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Autore: Gaea    03/12/2010    11 recensioni
Non sempre è un principe l'oggetto dell'amore di una principessa. E altresì, non sempre gli amori hanno un lieto fine
E il drago, cui la solitudine pesava nonostante l'amicizia - ma era solo amicizia? - della principessa...
Genere: Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Fiabe nere'
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C'era una volta... beh, c'era una volta una ragazza. Una principessa, per essere precisi. Peccato che lei non sapesse d'esserlo, ma è comprensibile, dacchè ricordava era sempre stata sola su quell'alta torre con una finestra. C'era anche un drago, ovviamente. Ma non un drago cattivo: nella realtà i draghi non sono mai brutti e cattivi. Era preposto, sì , alla difesa della torre, ma non odiava certo gli esseri umani, soprattutto non quello che sedeva davanti alla finestra. Anzi, con il passare del tempo aveva finito per affezionarsi alla ragazza, che aveva visto crescere e fiorire. Erano soliti parlare, il drago e la principessa, i soli abitanti della Valle della Torre. Parlavano di tutto: di stupidate, della loro vita e delle loro poche esperienze, di risate, pianti, segreti. Altre volte si limitavano a guardare insieme il cielo stellato sopra l'aguzzo tetto della torre, in silenzio... e sempre il drago trovava un modo di sdrammatizzare la situazione, eruttando fiamme o fingendo di picchiare contro i mattoni delle pareti, facendo ridere di cuore la ragazza. Era una quadro perfetto Ecco perchè non poteva durare. Perchè, come in ogni fiaba che si rispetti, c'era una volta anche un principe. Carino, a suo modo. Coraggioso e forte e perfetto, in un certo senso. Cresciuto col sogno di uccidere un drago e salvare una principessa.

Non aveva capito che tante principesse non vogliono essere salvate...

Arrivato alla Torre chiamò la principessa, che si sporse incuriosita: non conosceva altra voce né altra creatura al di fuori di se stessa e del drago. E il principe la vide. E si dichiarò. Affascinata da quello strano giovane, lei lo lasciò parlare di cose sconosciute, di castelli e folle di persone e fontane d'oro e mari infiniti. E che dichiarava di amarla, pur non avendola mai vista prima. La amava per i suoi dolci occhi bruni, per il sorriso gentile e per la chioma bionda. La amava per il suono della voce cristallino e pulito. La amava perchè così fa un principe: va in giro per il mondo a salvare la sua principessa.
Ma, in fondo, che ne sapeva lei dell'amore?
E mentre l'altro continuava a parlare, lei cominciò a pensare alle lunghe chiacchierate con il drago, così diverse dal monologo del principe!

Pensò alle frasi iniziate da uno e finite dall'altra, alle risate trattenute e condivise, alle lacrime consolate. Come poteva essere amore quello del principe, che mai aveva condiviso con lei tutto questo?
Fu per questa ragione che lo respinse.
Totalmente allibito, il giovane tentò inizialmente di blandirla, ma quando vide che le sue parole cadevano nel vuoto divenne rosso di collera, dette di sprone al suo cavallo maledicendo la principessa e la sua terra, augurandole la solitudine ed il dolore più nero. Quando la sera il drago giunse da Ovest, la principessa non era alla finestra. Come poteva guardarlo in faccia ora che sapeva? Come spiegargli che , ormai, non poteva - non voleva- più vederlo come amico?
Passò altro tempo, non molto, ma abbastanza per calmare le acque e l'animo della principessa. Poteva essere stato tutto un sogno, no?
Un altro drago, una femmina, giunse nella Valle. Soffriva di solitudine e aveva sentito che, laggiù, c'era una ragazza amica di un drago.
Si legò subito alla principessa, condividevano molti pensieri pur avendo cuori decisamente diversi. Con lei non capitò mai di iniziare la stessa frase insieme. O di pensare la stessa cosa... insomma, non c'era la stessa sintonia che c'era con lui, il suo drago.
Tre amici? Purtroppo, ancora una volta, il dolore aveva un sonno troppo leggero per non esser disturbato da questa serenità.
E il drago, cui la solitudine pesava nonostante l'amicizia - ma era solo amicizia? - della principessa, iniziò ad essere affascinato dai modi di fare dell'altra e cedette alle lusinghe della nuova arrivata. Forse non erano in sintonia, ma erano affini su altri livelli...
Così i draghi volarono via.
Si spostarono altrove per costruire il proprio nido.
Certo, entrambi tornavano ogni tanto a salutare la principessa e si intrattenevano parlando della loro nuova vita o ricordando la vecchia. Soprattutto il maschio.

Ma la Principessa, le spalle alla finestra, gli occhi vuoti fissi sullo specchio, mai più rispose ai loro saluti.

   
 
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