Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: Prue786    03/12/2010    1 recensioni
Una mano si stringe intorno al suo collo e, a poco a poco, i piedi prendono a penzolare nel vuoto... una frase sussurrata...
“Non ce la farete!!!”
La testa si reclina lentamente all’indietro e un berretto verde cade sulla sabbia, bagnato a poco a poco dall’acqua salmastra.
Genere: Avventura, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nuova pagina 1

Parte Seconda

 

“Io vado, ciao!”

Raggiunge velocemente la strada; la neve picchia violentemente sul suo volto e un brivido percorre la schiena. Sfregando velocemente le mani e, soffiandoci sopra, cerca di riscaldarle; l’aria esce fuori sotto forma di fumo e sale velocemente nella notte buia. Sul manto nevoso, il rumore dei suoi passi è quasi impercettibile.

Un sorriso smagliante.

Felice, cammina speditamente con la sciarpa arancione che sobbalza ad ogni passo…

Un rantolo

Un rantolo che in quell’atmosfera celestiale stona un po’ troppo!

Si ferma un attimo e, girandosi intorno, resta in ascolto non riuscendo però  a percepire nulla. Riprende il cammino, il respiro regolare; le sue impronte rimangono impresse lungo il tragitto, quella sera sono le uniche...

Un singhiozzo soffocato

Questa la sua attenzione viene attirata da un’ombra che si muove furtiva, qualcuno che si accovaccia dietro un’automobile parcheggiata a pochi metri.

Incuriosisce

Insospettisce

Molto lentamente e con cautela, si avvicina. Passo dopo passo, con gli occhi ben aperti, con i nervi tesi, il corpo pronto a reagire…

Un fagotto, un mucchio di materiale bianco che quasi si confonde con il manto nevoso.

Si china per vedere meglio e la corpo si muove, lentamente; si allontana strisciando, come se volesse andar via.

La curiosità è più forte del timore: una mano si allunga e con tocco leggero si posa sull’essere che al tocco è ruvido, freddo… e trema.

Comincia ad accarezzare in modo rassicurante il fagotto: “Ehi, cosa c’è? È tutto ok, non aver paura!” Al suono della sua voce, quella che sembra una coperta si solleva lentamente.

Un urlo acuto.

Un mezzo balzo indietro.

Una caduta

Si solleva, le sue mani tremano convulsamente. Un nuovo urlo; si volta e comincia a correre, sempre più forte, con i piedi che affondano nella neve, rallentando i movimenti. Negli occhi il terrore… un piede in fallo e una nuova caduta: a terra, con tutto il corpo. Tenta di rialzarsi, velocemente, ma si sente afferrare una gamba. Una mano la stringe forte, convulsamente.

“Lasciami stare, lasciami stare!” le urla si propagano nell’aria.

Un volto... orribile! Due occhi spalancati pieni di terrore...

Quando una mano si avvicina al suo braccia scalcia per fuggire a quella presa ma non riesce ad ottenere nulla...

Una stretta al cuore e il buio.

 

Una luce, tenue, e un dolce tepore. Gli occhi si aprono e prendono a guardare intorno: il luogo è in penombra, a stento si distingue una candela, su di una cassa di legno, con la fiamma vacilla debolmente; vicino, un contenitore con all’interno qualcosa di verde.

“Ti sei svegliata? Come va?”

Una voce, calda e rassicurante.

“Chi è? Dove sei?”

Lo sguardo passa velocemente da un punto all’altro e il busto si alza con uno scatto.

“Calma, non c’è alcun motivo per aver paura!”

Una figura esce dal buio e le si avvicina: indossa una tunica bianca che le copre l’intero corpo all’infuori delle mani e del viso; quest’ultimo, però, è per metà celato da una folta capigliatura nera. È una donna, abbastanza giovane, dalla carnagione molto chiara.

“Ti senti meglio, ora?”

La sua voce è gentile ma si percepisce qualcosa di strano in lei.

“Chi sei?” Chiede con titubanza, mentre un dubbio atroce prende ad insinuarsi nel suo animo.

“Il mio nome è Anthres!” Le parole sono accompagnate da un cenno del capo.

“Dove sono?” incalza l’altra, inarcando le sopracciglia.

“Questa è la mia casa!”

Anthres non sembra far caso alla velata agitazione con la quale è stata posta la domanda.

“Voglio andar via!” Sbotta sollevando la coperta che si ritrova addosso e solo in quel momento si rende conto di essere su di un materasso poggiato a terra. Resta interdetta per qualche secondo prima di alzarsi, notando si non avere più né cappotto né sciarpa.

