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Autore: PetitLondoner    03/12/2010    2 recensioni
Una infelice Pansy, personaggio crudele ma affascinante, che meriterebbe una migliore reputazione.
Genere: Commedia, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Percorri la navata lentamente. Tanto tu sei lo sposo, la tua bella dovrà ancora arrivare.
Oddio.
Perché sono qui?
Non c’entro niente, eppure Blaise e  Daphne hanno tanto insistito.
Mai più, non devo mai più dargli ascolto. A nessuno dei due.
Pian piano che il tempo passa, il mio cuore inizia a battere sempre più lentamente.
Ti guardo.
Sei fantastico, come sempre, in smoking nero, con un piccolo fiore bianco che spunta dal taschino della giacca. Elegante, come non mai. Forse perché io ti conosco di più quando sei sfatto, quando non hai niente addosso. Cosa non strana, dato che fino qualche anno fa ero la tua indiscussa compagna di notte.
Ora invece sembriamo così distanti. Non che prima avessimo un chissà che rapporto, ma mi piaceva rinchiudermi in camera e ripensare all'intera notte passata con te, illudendomi che tu non mi abbia mai usata.



“gli occhi chiusi, troppo preso da quell’attimo, ma io no.
Io ce li ho aperti gli occhi, per guardarti. Adoro farlo. Forse è per questo che quasi ogni sera sono da te. È l’unico momento in cui mi è permesso osservarti senza timore. Osservarti, e perdermi in te. Nei tuoi occhi, nel tuo corpo.
A te non interessa niente.
Vorrei che tu provassi nei miei confronti anche un millesimo dei sentimenti che provo io per te.
“Vattene, ora ho bisogno di dormire… buonanotte” ecco le tue parole.
Le stesse.
Ogni volta.
E ogni volta la stessa sensazione che il mio cuore si spacchi in mille pezzi.
“Ciao Draco….Ti amo” sussurro. Tanto so che non sentiresti mai. Forse stai già dormendo.
Silenziosamente, abbandono la tua camera, lasciando in essa una parte di me.
Mi sento vuota.
Nonostante questo, non piango. Non l’ho mai fatto.
Neppure una lacrima.



L’intera chiesa è piena si mormorii, il brusio di sottofondo che si è formato è incredibile. L’emozione è percepibilissima nell’aria. È arrivata la sposa.
La tua sposa.
Come ti senti, Draco?
Perchè lei?
Noi due eravamo promessi ancora prima di nascere. Perché hai mandato all’aria tutto all’ultimo minuto?



Vi sposerete appena finita la scuola, a giugno, così siamo già sistemati e potrò avere presto un erede” le parole fredde e decise di tuo padre.
Sono contentissima, è il momento che  ho aspettato per tutta la vita.
E tu?
Cosa provi, sei felice?
Ti guardo.
Bum.
Cos’è stato?
Il rumore del mio cuore che cedeva e  si rompeva in mille pezzi.
Sapevo  che non dovevo guardarti.
Non c’è gioia nel tuo sguardo. Non mi guardi, non ti avvicini.
Sei lì, in un angolo, e non ti muovi.
Ti fa così schifo, Draco?
Ti fa così stare male l’idea di sposarmi?
Di sposare me?
Senza dire una parola, esco in giardino.
Individuo un albero e mi siedo vicino ad esso.
Mi sento vuota.
Nonostante questo, non piango. Non l’ho mai fatto.
Neppure una lacrima.



Non so perché tu abbia fatto questo. A me. Non lo so.
So solo che lei è entrata.
Lei, colei che ci ha diviso.
Colei che mi ha impedito di sugellare il mio amore per te e di formare insieme una famiglia.
Una famiglia nostra.
La guardo.  Cerco di capire cos’ha di speciale.
È per i suoi boccoli biondi che mi hai lasciato, Draco?
Per i suoi occhioni verdi?
O per il suo sorriso?
Perché?
Oh, maledizione. Avevo promesso di non pensarci più.
Non dovevo dare retta ai miei cavolo di amici.
L’unica cosa che desidero è di uscire da qui, andare lontano, lontano e ancora più lontano, dove la sofferenza non esiste. Dove io sono felice, senza problemi.
Voglio andare in un posto dove finalmente ho di nuovo il mio cuore.
Perché qui, Draco, il mio cuore non ce l’ho più. Me l’hai preso a forza, strappato, triturato, massacrato. Distrutto.
Voglio andare in un posto dove tu non stai per dichiarare amore eterno a lei.
Lei, che piano piano si sta avvicinando a te, raggiosa come non mai.
Ti accomodi vicino a lui, non prima che lui ti abbia teso la mano per aiutarti con lo strascico del vestito.
Prego"  inizia il sacerdote. In tutta la chiesa esplode un rumore sommesso, mentre noi ci sediamo.

