C'era una volta... beh, c'era una volta una ragazza. Una principessa, per essere precisi. Peccato che lei non sapesse d'esserlo, ma è comprensibile, dacchè ricordava era sempre stata sola su quell'alta torre con una finestra. C'era anche un drago, ovviamente. Ma non un drago cattivo: nella realtà i draghi non sono mai brutti e cattivi. Era preposto, sì , alla difesa della torre, ma non odiava certo gli esseri umani, soprattutto non quello che sedeva davanti alla finestra. Anzi, con il passare del tempo aveva finito per affezionarsi alla ragazza, che aveva visto crescere e fiorire. Erano soliti parlare, il drago e la principessa, i soli abitanti della Valle della Torre. Parlavano di tutto: di stupidate, della loro vita e delle loro poche esperienze, di risate, pianti, segreti. Altre volte si limitavano a guardare insieme il cielo stellato sopra l'aguzzo tetto della torre, in silenzio... e sempre il drago trovava un modo di sdrammatizzare la situazione, eruttando fiamme o fingendo di picchiare contro i mattoni delle pareti, facendo ridere di cuore la ragazza. Era una quadro perfetto Ecco perchè non poteva durare. Perchè, come in ogni fiaba che si rispetti, c'era una volta anche un principe. Carino, a suo modo. Coraggioso e forte e perfetto, in un certo senso. Cresciuto col sogno di uccidere un drago e salvare una principessa.
Non aveva capito che tante principesse non vogliono essere salvate...
Arrivato alla Torre chiamò la principessa, che si sporse incuriosita: non
conosceva altra voce né altra creatura al di fuori di se stessa e del drago. E
il principe la vide. E si dichiarò. Affascinata da quello strano giovane, lei lo
lasciò parlare di cose sconosciute, di castelli e folle di persone e fontane
d'oro e mari infiniti. E che dichiarava di amarla, pur non avendola mai vista
prima. La amava per i suoi dolci occhi bruni, per il sorriso gentile e per la
chioma bionda. La amava per il suono della voce cristallino e pulito. La amava
perchè così fa un principe: va in giro per il mondo a salvare la sua
principessa.
Ma, in fondo, che ne sapeva lei dell'amore?
E mentre l'altro continuava a parlare, lei cominciò a pensare alle lunghe
chiacchierate con il drago, così diverse dal monologo del principe!
Pensò alle frasi iniziate da uno e finite dall'altra, alle risate trattenute
e condivise, alle lacrime consolate. Come poteva essere amore quello del
principe, che mai aveva condiviso con lei tutto questo?
Fu per questa ragione che lo respinse.
Totalmente allibito, il giovane tentò inizialmente di blandirla, ma quando vide
che le sue parole cadevano nel vuoto divenne rosso di collera, dette di sprone
al suo cavallo maledicendo la principessa e la sua terra, augurandole la
solitudine ed il dolore più nero. Quando la sera il drago giunse da Ovest, la
principessa non era alla finestra. Come poteva guardarlo in faccia ora che
sapeva? Come spiegargli che , ormai, non poteva - non voleva- più vederlo come
amico?
Passò altro tempo, non molto, ma abbastanza per calmare le acque e l'animo della
principessa. Poteva essere stato tutto un sogno, no?
Un altro drago, una femmina, giunse nella Valle. Soffriva di solitudine e aveva
sentito che, laggiù, c'era una ragazza amica di un drago.
Si legò subito alla principessa, condividevano molti pensieri pur avendo cuori
decisamente diversi. Con lei non capitò mai di iniziare la stessa frase insieme.
O di pensare la stessa cosa... insomma, non c'era la stessa sintonia che c'era
con lui, il suo drago.
Tre amici? Purtroppo, ancora una volta, il dolore aveva un sonno troppo leggero
per non esser disturbato da questa serenità.
E il drago, cui la solitudine pesava nonostante l'amicizia - ma era solo
amicizia? - della principessa, iniziò ad essere affascinato dai modi di fare
dell'altra e cedette alle lusinghe della nuova arrivata. Forse non erano in
sintonia, ma erano affini su altri livelli...
Così i draghi volarono via.
Si spostarono altrove per costruire il proprio nido.
Certo, entrambi tornavano ogni tanto a salutare la principessa e si
intrattenevano parlando della loro nuova vita o ricordando la vecchia.
Soprattutto il maschio.
Ma la Principessa, le spalle alla finestra, gli occhi vuoti fissi sullo
specchio, mai più rispose ai loro saluti.