiedesse di ballare.”

            Katie non sapeva come replicare. Se c’era una possibilità che Ricardo e Isabella si innamorassero, era suo dovere fare qualcosa per impedirlo. Ma quel qualcosa equivaleva a raccontare la verità su lei e Javier. Ma non era pronta. Nonostante diciannove anni di attesa, non era pronta.

            “Avevi la sua età, quando sei rimasta incinta. Non puoi continuare a nascondere lo sporco sotto il tappeto. Devi parlare.”

   
 
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