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Autore: Chronos    28/12/2003    1 recensioni
Sanzo, Homura e i rispettivi gruppi. Riusciranno due donne ad unirli contro un nemico comune?
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimers: I personaggi di Saiyuki sono di Kazuya Minekura, non li uso a scopo di lucro ma solo per divertimento
NdChronos: un paio di cosucce prima di incominciare: questa dovrebbe essere la prima parte di una trilogia dedicata al mondo di Saiyuki, non so quanto sarà lunga, sé se sarà una trilogia vera e propria. Vedremo. Si parla di ‘Baluardi’, queste figure non me le sono inventate io, ma ho ripreso l’idea dal fumetto ‘Gea’ di Luca Enoch, anche se la loro funzione è completamente diversa rispetto all’opera di Enoch, l’unica cosa che li accomuna sono l’uso delle spade e i segni tatuati sulle mani, per il resto è tutta farina del mio sacco.

DUE BALUARDI ALLA DERIVA

Tornare a casa, tre parole pregne di un significato enorme per chi è stato costretto a viaggiare a lungo. Niente più scossoni su strade inpercorribili, né dormite all’addiaccio o in locande pulciose, né, tantomeno, bagni in fiumi gelidi. Certo, la sua stanza non il paradiso, ma era ‘sua’, le apparteneva e nessuno avrebbe potuto farla sloggiare. Inspirò a fondo l’aria di casa quasi fosse un balsamo lienitivo, ma un forte odore di bruciato la fece sobbalzare
“Mmm, Akashi si è scordato nuovamente la pentola sul fuoco!” rise divertita. Quel benedetto ragazzo cucinava benissimo, ma aveva la testa in qualche remora regione dello spazio, una brutta caratteristica per un cuoco. Scosse la testa e in lontananza vide una grossa nube di fumo “Ma cosa?…” spronò con più forza il cavallo stringendosi al suo collo per evitare le piante “Lì c’è il monastero! Che starà succedendo?” Con forza piantò i talloni nei fianchi del’animale che nitrì di disappunto “Forza June! Forza!” urlò lei mentre il vento le sferzava il volto e gli alberi le occludevano il passaggio “Un incantesimo! Bene!” Estrasse una lunga spada dall’elsa a forma di dragone, la fece roteare nella mano guantata prima di gridare alcune parole e di lanciare un flusso d’energia. Gli alberi si ritrassero ululando di dolore “Andiamo! Non abbiamo molto tempo!” incitò stringendosi al corpo scuro dell’animale. Mentre la foresta le scivolava alle spalle gli attimi diventavano ore, pochi mentri chilometri inaccessibili, la mente concentrata in un unico mantra “Fa che non sia troppo tardi! Fa che non sia troppo tardi!” Gli occhi spalancati per vedere solo la distruzione della proporia casa, il fuoco divorarne i muri divelti, i compagni osceno pasto di belve d’incubo, il cuore stretto in una morsa d’acciaio, le lacrime a bruciare gli occhi e una sola parola in mente ‘VENDETTA’.

La videro combattere, la spada rossa di sangue, i demoni falciati come spighe di grano, sentirono la sua aura esolodere ad ogni colpo, i muscoli tesi, la mente pronta, il fumo li accecava, ma la scia dei capelli bianchi era una traccia troppo delicata e violenta al tempo stesso che li ammaliava, così come gli strali che fuoriuscivano dalla spada. La videro fermarsi e chinarsi su qualcuno, la spada piantata a terra, fra la cenere e le pietre annerite dal fuoco, non un rumore, quasi la natura stessa avesse teso l’orecchio per ascoltare le ultime parole di un morente. Poi la videro rialzarsi sussurrando una preghiera intervallata da singhiozzi, prendere la spada e concentrare l’energia su quella che doveva essere stata la sua casa, una mossa repentina e il metallo era puntato verso l’alto, una luce bianca a rischiarare l’atmosfera satura di fumo. Poi ci furono i suoi occhi, enormi oceani incolori di lacrime, i capelli scomposti che le ricadevano sul volto, le labbra piegate e strette, la sua voce, fredda e sicura
“Voi tre chi siete?”

“Saaaanzooooooo!!!!!!! Quando arriviamo?”
“Stà zitta bakasaru!”
“Stà zitto tu kappa pervertito!”
“A chi? Ti distruggo!”
“TI ridistruggo!”
“Ti riridistruggo!”
“Ti ririridistruggo!”
BANG! Uno sparo lacerò l’aria ed il silenzio calò innaturale sulla jeep
“Proprio una bella giornata, non è vero Sanzo?”
“Tsk!”
Erano ormai tre giorni che erano in viaggio, le provviste quasi finite, stanchi del dover dormire sempre all’addiaccio, ogni refolo di vento era una buona occasione per litigare, e per il bonzo biondo di esercitarsi al tirassegno. Niente attacchi di demoni, solo pianure in stile ‘Heidi’ tutte per loro, ormai anche la pazienza di Hakkai era giunta al punto critico, il demone gentile benediva il fatti che di lì a un’ora si sarebbero fermati in un piccolo villaggio, magari per qualche giorno, Hakuryu era davvero molto stanco e anche i suoi riflessi stavano pendendo colpi. L’ennesima foresta si parò davanti a loro, ma nessuno dei quattro ci fece caso, era il solito spettacolo, alberi secolari dai rami nodosi e foglie verdissime e piccoli animali rumorosi ma nemmeno un essere umano, o demoniaco, per tenersi in esercizio. Goku stava per aprir nuovamente bocca ma si ferò iniziando ad annusare l’aria
“Demoni!” urlò saltando giù dalla jeep per poi scomparire nel fitto della foresta
“Stupida scimmia!” ringhiò il bonzo iniziando a scendere.

