Until
The Death
Lo
aveva preso così..
Così
come un bambino prende un giocattolo che non gli appartiene lui si era
preso
quel ragazzo.
Anthony
era il suo nome.
Quel
diciassettenne dagli occhi rubino, che tanto lo avevano affascinato.
Lo
aveva sorpreso nella notte, tacendo i suoi passi e mascherando le sue
parole.
Lo
aveva portato via, dagli affetti e da quella vita, che nessuno gli
avrebbe più
restituito.
Ora lui
stava dormendo, lì, ignaro di tutto, godendosi
l’ultimo sonno concesso..
Prima
di raggiungere l’oblio eterno.
-È davvero un ragazzetto
carino William.. – sussurrò una
voce alle spalle dell’uomo.
Questo si voltò di poco,
appena per scorgerne i lineamenti.
–Già.. – mormorò basso,
avvicinandosi al corpo del giovane dormiente. –Ho fatto
un ottimo affare questa volta.. – continuò poi,
sorridendo. Un sorriso
caratterizzato da un paio di appuntiti canini.
L’altro si mise a ridere,
avvicinandosi poi anch’egli.
-Hai rischiato molto a rapirlo..
– gli sussurrò poi
sensuale all’orecchio. Quello spostò gli occhi
azzurri verso i suoi occhi
verdognoli. –Si.. ma ne è valsa la pena.. non
trovi Morgan? – sorrise.
Quest’ultimo si
allontanò di scatto. –Fratello mio.. Sei
troppo imprudente.. un giorno di questi ti ritroverai ucciso..
–commentò poi
con rabbia.
William si mise a ridere.
–Ma io non sono già morto, mon
frère? – chiese con voce calda.
Morgan chiuse gli occhi, sospirando.
–Pensa piuttosto a non
farti uccidere di nuovo.. -
Detto questo, se ne andò.
Lasciando finalmente il fratello
solo col suo nuovo giocattolo.
Per William era stato tutto un gioco.
Aveva osservato a
lungo quel ragazzo dagli strani occhi rossi.
Lo aveva sognato la notte,
desiderandolo al suo fianco..
Alla sua completa mercè.
Ora che finalmente lo aveva tra le
mani, non sapeva neanche
da dove cominciare.
Si avvicinò di poco,
sedendosi sul soffice letto a
baldacchino e cominciando a carezzare il viso liscio del giovane.
Era così sereno che quasi
provò pena nei suoi confronti.
-Che piccolo e dolce giocattolo
possiedo tra le mie
braccia.. – cominciò, chinandosi per odorarne i
neri capelli. –Ho giocato col
fuoco, e alla fine me lo sono ritrovato tra le mani.. –
-Stringendolo caldo tra le mie dita.
Baciandolo dolce con
le mie labbra..
Chiuse gli occhi, poggiando le sue
fredde labbra su quelle
calde e rosse del moro. –Sarò
all’altezza di tale meraviglia? – soffiò
caldo.
In quel momento, il ragazzo
aprì lentamente gli occhi.
Il suo sonno era stato disturbato
dalle parole dell’uomo, e
il suo corpo infastidito dalla sua presenza.
-Ben svegliato Anthony..
Il ragazzo lo guardò con i
suoi grandi occhi rossi. Lo
sguardo visibilmente confuso e la bocca ancora impastata dal sonno.
-Salve.. –
sussurrò, non capendo ancora chi fosse
quell’uomo davanti a se.
Lo vide alzarsi e dirigersi verso le
grandi finestre,
coperte dalle rosse tende. In quel momento la luce della luna
potè illuminare i
tratti del maggiore.
I lunghi capelli argentei luccicavano
a quel chiarore. Gli
occhi azzurri continuavano a fissarlo, e quelle scure labbra erano
stirate in
un sorriso poco rassicurante.
Quell’uomo lo spaventava e
lo attraeva allo stesso tempo.
Fece poi pressione sulle braccia,
mettendosi seduto per
poter ammirare ancora quel personaggio così carismatico.
Notò allora che aveva
ancora indosso la camicia da notte.
Si guardò i polsi,
lanciando di tanto in tanto occhiate
all’altro, che intanto era ancora posizionato alla finestra.
Come aveva fatto ad arrivare in quella
stanza?
Chi ce l’aveva portato? E
quell’uomo davanti a lui che
intenzioni aveva?
-Dove mi trovo? –
parlò ad un certo punto, rivolto a
William, che continuava a sorridere.
Questo rise con fare sadico.
–Sei nella mia camera.. –
rispose, alquanto divertito, cominciando a girare attorno al letto del
moro.
Anthony lo fulminò con lo
sguardo. –Si questo l’avevo intuito..