“Dove sono le mie cose?” La voce risulta incrinata dall’ansia.

“Sono qui, prego!” le dice l’altra con calma, porgendole gli indumenti.

Allunga una mano per prenderli e involontariamente sfiora quella della donna. Un brivido le percorre l’intero corpo. La guarda in viso: sembra sofferente… implorante.

“Ehm... grazie per avermi aiutata!” sussurra abbassando lo sguardo, imbarazzata.

“Aiutata?” Anthres sembra genuinamente sorpresa.

“Si, c’era qualcuno che... non so cosa volesse da me, però...”

“Tu credi che potesse essere pericoloso?”

“Io... penso di si, era... era orribile: non avevo mai visto una cosa del genere!”

“Non credi di esser stata un po’ superficiale?” La voce si fa improvvisamente tagliente attirando l’attenzione dell’altra che spalanca gli occhi, sorpresa.

 “Superficiale? Perché?”

“Hai giudicato quella persona su due piedi, solo perché non era... attraente!”

“No! Mi ha afferrata, non voleva lasciarmi andare!” Sbotta, a difesa del suo comportamento.

“Non ti sei chiesta il perché? Non hai avuto il dubbio che forse non aveva intenzione di farti del  male?”

Il tono della voce si fa più alto.

“Io, no, in quel momento proprio no!”

“Giudicate troppo in fretta, di questo passo non si arriverà da nessuna parte... sarà la fine... !” conclude la donna in un sussurro.

La giovane la fissa interdetta, prima di chiedere, quasi con timore: “Posso andare via, ora? Mi stanno aspettando!”

“Vai, vai pure, ma non dovresti giungere a conclusioni affrettate. La prossima volta tienine conto!”

Si volta, allontanandosi...

Muove un passo per andar via, gettando un’ultima rapida occhiata alla figura e lo vede! L’essere terrificante di poco prima! Di nuovo! Questa volta, però, non grida, resta solo immobile, con il cuore che prende a pulsare velocemente prima che la voce esca fuori: “Aspetta!” esclama in un sussulto.

La donna si ferma e, lentamente, si gira.

L’altra comincia a sudar freddo: vorrebbe scappar via, allontanarsi da quel luogo, ma qualcosa glielo impedisce… un istinto quasi naturale o la pura e semplice curiosità! Vuol saper, vuol capire. È  spaventata da quella che potrebbe essere la risposta, spaventata dalla verità, ma è quello che ora più che altro vuole.

“Io...” Fissa la persona di fronte a lei ed esita per qualche istante “Tu... perché?”

L’altra la fissa impassibile

Un sospiro

Un sorriso appena accennato

“Torna a casa, ti stanno aspettando!”

Lo sguardo si sposta lateralmente, come a voler smentire la frase appena pronunciata.

Non può, non sarebbe giusto... o almeno, non in questo modo...

“Cosa ti è successo?”Chiede di nuovo, senza muovere un passo.

“Vai via, non devi rimanere qui!”

“Perché? Non capisco?”

La donna sembra esasperata da quelle continue domande e con un gesto stizzito sposta i capelli dal viso rivelando un’enorme cicatrice: un bagliore improvviso la colpisce in pieno.

L’altra, senza parole, cerca di indietreggiare ma urta con le gambe la cassetta di legno alle sue spalle; la candela cade a terra spegnendosi.

Buio

Un altro schianto.

Rumore di vetro infranto.

“No!”

Un urlo disumano riecheggia nella bettola illuminata a giorno da una luce accecante che scompare in un secondo.

Persa

Si sente persa!

Barcolla nell’oscurità con le braccia tese in avanti prima che una mano le afferri il collo.

“La... lasciami andare!”

La stretta si fa sempre più forte ed asfissiante.

Afferra il braccio con entrambe le mani e cerca di far allentare la presa ma, nonostante tutti i suoi sforzi, non succede nulla e, mentre l’aria non arriva più ai polmoni, le forze l’abbandonano. Le braccia le ricadono lungo il corpo e gli occhi si chiudono... poco a poco.

Un improvviso luccichio verde e in poco tempo lo spazio viene completamente riempito da un denso fumo dello stesso colore.

“Non ce la farete!”

Un sussurro dall’oltretomba.

“Non ce la farete!”

Un urlo e la mano lascia il corpo esanime, che cade a terra con un tonfo. La pelle bianca e liscia dell’arto inizia a rattrappirsi e a diventare color cenere.

“No!”

La figura guarda con orrore la carne che si ritira e le ossa comparire sotto il fine strato dell’epidermide. “Me la pagherai!”

Una risata isterica e poi, il silenzio.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: Prue786