“Ma che dice stà cartina? Forse avrei dovuto ascoltare di più la sempai quando mi faceva lezioni d’orientamento!”
Erin gettò la cartina a terra poi sbuffò, erano ore che girava a vuoto, fortunatamente non era tornata al monastero, si era allontanata, di questo era certa, non conosceva quei luoghi, ed ora voleva solo un luogo dove nascondersi e piangere tutte le lacrime che premevano e bruciavano le sue palpebre ancora rosse di fumo.
Aveva ripreso a camminare a caso, seguendo il caso, lasciando che l’adrenalina accumulata fluisse via, lasciando spazio ad una stanchezza divorante. Le sarebbe bastato anche l’incavo di un albero, un paio di ore, non di più, solo il tempo di riposarsi, e non pensare a quelle fiere d’incubo sulle sue tracce
“Posso permettermelo, sono abbastanza lontana, e quelle bestie si staranno ancora pascendo dei miei fratelli, forse ora dovrei elevare una preghiera per loro” disse con voce incrinata.
Davanti a se vide una radura, un posto ottimo, avrebbe potuto rimirare le stelle e dare ad ognuna di esse il nome di un amico scomparso. Arrivò al centro e si liberò dello spolverino nero, sganciò anche il fodero della spada che cadde a terra dietro le sue spalle. Si stiracchiò sbadigliando, quando aprì gli occhi due feline iridi d’oro la fissavano affamati.

Aguzzò la vista oltre il fumo e vide delinearsi le tre figure che l’avevano osservata combattere fino a quel momento. Sentì un secco tintinnar di catene e scorse un chakra scarlatto
“Un baluardo adulto e al massimo delle sue forze. Uno spettacolo interessante”
”Da quando gli dei si interessano a noi miseri mortali?”
“Da quando i Demoni Alfieri si accaniscono contro i monasteri”
“Tsk! Non sono affari che ti riguardano. Sparisci, divinità!”
Homura ghignò
“Invece mi riguardano, visto che conoscevo il vecchio Sato”
”Non dire stupidaggini, Sato conosceva solo un dio, Homura. Tu gli somigli, ma io l’ho visto, ed era dieci volte più carino e alto di te”
“Forse perché eri uno scricciolo che mi arrivava sì e no al ginocchio”
”Tsk!”
“A quanto pare non mi sono sbagliato, crescendo la tua lingua è diventata ancor più tagliente”
”E la mia bellezza ancor più grande. Sei davvero tu, Homura?”
“Sì, Chloe”.

La zampata la colpì dolorosamente al volto facendola volare lontano dalla spada
“Ecco il mio dessert” ghignò il demone alfiere alzandosi in tutta la sua altezza, coprendole la visuale con il suo corpo massiccio. L’odore fetido di carne in decomposizione le mozzò il fiato costringendola a tossire spaventata “Ma come, un baluardo non combatte? Non ti lascerai mangiare così facilmente spero, altrimeni non mi diverto!”. Una mano enorme, munita di lunghi artigli ricurvi le strinse dolorosamente il collo mentre il suo corpo veniva sollevato da terra, si trovò faccia a faccia con le iridi enormi e giallastre, le zanne e le doppie file di denti “Prega le tue divinità!” Sentì la presa rafforsarsi e l’aria inziare a mancare dolorosamente, annaspò stringendo le sue pallide mani contro l’artiglio, le parole di un incantesimo morivano sulle sue labbra.
“Non si tratta così una fanciulla, non te l’ha mai detto nessuno?”
Il demone alfiere si voltò verso il disturbatore
“Cibo in abbondanza, sono fortunato”
Gojyo estrasse lo Shakujyo soridendo
“Fossi in te non ne sarei così sicuro!”
Fu un attimo, la lama saettò contro il braccio, la presa sparì e si trovò a cadere fra le braccia di Hakkai, l’urlo del demone alfiere e le parole gentili
“Sta bene signorina?”
Incanalare un po’ d’aria per rispondere un flebile
“Starò meglio quando lo avrò eliminato!”
Sfuggire alla presa del giovane sconosciuto, strisciare a terra come un verme, evitare gli attacchi incrociati, tirare un sospiro di sollievo sentendo l’elsa fra le mani, alzarsi fra mille fitte lancinanti e urlare
“In nome dei Baluardi da te massacrati ti condanno a morte!”
Saltare più in alto possibile, levare la spada in alto, incanalare l’energia e poi buttargliela addosso, stringere l’elsa fino a farsi male e cadere a terra.
Poi il buio.