– sussurrò con fare sufficiente. –Ma che
ci faccio qui? – continuò voltando lo
sguardo.
Il maggiore sorrise di più.
–Ti ho rapito io.. – diede
risposta, come se nulla fosse.
A quelle parole Anthony
s’irrigidì di poco. –E perché
mai??
– urlò poi, scostando le lenzuola per alzarsi e
dirigersi verso il suo
rapitore.
Notò però
qualcosa che non andava. Aveva un piede
incatenato all’anta del letto.
-Mi hai legato! –
urlò, alzando lo sguardo verso William,
ma lui non c’era più.
-Era per precauzione..
Due mani si premurarono di carezzargli
viso. Affondando nei
capelli e odorando il gradevole profumo della pelle del minore.
-Non sai che ad un nobile come me,
bisogna dare del voi? –
gli sussurrò sensuale all’orecchio.
Anthony
s’irrigidì. –Che.. Che cosa vuoi?
– chiese poi, con
una certa difficoltà.
Quell’uomo lo metteva non
poco a disagio.
Si sentì poi mordicchiare
la tesa pelle del collo. –Ah..
ah.. Ah.. – cantilenò poi quello. –Che
cosa ti ho appena detto piccolo
manigoldo? – lo rimproverò.
Il moro cercò di scrollarsi
di dosso quell’uomo così
insistente. –Che cosa volete! – urlò
poi, innervosito.
Le mani del maggiore si spostarono ad
accarezzare le labbra
carnose del giovane.
-Voglio il tuo corpo.. –
sussurrò sensuale, chinandosi a
baciare la bianca belle della clavicola.
Anthony lo fulminò con lo
sguardo. –Che siete? Un maniaco?
– chiese, ovvio.
William sgranò gli occhi.
–Ti sembro un tipo del genere?? –
chiese con fare falsamente offeso.
-Si..
William si allontanò dal
giovane. –Mi offendi così
Anthony.. – sussurrò con fare melodrammatico.
Il minore lo guardò
scettico. –Oltre ad essere un maniaco
siete anche stupido.. – continuò, ignorando le
occhiate drammatiche del
maggiore.
-Dovresti avere paura, invece di
essere così arrogante.. –
sussurrò poi quello, sedendosi davanti al moro.
-Non sono arrogante.. dico solo la
verità.. –
-Sei accondiscendente? –
chiese ovvio, il maggiore.
Anthony lo guardò male.
–La mia posizione non mi permette
il contrario.. o sbaglio? – chiese con aria di sufficienza.
L’uomo dagli argentei
capelli si avvicinò per baciarlo.
–Questo è vero.. sei un ragazzino intelligente..
– proferì poi, soffiando
lascivo sul suo collo
niveo.
Il moro rise superiore. –Se
non lo fossi non mi avreste
messo gli occhi addosso – mormorò giocoso.
William rise, lasciando che i lucenti
canini balzassero
alla vista del minore.
Questo sgranò gli occhi.
Lui rise. –Hai paura adesso?
– chiese con voce roca,
assetato di sangue come non mai.
Ancora una volta però,
Anthony sviò completamente le sue
aspettative.
–Non mi spaventano le
persone con pessimi denti.. –
sussurrò, sdraiandosi nuovamente.
Il maggiore lo guardò
allibito. –Cosa?? Ragazzino io sono
un Vampiro!- urlò, alzandosi di scatto.
Anthony non lo degnò di uno
sguardo. –Ma non fatemi
ridere.. – parlò, con voce ancora impastata dal
sonno.
Si stava lentamente addormentando.
William, ringhiò
sommessamente. –Non mi credi..?
Il moro fece aria con la destra.
–I Vampiri non esistono..
– parlò sommessamente, nel sonno.
-Davvero? – chiese nervoso
il Vampiro. –E chi te l’ha
detto..? – brontolò nuovamente.
-Mio padre.. –
sussurrò Anthony, ormai quasi addormentato.
Il maggiore si mise a ridere.
–E tu credi a tutto ciò che
ti dice tuo padre?? – chiese ovvio, e divertito.
Quelle parole fecero aprire di scatto
gli occhi del moro.
-Perché non dovrei?
– chiese ansioso, mettendosi seduto.
William rise.
–Perché lui mente.. – parlò,
fermandosi poi,
non appena vide lo sguardo di Anthony vacillare tra il minaccioso e
l’impaurito. –Ti dice bugie solo per non farti
spaventare.. lo fa solo per
proteggere il mondo perfetto che ha costruito.. nulla di più
– continuò.
Il minore non sapeva proprio come
ribattere.