“Carissimi Astoria  e Draco, siete venuti insieme nella casa del Padre perché il vostro amore riceva il suo sigillo e la sua consacrazione davanti al ministro della Chiesa e davanti alla comunità'. Voi siete già consacrati mediante il Battesimo: ora Cristo vi benedice e vi rafforza con il sacramento nuziale, perchè vi amiate l'un l'altro con amore fedele e inesauribile ed assumiate responsabilmente i doveri del matrimonio. Pertanto vi chiedo di esprimere davanti alla Chiesa le vostre intenzioni continua don Mike.

Che belle parole. Si, proprio commoventi.
Non riesco a non pensare che dovevo essere il, li, al posto suo.
Non riesco a guardare.
Voglio andare via.
Non sento quasi più il cuore battere, dal male che mi fa.
Mi sento come se mi stessero accoltellando una, due, tre  e più volte. Basta, supplico dentro di me.
Non so dove trovo la forza di riuscire  a rialzare il capo e a guardarvi.
E ad ascoltare.
“Astoria e Draco, siete venuti a contrarre matrimonio in piena liberta', senza alcuna costrizione, pienamente consapevoli del significato della vostra decisione?”
Si” rispondete.
Oddio, la tua voce è un’altra coltellata al cuore. Mi ritornano in mente elle parole che dovevo sentire ogni volta, sempre.  “Ok dai vattene, ora ho bisogno di dormire… buonanotte” Sempre.
E invece, ora sei qui, a dire tutt’altro. A lei.
“Siete disposti, nella nuova via del matrimonio, ad amarvi e onorarvi l'un l'altro per tutta la vita?”
“Si”

Dolore.

Siete disposti ad accogliere, responsabilmente e con amore, i figli che Dio vorra' donarvi ed educarli?

Si

Altro dolore.

“Se, dunque, e' vostra intenzione unirvi in matrimonio, datevi la mano destra ed esprimente, davanti a Dio e alla sua Chiesa, il vostro consenso.”

No, per favore, svegliatemi. Non è vero. Mi accorgo solo in questo instante che loro stanno veramente per sposarsi. Non possono. No.

Vuoi tu, Draco Malfoy,, prendere come tua legittima sposa Astoria Greengrass, per amarla, onorarla, nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia, finché morte non vi separi?

Ti guardo. E tu, inaspettatamente, ti giri, impercettibilmente, ma ti giri, cercando, senza farti notare, qualcuno nella chiesa. Sorprendentemente, il tuo sguardo si posa su di me.
Questione di un attimo. I nostri occhi sono una cosa sola, come mai era successo. Non ti ho mai guardato così. E tu neanche. Anzi, non mi hai mai guardato veramente.
Non riesco a crederci, ma solo di una cosa sono sicura. Nei tuoi occhi ho visto un sentimento che mai ho visto in te. Pochi secondi, ma sono bastati a capire.
“Ti amo, Pansy.” le tue parole, sussurrate, da lontano.
Ma io, mi sento come se fossi lì vicino a te, a stringerti la mano.
Pochi attimi, brevi e fugaci.
È così, Draco?
Ci si accorge dei propri sentimenti quando è troppo tardi?
Un ultimo sguardo, carico di significato.
Rabbia, per te stesso, per avere guardato solo esteriormente Astoria, e esserti accorto che ciò di cui avevi bisogno era sempre stato vicino a te.
Stupore, mai te lo saresti immaginato.
Tristezza, nel capire che ormai è non si può rimpiangere il passato, è troppo tardi.
E infine, amore. Per me. Tutto ciò che ho sempre chiesto nella vita.
Ma ora è troppo tardi.
Non rispondo alla tua dichiarazione. Tanto, lo sappiamo benissimo tutti e due il sentimento che provo per te, da quando ho posato su di te per la prima volta lo sguardo, da bambini.
Ti dico sei parole con le labbra.
È troppo tardi per tornare indietro”.
Chiudi gli occhi.
Non ti ho mai visto così.
Spero per un attimo che la abbandoni, abbandoni tutto per correre da me, abbracciarmi e baciarmi. Per godere del nostro amore appena nato. Ma così com’è nato, così è finito.
Lo sappiamo entrambi.
Tu sei un Malfoy, non puoi tornare indietro.
Hai già fatto la tua scelta, lasciandomi e chiedendo la mano ad Astoria.
Hai già scelto per il nostro destino.
E lo sai.
Per questo che ti rigiri, guardi la tua sposa, che non si è accorta di niente, tanto è offuscata dalle emozioni del momento, e sussurri quelle parole.

“Si lo voglio.”

Mi sento vuota.
Nonostante questo, non piango. Non l’ho mai fatto.
Neppure una lacrima.

Neanche una.
Eppure, quando tutti ci alziamo per andare al ristorante, mi tocco il viso, con una strana sensazione.
Non mi sono sbagliata: sono bagnata.

Mi sento vuota.
Per questo, piango. L’ ho fatto.
Una lacrima, una sola lacrima. 

  
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