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Autore: lilyblack    03/12/2010    15 recensioni
Uno dei tanti momenti dei '19 anni dopo' che la Rowling non ci ha narrato. Il momento straniante in cui una madre si deve separare dalla tanto desiderata ed amata figlia.
Storia arrivata terza al contest 'Come madre e figlio' indetto sul forum di Efp
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Molly Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Storia arrivata terza al contest' Come madre e figlio' indetto da LyndaWeasley sul forum di Efp

-Nick autore: Lilyblack
-Titolo:Wedding date
-Personaggi: Ginny Weasley/Molly Weasley
-Genere: Sentimentale – Slice of life
-Rating: Verde 
-Avvertimenti: One Shot, Missing Moment 
-Introduzione:  Uno dei tanti momenti dei '19 anni dopo' che la Rowling non ci ha narrato. Il momento straniante in cui una madre si deve separare dalla tanto desiderata ed amata figlia.

-NdA (Note dell’Autore): Io non sono portata per le storie sentimentaliXD decisamente.
Ho cambiato questa storia mille volte, spero che piaccia, spero che piaccia più di quanto non piaccia a me che, notoriamente, non sono mai soddisfatta di quello che scrivo.
E' il momento in cui Molly si rende conto che Ginny sta per diventare una donna a se stante, non più solo una figlia. I sentimenti di una madre e un po' anche di quelli della figlia.


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Il bambino chiama la mamma e domanda: «Da dove sono venuto? Dove mi hai raccolto?». La mamma ascolta, piange e sorride mentre stringe al petto il suo bambino. «Eri un desiderio dentro al cuore.»

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La luce la faceva bella.

La luce aveva sempre valorizzato ogni membro della sua famiglia, facendo risaltare i capelli ramati, la pelle perfetta e gli occhi luminosi, ma il modo in cui la luce, la semplice luce, donava a Ginny aveva sempre lasciato Molly sconcertata; era come se il mondo stesso volesse costantemente ringraziarla di vivere.

I capelli diventavano di un colore simile a quello del cielo al tramonto, quando sembra che le fate abbiano rovesciato sulla terra tonnellate di oro fuso e gli occhi le brillavano come piccole stelle, tutta la sua figura ne era sottolineata, ma nulla aveva preparato mai Molly a quello che vide quel giorno, quando entrò in cucina.

La cucina si confermava la stanza più importante della casa e di tutta la vita di colei che, in fondo, di quella casa era l'anima e la colonna; la stanza delle epifanie, lì Charlie e Bill le avevano comunicato le loro partenze, lì aveva annunciato a tutta la sua famiglia che finalmente aspettava una femmina, quella stessa femmina che ora era ferma davanti alla finestra e inondata di luce, impegnata ad abbagliarle la vista.

Il volto era addolcito dall'assenza del suo cipiglio battagliero e da quello sguardo pensoso che aveva sempre, nei momenti importanti, i capelli le scivolavano liberi, fieri e vivaci lungo le spalle dando un tocco di colore, di fuoco e di vivacità a quella nuvola bianca che era il suo vestito.

Una lacrima le pizzicò l'angolo dell'occhio, per poi scivolare silenziosa giù, lungo la guancia, fino a morire sul sorriso felice che piegava le labbra della donna.

Pensava che niente avrebbe potuto eguagliare la gioia di veder nascere i propri figli, pensava che nulla avrebbe potuto attutire per un attimo quel dolore sordo che le invadeva il cuore oramai da due anni, ma doveva riconoscere, almeno con se stessa, di essersi sbagliata.

Sua figlia vestita da sposa era una delle cose più belle che avesse mai visto in vita sua, un'immagine talmente forte da farle scoppiare il cuore in mille pezzi, un profumo talmente forte da invaderle la mente fino a stordirla, il sapore più buono che avrebbe mai più potuto assaggiare. Un ricordo impossibile da cancellare, emozione positiva tra le più forti che avesse mai provato. Molly Prewett in Weasley era sempre stata una donna forte, ma fu quasi sconfitta dal semplice ed invadente pensiero che la sua bambina stava finalmente per approdare alla vita piena di amore e di felicità che le aveva sempre augurato.

Consapevole del fatto che i suoi pensieri erano sdolcinati e che la commozione stava per avere il sopravvento, si mosse veloce dalla porta dove era rimasta ferma, e si avvicinò alla figlia, stando ben attenta a non urtare nessun mobile, nessuna pentola, niente che potesse far rumore e svegliare ospiti indesiderati.

Voleva, pretendeva, quel momento solo per lei e per la sua Ginevra,che da anni oramai non era più semplicemente sua. Condividere un figlio, era l'esperienza più difficile per una madre, la lezione più difficile da imparare, ma allo stesso tempo una di quelle che dava più soddisfazioni.

Si chinò sulle gambe e le mani si mossero da sole, febbrili, sul vestito, accarezzando i ricami in perle che segnavano il bordo della gonna, stirando pieghe che non esistevano in un crescendo di stress, nervosismo ed emozione. Era sempre iperattiva quando si sentiva una bomba ad orologeria di sorrisi, lacrime e speranze.

Ginny si voltò all'improvviso, come se avesse sentito la madre solo in quel momento, quando aveva iniziato a mormorare parole sconnesse, affastellate tra di loro come se dovessero arrivare prime in qualche gara, quando aveva iniziato a chiuderle i bottoni del vestito con una delicatezza e solerzia tale, che sembrava dipendesse tutto da lì, l'esito di quella giornata.


'Devi ricordarti di mettere la bacchetta in borsetta e di ricordare di rimpicciolire le pozioni per il trucco...'
'Hai passato la pozione idratante che ti ha consigliato Fleur? e come mai quella benedetta ragazza non è ancora qui ad acconciarti I capelli? Se non pensassi a tutto io...'


Parole che non significavano niente, nel loro immediato, se non che era tremendamente nervosa, tesa, e impaurita. In fondo, per quanto non fosse il primo matrimonio in famiglia, non era per niente preparata a quel pugno al cuore, a quel misto di gioia di paura.

Ginny le prese delicatamente le mani e le staccò dal vestito, cercando di insinuarsi con il suo sguardo nei pensieri della madre; sorrise solo quando finalmente incontrò gli occhi di colei che le aveva dato la vita più di una volta, i primi occhi di cui avesse memoria, quegli occhi che le aveva sempre invidiato, casa di quello sguardo che da solo, bastava a farla sentire al sicuro.

Si guardarono per un tempo infinito, rimasero in silenzio per uno sguardo lungo una vita e fu solo la voce tremante, emozionata ed emozionante della ragazza a rompere il silenzio.


'Mamma mi sposo, ma questo non significa che smetterò di volerti bene, o di essere la figlia che hai cresciuto...'


Nessuna delle due seppe dire, allora o in futuro, chi si fosse gettata per prima nelle braccia dell'altra, chi avesse per prima deciso che quel momento doveva essere segnato nella memoria da un contatto più forte, più fisico, di quello di due semplici, per quanto emozionati, sguardi.


'Sei felice, Ginny?'

'Solo se lo sei anche tu, mamma.'


Perché c'è un momento, nella vita di tutti, in cui si smette di essere ribelli ed ingrati e ci si rende conto che l'amore della madre, la sua felicità, è un qualcosa di cui non riusciamo a fare a meno; perché questo momento, per ogni madre, è il più importante di tutta la vita.



   
 
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