Che il vampiro avesse ragione?
Abbassò lo sguardo, deciso
a non rispondere a quella
domanda.
Sentì però la
mano del maggiore carezzargli il viso,
spingendolo delicatamente ad appoggiare la testa sul cuscino. Lo
guardò
avvicinarsi, pronto per stampare un bacio sulle sue labbra.
Questa volta la lingua
dell’uomo dai capelli argentei
chiese l’accesso alla sua bocca, cominciando subito a giocare
con la sua.
Quel bacio l’aveva
trasportato nei meandri più profondi del
piacere. Un piacere distorto.
Un piacere che andava contro ogni
preconcetto divino.
Un amore che andava contro a Dio.
Sentì poi la mano del
Vampiro scendere lenta fino il suo
petto, cominciando a giocare con gli addominali, leggermente scolpiti,
mentre
la bocca scendeva verso il niveo collo, baciandolo, mordicchiandolo
dolorosamente.
Diletto e dolore insieme.
Giusto e sbagliato, mescolati in
un’unica sensazione; il piacere
che Anthony provava sotto gli incessanti tocchi del suo aguzzino.
L’attrazione verso quel
corpo, continuava a crescere, senza
placarsi mai.
Che fosse un inganno di
quell’uomo?
Era risaputo che i vampiri amavano
confondere le proprie
vittime con strane sensazioni.
Ma alla fine che importava? Lui era
lì. William era lì.
Insieme per raggiungere
l’apice estremo del piacere.
Ormai il corpo di Anthony era
incontrollabile. Era
continuamente scosso dai brividi di piacere, e dalle sue labbra non
uscivano altro
che gemiti inconsulti.
Parole disconnesse.
La dimostrazione che il trattamento
del maggiore era
gradito.
Le mani dell’uomo si
spostarono poi verso l’inguine del
giovane. Alzando la camicia da notte, andando a massaggiare la pelle
tesa e
sudata d’eccitazione.
Anthony, continuava a gemere sempre
più forte, sentendo
l’eccitazione dolergli piacevolmente.
-Shh.. Non vorrai svegliare
l’intera casa – sussurrò poi
languido William, chinandosi per baciare il membro del minore.
E allora Anthony non ci vide
più.
Cominciò a gemere
spudoratamente, coprendosi gli occhi con
le mani, sentendo le lacrime scorrergli giù per le guance.
Voleva disperatamente essere
soddisfatto. Voleva urlare di
piacere, sotto lo sguardo di William.
Voleva amarlo, ed essere amato da lui.
Ma questo non avvenne.
Con l’ultimo sprazzo di
lucidità vide l’uomo avventarsi su
di lui e mordergli il collo, succhiando fortemente tutta la linfa
vitale, che
il suo piccolo corpo riusciva a contenere.
Un dolore atroce e poi un piacere
immenso che lo fece
venire più e più volte.
Era questo allora il piacere dei
vampiri?
Un piacere che ti lascia sfinito sul
letto, pallido e
morente.
Un piacere doloroso..
Un dolore felice.
Quando ebbe finito William lo
lasciò dormiente sul letto.
Si diresse verso l’altra
stanza, trovando il fratello ad
aspettarlo.
-Hai finito mon frère?
– chiese questo, quasi infastidito
dal fatto.
William ridacchiò.
–Si.. – rispose dirigendosi verso il
minore. –Abbiamo fatto baccano..?
Morgan lo guardò male.
–Quella puttana ha urlato davvero
forte.. – rispose malamente poi.
Il maggiore si chinò a
baciarlo. –Ormai non potrà più
urlare.. Mon frère..
Morgan sorrise. –Si..
fratello mio.. – sussurrò, baciando
anch’egli le fredde labbra del maggiore.
-Vado a riportare il corpo del
ragazzino al padre..
William si allontanò
veloce.
Il biondo lo guardò strano.
–E perché mai? – chiese.
-Non crede nei vampiri.. –
rise l’altro.
William
si portò nuovamente nella sua stanza.
Ripulì
il candido corpo di Anthony dal sangue.. voleva lasciarlo
così puro e candido.
Lo
riportò a casa.
Quando
Anthony aprì gli occhi, si trovava sul suo letto.
Con
addosso la camicia da notte e nella bocca il sapore di William.
Che
fosse stato solo un sogno?
Trovò
accanto al suo letto una rosa ed un biglietto.
-Ora ci
credete ai Vampiri.. mio caro Anthony? –
Fine
Salve a tutti ^^
Questa è una delle mie storie preferite *__* spero piaccia anche a voi, e che recensiate in tanti, anche solo per sapere cosa ne pensate.
Un bacio a tutti :D