Il fuoco crepitava davanti ai suoi occhi, non aveva la forza di staccare lo sguardo dalle lingue rosse e gialle per dover vedere la propria casa distrutta, oa meglio, vedere con quanta abilità era in grado di ‘ripulire’ una zona di battaglia, anche se si trattava delle macerie del proprio monastero.
“Signorina, la sua cena” una voce gentile ma distante. Alzò lo sguardo per incontrare due palpebre serrate
“Io non vedo nessuna signorina. Sono Chloe, e basta”.
Teneva la scodella fra le mani senza mangiare, lo stomaco era chiuso in una morsa di ferro, il solo odore del cibo bastava per farle venire i conati di vomito. Era distrutta, non riusciva a pensare a qualcosa correttamente, sapeva solo che i suoi fratelli erano morti mentre lei era via, se fosse rimasta magari li avrebbe salvati
“Non sarebbe successo”
”Leggi anche i miei pensieri, Homura?”
“So quel che pensi, è diverso”
“Tsk!”
“Il suo corpo…?”
“Fra le stelle, insieme ai resti dei nostri amici. Spero che riesca a raggiungere la pace”.
Alla luce del fuoco i capelli bianchi prendevano strane colorazioni
“I demoni alfieri non si muovono così” disse Shien
“Di solito non ce ne sono di così tanti in giro. Le porte dimensionali non reggono abbastanza” gli rispose Chloe “Mi sono allontanata per questo. Un gruppo di alfieri stava devastando le terre a sud. Dovevo elimnarli, ma erano molto deboli, solo ora capisco che era una trappola, la stanno cercando”
“Stanno cercando chi?” Zenon alzò gli occhi dl mitra che stava pulendo
“La mia allieva, anche se non capisco perché, è un gingillo inutile”
”Lei?” il dio sfregiato alzò un sopracciglio
“Hai mai sentito parlare dell’ Uroboro?”

La testa che pulsava dolorosamente la svegliò, aveva ben pochi ricordi di ciò che era successo, solo che era riuscita a sconfiggere un demone alfiere, per il resto era tutto dannatamente confuso. Istintivamente portò una mano al collo, tastandolo istericamente, finchè le sue dita non entrarono in contatto con una piccola sacchetta di pelle. Tirò un sospiro di sollievo e aprì gli occhi vedendo solo la volta stellata,avrebbe dovuto numerare gli astri in ricordo degli amici morti, oppure recitare quelche verso antico e ricco di significati, ma non le veniva in mente niente, solo che la testa sembrava dovesse esplodere. Si tirò su e con circospezione voltò il capo verso le fiamme che danzavano allegre, attorno ad esse stavano seduti quattro ragazzi, un biondino vestito da bonzo, un figio della proibizione, un bambino eretico ed un ragazzo dal sorriso gentile. Proprio quest’ultimo si avvicinò a lei con una ciotola in mano
“Si sente meglio signorina?”
“Oh…io…abbastanza…” non sapeva che dire di fronte a quattro persone che l’avevano vista usare i suoi poteri
“Una bordata dei energia come quella deve averla stremata. Se la sente di mangiare?”
“Beh…avrei bisogno urgente di un’aspirina. È stata la prima volta che davo fondo alle mie energie” spiegò
“Oooh! Sanzo guarda! I suoi capelli sono diventati rossi, prima erano bianchi!”
“Stà zitto stupido. Non si fanno questi apprezzamenti su una bella ragazza” disse Gojyo savvicinandosi seducente
“Ti conviene stare buono Kappa” interloquì Sanzo senza staccare gli occhi dal giornale “I Baluardi di quel livello sono costretti al voto di castità”.
Il rosso dei capelli e degli occhi della ragazza aumentò in diretta proporzione con quello del suo viso
“Come mi avete scoperta?”
“Mi sembra più che evidente” ringhiò il bonzo abbassando il giornale “Ci devi molte spiegazioni, ragazzina”

“Dopotutto, non ha molta importanza” Chloe si alzò in piedi all’improvviso “Devo andare”
“Devo vendicarmi anch’io di colui che ha scatenato i Demoni Alfieri, non vedi perché tu debba andare da sola” disse Homura
“La mia non è vendetta Homura, ho una persona da cercare e da salvare. Vendicarmi non riporterebbe Sato in vita, ma se mi sbrigo la notizia giungerà a tutti i Baluardi, e forse avremo una possibilità”
“Chiamala come ti pare, ma sai benissimo che la ferita che ti lacera l’anima si attenuerà solo quando vedrai le tue mani lorde del sangue dell’assassino del tuo maestro”
“Non è così semplice Homura. In ballo ci sono cose più importanti del mio strazio, lui è tornato e l’ora è giunta”.
I tre dei si guardarono stupiti senza capire, Chloe strinse con maggior vigore il cinturone alla vita e si sistemò il mantello sulle spalle esili
“Ma un buon mezzo di trasporto è sempre il massimo per chi va di fretta” aggiunse sogghignando
Continua…

NdChronos: che ne dite, vi piace questo primo capitolo? Beh, commentate numerosi, mi servono le vostre opinioni per continuare o meno la fic!

  
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