L’Avana, Cuba, 1977
Agosto
Lucy e Isabella tornarono in hotel a
piedi, approfittandone per scambiarsi qualche opinione sulla serata appena
trascorsa.
“Allora, pensi ancora che la Rosa
Negra sia un patetico locale Anni Cinquanta?”
“Come potrei? Non immaginavo ci fossero
locali così, da queste parti. E a dire il vero, non riesco a immaginare che la
mamma… insomma, il massimo che si sia mai concessa erano le cene organizzate
dallo studio di papà.”
“Beh, diciamo che tua madre ha dei
piccoli segreti, come tutti.”
Isabella annuì. “Quel Javier… come
lo avete conosciuto?”
“Lavorava all’hotel, faceva il
cameriere. Fu licenziato poco dopo il nostro arrivo.”
“E come sono finiti lui e la mamma a
ballare insieme alla Rosa Negra?”
“Beh, a tua madre dispiacque molto
il fatto che lo avessero licenziato. Venne a sapere di una gara di ballo che
metteva in palio un ricco premio in denaro, e gli propose di partecipare.”
“Accettò?”
“Sì, ma durante la finale, la notte
di Capodanno, furono interrotti, e la gara restò senza un vincitore.”
“Fu quando Castro rovesciò il
governo di Batista, giusto?”
“Esatto. Poco dopo tornammo in New
Jersey. Qui non c’era più posto per gli americani.”
Parlando, erano arrivate a
destinazione. Lucy mise una mano sulla spalla della nipote. “Ascolta, Isabella,
se non ti dispiace vorrei che non parlassi a tua madre di Javier.”
“Perché no? In fondo erano amici…”
“Lo so, ma… fidati di me, tesoro. Avrai
occasione di farlo, ma per il momento credo che dovresti evitare l’argomento.”
“E va bene, va bene. Non gliene
parlerò. Spero solo mi spiegherai perché, un giorno o l’altro.”
*
Lucy bussò alla porta della stanza
occupata dalla sorella. Era sicura che Katie fosse ancora sveglia, in attesa
del loro ritorno.
“Ehi, siete tornate finalmente! Com’è
andata? Isabella dov’è?”
“Era stanca, è già in camera sua. Katie,
noi dobbiamo parlare” rispose Lucy, entrando e chiudendosi la porta alle
spalle.
“Hai incontrato Javier, vero? Lo sapevo,
lo sapevo! Non dovevo permetterti di…”
“Katie, siediti e ascoltami. Sì, ho
incontrato Javier, alla Rosa Negra. Mi ha chiesto di te.”
“Lui ha chiesto di me?”
Lucy annuì, prendendo posto sulla
poltrona, in modo da trovarsi di fronte alla sorella. “Katie, dovresti vederlo.
Lui è… non è praticamente cambiato. Balla in modo meraviglioso, e dovresti
vedere come lo guardavano le altre donne…”
“Lucy, non…”
“Katie, lui non si è mai sposato. Non
ha mai avuto una relazione seria, in questi vent’anni.”
“Non puoi esserne sicura.”
Lucy continuò imperterrita. “Basta
guardarlo negli occhi quando parla di te. Non ti ha dimenticata.”
Katie sospirò, coprendosi gli occhi
con una mano. Lucy prese fiato per la rivelazione successiva. “Ha ballato con
Isabella.”
“Che cosa?”
“Javier ha ballato con Isabella”
ripeté l’altra donna, con calma estrema.
“Isabella non balla.”
“Invece sì. E ha molto talento,
lasciatelo dire. Ma con i genitori che si ritrova, credo sia perfettamente
normale.”
“Come… perché ha accettato di
ballare?”
“E’ stata invitata.”
“Da chi?”
“Il fattorino, Ricardo. Quello che
ha portato su le nostre valigie quando siamo arrivate.”
“Sì, mi ricordo di lui. Sembra un
bravo ragazzo.”
“Lo è. Ricordi il figlio di Carlos
Suarez?”
“Il bambino che stava sempre in
braccio a Javier, intendi? Che cosa c’entra adesso?”
“Quel bambino è lui. Ricardo Suarez.”
Katie scattò in piedi. “Mi stai
dicendo che” si interruppe, cercando di moderare il tono di voce. “Mi stai
dicendo che Isabella è stata invitata a ballare da suo cugino?”
“Esattamente” confermò Lucy, senza
perdere la calma. “E ha accettato, perché non
sa che quello è suo cugino.”
Katie si lasciò cadere di nuovo sul
divano, prendendosi la testa tra le mani. “Non può essere, non può essere… lo
sapevo, lo sapevo che sarebbe andato tutto storto. Almeno dimmi che le cattive
notizie sono finite.”
“Beh” iniziò Lucy, tentennando, “in
realtà ci sarebbe ancora una cosa.”
“Spara. Tanto, peggio di così…”
“Non ti farà piacere saperlo, ma…
quel ragazzo ha lo stesso fascino di suo zio.”
“Che cosa stai cercando di dirmi?”
“Niente. Ma sappi che tua figlia ha
rifiutato una dozzina di ragazzi, prima che lui le chiedesse di ballare.”
Katie non sapeva come replicare. Se c’era
una possibilità che Ricardo e Isabella si innamorassero, era suo dovere fare
qualcosa per impedirlo. Ma quel qualcosa equivaleva a raccontare la verità su
lei e Javier. Ma non era pronta. Nonostante diciannove anni di attesa, non era
pronta.
“Avevi la sua età, quando sei
rimasta incinta. Non puoi continuare a nascondere lo sporco sotto il tappeto. Devi
parlare.”